SI AVVICINA LA FESTA DELLA DONNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2017 @ 9:57 am

Detto altrimenti: … per fortuna succede anche questo                       (post 2648)

Dalla TV: un imprenditore deve assumere una persona nel settore EDP. Dai colloqui risulta migliore una giovane signora, incinta di sette mesi. Lui la assume.

Nella mia ultima posizione di lavoro: una dipendente, giovane mamma, resta incinta. Le concedo tutto quanto le serve, anche oltre le previsioni di legge. Vuole stare a casa un anno. Le conservo il posto e alla fine del periodo la riassumo nella stessa posizione e ruolo. Il suo rendimento sul lavoro è stato sempre ben superiore alla media.

Altro che dimissioni firmate in bianco!

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DIVULGAZIONE CULTURALE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Febbraio, 2017 @ 8:53 am

Detto altrimenti: … o pubblicità mica tanto  (gratuitamente) occulta?              (post 2647)

Sarà capitato anche a voi … ( così canta Raffaella Carrà) di acquistare un libro perché presentato in TV da personaggi autorevolissimi (veramente tali, lo dico senza alcuna ironia o malizia da parte mia!) i quali ne hanno intervistato l’autore in una rubrica specifica o all’interno di un talk show (si legge toc sciò) …  e poi di essere rimasti profondamente delusi dalla banalità di quella lettura.

Mi chiedo: come si fa a passare dalla categoria degli inserzionisti (paganti) a quella di invitati (gratuiti) a quelle presentazioni? Forse servono cognomi altisonanti come quelli di ex top manager di aziende pubbliche (senza fare nomi, per carità! La privacy … dove la mettiamo?). E poi, come si deve sentire chi – essendo vero uomo di cultura – viene “spintaneamente suggerito” di prestarsi a tali momenti pseudo-letterari?

(a pensar male …)

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NON ULTIMI … e allora … riparti, Trentino!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Febbraio, 2017 @ 8:15 am

Detto altrimenti: il Comitato Non Ultimi compie un anno!       (post 2646)

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Il Comitato “Non Ultimi”, per non essere ultimi in Italia ad avere la legge sulla parità di genere. Eppure il Trentino rischia questo deplorevole primato. E poi ce la prendiamo con certi stati orientali che discriminano le donne! E noi? Noi no, per carità … noi non discriminiamo, ci mancherebbe! Noi qui in Trentino … che colpa ne abbiamo se prima di discutere questa proposta di legge dobbiamo occuparci di questioni “ben più serie”! Ve ne è un elenco lungo così! E poi, quand’anche … occorre discutere gli emendamenti proposti dai “partiti poltrone e sofà”. Eh già … perché qui si tratta della difesa di tanti “posti di lavoro” di altrettanti padri di famiglia. E la donna? Che la piasa, la tasa e la staga in casa, recita un vecchio proverbio ancora apprezzato da un certo nostro ex senatore che non nomino ma che la sua donna in casa c’è stata visto che ha dovuto allevare un elevatissimo numero di figli …

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Dice … ma tu, caro blogger, sei un uomo, chi to fa fa’? Ti conviene? Si, mi “conviene” innanzi tutto per una ragione di coerenza con ciò che sento essere una cosa giusta, doverosa. E poi anche per un po’ di egoismo, nel senso che “mi conviene”. Dice … ti conviene? Chevvordì? Vuol dire che l’umanità è formata da uomini e donne, sensibilità diverse destinate a integrarsi a vantaggio di entrambi i generi e non si vede perché nel proprio governo essa debba avere soprattutto uomini, capaci soprattutto di eccellere in … violenza: sul lavoro, in famiglia, fra Stati.

downloadFra Stati … la guerra. Quella combattuta “eroicamente”. Già, da millenni ce l’hanno raccontata: dignum et decorum est pro patria mori”, è cosa degna e onorevole morire per la patria. Ma non è meglio “vivere in pace per la patria”? E poi, l’eroismo delle Donne (la maiuscola non è utilizzata a caso) rimaste a casa o deportate, dove lo mettiamo? Deportate? Per questo aspetto suggerisco lo spettacolo teatrale “La guerra di Tina”, spettacolo nato dalla volontà di Maria Vittoria Barrella e Andrea Casna, e che ha visto la partecipazione di Renato Barrella (testo), Maura Pettorruso (regia), Emanuele Cavazzana (luci) con la collaborazione del Comune di Lavis e dell’ Associazione Culturale Lavisana (Presidente Daniele Donati), lavoro nel quale si racconta la storia delle donne trentine internate, per motivi politici, durante la Grande Guerra.

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Eroismo. Sicuramente quello del soldato che muore per obbedire agli ordini, ma è eroismo anche quello della mamma che si alza a Monza alle 05,00, prepara la colazione e la cena per la famiglia, infagotta l’ultimo nato e – con qualsiasi tempo – lo porta a piedi dalla nonna che abita in una via vicina, per poi correre a prendere bus-treno-tram e recarsi per le otto a Milano a lavorare, Milano dalla quale ripartirà tram-treno-bus per fare un po’ di spesa, andare riprendersi la creatura, andare a casa, far partire la lavatrice, riassettare le stanze, servire la cena, addormentare i figli e … fare l’amore con il marito. E noi uomini? Noi gh’avem i misteri (mestieri), gli affari, gli incontri ai circoli, politici, sportivi, gli allenamenti, la partita di calcio, etc.. Si, lo so, sto un po’ esasperando il racconto ma:

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  1. Quelle mamme, vere eroine, le ho viste e conosciute io personalmente, quando abitavo a Monza e lavoravo a Milano, dove mi recavo in auto;
  2. Il filosofo Austriaco Hans Kelsen affermava che per verificare l’esattezza di una tesi occorre – sperimentalmente – esasperarne il contenuto.

Quindi: buon compleanno, Comitato Non Ultimi e … riparti, Trentino!

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IL PRONTO SOCCORSO A TRENTO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Febbraio, 2017 @ 1:08 pm

Detto altrimenti: ci ho passato sei ore, ieri pomeriggio …. (post 2645)

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… come dal post che precede. Paganella: investito da uno sciatore alle 12,00; con mezzi propri (ero “deambulante, cosciente, eupnoico, fasico, orientato, collaborante, in buone condizioni generali“)  in pronto soccorso “codice verde” all’Ospedale S. Chiara di Trento dalle 14,00 alle 20,00 (va anche bene, stante l’affollamento degli infortunati. Infermieri e medici: competenti e gentili). Mi permetto solo di sottoporre all’attenzione delle lettrici e dei lettori alcune sottolineature.

In sala d’attesa un pannello elettrico dovrebbe indicare, per ogni grado di urgenza (codici bianco, verde, giallo, rosso) il numero degli infortunati in attesa e di quelli già in cura. Ecco, quel pannello funzionava in modo “particolare”: infatti ogni pochi secondi/minuti indicava zero-zero; poi altre combinazioni di cifre evidentemente a casaccio: infatti non era possibile che – tanto per fare un esempio – per il mio codice (verde) nel giro di un minuto (come è avvenuto più volte, con cifre sempre diverse) passasse da 11 persone in attesa e 10 già assistite a zero-zero. Segnalo quanto sopra affinchè si provveda a regolare il sistema di informazione. O no?

Alle pareti della sala d’attesa un cartello indicava il costo degli interventi per persone non aventi diritto all’assistenza gratuita (rectius, “quasi gratuita”, perchè il ticket che peraltro ho pagato ben volentieri è stato di €50,00) i costi vanno per ciascun intervento da 35 a 215 euro. Mi sono chiesto: E se una persona non avesse diritto e/o non avesse nemmeno denaro? Non lo soccorriamo? Non ci credo. O no?

I titolari di assicurazioni d’ogni genere sono avvisati che “Devono pagare e poi chiedere loro il rimborso all’assicurazione”. Mi è venuto in mente un mio viaggio negli USA, per cui, se vuoi entrare in quella confederazione, devi accettare che loro si assicurino con una polizza a carico tuo, per il caso che ti debbano curare salvo poi essere loro a rimborsarsi con le compagnie assicuratrici. Meglio così … o no?

 

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IN SEGGIOVIA e anche dopo …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Febbraio, 2017 @ 1:49 pm

Detto altrimenti: due risalite        (post 2644)

Una risalita: nuovo stadio della Roma

NO – Io: ben prima ci sono tante periferie degradate, strade da sistemare, bilanci di SpA pubbliche da ripianare …  SI – Un cittadino romano: “Se fanno questa grande opera … almeno questa la fanno … almeno fanno qualcosa … perchè, se non facessero questa, pensa lei forse che destinerebbero quelle risorse a tanti piccoli interventi, pur prioritari, pur necessari? Ma quando mai!?” IO: hai visto mai  c’è qualcuno che aspetta al varco (solo) le grandi opere?

 

Risalita successiva: una famiglia dalla Polonia

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Parlando parlando, ma si, dai … che vi pubblico una foto sul blog … Buona vacanza!

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In discesa

Investito da dietro da uno straniero che mi ha centrato nella schiena. 6 ore al pronto soccorso. Raggi X, esame sangue, ossigeno, etc.: solo una gran (gran!) botta, per fortuna nessun osso rotto. Minimo 15 gg senza sciare: acc …

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Vista da monte: freccia nera: cartello rallentare. Traccia gialla. il mio amico Claudio. Traccia blu, la mia. Traccia rossa: l’investitore sconosciuto.

E’ andata così: io e il mio amico Claudio eravamo appena partiti in sci dopo un caffè alla Baita Lovara (sopra il campo scuola Valle Bianca, Paganella).  La pista a monte porta vistose segnalazioni di Rallentare“. Noi due procediamo a “velocità iniziale” ovvero lenti su una pendenza moderata (vedi la Baita Lovara e il tratto di pista luogo dell’investimento,  esattamente riportato qui a fianco nella foto: combacia anche la direzione delle ombre da me indicata qui avanti nel racconto),  verso il campetto e la stazione di partenza degli impianti. Io “scodinzolo” occupando una striscia di pista non più larga di due – tre metri, lungo il bordo destro (sinistro nella foto). Vedo un’ombra che mi si avvicina velocissima  da dietro. Poi mi ritrovo sbalzato dieci metri più avanti. In una frazione di secondo registro: “Gambe, braccia, testa: ok. Ma cos’è … la schiena … non riesco a respirare …”. Il mio amico – urtato sulle code dall’investitore –  è caduto dieci metri a monte: ha gli sci ai piedi. Si rialza, prende i miei sci – che si erano staccati –  e mi raggiunge. Mi raggiungono anche alcuni sciatori stranieri e mi soccorrono: fra di essi  probabilmente anche l’investitore.

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      Vista da valle

Costoro capiscono che io credo di essere stato investito dal mio amico (cosa che non è accaduta se non altro perchè mi era a fianco e perché non è stato urtato nel corpo, bensì sulle code dei propri sci, probabilmente dallo stesso investitore), si accertano che io mi possa rimettere in piedi, si rendono disponibili a  chiamare il servizio di soccorso piste, mi invitano a riposarmi un poco e di fronte alle mie dichiarazioni di “stare abbastanza bene”,  se ne vanno. Stare abbastanza bene … mica tanto! Sciando e respirando a fatica raggiungo la seggiovia, risalgo, indi scio fino alla stazione intermedia della funivia Paganella 2000 e mi faccio portare a valle. Claudio mi porta a casa con la sua auto. Indi al pronto soccorso di Trento. Tutto è bene quel che finisce bene (o quasi!). Infatti, a parte le 6 ore in ospedale da codice verde – una gran rottura – non vi sono altre rotture (ossee o d’altro tipo). Passerà, mi dicono. Incidenti del “mestiere” dico io anche se … se la botta invece di essere stata a sinistra della spina dorsale, l’avesse centrata … lasciamo perdere! Una considerazione: insieme al biglietto per l’utilizzo degli impianti di risalita dovrebbe essere venduta agli sciatori l’assicurazione obbligatoria RC. E … grazie a Claudio che mi ha assistito fino a cena e dopocena comprese!

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CONFRONTO O CHIUSURA?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Febbraio, 2017 @ 10:18 pm

Detto altrimenti: dai che si capisce subito ormai …   (post 2643)

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La foto non c’azzecca per niente … ma ‘sta mattina ero in Paganella …

Due schieramenti, due visioni opposte. Solo che uno dei due è aperto al confronto. L’altro no. L‘altro è molto integralista: “O con me o contro di me”. Sembra quasi una bestemmia: “Anch’io sono come Lui: o con me o …” (ma dove ho già letto questa frase? N.d.r.). Dice … ma dove sta la Verità? Papa Francesco ci insegna che “la verità è relazione”. Ma allora, se si accetta questo presupposto, se io non relaziono … ma no, dai, che “io sono la verità (politica)”. Dice … ma funziona? Ecco, basta che uno ne sia veramente convinto. Uno chi? Uno … tanti, tutti coloro che – a sentirli parlare – “sono” la verità (ogni lunedì se lo ripetono reciprocamente, così vale per tutta la settimana, n.d.r.). Diamine, e che bisogno avranno mai di relazionarsi?

Chi sono costoro? Te ne accorgi subito. Invece di accettare il dialogo, ti sfuggono, ti ignorano, il loro atteggiamento di fronte alla controparte è : “Ignorateli, non date loro importanza, se accettate la discussione, li legittimate, li sdoganate. Noi siamo noi, e loro sono un c……” . Ma tu … se te li trovi davanti questi UV-Uomini Verità e  li saluti con un “Ciao”, al massimo ricevi un “Buongiorno di sfuggita e via”.

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Ecco, però si vede, dai che si capisce … sono posizioni vecchie, straconosciute, atteggiamenti che semplicemente denotano la debolezza di chi li mette in atto. Dice … ma premiano, la gente li segue. Be’ … nel breve periodo sarà pur vero, ma … fino a quando? Fino a quando non si leverà alta la voce di un bimbo: “Il re è nudo!” E nel frattempo che succede? Che coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica (questa non è mia, e di un tale F. Nietzsche).

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POLITICAL MEMORY

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Febbraio, 2017 @ 5:39 pm

Detto altrimenti: la nostra memoria “politica” … quanto è “lunga”?   (post 2642)

Memoria minuitur nisi exerceas, dicevano i latini: la memoria diminuisce se non la si esercita. E allora … quanto dura – ad esempio – la nostra “memoria della stampa”, ovvero, la memoria di ciò che leggiamo sui giornali stampati? Studi di settore dicono 36 ore. Non molto. Da tempo infatti ci “ricordiamo sempre di meno”, da quando – ad esempio – non ci esercitiamo imparando a memoria le poesie, come facevamo a scuola. Internet poi ci aiuta molto a non fare lo sforzo di ricordare, “tanto troviamo tutto in internet” !

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Loro girano, girano … e da fuori c’è chi li controlla, pronto a mangiarseli se escono dal percorso stabilito  …

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Political memory. Una certa politica ripete le stesse cose da sempre che sembrano vere (vedi tre post fa, “Le bufale ..”). Una certa politica, dicevo, non tutta per carità! Solo quella che non “si rivolge all’elettorato”, bensì quella che “crea l’elettorato”, prospettandogli un futuro nuovo, migliore … che poi è sempre lo stesso: è il “futuro del passato”. Tanto noi di quanto è appena successo non abbiamo memoria. Io chiamo quella certa politica la “politica per i pesciolini rossi”, sapete, quelli posti in una boccia rotonda: girano intorno e giro dopo giro non hanno memoria del giro precedente per cui ogni volta credono di percorrere una via nuova …

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LA POLITICA FRA IL DIRE E IL FARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2017 @ 1:02 pm

 

Detto altrimenti: osservazioni tecniche, ma non solo ….. (post 2641)

(apri un post e … ne leggi due!)

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Un mio amico (G. T. per la privacy), reduce, quale osservatore, da una riunione (“quasi politica”, mi scrive) aperta al pubblico, organizzata da un partito politico della vicina Austria, partito che dichiara di volersi aprirsi al cittadino, di volerlo coinvolgere, di attribuirgli la doverosa centralità, mi scrive:

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“Riccardo, so che sei impegnato in diversi fronti che implicano la tecnica comunicativa. Ecco allora che ho pensato di farti cosa gradita raccontandoti quanto mi è appena successo. Un convegno quasi-politico, sala piena! Parla lo speaker per 5 minuti; due personaggi per un’ora. Indi alcuni oratori previsti dagli organizzatori. Un’altra ora. Il pubblico, in rispettoso silenzio, attento, ascolta, applaude.  Sono state dette molte cose anche condivisibili, apprezzabili, tuttavia. Tuttavia cosa, dirai tu!? Mi spiego.

  • La durata degli interventi. E’ sperimentato che dopo i primi 45 minuti l’attenzione di chi ascolta scema di molto. Infatti molti sono stati quelli che, con il telefonino ostentatamente all’orecchio, fanno finta di dovere rispondere ad una chiamata, si alzano, escono dalla sala e … vanno a casa.
  • Parole rivolte al futuro. Nessun consuntivo.
  • Contradictio in re ipsa: i cittadini … al centro? No! O almeno, non solo: infatti, al centro, davanti, sui lati, dietro … insomma in tutta la sala. Silenti.

La mail del mio amico finisce qui. E’ un amico vero, avrei forse potuto non pubblicare la sua mail? Quando mai! Ma poi mi sono detto: bisogna che io gli scriva, che risponda alla sua mail. Ed allora ecco qui cosa gli ho detto (qui di seguito, praticamente un post nel post):

Caro G.T., vedi … anch’io in questi giorni ho assistito ad una pluri-conferenza-quasi-politica che  nel metodo  assomigliava molto  quella alla quale tu hai fatto cenno. Tuttavia la mia attenzione è stata letteralmente catturata dai contenuti del primo oratore, che la letto la sua relazione per un buona mezz’ora. Analisi corrette, visioni ampie a tutto campo, proposte condivisibili, parole per il cervello, per il cuore e per la pancia. Insomma: tutto di tutto, ben scritto (da chi, mi sono chiesto), finale alla Degasperi-fate-il- vostro-dovere-ad-ogni-costo (anche se a un certo punto gli è scappato un Gasperi senza il De). Tutto … tutto quello che i presenti si auguravano si sentire, del tipo “dai, rassicurami“. E i giornali hanno osannato.

Ma vedi, caro amico, io sono un pericolosissimo intellettuale, nel senso che so scrivere (ovviamente mi riferisco all’uso della grammatica e della sintassi, mica ad altro: ci vuol ben altro per “saper scrivere” come un vero giornalista o un vero scrittore, io sono un semplice blogger!) e so anche leggere. Alternativamente leggo 1) libri che-non-puoi-sbagliare (tipo “Divieni ciò che sei” e “Così parlò Zarathustra” di Nietzsche;  “Utopia” di Thomas More; i libri di Marcello Farina; i libri di Canfora, Mieli, Zagreblelsky, Eco; 2) libri di cui vado letteralmente a caccia in libreria, e ogni tanto c’azzecco;  3) libri che mi suggeriscono altri.

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L’ultimo dei libri suggeriti l’ho acquistato dopo averne visto la presentazione di Augias alla TV. Si tratta di “Scoop”, di un inviato speciale, Enrico Franceschini (Narratori Feltrinelli). Un “romanzo-verità“, un po’ romanzo, un po’ auto-storia-vissuta (visto come un umile blogger se la cava bene con le tante “ – – -” ?).  Un romanzo che per certi versi fa il paio con “Numero Zero” di Umberto Eco (Bompiani). Ecco, i due romanzi-quasi-verità svelano alcuni aspetti del giornalismo e  delle sue regole inconfessate: la verità si vabbè-però- condita-di-quel-tanto-che-la-gente-vuole-sentirsi-dire- che-così-poi-il-giornale-lo-compera (qui a fianco: la notizia fa il giornale o il giornale fa la notizia?)

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Ed ecco il parallelo. Da un lato i due romanzi quasi verità, dall’altro il discorso fiume di quel politico (che poi Aldo Moro a Fiuggi parlò per sei ore e mezza, chevvoletecchessiamai la mezz’ora del nostro amico!). Mi sono detto: quel tale politico nostrano potrebbe essere un ottimo giornalista-previsionale, di quelli che sanno prevedere e scrivere ciò che dovrà (o almeno, dovrebbe) accadere per fare felice l’umanità. Ma quel tale non si è dato al giornalismo, bensì alla politica-previsionale-quella-della-sintesi-del- …futuro! E il recentissimo passato? Le sue incongruenze, le sue contraddizioni, le sue omissioni, le sue violenze?  Superate dalla prospettiva-promessa del sorgere di un nuovo sole dell’avvenire.

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download (1)Caro amico, io che sono un V.I.P, Vecchietto In Pensione, vivo anche di ricordi. 1982, ero in Germania per un corso di lingua. Vincemmo i mondiali di calcio contro di loro. Pertini esultante (“Ora non ci riprendono più!”). In quei giorni cambiò il loro governo (non  causa della partita persa!). Chiesi ad un amico tedesco come valutasse la nuova compagine governativa. Mi rispose: aspettiamo di vedere i risultati della sua azione. E qui la notizia bomba: io rimasi stupito! Infatti in Italia eravamo e siamo stati abituati a valutare i governi dai i programmi più che dai risultati!

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Anche nel mondo del lavoro. Ho sempre ricevuto molto di più quando i datori di lavoro si aspettavano che io raggiungessi importanti risultati di quanto non ricevetti quando quei risultati li avevo raggiunti. D’altra parte .. la riconoscenza è la speranza di ottenere nuovi favori, nuovi vantaggi, nuovo risultati dall’azione altrui! Ma questa è un’altra storia.

Comunque … se son rose, fioriranno. Ad maiora, quindi!

Tuo Riccardo

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RADDOPPIO DELLA CICLABILE LIGURE DI PONENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Febbraio, 2017 @ 7:02 am

NEL PONENTE LIGURE, OLTRE AL FESTIVAL, C’È UNA CICLABILE SUL MARE. REGIONE LIGURIA: PRESIDENTE, LASCI O RADDOPPI?

Detto altrimenti: io sono un blogger “a pedali”, nato a Genova …   già dirigente Fiab Trento dove risiedo da 30 anni…          (post 2640)

3 - Andata a pedali (3)

2012: Fiab Trento al mare!

… ben volentieri, quindi, riferisco di un appello di Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale di FIAB onlus, la quale ha inviato una lettera aperta al Presidente di Regione Liguria, in merito all’acquisizione delle aree dell’ex ferrovia nel Ponente Ligure. Come è noto infatti, con la dismissione, a dicembre 2016, della ferrovia tra S. Lorenzo al Mare ad Andora si è liberato un sedime ferroviario di circa 20 chilometri che può essere trasformato in pista ciclabile, raddoppiando la lunghezza dell’attuale “Parco costiero del ponente ligure”, già “Area 24”.  La ciclabile del “Parco costiero” è un vero balcone sul mare, lungo oggi circa 24 chilometri, di grande attrattività e importanza per l’economia della Riviera, con un elevatissimo numero di presenze annue.

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f7c6b266b48b52b888acd15686984fae_XL[1]Conosciuto e frequentato da turisti tutto l’anno, è molto apprezzato anche dai tour operator, che tuttavia lo ritengono ancora troppo corto per poterlo vendere in pacchetti turistici di medio e lungo periodo, soprattutto per il mercato internazionale. Come noto, il turismo in bicicletta è in fortissima crescita, muove un bilancio di oltre 530M€ a livello europeo, di cui circa 3,2 miliardi solo per l’Italia. La Presidente di FIAB ritiene che il recupero della ferrovia appena dismessa e il proseguimento della pista ciclabile sia un’occasione importantissima da non perdere e chiede pertanto alla Regione Liguria di attivarsi per l’acquisizione del sedime e la sua riconversione a percorso ciclopedonale con le stesse caratteristiche del parco costiero attuale. Non si può rischiare di perdere non solo l’unitarietà di un polo di attrazione così importante e unico, ma anche i finanziamenti statali che, ormai, vengono concessi solo per la realizzazione di lunghe ciclovie.

Ecco, amiche ed amici del blog e della bici, diffondete e commentate queste righe. ve ne ringrazio!

Goooood biiiiike everybody!

  

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LE “BUFALE” INTERNET E NON SOLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2017 @ 5:53 pm

Detto altrimenti: la post-verità     (post 2639)

imagesNo, raga, non è la verità dei miei post, ma la (pseudo) verità che viene dopo tante “bufale”. Mi spiego. In questi giorni si è data centralità ad un problema: al fatto che notizie false pubblicate in internet ricevano centinaia, migliaia di “like” ed il gioco è fatto: la falsità diventa vera, una post-verità (sparla sparla, diceva quel tale, qualcosa resterà attaccato). Non si tratta di novità, ma di fenomeni amplificati “grazie” al web. Tutto qui. Fenomeno esistente anche nella politica attuale. Infatti, un enunciato, una asserzione, una promessa elettorale tanto più diventa “verità” quanto più è affermata e quanto più è udita: se una corrente di pensiero politico ripete e fa ripetere da anni dalle stesse persone le stesse enunciazioni, esse – indipendentemente da un loro valore reale – tendono ad acquisire valore solo ed in quanto molte persone finiscono per comportarsi come se quelle persone e le loro enunciazioni fossero una verità strategica (strategico = indispensabile e insostituibile).

Il fenomeno è stato già affrontato – fra gli altri – da Michel Foucault (1926- 1984), filosofo, sociologo, accademico, storico e saggista francese, il quale ha enunciato il principio di rarità degli enunciati: egli giunge alla positività di un enunciato in base alla sua singolarità ed alla sua rarità. Oggi questo principio è stato rivoluzionato dall’internet dei computer e dei cervelli: oggi luoghi comuni e (vuote/false) affermazioni tanto più hanno (purtroppo) valore quanto maggiore è la loro non-rarità. Traduco: se affermo “questo tavolo vola”, l’enunciato ha valore se molte persone lo ripetono e/o l’ascoltano e – alla fine – si comportano come se l’affermazione fosse vera, dicendo “Speriamo che non mi cada in testa ”. Ecco, io credo invece che oggi occorra ribellarsi a questa post verità e ridare valore alla rarità, alla differenza ed alla originalità della propria iniziativa di ricerca della verità relazionale, anche perché “Verità è relazione”, ci insegna Papa Francesco.

 

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