ALITALIA AFFAIR

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2017 @ 1:03 pm

Detto altrimenti: sono anni ed anni che il problema esiste ….   (post 2706)

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Garda, inverno, in solitaria

The shades of night were falling fast …

Sulla mia barchetta a vela da regata, un FUN di nome Whisper e numero velico ITA 526, sette metri lft; dislocamento (=peso) 1 ton; stazza 2,8 ton; non abilitata (dalla legge italiana) a spingersi oltre le sei miglia dalla costa (oggi 12?), anni fa (il mio reato è prescritto, sia ben chiaro!), per ben sei volte traversai a vela, anche di notte ed anche in solitaria, dalla Toscana a Palau e viceversa. Di notte, fissato il timone con una scottina, pila frontale sulla testa, la carta nautica fissata con elastici al portellone del tambuccio (= entrata della barca), portellone a sua volta appoggiato sulle mie ginocchia; scarta nautica, squadrette, matita, orologio, bussola e compasso alla mano, calcolavo la mia posizione e la rotta percorsa e da percorrere, dati che poi verificavo con un GPS di prima generazione (fidarsi delle apparecchiature va bene , “ma però” controllarle alla vecia è meglio!). Ho corretto la rotta decine di volte … un po’ più a nord, un po’ più a sud … Al sorgere del sole mi sono trovato esattamente davanti all’entrata del porto di Campoloro (Corsica), mia prima tappa prevista dopo la traversata.

Alitalia … emergenza? Ma negli anni, anno dopo anno, per anni … c’è stata una uguale continua, attenzione? C’ è stato questo correggere via via la rotta?

Trentanodi sulle Bocche

Qui, vento a 15 m/sec = 30 nodi = 55 kmh.  Quando il vento è arrivato a 40 nodi non ho avuto la possibilità di scattare foto …

Dice … ma … e se Alitalia fosse stata sorpresa da una improvvisa crisi del mercato? E se la tua barchetta fosse stata sorpresa da una improvvisa tempesta? La mia barchetta? Eh no,  raga …  io ero abbonato a Meteo Mursia Portofino e venivo aggiornato via telefono minuto per minuto sull’evolversi del tempo! Una volta mi hanno preannunciato il Mistral (vento oltre i 40 nodi). Io ero sulla via del ritorno, navigavo verso nord, nelle Bocche di Bonifacio. Mi sono fatto trovare preparato: la cerata indossata, le vele ridotte, la pipì fatta (ci vuole anche quello!), un fruttino di marmellata mangiato. Dopo due ore e mezzo di navigazione molto dura ma sicura, mi sono ormeggiato nel porto di Portovecchio, dove ho atteso due giorni la fine del Mistral.

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CICLISTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2017 @ 6:41 am

Detto altrimenti: ciclisti, un morto ogni 35 ore!     (post 2705)

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Amici, pedalatori e non, questo è un “postaltrui”, ovvero pubblico sotto forma di post una mail ricevuta dall’amica Manuela Demattè, per 25 anni nel Consiglio Direttivo Fiab Trento e suo  Past President , mail che Manu mi ha scritto in relazione al mio post sulla morte di Michele Scarponi.

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Inizia

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Da attivista FIAB ma anche da ciclista urbana che anni fa si è salvata per un pelo dall’essere segata da un camion dell’Italspurgo che le ha tagliato la strada svoltando a destra … come darti torto, caro Ric? Anche supponendo che nel caso di Scarponi abbia influito l’errato calcolo della velocità in discesa del ciclista, il punto non sta quasi mai nella ricostruzione della dinamica ma in un preciso fatto culturale! Prova ne è il mio caso, in cui il tizio mi aveva visto benissimo prima di affiancarmi e superarmi per svoltare, ovvero non era tenuto a fare nessun calcolo ma solo a rispettare la mia esistenza sulla strada!

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Senza parole

Come opportunamente ricordi, la FIAB è sempre stata in prima linea su questi temi ed io lo riporto nella ns storia http://www.fiab-trento.it/storia/. In Italia, invece, si arranca: dopo l’approvazione alla Camera, dal 2014 è bloccata in Senato la discussione sulla riscrittura integrale del Codice della Strada, che auspichiamo recepisca le indicazioni dell’ANCI (Associazione Comuni Italiani), che ha fatto proprie molte delle proposte che la FIAB sostiene da anni (riconoscimento dell’infortunio in itinere, limite dei 30 km/h in ambito urbano, doppio senso di circolazione per le bici ecc.).

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http://www.repubblica.it/cronaca/2017/04/22/news/ciclisti_strage_infinita_un_morto_ogni_35_ore-163627361/:

La sicurezza dei ciclisti è un tema che fino a oggi la politica non è riuscita ad affrontare compiutamente, spesso con annunci cui non sono seguiti fatti concreti. Pochi giorni fa il sottosegretario ai Trasporti Riccardo Nencini, a margine della presentazione del Gran Premio della Liberazione, aveva ribadito la necessità e l’urgenza di una legge per tutelare i ciclisti: “Dobbiamo ancora stabilire qual è l’attaccapanni normativo, se il Codice della Strada che riprende il suo percorso a giorno al Senato oppure un decreto del Mit. Rimane l’urgenza dell’oggetto perché l’utenza debole di cui fanno parte i ciclisti, motociclisti e pedoni ha un numero di morti decisamente troppo alto. Il 50 per cento della mortalità stradale è fatta da utenza debole”.

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Manuela con l’attuale Presidente Fiab Trento, Guglielmo Duman, allo stand Fiab della “Settimana Europea della Mobilità“, Trento 2014

Se questo provvedimento “salva ciclisti” assumerà la forma del decreto ci vorrà qualche settimana, altrimenti se andrà a modificare il Codice delle Strada si parla di mesi: l’unica cosa certa, purtroppo, è che in questo lasso di tempo chi pedala continuerà a essere esposto ai mille pericoli della strada e non avrà almeno uno strumento normativo atto a proteggerlo. Perché le strade italiane, con pochissime eccezioni, non sono affatto amiche della bicicletta e chi pedala per professione (come i ciclisti professionisti) o per andare al lavoro (come i ciclisti urbani) continua a farlo a rischio e pericolo quotidiano schivando buche e attraversando incroci mal segnalati, pedalando in mezzo al traffico motorizzato o su piste ciclabili al limite della praticabilità.

Attenzione però, caro Ric, che nel tuo post precedente – “Separazioni” – rischi di perpetuare un archetipo dell’inconscio collettivo maschile, che in questo post hai invece giustamente e calorosamente combattuto: la simbiosi uomo-auto, dove si personalizza l’oggetto/auto e per converso si reifica la persona/donna …

Finisce

Grazie Manu, del tuo prezioso, puntuale e “legislativo” contributo. Per completezza aggiungo che ci hai anche segnalato che durante una recentissima gara ciclistica che ha interessato il centro cittadino di Trento, le strade non erano transennate! Per fortuna alcuni cittadini, spontaneamente, si sono dati da fare e trasformati in “addetti alla gara” avvisando e trattenendo i pedoni per evitare che fossero investiti in rovinosi impatti. Ma si può?

Quanto al mio post precedente -“Separazioni” – il mio ha voluto  essere solo uno scherzo, per sorprendere e far sorridere lettrici e lettori …

Good Bike everybody!

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MICHELE SCARPONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2017 @ 6:34 am

 

Detto altrimenti: un lutto gravissimo per la sua famiglia …. (post 2704)

images… e dopo – solo dopo – per lo sport. Ed anche per tutti noi, padri di famiglia, ciclisti “normali” da pedalate non competitive. Michele si allenava. In discesa, sulla destra. In direzione opposta un furgone che svolta a sinistra e gli taglia la strada. Fine. Lascia moglie e due gemellini di quattro anni e mezzo. Dopo questa, la principale, le mie altre considerazioni sono rivolte al rapporto uomo- auto e auto-bicicletta.

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Rapporto uomo-auto

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    “Aho, movete, che stai a fa’ … dormi?”

    Noi, qui, in Italia … provate a guidare rispettando tutte le regole del codice della strada, ed in particolare i limiti di velocità: sarete aggrediti da un coro di proteste da chi vi segue, colpi di clacson, lampeggiate di abbaglianti e improperi: “Che fai, dormi?” il minimo che vi può capitare. L’altro giorno ho preso una multa per eccesso di velocità in provincia di Livorno (SS Aurelia): limite 90 kmh, io a 101, mea culpa, colto sul fatto da un autovelox: dedotte le tolleranze, sono risultato superiore di 5,1 kmh. Contravvenzione corretta, pagata. Ora, provate un po’ a installare gli autovelox in città: alla Polizia Locale occorrerebbe assumere decine e decine di addetti per gestire la massa delle infrazioni. Se poi i controlli avvenissero sulle rampe di accesso e di uscita dall’autostrada (limite 40 kmh), sarebbero tanti ritiri di patente!

  2. Seconda infrazione alla qual siamo “abituati”: il mancato rispetto della distanza di sicurezza. Ti tallonano ad un metro, alla “Fittipaldi” e poi via, di scatto, il sorpasso: manovra potenzialmente micidiale.
  3. Terza infrazione alla quale siamo “abituati”: l’inserimento in una rotatoria. Chi viaggia in colonna violando la regola della distanza di sicurezza, si sente in dovere di non dare la precedenza a chi la rotatoria l’ha impegnata ben prima di lui.
  4. Quarta infrazione alla quale siamo “abituati”: l’auto “stringe” un ciclista, deve passare a tutti i costi, franare manco se ne parla, la strada è sua, solo sua. Guida pericolosa, andrebbe sanzionata. Ecco … appunto … “andrebbe”.

Tante storie per “luogo per caricare e scaricare le armi”, per posizionare i bersagli del tiro con l’arco in luogo sicuro hai visto mai che una freccia …; molte meno storie per insegnare e controllare il livello del rispetto delle regole della civile convivenza e del codice della strada  (fatti salvi i controlli della sosta o a mezzo autovelox,  quelli sì che vengono effettuati perché “facili” e “rendono”). Vi chiedo: quante volte avete riscontrato che siano state elevate contravvenzioni per le violazioni dell’eccesso di velocità in città o per quelle di cui ai numeri dal 2 al 4?

Rapporto auto-bicicletta

images (1)Noi ciclisti “diamo fastidio”, li rallentiamo, loro, quelli delle auto, ed allora “gli faccio vedere io, come ruggisce il mio motore, come lo sfioro, come lo stringo sul bordo, così impara a non farsi da parte, a starsene a casa, che stia sulle ciclabili,  cribbio!”. Io pedalo: dietro di me sento il motore di un’auto. Se il rombo diminuisce e l’auto mi sorpassa scostandosi molto da me, la targa è straniera. Tutto il contrario all’opposto, quando le targhe sono italiane. Dicesi riconoscimento sonoro della targa.

Ieri scendevo in bicicletta (una mtb) sulla SP che dal Lago di Cavedine conduce a Drò. Strada larga, una discreta pendenza, fondo stradale ottimo, tempo splendido, traffico assente. La mia velocità era di 45 kmh. Procedevo ad un metro dal bordo strada. Improvvisamente sono superato da un’auto che inspiegabilmente ed inutilmente mi sfiora a 100 kmh inondandomi di un fragoroso colpo di clacson: roba da infarto ciclistico. Perchè? Che bisogno c’era? Voleva dimostrami che lui era più “uomo”, più “maschio” di me?

Michele Scarponi, la sua famiglia, ecco il dramma, la vera tragedia. Il resto sono dettagli. Fra qualche giorno inizia il Giro d’Italia, senza di lui. Fasce al braccio, minuti di silenzio, e via, the show must go on, ovviamente. Nella sostanza invece propongo che

  • il Giro, le federazioni ciclistiche, i suoi colleghi, gli sponsor si diano da fare per sostenere (economicamente) la sua famiglia;
  • l’educazione civica inizi da quella stradale;
  • la legge (Codice della strada) dia centralità al traffico misto auto-biciclette e pedoni-biciclette sulla strada e sulle piste ciclabili;
  • si applichi maggiore rigore nella concessione delle patenti auto;
  • si effettuino maggiori controlli non solo sulla sosta vietata o sui dati autovelox.

 

imagesE’ chiedere troppo? Non direi, mi pare il minimo.  Noi della FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, a livello locale e nazionale ci attiviamo da decenni in favore della civile convivenza e della mobilità sostenibile:  chi ha la stessa nostra sensibilità, si aggiunga a noi, si iscriva alla FIAB.

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SEPARAZIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Aprile, 2017 @ 5:23 am

Detto altrimenti: purtroppo capita ….. (post 2703)

Mi telefona un amico

Sai Riccardo, la mia compagna … credo che ci stiamo per separare ..”

Ma come, dico io, dopo tanti anni?

Si, sono dodici ormai, devo dire passati felicemente insieme. Ma ora i rapporti si sono logorati …

Ma non siete stati bene insieme? Una come lei, di classe, sempre equilibrata in ogni sua manifestazione, elegante direi ma con garbo … sapendo anche essere energica quando serviva …

Si, benissimo, dodici anni … te l’ho appena detto …tanti momenti bellissimi, tanti viaggi …

Ma allora, cosa è successo?

Te l’ho detto, i rapporti si sono logorati …

Ma come? Tutto d’un tratto?

No, Riccardo: un paio di volte c’è stata qualche frizione, e poi in  un paio di occasioni quando la sollecitavo a darmi risposte lei tardava, tardava … ma queste dono state piccole difficoltà subito superate: in dodici anni di rapporto ci sta. Il fatto è che quello che mi fa decidere e che ormai non sono più così sicuro di lei …

Che dici mai? Sospetti che ti possa tradire?

Be’, sarebbe inutile nasconderlo … è vero, tempo che da un momento all’altro mi pianti in asso, su due piedi.

Ma dai, non ci posso credere … e poi   guarda che come lei non ne trovi più …

Riccardo, tutto ha un fine: anche la nostra storia.

Ma non credi che aggiustando qua e là … non potete proprio andare avanti insieme?

Aggiustatine, dici tu, la fai facile: ma sai quanti interventi dovrei ormai fare per salvare il salvabile? Sono stanco, mi costa troppo, impegno, fatica e … anche denaro.

Denaro? Ma che dici?

Che dico? Prova tu a rimettere insieme i cocci di un vaso… fai meno fatica a comperarne uno nuovo.

Vabbe’ ho capito, ma mi dispiace … d’altra parte, che ci vuoi fare? Così è la vita. Ma dimmi, resterai solo?

No, Riccardo, sai com’è … ho conosciuto una … le assomiglia molto … si vede che dal vecchio amore non è mai possibile separarsi del tutto … spero che la mia nuova compagna non sia gelosa …

Dai, dimmi qualcosa di lei

Stesso colore di … capelli: argento (alla mia età che vuoi che mi metta con una giovinetta?); corporatura quasi uguale; forse un po’ meno truccata ma molto più pratica: è una tedesca … Sai, tempo fa per qualche anno avevo una sua connazionale ed era stata una relazione felice …

 Allora non ci resta che brindare: ein Prosit!

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IMG_4349.

P.S.: Lei chi è? Una donna? No, una Lancia Lybra TD 1900 SW Emblema, classe 2005, km 305.000. Lui, l’amico … sono io che sto per cambiare auto. Dai che l’avevate capito! La foto? Si, eccone una.  E la nuova fiamma? Una Golf Variant TD 1600 (più lunga e più alta di 10 cm: le tedesche si sa sono stangone! Ma è anche più larga di fianchi … a forza di mangiar patate … ma per fortuna solo di 5 cm … !).

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S’I’ FOSSE FOCO …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Aprile, 2017 @ 11:27 am
"S' i' fosse foco ..."

“S’ i’ fosse Cecco …”

Detto altrimenti: … hai capito, quel toscanaccio (senese) del Cecco Angiolieri … (post 2702)

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Un suo sonetto: …. “S’i’ fosse foco arderei lo mondo!” Ma dai che lo conoscete! Comunque in internet trovate l’intero testo. Io qui riporto solo gli ultimi versi: “S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: e vecchie e laide lasserei altrui”. Mica male, il ragazzo! Comunque scherzavo … dai … ho citato Cecco (compaesano del mi’ babbo) perché … s’i’ fosse il capo di certi impiegati … O senti il caso avvenuto di fresco / a me che girellando una mattina / capito in cert’uffici un po’ lontano / a Trento là, un po’ fuori di mano … che stavo dicendo? Ah sì … ecco: s’i’ fosse il capo di certo impiegati darei loro una raddrizzattina da nulla, darei! Ed ecco i fatti:

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  1. Telefono al Centro Servizi Punto Blu di Trento per chiedere come volturare il mio Telepass da un’auto ad un’altra. Mi risponde l’Autobrennero (?) che mi passa Punto Blu. Attendo tre minuti di musichetta + 2 minuti di squilli fino a che la linea viene interrotta. Richiamo altre due volte: idem. L’ultima volta: “Saranno occupati agli sportelli, richiami più tardi”. Evvabbè …
  2. Vado in un negozio che vende targhe ad acquistare le lettere adesive da apporre sul portabici “a gancio” della mia auto. Ne hanno di due misure. Quale serve? (confesso: io avrei ben potuto prendere le misure della targa): “Signore, venga con la targa”. Ma, dico io, se voi vendete queste lettere adesive da una vita … non sapete quali sono quelle giuste? Evvabbè …
  3. Vado alla Polizia Locale per la voltura del permesso di sosta. L’addetto (“piantone”) in perfetta divisa, manette e revolver al fianco (ma a che servono!?): “Forse al piano di sopra, forse le sanno dire …”. Evvabbè …
  4. Telefono in banca per sapere se  e come posso pagare un bollettino postale (multa per superamento di 5Kmh la velocità consentita, Polizia Locale di Livorno): mi succede come al n. 1. Evvabbè …

La raddrizzatina di cui parlavo? S’i’ fosse … il capo di costoro, che farei?

  1. Disporrei che un addetto risponda al telefono, almeno dopo due minuti di musichetta con un sistema di controllo gestione e qualità sulla durata delle messa in attesa telefoniche;
  2. imporrei ai commessi di conoscere le caratteristiche e l’uso della merce che vendono;
  3. imporrei ai “piantoni” e agli impiegati di essere informati (e di informare) almeno sulle operazioni fondamentali.

Dice … aho! A blogger … ma che stai a spacca’ er capello! Nun t’applica’ tanto … (traduco dal romanesco: non essere così cavilloso, non insistere che fai fatica). Evvabbè … ragazzi, ho capito, ho capito … ma mi sono capitati ben quattro “Evvabbè” nella stessa mattina, che poi con questo qui sopra (quello in rosso) fanno cinque … ed allora …

 

 

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NAUFRAGI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Aprile, 2017 @ 6:18 am

Detto altrimenti: a ridosso del porto …   (post 2701)

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downloadUna tragedia già vista, almeno da me, sia pure in scala diversa e contro un altro molo, la diga foranea di Genova: 9 aprile 1970, dopo l’ufficio passavo in Vespa (una Rally 180) alla Foce (del Bisagno) a Genova. Avevo il parabrezza montato e a causa del forte vento facevo fatica a “tenere la rotta”. Ma … cosa succede là, in mare? Una nave contro la diga foranea! Avrei saputo che si trattava della London Valour (v. post “Naufragi e non” del 14 febbraio 2012). Ancorata in baia, aspettava il turno per entrare in “officina” (il cantiere navale), trainata dai rimorchiatori. Per guadagnare tempo, avevano iniziato a smontare parti del motore, quand’ecco arriva la libecciata: l’ancora non tiene, i motori non possono essere azionati e la nave finisce sugli scogli della diga. Molte le vittime.

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download (1)In questi giorni una barca a vela (sembra si tratti di un “Bavaria” di 15 metri, barca solida, pesante, robusta) che sta cercando di entrare nel porto di Rimini per ripararsi dalla tempesta, finisce sugli scogli: quattro vittime. Come può essere successo? Probabilmente avevano ammainato le vele e procedevano a motore, un motore che non è stato sufficientemente potente a vincere la forza delle onde frangenti. Oppure un motore che per un qualche motivo si è “fermato”.

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La tempesta di vento poi, improvvisa? Sicuramente segnalata da Meteomar, vento da nord, 50 nodi al minimo (90 kmh). L’entrata del porto è protetta dai venti di scirocco. Per ripararla dai venti da nord, è stato realizzato un “pennello”, un molo di rocce e cemento che la protegge per circa 200 metri e che deve esser aggirato per potere entrare nel “canale” di accesso che ha una direzione grosso modo nord-sud. La barca si è incagliata contro questo molo, non riuscendo a scapolarlo. Le ondate e il vento hanno fatto il resto: quattro le vittime.

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Un altro naufragio, anzi, un post-naufragio: navigavo a vela con il mio Fun “Whisper” (7 metri da regata, 1000 kg di dislocamento, motore fuoribordo da 4 CV) dalla Toscana a Palau (qui a fianco: il mio Whisper in regata a Riva del Garda).

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Pinarella Corsica

All’altezza della baia di Pinarella (Corsica) emerge dal mare una piramide di scogli. A  ridosso di essa, dall’acqua, ho visto emergere, perfettamente paralleli, due alberi in legno di un veliero  affondato evidentemente con mare calmo, altrimenti le onde lo avrebbero sbriciolato e i suoi alberi non sarebbero emersi, tanto meno perfettamente paralleli. Che dire? probabilmente avevano impostato il timone automatico e il sistema di guida non ha potuto tener conto di quell’ostacolo contro il quale il veliero ha naufragato (la foto è dell’anno successivo: infatti al momento non avevo con me la macchina fotografica).

Che dire? In mare occorre conoscenza, attenzione, abilità, prudenza e anche fortuna!

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ITAS, POLIT … AS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Aprile, 2017 @ 6:02 am

Detto altrimenti: meccanismi, non moralismi nelle assicurazioni come nella politica     (post 2700)

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downloadItas Assicurazioni: dalla stampa “improvvisamente” si scopre che Zeus e i Divini (così venivano chiamati quelli del cerchio magico societario, il top management ed il CDA della compagnia) si “trattavano bene”, anzi troppo, nel senso di autoretribuirsi a livelli faraonici e autoregalarsi ogni ben di Dio.

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“Autoerotismo parlamentare”

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Itas, Polit …as: nessuno al mondo – a meno che non sia imprenditore in proprio – dovrebbe potersi fissare da se stesso i propri emolumenti, come invece è accaduto in Itas e come accade ai nostri parlamentari. In entrambi i casi occorre intervenire su questi meccanismi perversi.

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Itas: se sei assicurato, sei socio. Come tale vai in assemblea a votare, ad approvare i bilanci etc.. Mi chiedo: le Assemblee Itas sono state tutte regolarmente convocate, nel senso di essere portate preventivamente e debitamente a conoscenza degli “azionisti”? Se la risposta è no, male; se la risposta è si, peggio ancora, perché vuol dire che l’azionariato diffuso se ne è disinteressato, e le oligarchie hanno fatto ciò che hanno voluto.

Itas: dice … la compagnia si può costituire parte civile contro certi amministratori che l’hanno danneggiata. Ok, ma io vedrei bene altre due azioni: una class action promossa dagli assicurati-soci ed una seconda promossa dalla Provincia per il danno di immagine.

Itas: ma oltre all’assemblea dei soci, c’erano i revisori, il sindaci … Loro erano i custodi di ogni “meccanismo” societario. Già, dico io, ma … quis custodiet ipsos custodes? Chi custodirà i custodi? (Giovenale, VI Satira, 100 anni dopo Cristo).

Polit …as: se sei cittadino, sei elettore e se da elettore te ne disinteressi per un qualsiasi motivo (troppo occupato, distratto, stanco, sfiduciato, etc.) anche in questo caso le oligarchie fanno semplicemente quello che vogliono.

Polit …as: custodi dei politici siamo noi, cittadini elettori. Altro che allontanarsi dalla politica, altro che disinteressarsi, delegare al buio, acclamare “a prescindere” …

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LUNEDI’ DI PASQUA IN BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Aprile, 2017 @ 5:13 pm

Detto altrimenti: segue da due post precedenti     (post 2699) .

Ieri da Trento a Bologna: Pasqua con i tuoi (in questo caso figlio e nuora) come Natale! A Messa nella parrocchia di S. Teresa del Bambin Gesù. La predica: “Non una religione chiusa, uscire … uscire senza timore, con speranza … verso l’Altro” e il sacerdote (Don Massimo) cita F. Nietzsche che scriveva (cito a memoria): “Come potrei essere cattolico se i cattolici sono tutti con quei musi lunghi, tristi …”

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Estate 2016

Lunedì. Sono a Riva del Garda con un’unica bicicletta: quella di due post fa. Tempo incerto. Che fare? Una pedalata in salita che se poi il tempo cambia, fai presto a rientrare, e salite, si sa, qui in Trentino non mancano di certo! Allora deciso: il “Giro del Passo del Ballino”. Riva del Garda, km 0 – 65 m sul livello del mare – Passo del Ballino, km 15 – 765 slm. Sono salito lentamente con il contributo del primo livello elettrico (“eco”), velocità media, 10 kmh. Appena superato il passo, prendo a sinistra la vecchia strada romana (v.foto), un agevole leggera discesa sterrata di 3 km, che conduce a 2 km (650 slm) dal Paese di Balbido (750 slm), paese che si raggiunge dopo avere risalito quei 100 metri del nuovo dislivello, subito dopo Cavrasto.

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Foto internet

Balbido, il Paese Dipinto da tanti bei murales. Vado a suonare alla casa del mio amico Marcello Farina (sotto il campanello, una scritta “Le parole sono pietre”): non c’è, è prevedibile, il lunedì Santo, lui che è sacerdote … Cavrasto: sosta con succo di frutta al Bar Ristorante Panorama (che su richiesta mi regala una copia della Gazzetta dello Sport di ieri così la inserisco sotto la ventina e mi riparo meglio dall’aria) e via, inizia la discesa verso Ponte Arche. Il cielo si rannuvola, qualche gocciolina di pioggia mi impensierisce. Ponte Arche, 3 km di leggera risalita su strada trafficata veloce (azzz… questi corridori da formula 1 della domenica anche di lunedì!) e posso riprendere la pista ciclabile che costeggia il canyon e il Maso Limarò, portantomi a quattro tornanti sopra Sarche, che raggiungo di volata.

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Estate 2016

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Il tempo peggiora: ho saltato la visita ai miei amici gestori del Maso Limarò:(nella foto a fianco, il Maso visto dalla strada che conduce a Ranzo. Sulla sinistra, si nota la ciclabile di cui al resoconto odierno)

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Sarche, si gira a destra, ciclabile Sarche – Pietra Murata – Dro – Ceniga – Arco – Riva del Garda, complessivamente e ovviamente in discesa: tuttavia … ci crederete? Qui in discesa ho dovuto azionare il secondo livello elettrico (“tour”) a causa della forte Ora contraria che mi faceva sentire impegnato in salita!

WP_20160922_020Partenza da Riva del Garda, ore 09,00. Arrivo ore 13,30. Totale 63 km. Velocità media 17 kmh. Consumo elettrico 70% pari a 280 Wh (sui 400 disponibili), ovvero lo stesso consumo di due post fa (cfr. ivi) per un percorso di 102 km! Perchè? Perché anche la parte discesa, a causa del forte vento contrario, è di fatto risultata in … salita! Alimentazione: il citato succo di frutta e mezza borraccia di acqua e sali. Peso corporeo smaltito: kg. 1,5. Foto? Nessuna … non volevo tardare ed espormi al rischio di un acquazzone. Quelle pubblicate sono “di repertorio”. Domani? Se non piove ripedalo da Riva a Trento, una cinquantina di km agevoli a parte la salitaccia iniziale sulla “vecchia Torbole”: 1,5 km al 20%. Evvabbè, mi farò “aiutare” (intanto ho ricaricato la batteria!). E poi domani sarò a favore di vento! (La mattina del 18 aprile: no, vento da  nord tutto il giorno, rientro in auto).

Freddo? Oggi pomeriggio la notizia: sui monti di Merano registrata la temperatura di -11 gradi! (Undici gradi sotto lo zero!). Previsioni per la settimana in Trentino: anche sotto zero di notte a fondovalle, neve a 1000 metri! Ecchè? Non poteva arrivare un mese prima ‘sto freddo e neve che avrebbe salvato la Pasqua sciistica ai nostri albergatori! Ma si sa: “il tempo, le done e i siori i fa quel che i vol lori!”

 Good bike everybody! . .

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ITAS? TASI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2017 @ 4:31 pm

Detto altrimenti: Venerdì di … passione: lo scandalo ITAS. Il direttore generale (“lui”) ne usava uti princeps, come se fosse cosa sua (post 2698)

Adesso non è il tempo di parole vuote quali “occorre ristabilire la fiducia nelle istituzioni”, “vicenda inquietante che allarma la comunità”, etc.. Adesso è il tempo di un’analisi seria delle responsabilità, qui elencate in ordine di “apparizione”:

  • imagesLui, chi lo ha scelto? Gilberto Govi nella commedia “Colpi di timone”  afferma: “Se il timoniere fa una manovra sbagliata perché ha un occhio pollino (malato), la colpa è del comandante: vuol dire che non doveva imbarcare un timoniere con l’occhio pollino”.
  • Chi ha organizzato un sistema di gestione e controllo che ha permesso a lui anni e anni di furti?
  • Chi, in sede di revisione e approvazione dei bilanci per anni non si è accorto di nulla di quanto lui stava facendo?
  • Infine lui, cui non bastava uno stipendio di 450.000 euro lordi l’anno, oltre il premio di rendimento, auto di servizio e “retention instruments” vari, chi altri “beneficiava”?
  • Lui, in quali CDA sedeva? Se tanto mi dà tanto, vale la pena di esaminarne il comportamento anche in quelle sedi.

Ora, sia chiaro … non mi illudo che sia possibile risalire a tutti i beneficiati di regalie fuori misura  ma almeno – a fianco della società che probabilmente si costituirà parte civile contro il suo stesso amministratore – vedrei bene una class action dei piccoli azionisti (in Itas ogni assicurato è automanticamente azionista) ed una della Provincia per il danno di immagine, esperita anche contro chi si è macchiato di culpa in vigilando.

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GIOVEDI’ SANTO IN BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Aprile, 2017 @ 8:54 am

Detto altrimenti: per capire la bici elettrica …. (post 2607).

WP_20160922_020Dovevo trasferirmi da Trento a Riva del Garda, casa-casa, 50 km. Che faccio? Ci vado in bici, magari allungandola un poco. Allungandola? Dice: ma se hai appena 320 km nelle gambe! Vabbè, allora prendo la elettrica. Dice: traditore! Ma che? Io le altre due (corsa e mtb) le curo e le uso! Solo che l’elettrica, data l’età, mi serve

  • per le grandi salite (Bondone, Manghen ,etc.);
  • per i percorsi troppo lunghi, soprattutto quando non sono ancora allenato (come quello di ieri)

E veniamo ai dati tecnici di ieri:

  • Bicicletta: mtb, peso kg. 27 a pieno carico.
  • Percorso: km 102: Trento- Borgo Sacco (Rovereto) – Mori – Lago di Loppio  – Nago – Arco – Dro – Lago di Cavedine – Pergolese – Sarche – Lago di Toblino – Sarche – Pietramurata – Dro – Arco – Riva del Garda (in rosso i percorsi fuori pista ciclabile).
  • Salite: corte nella Mori-Nago; 3 km nel tratto Dro – Lago di Cavedine.
  • Soste: Mori, Lago di Cavedine.
  • Consumo elettrico: 70%, ovvero 280 Wh sui 400 disponibili.
  • Ore di pedalata effettiva: 6,00.
  • Alimentazione: 2 briosche, 2 succhi di frutta, 1/2 litro di acqua con i sali.
  • Diminuzione peso corporeo: kg. 2,00.
  • Cena dopo la pedalata: una pizza gigantesca e 2 birre! (recuperato 1 kg!)

Good bike everybody!

Appendice pisana

Poco a nord di Arco mi fermo a guardare uno scalatore sulla parete a strapiombo che quasi sovrasta la pista ciclabile. Mi fa eco un giovanotto dall’accento toscano. Mi chiede una cosa … Ed io: “Occhè te tu se’ toscano? Di dove?” “Di Pisa” risponde, ed io:  “Il mi’ babbo di Montalcino … ma tu … di Pisa … meglio un morto ‘n casa  ch’un Pisano all’uscio … non dicono così di voi”?  Si, risponde, e noi gli si risponde “Dio t’ascolti”. Ah …ah … Piacere Riccardo, Dario piacere. Amicizia fatta. Era partito in bici da Comano Terme per Riva del Garda. Solo che c’era un  “orazza” (brezza termica da sud, n.d.r.) fortissima. Chi te lo fa  fare, gli dico, vieni in su con me verso nord col vento nel …. fondo schiena, che io di laghi te ne faccio vedere due! Accetta, anche perché è allenato a correre e non a pedalare (comunque poi se l’è cavata benissimo). Si parte, lo faccio pedalare fino ai Laghi di Cavedine (con sosta a centro velico di un altro amico, Andrea Danielli, Wind Valley) e Toblino. E’ entusiasta.

 Appendice: i fratelli Shkreli

downloadA Toblino poi … si va al Bar Castel Toblino a salutare i gestori, due fratelli albanesi Shkreli di tre:  (Xhoan, mio amico da tempo,  diplomato in violino al Conservatorio Monteverdi di Bolzano, è fra i primi violini alla Fenice di Venezia) Toni (gestore del bar),  diplomato in clarinetto al Conservatorio di Adria Antonio Buzzolla. Il terzo fratello,  Lorin,  laureato in legge all’Università di Trento.    Dario aspetta la moglie per la sera … “E’ avvocato … arriva ‘sta sera … col cane … no, sia chiaro, con l’auto “e” il cane! Le voglio far vedere i due laghi e poi … al ristorante di Toblino … occhettipare?” Ciao, ciao, salutami la Toscana … e tu tutto il Trentino! Dario ripedala verso nord, io verso sud.

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Ruggero Polito

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Di Ruggero Polito, che dire? Una per tutte. Presidente del Tribunale di Rovereto e della Associazione Amici della Musica di Riva del Garda (di cui io ero e sono il Tesoriere), pianista e violinista, un giorno si trovava a pranzo in un ristorante a Trento, insieme ad amici musicofili. Il gestore lo riconosce e gli dice che il cameriere ventitreenne che lo sta servendo a tavola studia violino al conservatorio di Bolzano. Detto, fatto! Ruggero lo vuole conoscere.

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Xhoan Shkreli

Lo invita a casa sua a Riva del Garda. Apprende che da anni il giovane, un Albanese giunto a Bari all’età di 18 anni e dopo due anni trasferitosi a Trento, dorme quattro ore per notte per conciliare lavoro e studio del violino. Apprende che il giovanotto ha già vinto un concorso e come premio ha ricevuto l’uso di un violino per quattro anni e che i quattro anni stanno scadendo. Quindi gli presta prima uno, poi due dei suoi preziosi violini (fra i quali un modello Tononi del 1728), da restituirsi “quando ti sarà possibile”. Oggi, quel giovanotto, Xhoan (Gioan) Shkreli è fra i primi violini alla Fenice di Venezia, è venuto a Riva del Garda per suonare nella Messa funebre di Ruggero, mancato il 18 marzo 2014 e vuole tornare a Riva per offrire un concerto in memoria di Ruggero.

Perché ho insistito tanto sul successo di lavoro dei fratelli Shkreli? Innanzi tutto perché se lo meritano … e poi anche perché l’11 maggio ad ore 18,00 presso il Palazzo della Albere a Trento, l’ Associazione Culturale Restart Trentino di cui sono presidente, terrà un evento sul Lavoro-Lavorare soprattutto dei giovani, evento al quale siete tutti inviatati. E  il loro è un modello di volontà, capacità, determinazione etc., etc.. Bravi, ragazzi! Siete un esempio per tutti noi!

Della serie: mia moglie mi dice: “Ma vai a pedalare da solo?” “Si, rispondo io, solo …  i primi cinque minuti” (in questo caso a dire il vero i primi 55 km!) … perché  la bici unisce!

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