“EXCELSIOR”, PIU’ IN ALTO”, E’ UN NATALE ANCHE QUESTO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Dicembre, 2016 @ 6:23 pm

Detto altrimenti: un poeta americano “dantista” la cui “Excelsior” è stata assunta come poesia “ufficiale” del CAI , della SAT, della SOSAT …   (post 2588)

(E’ la seconda volta che mi occupo di questo poeta e della sua poesia: la prima è stato con il post n. 1713 del 29 ottobre 2014, dal titolo “Excelsior, più in alto”, là dove riportavo il testo in lingua originale e due mie traduzioni: quella letterale e questa che trovate qui di seguito. Ciò che mi ha indotto a riprendere il tema, è stato il collegamento con il Natale ma soprattutto con la Divina Commedia dell’Alighieri).

Excelsior, un mio percorso che inizia da lontano …

60 anni fa. “Excelsior” una poesia USA. Mi ha sempre colpito, sin dai tempi del ginnasio.

50 anni fa. L’’ho riscoperta come “poesia del CAI” e da alpinista qual ero, mi sono permesso di tradurla (traduzione recentemente accolta negli annuari della SAT di Riva del Garda e di Lavis).

2 anni fa. Era il 29 ottobre 2014: pubblicavo un primo post (il n. 1713) sulla poesia Excelsior.

download3 giorni fa. Da amante della Divina Commedia qual sono, scopro che il suo autore Henry Wadsworth Longfellow (1807-1882)tra i primi letterati americani ad assurgere alla fama mondiale – intorno al 1862 insieme ad altri colleghi diede vita al cosiddetto  “Circolo Dante” per promuovere la conoscenza della Divina Commedia negli USA, portandone a termine la prima traduzione statunitense in lingua inglese nel 1867. Da allora il successo dell’opera di Dante negli USA fu costante ed in seguito il Circolo diventò la “Dante Society”, una delle più famose associazioni di dantisti nel mondo.

downloadIeri. La stavo rileggendo e mi sono detto che tutto sommato, avrei potuto farne un post natalizio, di uno strano Natale, di un Natale di chi al suo ideale, alla sua missione (umana o divina, n.d.r.) dedica tutto, anche la propria vita, per rinascere in un Altro Mondo: “excelsior”, più in alto, appunto.

Oggi. Ed allora ecco che ripropongo la mia traduzione (non letterale: ho cercato di far sì che rimanesse “poesia” nonostante il mio intervento): consideratelo un piccolo contributo di un blogger che ama moltissimo la montagna e l’opera dell’Alighieri. Non  scandisco i singoli versi: anche una prosa può essere “poesia”.

Da domani. Mi direte che ne pensate …

Excelsior

E’ scesa la sera. Le ombre e la notte slavinano a valle per inghiottire una giovane vita che compie il suo viaggio su un manto di voce attutita. E la piccola strada d’alpino villaggio si sveglia al garrire di una bandiera recante uno strano messaggio: “Più in alto!”

D’aspetto egli è triste come spento carbone, ma sotto le ciglia scintillano occhi di brace, lame arabesche di acciaio, scagliate saette a colpire la luna e le case. Un grido argentino sanguina il cielo gocce di buio: “Più in alto!”

E vede il calore e la luce fasciare nel canto riunite famiglie, magia profumata e felice del fuoco e soltanto per lui quel poco riflesso di ghiaccio a indicare dove conduce la via: sospira il giovane e parla a se stesso: ”Più in alto!”

excelsior“Tentare non devi quel passo!” gli grida da sotto lanugine bianca l’affetto di un vecchio. “Non vedi che è notte? E sta per tuonare! Non senti il torrente? Il suo rombo ti avverte!” Ma alla parlante antica amichevole voce un po’ stanca, risponde uno squillo di tromba vibrante: “Più in alto!”

Anche le donne da dietro le porte tentano invano di fermare la marcia di morte: “Rimani a dormire sul seno materno” è il loro amorevole invito. Sospira in silenzio come era venuto ed il buio accende al colore del mare due occhi ormai pieni di pianto mentre innalza il suo canto alla notte che invita a partire incontro all’eterno: “Più in alto!”

“Attento alle lance ormai secche ed aguzze dei pini ed alla valanga che il foen può staccare dal monte!” E’ questo l’estremo saluto che corre a sposare- in attonito tempio di colonne ululanti silenzio – un gridato respiro: “Più in altro!”

croceAl nuovo mattino sul Passo del Gran San Bernardo, più forte del fischio del vento, odono una preghiera i devoti Pastori intenti a innalzare la loro al convento: “Più in altro!”

E un cane – pastore anche lui – scavando la massa di neve, fa emergere forme di ghiaccio un giovane corpo ed una speranza scolpita “Più in alto!”

Sdraiate nel letto di neve ormai senza vita ma belle riposano statua e bandiera. La giornata è finita: lieve una stella attraversa il velo dell’aria sospesa- mantello alla sera – ed il pianto delle sorelle – fili di perle in un cielo cobalto – cadendo, consola con voce inattesa: “Più in alto!”

Spero di non avervi annoiato. Ciao. RicBlogger

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NOTTE DI NATALE IN CITTA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2016 @ 12:51 pm

Detto altrimenti: Natale per chi è solo, di notte …     (post 2587)

 NOTTE, NATALE, SOLO, IN CITTA’

(No, per fortuna non è il mio caso, io non sono solo … ho provato ad immaginare come ci si potrebbe sentire ad esserlo …)

 

Si alza da terra una foglia

un lampione che danza sospeso

un bavero alzato

persiana che sbatte

e l’aria corrente sui tetti.

imagesVive la Notte

e respira di un vento leggero

che tien desti i rami

protesi a far compagnia

ai freddi letti alberati

della solitudine.

Invisibile al mondo

attraversi lo spazio

dei tuoi pensieri

downloadche liberi

ti camminano a fianco

Insieme ad un gatto.

Il silenzio ti regala il tempo

che gli altri

dormendo inutili sonni

han chiuso al di là della porta.

La luce del buio

dipinge a pastello la strada

che suona

al passare di sentimenti

usciti nella notte

a cercare

sperando di trovare aperta

L’Umanità di turno.

 

(RicBlogger)

 

 

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LA CASA DI VETRO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2016 @ 9:22 am

Detto altrimenti: un Natale insolito, diverso, di … vetro!   (post 2586)

 

LA CASA DI VETRO

Attraverso lo spazio

svuotato dall’indifferenza

lo sguardo si posa

sull’inverno gelato

mentre all’interno

scoppietta la fiamma

che inonda la casa di vetro

di un rosa tepor

veneziano.

imagesQualcuno

da fuori

implora calore

e tende la mano

ad occhi infantili

spalancati al di là

dell’invisibile muro.

E il piccolo viso rotondo

dischiude la porta

di casa e del cuore

e scalda

col puro suo gesto d’amore

i colori gelati del mondo.

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(RicBlogger)

 

 

 

 

 

 

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NATALE SURREALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Dicembre, 2016 @ 7:35 am

Detto altrimenti: ma poi … mi tanto surreale (post 2585)

 NATALE SURREALE

E’ questo il Natale?

Scoppiettan parenti sul fuoco

e rossa la neve dal forno

inonda la casa di un caldo profumo di arrosto.

Farina nel cielo:

bei fiocchi giganti

sprigiona la terra per l’aere spandendo rintocchi argentini.

La gente s’incontra, si scontra

si chiede permesso

poi s’urta, si scusa

prosegue la corsa.

Regalan le merci al super mercato:

tu prendi dei doni, li scarti

li cedi agli amici

a prezzo d’usura.

Un bel pino acceso

in mezzo alla sala

dà fuoco al palazzo.

Accorron pompieri

e inondan l’incendio

di fresco Clicquot.

Un’ostrica, sola, s’aggira sparuta in cucina:

poi, ratta, si tuffa nel biondo vin franco

s’asconde al tuo sguardo

e corre nuotando al suo mare.

Tu resti da solo a pensare

a questo sì strano Natale

a quanto di bene v’è intorno

a quanto di male.

stellaMa ecco che in mezzo al frastuono

di luci e colori

compare una bella cometa

s’accende una stella

ed ogni altra cosa si spegne.

Risplende per tutti sol quella.

Adesso è Natale!

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(RicBlogger)

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NATALE DI NEVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Dicembre, 2016 @ 10:49 pm

Detto altrimenti: proseguiamo con i  “post natalizi” …… (post 2584)

 La neve … al momento non se ne vede all’orizzonte … il Natale si avvicina, speriamo che sia un Bianco Natale! Nel frattempo accontentiamoci di una mia poesiola “bianca”, per piccoli e – mi auguro – anche per grandi …

NATALE DI NEVE

laghettoLa terra si sveglia

calda e cicciotta

dentro la nuova pelliccia

al pari di grassa e bianca marmotta.

Si stropiccia

i due piccoli laghetti gelati

e si specchia

vanitosa ragazzina

nell’aria rosa

della nuova mattina.

downloadSotto i loro mantelli

i tetti delle case sono rossi

come nasini raffreddati

e l’alito dei camini

affresca nel cielo

riccioli bambini

mossi e ribelli.

gala-vernaNell’orto ghiacciato

il giovane pero ha indossato

i suoi paramenti più belli

che scintillano l’azzurro

di mille soli splendenti.

Dalle staccionate

del quadro di Monet

il corvo pennella

monetcon guizzi intinti di nero

favole arabescate

sul bianco quaderno.

Sorridono i bimbi

appena svegliati

impazienti d’uscire

a creare

campanilevicino al fienile

con piccole mani

gioiose arrossate

il pupazzo di neve

che vorrebbero eterno.

Dal pio campanile

di Pieve montana

si leva in volo preghiera

d’un’argentina campana:

pupazzo“Benvenuto bambino Gesù!

Illumina col Tuo Dolce Amore

questa fredda mattina.

Solo Ti prego:

finchè viene sera

non darle troppo calore

e vieni a giocare anche Tu”.

 

(RicBlogger)

 

 

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VIDEOGIOCHI DI CORALLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2016 @ 7:56 pm

Detto altrimenti: bravo blogger, c’avevi azzeccato … c’avevi!   (post 2583)

(Me lo dico da solo: Die Welt ist schlecht, Jeder denkt an Sich, nur Ich denke an Mich … e se non ci penso io a tenermi un po’ su …, chi c’ha da’ penzà?)

downloadErano tanti anni e tanti post che denunciavi la cosa … non che l’avessi scoperta tu, per carità, ma quel “promoveatur” del Colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto – “promoveatur” che lo portò alle dimissioni –  (cfr. miei post); quello che aveva scoperto il giro mafioso dei denari delle slot machine e relative evasioni fiscali milionarie a decine; quei (sospetti) concordati fiscali al risparmio (per l’evasore); quella banca di Milano che gli prestava soldi che poi quel presidente è andato in galera; quel mio post che dice “dove vanno a finire le monetine” etc. (v. ad esempio il post del 5 agosto 2013, “La mafia dei videogiochi”) … finalmente! Smascherata la banda di delinquenti che attraverso una rete di società fantasma evadeva il fisco ed esportava clandestinamente centinaia di milioni di euro!

download-2Accendo la TV, Rai 3, hanno arrestato Francesco Corallo, capintesta del sistema. E che, ci voleva tanto!? Restano alcune domande:

  1. Come mai il sistema ha permesso tutto questo? Cui prodest? Cui bono? Chi era responsabile di quel colabrodo?
  2. Come è possibile che il signor Corallo, in odore di evasore fiscale da milioni e milioni, avesse vinto la gara pubblica del Min. Tesoro per l’esercizio del 90% delle slot machine in Italia? Cui prodest? Cui bono?
  3. Chi cambiava camionate di monetine in banconote? L’API, Associazione dei Parroci Italiani? Non credo proprio …
  4. Hanno arrestato anche il politico che lo aiutava. Mi chiedo: può fare tutto ciò un politico da solo o deve poter contare anche lui sulla sua “banda” di collaboratori ai vari livelli politici e amministrativi?
  5. A quando i nomi delle decine di altre società che si servivano del “Sistema Corallo” per compiere tali reati fiscali e valutari?
  6. Quando verranno sequestrate e disinstallate le decine di migliaia di macchinette mangiasoldi del Sistema Corallo?
  7. I successi di oggi di cui al post odierno, di quali precedenti insuccessi sono testimonianza? (Un mio vecchio capo in una Spa mi disse: “Questa è la situazione attuale, molto difficile. Lei è il direttore. Raddrizzarla è il suo obiettivo. Se ci riesce le dirò bravo. Quella è la porta, si metta al lavoro”. Io realizzai i miei obiettivi. Andai dal capo … mi aspettavo quel “bravo”. Ma egli mi disse: “Ma si rende conto lei che i suoi successi sono la testimonianza dei miei precedenti insuccessi? Quella è la porta”).
  8. Quali soni le fasi della programmazione anche di questo successo della legge? Eccole: entusiasmo, perplessità, ritorno alla realtà, ricerca del colpevole, punizione dell’innocente, lode ad estranei.
  9. Non è il caso di andare dal Colonnello Rapetto, chiedergli scusa e reintegrarlo con il grado di Generale del Corpo della Guardia di Finanza?
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Lui no … è già da un po’ che non dorme sereno … lui no …

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Questa sera io andrò a letto più sereno, dormirò meglio, molto meglio!

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P.S.: fra tutte le lettrici e tutti i lettori che avranno risposto ad almeno cinque delle domande di cui sopra, sarà estratto un sacchetto di 50 monete da €2,00 da giocare alle slot machine …

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“IL PANE DI FARINA” di Piergiorgio Cattani

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Dicembre, 2016 @ 8:46 am

(Non è una riflessione su di un libro – che peraltro non ho ancora letto – bensì un “incontro” – Molto di più dell’ “Incontro” con Marcello Farina di cui al mio post del 6 dicembre 2012, mio primo anniversario di blogger).

Detto altrimenti: un libro-inchiesta, un uomo, un filosofo, un sacerdote anche …     (POST 2582)

(Marcello Farina, autore di molti libri, cfr. in internet)

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E io … che alla Doria ci sono nato …  io che il mio gatto si chiamava Dorian …

Don Marcello Farina: “Una domanda che Piegiorgio non mi ha fatto? Sullo sport, sono tifoso della Sampdoria … (scoppia un applauso) … ho smesso di giocare a calcio solo a quarant’anni …”. Al che il conduttore dell’evento, Alberto Faustini, direttore del quotidiano Il Trentino: ”Ci devono essere molti Liguri in sala”. “Sandoriani dico io!” L’osservazione ci sta tutta, visto che siamo a Trento. Gianantonio Stella è solito dire che per fare una buona intervista ci vogliono due persone intelligenti, capaci: l’intervistatore e l’intervistato. E’ quello che è accaduto in questo caso, visti i due nomi: Piergiorgio Cattani e Marcello Farina, i quali hanno scritto a quattro mani il libro intervista “Il pane di Farina”.

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img_4241Faustini apre le danze: “Don Marcello, storico, filosofo, insegnante … dalle elementari in su … fino alle Università … ti è mancato l’asilo! Ah, in Curia si sono dimenticati che sei anche un prete …”. La sala ride, apprezza questo modo umano più che sconsacrante di avviare il discorso. La sala del Theodosianum è piena. Molta gente in piedi. Come sempre Marcello “attira”. A vincere è la sua umanità. Il volumetto in vendita è esposto su un tavolino, all’ingresso: un saggio? Un romanzo? Una biografia? Il frutto di otto sedute di una sorta di “psicanalisi” … “Chiamatemi contemporaneo!” … Chi lo ha detto? Un vivente di fronte alla sua biografia non-postuma …

Riflessioni. Marcello cita Cartesio per superarlo: “Cogito ergo sum”, gli sta stretto quel penso dunque sono … una ragione semplicemente “calcolante”, individualista alla quale lui oppone la delicatezza della “ragione materna” di Maria Zambrano.

E’ con questo spirito che il filosofo (spesso ci ricorda: ”No, semplice storico della filosofia”. Ma non è vero, dico io: filosofo, filosofo! N.d.r.) Marcello affronta la confessione di se stesso.

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Piergiorgio Cattani

Cattani sottolinea in Marcello la pacatezza, la non cattedraticità, i sassolini tolti dalla scarpa, la istintiva capacità di “spiazzare” attese troppo scontate, l’attaccamento al “natìo borgo selvaggio”, Balbido, nelle Giudicarie Esteriori: centocinquanta persone “galline comprese – aggiunge Marcello” – Marcello che in estate fa il parroco in Germania, che la domenica dice Messa al paesello, “luogo di quiete prima e dopo la tempesta”, affacciato sull’ampia valle soleggiata, “dove ho passato la fanciullezza lavorando nei campi”.

Cattani: “Anche a Balbido ti registrano le prediche?” Marcello sorride … “Il tempo preziosissimo di certi vescovi … a ricercare eresie nelle prediche dei preti …”. Incalzato da Faustini: “Marcello, tu di solito scrivi, non parli: qui parli di te”. “Ecco, io non avrei voluto che fosse scritto questo libro  … già tanti carissimi amici mi dicono e scrivono che sono un presuntuoso … figuriamoci cosa dicono i “nemici”! Ma Piergiorgio mi ha interrogato con pazienza e profondità, mi ha obbligato a tirar fuori angoli reconditi di me stesso, della mia psiche, una sorta di psicoanalisi …”

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Alberto Faustini, Marcello Farina

Faustini: “Qual è stato il tuo ’68?”. “E’ stato l’11 ottobre 1962, Giovanni XXIII, il suo discorso della luna e anche questa sera abbiamo una splendida luna piena … ecco, allora ho deciso che sarei stato prete per coltivare quel progetto, il “Vaticano II°”. Ed eccomi cappellano in quel di Arco, a “respirare realtà” in bicicletta dopo cinque anni di imbalsamatura teologica in seminario. A respirare la freschezza della brezza del Vangelo”.

Le domande, le provocazioni si susseguono: oggi non ci sono più le figure del passato, i Kessler, i Rogger. “C’è ancora l’ultimo dei Moicani”: Marcello, appunto, dice Piergiorgio.

Politica? Non se ne è parlato. Cooperazione? Si, quella di Don Lorenzo Guetti. 1803, cade il Principato Vescovile di Trento, per poco tempo il Trentino diventa parte della Principesca Contea del Tirolo, la Chiesa perde molto del suo potere temporale, si deve riconvertire al cristianesimo (espressione mia, n.d.r.). E qui interviene Don Lorenzo Guetti, come Marcello sempre vissute nelle Giudicarie Esteriori (nato a Vigo Lomaso, una parentesi di otto anni a Terragnolo, in mezzo alla povertà vera). Don Guetti – su informazioni raccolte da Don Lorenzoni – ha realizzato il principio delle Raiffaisen tedesche: le Coop (1890, S. Croce di Bleggio) e la Banca Cooperativa, al fine di dare dignità ad ogni singola persona, come persona e come cittadino, liberandola dalla condizione di schiavitù di fatto. Il suo progetto, ucciso poco dopo dalla sua realizzazione, nel 1898, anno della sua morte e della nascita del Comitato di Azione Cattolica, il quale decideva su tutto: spiritualità, economia, politica. Una idea pervasiva che ancora oggi induce una certa parte della Chiesa a pensare che la Chiesa sia ancora “maggioritaria” mentre invece è “minoritaria”. Marcello cita il teologo  Karl Rahner: “Si va verso l’inverno della Chiesa”.

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I posti vuoti: quelli di blogger, giornalisti e fotografi “al lavoro”

“Marcello, il tuo rapporto con Papa Francesco”. “Ecco, io lo apprezzo, ma non adoro nessuno se non il mio Dio. L’idolatria è l’unico peccato condannato dalla Bibbia e invece oggi taluni ne hanno fatto una virtù”. Di Francesco apprezzo soprattutto una cosa, che per lui la verità è relazione, che la verità è umile, ti aspetta non ti sospinge: in quanto relazione supera e sconfigge il mondo dell’etica: la nostra religione non è morale, ha una morale, è molto di più di una morale (è Creazione e Resurrezione, n.d.r., cito altro passaggio di Marcello espresso in altra sede).

Faustini: “Marcello, il dentro e il fuori? Come comunichiamo? Come “tiriamo fuori il nostro dentro?” La risposta ricorda Don Lorenzo Milani (“Le parole sono pietre”):Le parole devono essere usate semanticamente in favore di una comunicazione autentica. Dobbiamo recuperare il sono vero delle parole. Ad esempio, la Cooperazione di Don Guetti “solidarietà”, “bene comune”, “socio” sono le stesse utilizzate dalla cooperazione di oggi ma oggi non vogliono più dire nulla”.

In politica poi … abbiamo i maestri dell’flatus voci, del dire, dire … nulla!

Insomma, care lettrici e lettori di questo post, per me è stato difficile seguire la profondità dei ragionamenti di Marcello, di Piergiorgio e di Faustini e ancora di più riportarne qui parte per voi. Cerco di cavarmela, congedandomi citando alcune gocce di saggezza (non mia, ci mancherebbe altro! Bensì di Marcello):

  • La nascita? Se ne parla poco … si parla sempre di morte …
  • Il compimento? La morte? Ognuno riassuma ciò che ha compiuto nella sua vita, la morte terrena è un “compimento” un fare sintesi, fare inventario (termini miei, n.d.r.), con serenità, ognuno come ha potuto/saputo fare.
  • Libertà? E’ nel Vangelo, che non “è” una morale ma fornisce indicazioni.
  • La Storia? E? maestra di relatività: nessuna istituzione è immutabile. Così insegnava lo stesso Mons. Rogger.

Grazie, in ordine alfabetico a Alberto (Faustini), Marcello (Farina), Piergiorgio (Cattani).

 

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MARIANGELA D’ABBRACCIO IN FILUMENA MARTURANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2016 @ 9:39 pm

(Il 6 dicembre 2012,  giorno del mio primo compleanno di blogger, pubblicai il post-intervista “Incontri -  Marcello Farina”. Domani,  12 dicembre 2016 viene presentato il libro-intervista di Piegiorgio Cattani su Marcello Farina: “Il pane di Farina. Conversazioni al tramonto di un mondo”. Appuntamento al Vigilianum, Via Endrici, 14 ad ore 17,30).

MA VENIAMO A FILUMENA MARTURANO: UNA COMMEDIA AL FEMMINILE

Detto altrimenti: protagonista Geppy Gleijeses (post 2581)   wp_20161211_004

Maccome, direte voi, quella l’attrice … non è lei, Mariangela D’Abbraccio  la protagonista? In senso moderno sì. In senso ”classico, tecnico, teatrale” protagonista è lui, ovvero “colui che, nel corso della vicenda, cambia atteggiamento, senso del sentire, umanità”. E’ fondamentale infatti la metamorfosi del personaggio, da ricco viveur “campatore” di professione a responsabile padre di famiglia.

La grandezza di Eduardo ha sempre meritato grandi attori. Dopo la coppia Loren-Mastroianni, ecco quella D’Abbraccio -Gleijeses.

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Geppy Gleijeses, l’allievo prediletto di Eduardo, “colui per il quale Eduardo revocò il veto alle sue opere”. Trento, Teatro sociale. Questo pomeriggio. Regia di Liliana Cavani, più grande registra cinematografica del mondo, che debutta nella prosa con questa opera e con questi attori. Eduardo De Filippo, “Filumena Marturano”, scritta e rappresentata per la prima volta nel 1946. Attualissima.

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Attuale? La Donna in Trentino … ancora nun c’avimme a legge sulla parità di genere, ma … adda murì mamma si nu la facimme e pure ‘mpressa … ma chista è n’ata storia …

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La trama? Ma dai che la conoscete … non voglio offendere nessuno dicendo “quanto meno andate a leggerla in internet”. Filumena Marturano, una commedia al femminile. La forza di una donna e di una attrice tanto, tanto immedesimata: contro l’opportunismo, la superficialità, l’egoismo, l’egocentrismo, il maschilismo, l’incosciente-colpevole disattenzione maschile. Sono convinto che Mariangela D’Abbraccio sia come si rappresenta. Non è possibile fingere su questi temi: una donna vera nel vero senso della parola (e scusate il gioco di parole).

In sala anche molti napoletani. Li riconoscevi da come apprezzavano le battute in dialetto più stretto, quelle delle quali invece i Trentini facevano un po’ più fatica a capire le sfumature. Io no, Trentino ciapà co’ sciop da trent’anni, prima ho vissuto e lavorato in Italia Nord-Centro-Sud, quindi capimme tutte ‘e cose

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“‘E figlie nun se pavano!”

La commedia. Di un amore grande, quello della mamma per i propri figli, quello di due persone, dopo tanti anni. Una commedia per il Natale, un Natale d’Amore. Bravissimo Eduardo!

Il monologo – anzi, il dialogo – di Filumena con la Madonna: un capolavoro! Bravissima Mariangela!

Geppy … recita anche nelle sue pause molto espressive, negli ammiccamenti che invitato lo spettatore ad anticipare la battuta … Bravissimo Geppy!

La regia, ineccepibile. Bravissima Liliana!

 

wp_20161211_009Il significato della commedia: “I figli sono figli” (piezze ‘e core, n.d.r.) ma molto altro ancora: basta con “figlio di n.n.”, basta con la criminalizzazione di colei che, costretta dalla povertà, ha conosciuto “il mestiere”; basta con l’ipocrisia di chi condanna la prostituzione ma poi ne consuma. Ovvero, quelle le donne, anzi le Donne, rispettiamole! Dai … che valgono più di noi maschietti … E poi … “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” ci insegna il mio compaesano Fabrizio De Andrè in Via del Campo. Infine, come è bello … “piangere”. Già, perchè alla fine Filumena piange, di “liberazione di e da se stessa”. Il protagonista (in senso tecnico teatrale) Geppy Gleijeses non me ne vorrà, se centro il mio post su Mariangela. Mariangela, una parte  in una nota soap televisiva (Un posto al sole), ma ha meritato, attualmente merita ed ancora meriterà molto, molto di più! Applausi da standing ovation (“Per favore si sieda, non ci fa vedere nulla” ho dovuto dire ad uno spettatore davanti a me).

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Mariangela – in bianco – fra tre ammiratrici

Dopo, una corsa ai camerini. Foto, un abbraccio ai due (io mi sono abbracciato Mariangela, ovviamente!). Ho dato loro il mio biglietto da visita di Blogger VIP (Vecchietto In Pensione). Mariangela, se ci inviti (lo puoi fare con un commento a questo post!) Maria Teresa  ed io veniamo a trovarti sul set di “Un posto al sole” a Napoli! Dai … io sono solo un genovese traferito al nord, ma quando vado a Napoli il minimo che mi sento dire è “Signurì vuie site nu napuletano mancato!” Lo prendo come un grande complimento. A presto Mariangela … (spero): ti dedicherò “Un post a te sola”  …  basta  che  nu v’intalliate innanzi a’ porta ch’aggio a fa’ l’intervista …

Note tecniche.

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Recita il programma di sala: … pochi mesi dopo l’uscita della commedia, l’Assemblea Costituente approvò l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenete, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio, mentre otto anni più tardi, nel febbraio del 1955, venne approvata la legge che abolì l’uso dell’espressione “figlio di n .n.”

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images-1Nel testo: il primo matrimonio di Filumena viene annullato perché così la legge (art. 122 C,C.) prevede (e prevedeva all’epoca dei fatti riferiti)  per matrimoni il cui consenso fosse stato ottenuto a seguito di errore sulla qualità della controparte, timore reverenziale di eccezionale gravità o violenza. Non si parla di dolo. E il primo matrimonio di Filumena è frutto di un vero dolo, quindi, a mio sommesso avviso, non sarebbe stato impugnabile. Mi sbaglio? Può essere … ma che vvulite, signurì  … sono tanti anni da che mi sono laureato in giurisprudenza …

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TRENTO – CITTA’ – NATALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Dicembre, 2016 @ 6:42 am

 

 

Detto altrimenti: Natale a Trento       (post 2580)

 

Trento – Città – Natale

 

uva-schiava

Uva “Schiava”

Trento di acqua e di vino

Trento adottiva

Schiva – Schiava – Surgiva.

Trento in verticale

Bondone si sale

In Vigolana l’Orsa s’inchina

A Trento – al Concilio – A birra alla spina.

Trento la Torre Verde

rijekaAdige sponda di erbe

Trento si tiene

A valle Fiume si perde.

Trento Fersena un rivo

Trento dove io vivo

Trento un nome

Un sostantivo.

Trento illividita

Inverno delle mie dita

Trento dolomia scolpita

Trento invita.

Trento le mille voci

mercatiniTodeschi Taliani Ladini

Città Provincia Confini

Trento i mercatini.

Trento due volti

Trento in molti

Trento da solo

Trentino – Tirolo.

bici-invernoTrento neve fa bianca

Trento mai stanca

Di Autonomia

Di Sociologia.

Trento corona di monti

Trento traversano i ponti

Trento la Vigolana

orsa-vigolanal’Orsa – la maglia – di lana-

Trento colori

Bandiere Governatori

Trento viva diletta

Salita – Povo – Spalletta.

 Trento la mala voce

Trento delizia e croce

Trento Piazza del Duomo

Campana – Fulmine – Tuono.

Trento i Senatori

Curia – Silenzio – Pastori

Trento caccia nei boschi

Politica – Cervi – Umori.

Dante Degasperi addita

Trento in sordina

Trento stupita

marcello-farinaTrento – Marcello – Farina.

Trento studenti bolletta

Ragazze sci bicicletta

Trento giovane e bella

Amore in Camporella.

Trento lo smaccafam

Nonesi Pedavena

Birra Solandri

Polenta – La cena.

Trento la Via Grazioli

Vino – Dolci – Pinoli

Trento soffonde le luci

Il Natale gli Amici.

neve-fersinaTrento la Villa Moggioli

Trento il Viale Trieste

Trento le Buone Feste

Trento le Buone Intenzioni …

… ed i panettoni.

 

(RicBlogger)

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LA VELA NOVA, BICI PERCHE’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Dicembre, 2016 @ 11:56 am

Detto altrimenti: ho fatto il cambio degli armadi …   (post 2579)

… che significa – data la stagione – che ho quasi smesso di veleggiare e di pedalare ed o tirato fuori gli sci … Ma prima … prima ho voluto salutare barca e bici, con due poesiole:

 

LA VELA NOVA

Tanto sottile e tanto lesta pare

la barca mia se vela ha sostituta,

ch’ogne altra sen sta ormeggiando muta

e contra non ardisce regatare.

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela Riva

Ecco “Whisper”, bisbiglio, sussurro …

Ella si va, sentendosi volare

dall’apparente vento sostenuta,

e par che sia cosa venuta

da cielo in laco a miracol mostrare.

Mostrasi sì planante a chi la mira

che dà per li occhi tale ebrezza al core,

che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che da la sua prua si mova

un’onda soave pien d’ardore,

che va dicendo al timonier: su, vira!

 

BICI, PERCHE’

Perché

in una chiesetta al Ghisallo

riposa sospesa

antica reliquia a pedali.

Perché

insieme a lei

tu scali la vetta

compagno soltanto a te stesso.

be-qui-mi-fermoPerché

ti ha insegnato

ad alzare più spesso lo sguardo

a scrutare che cielo farà.

Perché

sempre incontri qualcuno

che non ha timore

di aprire la sua vita al vicino.

fiabPerché

con il vento dei sogni

giocando

ritorni un poco bambino.

Perché

restituisce

ad un uomo affannato

profumi di suoni e colori.

Perché

in salita

ricorda ad ognuno

che volendo e insistendo si può.

E poi, … perché no?

 

 

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Ecco, ora ho la coscienza a posto: posso iniziare la stagione sciistica! In Paganella. Non nevica su tutto l’arco alpini ma la neve c’è! Sullo sfondo il Brenta. Da sinistra: Cima Tosa, Brenta Alta, Campanil Basso, Sentinella, Campanile Alto, Sfulmini, Torre, etc..)

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sua-maesta-la-bici

Antiquariato autentico: mobili e bicicletta!

A parte le scherzose rime, si prova un po’ di vera emozione quando riponi la compagna a due ruote della bella stagione per il letargo invernale. Per un certo verso pare una sorta di abbandono, ti sembra di essere ingrato verso colei che ti ha … sop-portato per 3850 km. Sì, quest’anno sono stati pochi rispetto al solito, ma chevvolete, tante coincidenze “avverse” … tipo vacanze al mare senza bici! .

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Sci in auto …

In compenso, da un armadietto nel box tiri fuori i tuoi sci. Sono avvolti in una custodia di panno elastico colore azzurro, un regalo di mia figlia Valentina che vi ha fatto scrivere sopra “Riccardo- Whisper delle nevi”. E se in estate la bici  “vive in casa” (“Maccome? Tieni in casa la bici?” “Si, tranquillo, la casa è ben pulita, la bici non ne patisce!”), i miei sci in inverno “vivono” in auto, così faccio prima ad andare in montagna!

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