LIBERTA’ VA CERCANDO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2017 @ 7:58 am

Detto altrimenti: l’attualità di Dante!   (post 2518)

 images“Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei vita rifiuta” – Le parole sono quelle che Virgilio, parlando di Dante, indirizza a Catone, il quale essendo pagano e suicida, dovrebbe stare fra i grandi spiriti del Limbo nel I cerchio o fra i suicidi nel VII cerchio dell’Inferno, e che, invece, troviamo come custode del Purgatorio. Questa scelta di Dante, apparentemente strana, può essere spiegata studiando la vita di Catone. (Purgatorio, canto I, vv 71-72). Catone morì ad Utica nel 16 a.C. Scelse il suicidio piuttosto che rinunciare alla libertà politica che ormai Cesare aveva tolto a chi, come lui, era un pompeiano.

downloadAttualità, modernità di Dante, dicevo. Oggi Dante scriverebbe “Libertà va cercando, ch’è sì cara, / come sa chi per lei posto rifiuta”. Un posto, il posto, la poltrona, in Trentino o a Roma, basta mettersi d’accordo. Libertà … ma quale libertà? La “libertà politica”, quella del pensiero e della sua espressione politica (il voto, la partecipazione). Infatti qui da noi (come nel resto del paese) esistono due tipi di partiti politici: quelli entro i quali puoi esprimere il tuo giudizio, quelli che se voti il tuo voto va a buon fine (e sono la maggioranza); e quelli no, quelli che non è cosa … quelli “proprietà privata” di una oligarchia che tanto facciamo come abbiamo deciso noi … tu vota come vuoi tanto non conta.

Libertà … intendiamoci: non quella che “pensiamo alla libertà, per la democrazia vedremo dopo”. No, non certo la “libertà” del liberalismo inglese che – bontà sua – no, i bambini sotto i nove anni non devono lavorare in fabbrica! Ci mancherebbe altro! Piuttosto la “libertà nella democrazia”, ovvero la libertà dentro quel contenitore più raro di un vaso cinese Ming che è la “democrazia”, quello status politico oggi sulla bocca di tutti ma nei fatti di pochi. Diceva quel tale: “La democrazia è quella cosa che voglio per me ma nego agli altri”. Una battutaccia, ovvio, ma con contenuti reali. Ecco, libertà di superare la democrazia delle parole per costruire quella dei fatti. Lo so, lo so che qualcuno mi potrà dire che scrivo come un “profeta che parla al vento del deserto” … ma dalle profezie nascono idee, dalle idee le utopie (obiettivi semplicemente non ancora raggiunti), dalle utopie i progetti concreti. Ecco, partiamo dalle idee ed arriviamo al risultato di un progetto pienamente realizzato, quello della migliore democrazia possibile, una democrazia “dinamica” mai totalmente realizzata ma sempre migliorata. Un contributo, anche minimo, da parte di ognuno di noi e state pur certi: gutta cavat lapidem!

IMG-20170130-WA0004Dice … ma concretamente, che fare? Be’ un piccolo contributo con alcuni amici lo stiamo dando: ieri sera a Rovereto abbiamo costituito una Associazione, la “Restart Trentino” (la trovate su Facebook) per sollecitare la libera espressione di ognuno, quanto ad aspirazioni, bisogni, necessità, sogni, utopie,  progetti: un luogo di espressione e di reciproca comunicazione, nel senso di communis actio, azione comune. E … al centro? Al centro la Persona, ogni Persona, la sua Libertà di espressione, e il rispetto della espressione (e del voto) di ognuno. Per arrivare dove? Per arrivare alla costruzione del Bene Comune, ovvero di quel quid che è tale (“Comune”) proprio perché “costruito in comune, sin dall’inizio, con l’apporto di tutti, nessuno escluso “. Restart, ripartenza, un sostantivo ma anche un imperativo: “Riparti, Trentino!”

Riccardo, il vostro blogger, Presidente di Restart Trentino

 

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IL DRAMMA DELLA ROTTA BALCANICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2017 @ 7:19 am

Detto altrimenti: IPSIA del Trentino per i migranti sulla rotta balcanica   (post 2617)

Foto Caritas Serbia

Foto Caritas Serbia

Le condizioni dei migranti sulla rotta balcanica per entrare in Europa sono in questi giorni drammatiche. Ammassati nei campi profughi o in accampamenti di fortuna in Serbia – dove erano entrati dalla Macedonia, Romania o Bulgaria, e diretti verso l’Unione Europea attraverso l’Ungheria, con la strada sbarrata dal muro e dall’esercito disposto al confine – si stimano tra le 7 mila e le 10 mila persone, provenienti principalmente da Afghanistan, Pakistan, Siria, Iraq: non sono solo giovani, ma anche persone deboli come anziani, bambini, intere famiglie che attendono di oltrepassare il confine ungherese a nord del Paese in condizioni precarie, alle prese con temperature che negli ultimi giorni di gelo hanno superato i 20° sotto zero, raggiungendo in alcune zone del sud della regione i – 30°. Si vedono bambini avvolti nelle coperte a rischio ipotermia, madri ormai esauste che non sanno più come riparare dal freddo i loro figlioli, anziani stremati che scivolano sulle strade ghiacciate. La morsa del freddo persiste e non da tregua a questi disperati.

2Nei centri per richiedenti asilo di Belgrado, PreÅ¡evo e Serbia occidentale la Caritas sta fornendo zuppe calde, coperte, scarpe e un minimo ristoro; diversa la situazione per le migliaia fuori da questi centri cosiddetti regolari perché il governo considera l’assistenza al di fuori dei campi un’attività irregolare e un incoraggiamento per i migranti a rimanere in condizioni pericolose.

Foto Corriere del Ticino

Foto Corriere del Ticino

Ma i disperati che non vogliono stare nei cosiddetti campi regolari per paura di essere identificati sono migliaia, e si muovono come “senzatetto” verso valichi o sottopassi ferroviari, bruciando qualche legno per scaldarsi, e continuando la loro strada verso il confine ungherese. Per passare, essendo loro impedito la via legale, si affidano a trafficanti senza scrupolo. Eppure la maggior parte di loro avrebbe diritto alla protezione internazionale, provenendo perloppiù dalla Siria come affermato dalle Nazioni Unite, da dove scappano a causa delle bombe e da una guerra che ormai sembra non finire più .

“Considerate le dure condizioni invernali, l’UNHCR è fortemente preoccupato dal fatto che le autorità di tutti i Paesi che si trovano lungo la rotta dei Balcani occidentali continuano a respingere rifugiati e migranti dai propri territori verso i Paesi confinanti. In diversi casi rifugiati e migranti hanno accusato le forze di polizia di avere usato violenza. Molti hanno inoltre denunciato che le stesse forze dell’ordine hanno sequestrato o distrutto i loro cellulari, impedendo loro di effettuare chiamate per chiedere aiuto. Altri hanno perfino riportato di essere stati privati dei propri vestiti venendo così esposti ulteriormente alle dure condizioni climatiche.” (fonte Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati)

Foto Ipsia

Foto Ipsia

IPSIA del Trentino (associazione attiva sui temi della pace, della cooperazione allo sviluppo e sulla lotta alla povertà) che è in contatto con ha la Caritas Serba con cui ha già realizzato un intervento di sostegno umanitario ai profughi intitolato “Emergenza rifugiati sulla Western Balkan Route” (sostenuto grazie al contributo della Provincia Autonoma di Trento), ora vorrebbe continuare a sostenere Caritas nelle operazioni di aiuto alla popolazione stremata dal freddo.

Per chi volesse contribuire il conto corrente dell’associazione è: IT 29G 0830  40180 7000 0073 35132 presso la Cassa Rurale di Trento

Giuliano Rizzi – Coordinatore IPSIA  Tn

 

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EVVIVA LE SPA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2017 @ 5:21 pm

Detto altrimenti: … per quanto di buono hanno!       (post 2616)

No, ragazzi, non sono un “liberale” seguace delle “regole del mercato e del massimo utile economico possibile”. No. Anzi …. tuttavia … lo confesso, la vita mi ha condotto a lavorare all’interno delle SpA Società per Azioni (non SpA Centri Termali di Benessere).

Allora vi chiedete … ma cosa avevano ed hanno di buono le tue SpA? Ecco, la precisione che mi si richiedeva, a tutti i livelli, nel senso: precisione e logica nei numeri, nei concetti, nei collegamenti logici, nel rapporto causa-effetto. Mi spiego: se uno dei miei dirigenti avesse chiesto ad un collega “Che ore sono?” non avrebbe accettato una risposta del tipo “No, non piove più”. Uno dei miei dirigenti. Figuriamoci da me che ero il loro capo … E invece oggi quante se ne sentono di dis-armonie del genere!

  • Un gruppo politico contesta al suo segretario con ricorsi formali di avere violato alcune precise norme dello Statuto e gli amici dell’ “imputato” rispondono genericamente “non è con il sistema dei ricorsi che si va avanti”.
  • Un PM contesta ad alcuni CC il reato di omicidio colposo per avere picchiato a morte un detenuto, e un difensore degli accusati afferma: ”Le critiche all’Arma sono sotto gli occhi di tutti”.

downloadUn mio vecchio capo, Persona che io ho stimato (è mancato da 12 anni!) come il mio “terzo genitore” per quanto mi ha insegnato sul piano professionale e della vita, affermava: “Sopporto i malvagi ma non gli incoerenti” ma soprattutto “Non si è mai abbastanza specifici”. Ecco, coerenza e specificità (il contrario? Incoerenza e genericità). Un’eredità preziosa che il mio carissimo capo Ruggero Cengo Romano (questo era il suo nome) mi ha lasciato.

Ecco, io non ce l’ho né con un segretario politico né con l’Arma dei CC, (io poi …  che sono figlio di un Maresciallo Maggiore CC!). E’ stato solo per farmi capire.

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TERREMOTO E NEVE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Gennaio, 2017 @ 3:04 pm

Detto altrimenti: era già successo ….   (post 2615)

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images23 novembre 1980, terremoto in Irpinia. Seguito da neve, da tanta neve. Ricordo che anche allora qui al nord, non nevicava, gli operatori del turismo invernale si lamentavano e la TV ci mostrava le tende dei terremotati schiacciate dalla neve. Ma allora, se emergenza non è, se si tratta di esigenze cicliche, le casette prefabbricate, gli spazzaneve etc. che siano pre-disposti, ovvero preparati prima. Dice … “ma è un costo tener ferme certe strutture e certi mezzi semplicemente in previsione di un evento che non ci auguriamo certo che accada. Non possiamo pre-costituire un simile apparato di soccorso. Occorre attendere che si manifesti la necessità, poi, volta per volta, faremo del nostro meglio”.

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Campagne meridionali: neve, tanta, anche senza terremoto. Oggi – si dice – i soli danni all’agricoltura ammonterebbero a 300-400 milioni di euro. Una cifra enorme? No. Non direi: è il costo di un paio di caccia bombardieri F35. Dice … “Eh, no … in questo caso sì che dobbiamo prevenire e pre-costituire un apparato militare ben prima che se ne presenti la necessità …”  Ecco, stesso tipo di problema, risposte diverse. Insomma, da un lato io pongo migranti, disoccupazione, terremotati. Dall’altra, i caccia bombardieri. Questione di scelte, diceva l’ economista Paul Samuelson: “Burro o cannoni?”. Io dico burro. E voi?

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“In compenso” le colline di Genova bruciano. Ed allora, F35 o Canadair? Io dico Canadair! E voi?

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Da Pegli a Nervi (sullo sfondo Portofino), una fascia di 30 km ed è subito Genova. Unica pianura, la piana di Piazza della Vittoria. Il Liguria, altra unica pianura, quella di Albenga.

Siccità, vento e piromani.

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Piromani? Pigièli! Empighe ‘l cu de paggia e dagghe fegu … (dialetto ligure, questa non la traduco!)

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ANALISI DELLA FREQUENTAZIONE DEL BLOG

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2017 @ 12:46 pm

Detto altrimenti: facciamo un po’ due conti …. (post 2614)

Quanto leggete le mie sudate carte elettroniche, gentile lettrici e affezionati lettori? Siete una parte importante di un tutto e sicuramente farà piacere anche a voi sapere a quanto ammonta questo “tutto”. Alcune premesse:

  • questi miei post NON sono collegati a nessun social network, il che aumenterebbe enormemente la loro “tiratura”, i cui valori quindi sono originari e genuini;
  • è la prima volta che mi cimento nell’attività di blogger, né sono mai andato “a scuola di blogger” (ovvero: sono un auto-didatta).

I miei post sono iniziati nel dicembre 2011, ma il sistema editing mi dà le statistiche dal 1 gennaio 2014. Ed ecco i “numeri” principali di tali statistiche per tre anni interi:

Anno

Pagine lette Minuti durata media lettura/pagina % letture di ritorno/prima volta % lettura di una sola pagina

2014

11.201

2,00 36/64 58

2015

45.045

1,30 30/70

75

2016 62.984 1,00 23/77

81

Tot/media ponderata 119.230 1,20 27/73

73

 Del totale, il 75% dei visitatori è compreso nella fascia 18-44 anni; il 54% sono maschi; il 46%, femmine. Le visite al blog sono soprattutto dall’Italia (94%). Gli altri stati “lettori” sono D, USA, GB, Brasile, CH, Olanda, Spagna, Belgio. Le città italiane dalle quali sono effettuate sono: MI (16%); Roma (10%); BZ (7%); TN (6%); VR (4,5%); TO (3,5%); GE, BO, FI (2,5%).

Da profano … sono soddisfatto, innanzi tutto perché vedo che questo mio “libro” nel 2016 è stato letto complessivamente per 2,8 ore al giorno! Inoltre,  perché mi leggo come segue: in tre anni, aumentando di circa sei volte il numero delle pagine annue lette, la durata media della lettura di una singola pagina si è ridotta solo di circa la metà (il che significa che vi sono pagine lette con molta attenzione) e le letture di ritorno si sono ridotte solo del 40%. Molti infatti sono i “primi nuovi lettori”, i quali si contraddistinguono per iniziare il rapporto con il “giornale blog” leggendo la pagina sulla quale sono entrati. Lascio comunque agli esperti valutare l’andamento della “tiratura”.

L’anno nuovo 2017 è comunque iniziato bene: nei primi 15 gg avete letto 6414 pagine per 1,11 minuti a pagina: a questo ritmo, raddoppiereste i dati 2016!

Grazie a tutti quindi e … al prossimo post!

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IL VERSO DELLA RICONOSCENZA E DI UNA CERTA pOLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Gennaio, 2017 @ 9:14 am

Detto altrimenti: “verso”, senso di marcia, direzione …… (post 2613)

Una favola per grandi

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C’era una volta un personaggio politico pluritale (“che era stato tale più volte”), il quale aveva occupato molte posizioni di governo a diversi livelli, per decenni. Un bel giorno (nelle favole si scrive così, anche se poi quel giorno non fu per lui bello) si accorse che molti non lo votavano più, e si lamentò “Ecco la riconoscenza – disse fra l’ironico e il mesto – per tutto quello che ho fatto per loro”. Ed allora esaminiamo un po’ la situazione, disse il VGS-Vecchio Gufo Saggio, e ragionò così:

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“Occupato”: “Tizio si è occupato in banca”; “Caio si occupa di vendite”; il politico “occupa” una posizione, nel senso che la trasforma in una sua proprietà anziché strumento di lavoro in favore degli altri. Occupare? E dire che era stato proprio quel politico a scrivere che verba sunt substantia rerum … solo che si era sbagliato e aveva scritto “substatia”, con una “n” di meno. Ma vabbè …

La riconoscenza. Per il lavoro svolto? Ma se tu sei stato ampiamente pagato – pensava il VGS – non era volontariato il tuo! E poi, visto l’elevatissimo livello della “paga + benefit”, dovresti essere tu riconoscente verso gli elettori, tipo: “Elettori, grazie! Mi avete eletto, ho lavorato e mi avete strapagato, mi sono sistemato … grazie a voi, vi sarò eternamente riconoscente”.

Cosa?  – Disse il VGS al pOLITICO -  mi dici che ad alcuni di loro hai fatto dare incarichi, lavori, consulenze …” Ah, dico, ma cosa è, un voto di scambio? Ma ti conviene? Dai, che un bel tacer non fu mai scritto … (il VGS era un appassionato conoscitore di Dante, n.d.r.)

A questo punto le riflessioni del VGS si interruppero: infatti egli fu distratto da un altro fenomeno, della serie che l’e pezo ‘l tacon del bus. Infatti, se fino a quel momento quella pOLITICA aveva generato la preesistente rete di posizioni di potere nell’economia pubblica, ecco che da quel momento, essendo venuta meno la spinta dei voti, si pensò di far funzionare come motore di quella  pOLITICA una nuova rete, quella di coloro che si aspettavano di subentrare nelle posizioni nell’economia pubblica. Ecco, quelle persone sarebbero state veramente riconoscenti, stante che – riflettè a questo punto il VGS – “la riconoscenza era la speranza di ottenere nuovi favori”.

Il VGS a questo punto si ritirò, in attesa di riunirsi in serata nel Parlamentino di tutti i Gufi (saggi e non) del bosco, per riflettere su quanto stava accadendo. “Come va a finire la favola? Non ve lo scrivo, perché questa è una “open tale” una favola aperta: ognuno la faccia finire come riesce a farla finire, purchè finisca e si torni a pensare seriamente ai problemi della gente” (disse fra se’ e se’ il VGS …).

 

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DOMENICA DI SOLE, ed io qui, al computer ..

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2017 @ 2:03 pm

 

Detto altrimenti: ancora per poco a casa, convalescente ….   (post 2612)

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Vento a 40 nodi in Costiera Amalfinana

… convalescente dell’influenza “meridionale” (si chiama così questo ceppo): infatti ai primi del mese ero andato a “scaldarmi” al “caldo” del sud (caldo? E quando mai?), sulla Costiera Amalfitana: mannaggia a chill è muorte … addà murì mammà se ci tornerò mai in questa stagione … un freddo da gelare! Ma presto di nuovo in pista … da sci! Per ora, mi devo accontentare di essere in pista in senso figurato, con il mio PC che mi unisce al mondo. E allora rieccomi a scrivere di democrazia … “roba che a me mi” sta molto a cuore, perché significa innanzi tutto “rispetto della Persona, di tutte le Persone, di tutti gli aspetti di ogni Persona”, a cominciare dalla sua reale (reale) libertà personale e di pensiero.

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Uno sbarco in Normandia al contrario

Dice … ma tu caro blogger la prendi sempre molto molto alla larga co ‘sta democrazia ateniese o pseudo-democrazia, come scrivi. Rispondo: ok, scialla, raga, calma: allora … come volete … mi sposto avanti di mille, duemila anni, va bene così? Prendiamo la GB prima della conquista normanna del signor Guglielmo il Conquistatore (ottobre 1066, Battaglia di Hastings). Il problema era lo stesso: chi è uguale agli uguali e chi è l’altro, il diverso? Questione di perimetro fu ed è …! Infatti, nelle loro primissime “costituzioni” (se così si possono chiamare queste regole) si affermava che “hanno uguale diritto di voto tutti coloro che non hanno pregiudicato il loro diritto innato”. Ovvero, la legge è uguale (solo) per tutti (tutti noi, gli “innati”).

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Solo alcuni secoli dopo la GB si ravvide (in parte) per motivi “religiosi” (puritani e presbitriani contro la Chiesa Anglicana, fedele sostenitrice dell’assolutismo monarchico) … ma poi venne anche la GB della colonia India con i suoi schiavi chiamati coolies che fa più fine e quella della Brexit che noi siamo noi e voi UE chi siete?

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download (1)Lo stesso principio classista è alla base della Dichiarazione di indipendenza americana (1776), la quale fra l’altro condanna punizioni troppo severe agli schiavi fuggitivi (!?) e allo stesso tempo si appella alla “legge naturale e divina” e – udite, udite – a Dio! (Ma … dove sono finiti l’ama il prossimo tuo come te stesso e non nominare il nome di Dio invano? Dice … sono dettagli … Dico: ah, vabbè … a saverle le robe …).

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Dal 1776 passiamo al 1789, Rivoluzione Francese (a mio sommesso avviso vera “fonte” della democrazia, anche se poi inquinata da scarichi imperiali): i Francesi contestano ai “rivoluzionari” USA di mantenere la schiavitù. E parliamone allora …

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download (3)Monticello Brianza, una località in cima ad una salita di 6 km al 3%,  usuale meta dei primi allenamenti di stagione dei locali pedalatori. Monticello è anche un … paese? No, diciamo … un piccolo crocevia, una località negli USA: io – da ciclista in allora brianzolo – la individuai subito durante il mio (unico) viaggio negli States. Solo che l’attraversai senza accorgermene, tanto era insignificante rispetto alle aspettative che noi italianai abbiamo di un paese.

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Monticello USA, là dove il Presidente Jefferson aveva la sua tenuta modello, coltivata da schiavi trattati “umanamente, come se fossero persone umane” (bontà sua … quant’è buono lei, come è umano … N.d.r.) perché … (e qui la sparo grossa alla maledetti toscani anche perché a pensar male …) perché “dovevano durare” visto che egli stesso aveva vietato l’importazione di ulteriori schiavi (ri-bontà sua! Come è democratico lei!).

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Collegamenti: dall’antica Grecia ai due Monticello. Mi diverte una cifra farli! E poi, questi post devono essere un po’ vivaci o no? Sennò, sai cheppalle!

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MONTAGNE … amarcord …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Gennaio, 2017 @ 10:21 am

Detto altrimenti: … ora … basta co ‘sti post seri! Voglio rilassarmi un po’             (post 2611)

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Salendo alla Tosa, qui sotto la Cima Margherita, scalata la Via Videsot. A sinistra, il “Basso”

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Bonorif qual sono, accendo la radio … 110 sciatori in Cima alla Paganella per lo spettacolo del sorgere del sole dal Lagorai (avrei aggiunto: “ad illuminare le zime del Brenta”, ma vabbè … fa lo stesso …). Le albe in montagna, quelle di sti ani … quando che per salir gh’erano solo i scarponi … Ne ricordo un paio: una in Brenta, Rifugio Pedrotti alla Tosa. Un settembre di … mezzo secolo fa (giuro!). Rifugio stracolmo, si “dorme” (si fa per dire) sui tavoli, appena compare un filo di luce, via! In piedi. La notte aveva nevegado … le pareti dei crozi l’era tute sberluccicanti de nef fresca e verso le Pale de S. Martin là dove che ghe ‘l Cimon de la Pala, ‘l ziel l’era de tuti i color: arancio, rosa, rosso, viola … roba da non creder … Ades vedo se trovo la foto che l’era de quele co la pelicola che ‘l digitale nol gh’era. Se la trovo fago una foto digital e la publico qui a fianco (l’ho trovata ma non rende!).

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Ragazzi, talvolta mi cimento con i dialetti: il problema è avendo vissuto e lavorato in diverse regioni, io ne conosco molti ma nessuno bene! Perdoneranno i Trentini Doc che invito a correggere le cappelle che sicuramente ho fatto. Grazie. (Qui a fianco il Crozon di Brenta dalla Cima Tosa)

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In “artificiale” per riparare il tetto del Rifugio Questa

Una seconda alba. Genova, gli stessi 50 anni fa, anzi 55 (io ne avevo quasi 18). Si parte in sei su due “500” alle 17,30. Dopo quattro ore di sballottamento, siamo ai 1050 metri di a S. Anna di Valdieri (Alpi Marittime, quelle nelle quali “salta il camossio e tuona la valanga”, ne monsù, parluma piemuntes). E’ quasi buio. Pile frontali accese, tre di marcia e arriviamo a notte fonda ai quasi 2400 metri del Rifugio (incustodito) Questa. Siamo stanchi anche per avere caricato i nostri sacchi da montagna con la legna da ardere appositamente lasciata dal CAI locale ai bordi del sentiero all’iniziativa dei bonavoglia di turno. Un sorso di acqua, una mela, un panino e tutti a dormire. Anche in questo caso, si fa per dire, a dormire: le coperte sono rosicchiate dai topi e ti riscaldano solo qua e là, ma fa istess, pais, va bin parei! Fa lo stesso, amico, va bene così! Finalmente la prima luce: un sollievo! Breve colazione e in marcia.

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Fare sicurezza al secondo, da un ancoraggio in una nicchia spiovente

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Un paio d’ore a pestolar neve e siamo all’attacco della … mi pare di ricordare … Cima Margherita (Cresta Savoia). E finalmente il sole! Il sole che sorge (non libero e giocondo, quella è un’altra storia) alle nostre spalle e improvvisamente riscalda il granito che stavamo iniziando ad accarezzare. La corda profuma di voglia di salire. La roccia di muschio. Le fessure sono messe in risalto dall’ombreggiatura provocata dai primi raggi che le animano. Saliamo, tre cordate, in silenzio, possiamo muoverci su alcune varianti, non dobbiamo “fare la fila”. Si odono solo i richiami dei cornaiass (grossi corvi) e i dialoghi fra il primo e il secondo di ogni cordata. Una grande aquila volteggia alta, controlla il suo territorio. Il tempo passa ma noi non ce ne accorgiamo tanto siamo rapiti dalla perfezione e dalla pulizia del percorso, esposto ma sicuro, di quelli che se metti un chiodo risuona come a battere su un’incudine. A un certo punto … l’imprevisto: la parete è finita, siamo in cima! Già arrivati? Peccato!

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Colazione (questa vera!) in vetta e poi giù, con una serie di corde doppie, al rifugio, alle 500, in paese. Un bar: vino a gogò, tutti, anche chi poi avrebbe guidato. E qui inizia il vero rischio dell’andare in montagna: i ritorni in auto con il vino in corpo. Tutto è bene quel che finisce bene: a casa a mezzanotte. Tutto bene … o  quasi: infatti la mattina dopo, lunedì, visibilmente stanchi morti, a scuola: “Lucatti, sei andato in montagna? Vieni qui che ti interrogo” (ma non sulla montagna!).

Amarcord … mi ricordo …

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DEMOCRAZIA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2017 @ 6:38 pm

Detto altrimenti: la storia si ripete: bene o male, ma si ripete …   (post 2610)

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downloadNel preambolo alla Costituzione Europea reso noto il 28 maggio 2003, si fa esplicito (ed erroneo!) riferimento alla democrazia ateniese (Periclea) senza considerare che il termine “democrazia” ha assunto nei secoli e nei millenni contenuti assai diversi. Lo stesso errore ha commesso Obama nel suo ultimo viaggio in Grecia da Presidente USA (fine 2016), quando ha salutato la Grecia come patria della democrazia. Di quella, la loro d’un tempo, si. Non certo di quella che ci sforziamo di realizzare noi oggi.

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Ma quale era allora, la democrazia di Pericle? 250.000 o anche più persone (in tutto il principato imperiale coloniale ateniese); 30.000 cittadini (maschi, adatti al combattimento, che si potevano armare con denaro proprio); al massimo 5000 partecipanti alle assemblee; 10 a prendere la parola, uno a decidere: il Princeps Pericle, per trent’anni di seguito, nonostante le tante guerre perse. Escluse tutte le donne, gli stranieri sudditi dell’impero e gli schiavi (quattro per ogni cittadino libero, in media). Qui a fianco, lo so … è una provocazione, ma … altro che il nostro Ventennio! Pericle s’è fatto un trentennio filato filato! (Per quanto … riguardo a guerre perse … anche il nostro …)

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A seguito del successivo allargamento della cittadinanza anche ai marinai anche se non possidenti e ai falliti per debiti non più riducibili in schiavitù, i detentori della cultura e dell’educazione politica si divisero in due gruppi: un primo gruppo rappresentò il ceto politico che oggi diremmo composto da “illuminati” che accettò di governare un sistema nel quale i non possidenti erano la maggioranza. Un secondo gruppo, gli “oligarchi” rifiutò questo primo “compromesso storico”, prese a riunirsi in sedi segrete, a tramare, a ordire piani golpisti, operando sul piano del potere occulto: oggi potremmo dire roba da loggia P2 o da peggiore trasversalità politica occulta.

Ecco che la cosiddetta democrazia ateniese è stata o un “principato pericleo” o una “guida del regime popolare”, non certo un “governo popolare” (oggi diremmo democratico). “Democrazia”? Handle with care, perché le parole sono pietre …  scriveva Don Milani!

Dice … ma chi oggi, qui in Trentino, cosa accade? La (vera) politica è aperta (democratica)  o chiusa (elitaria)? E chi se ne sentisse escluso? Be’ … qui da noi vi sono partiti “escludenti” e partiti “includenti”. I primi sono partiti alla Pericle, top-down, comandati da un bravissimo retore, demagogo, corruttore del popolo dei suoi beneficiati o beneficiandi, popolo da lui assecondato e appunto perciò corrotto (così Gorgia di Pericle). I secondi sono partiti aperti alla partecipazione di ognuno, partiti alla down-top, nei quali le decisioni maturano dalla base, nelle assemblee, le cui delibere vengono rispettate e attuate. Sta al cittadino scegliere.

Politica aperta. Anche sotto un altro profilo. Oggi noi ci diciamo che la democrazia politica è (anche) una politica accessibile a tutti. Ma chi sono quei “tutti”? Tutti coloro che voglionio fare politica; tutti coloro che sperano di riuscire a farne un mestiere redditizio; tutti coloro che si impegnano nell’essere utili alla collettività e fra costoro, tutti coloro che – almeno inizialmente – si possono autofinanziare il loro percorso politico. Già … perché con l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, si è buttato via il bambino con l’acqua sporca. Mi spiego: se alcuni tesorieri di alcuni partiti politici rubano, non si toglie il finanziamento pubblico ai partiti, bensì si arrestano i ladri e si organizza un sistema di gestione e controllo preventivo, concomitante e successivo. In caso contrario si chiude, non si apre, la politica alla democrazia e la si riserva “a chi se la può permettere”.

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PRIMA LE MUCCHE E I VITELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Gennaio, 2017 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: lo so … lo so … una cosa sono i nostri terremotati, altra i migranti in coda sotto la neve a Belgrado …     (post  2609)

downloadSarà un caso che questo sia il secondo post consecutivo nel quale mi occupo (anche) della ex Jugoslavia, ma l’immagine di una fila di persone, mal vestite, al freddo, sotto una forte nevicata, in attesa di ricevere a Belgrado l’unico pasto caldo della giornata (da consumarsi al freddo) mi ha colpito, anche in relazione al maggiore spazio che i nostri organi di informazione danno ai provvedimenti per salvare il bestiame delle zone terremotate dal freddo. La nostra gente … ci mancherebbe altro. Ma … e gli Altri?

Gli Altri … “Come le bestie” titola un nostro quotidiano. No, dico io, peggio delle bestie. Queste Persone (la lettera maiuscol non è utilizzata a caso .sono utilizzate come “scudi umani” nel senso: “Vedete come si sta male qui in Serbia? Non ci venite … chi ve lo fa fare?”. Ecco quello che penso.

images (1)Nell’immediato dopo guerra mi recai più volte a Prijedor nella Repubblica Serba di Bosnia per missioni umanitarie. Quando entravo in certe scuole, trasformate in dormitori pubblici, aule nelle quali i banchi degli alunni erano stati sostituiti da impalcature di legno grezzo di letti a castello a tre o anche quattro piani, notai che le differenze rispetto ai lager nazisti erano solo due: la promiscuità e il fatto che ogni persona avesse con se’ un proprio poverissimo “corredo” in sacchetti di plastica, quelli dei supermercati. Oggi l’immagine di quella fila interminabile di persone torturate dal freddo, dalla fame, dalle malattie, dalla mancanza di un futuro, mi ha richiamato analoghe foto, ugualmente e tremendamente vere, quelle degli “appelli” nei suddetti lager.

Migranti, i nuovi schiavi. Esposti alle bombe, alle violenze dei traghettatori terrestri e marittimi, al fuoco del deserto, al gelo di Belgrado, alle prigioni ungheresi … ecco i nuovi schiavi che (soprav)vivono (ma come fanno? Fino a quando?) in condizioni molto peggiori dei loro antenati “schiavi formali” del vecchio Testamento, almeno secondo quanto scrive S. Paolo nella lettera agli Efesini (6, 5-9):

“Schiavi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, con semplicità di spirito, come a Cristo, e non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, compiendo la volontà di Dio di cuore,  prestando servizio di buona voglia come al Signore e non come a uomini.  Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo sia libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene. Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che per loro come per voi c’è un solo Signore nel cielo, e che non v’è preferenza di persone presso di lui”.

Chi se lo sarebbe aspettato da un santo? Dice … sarà stata una svista … No, raga, che poi quello S. Paolo rincara la dose nella prima lettera ai Corinzi (7, 20-21).:

“Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione!”

Evvabbè … mi viene in mente una canzonetta del “regime” degli anni ’50 (io avevo sei anni, ma che memoria!) trasmessa per radio : “La vita è bella, te la devi goder; se non hai nulla, non hai pure i pensier; al chiar di luna, si può sempre sognar; e se amaro è il destino un bicchiere di vino fa tutto scordar”. (Zun zun! N.d.r.).

E’ uno scandalo, un grosso scandalo. Quale? Lasciare morire la gente affogata, nel freddo, sotto le bombe? No, raga, non mi sono spiegato: lo scandalo grosso sono le truffe vere o presunte delle case automobilitiche che “trassano” (dialetto torinese: imbrogliano, truccano) sulle emissioni delle loro auto. Vogliamo mica  mettere …?!

 

 

 

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