TRENTO, BALBIDO, CAVRASTO, BIVEDO, BOLOGNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Novembre, 2017 @ 8:20 am

Detto altrimenti: Festa della Noce nelle Giudicarie Esteriori          (post 2914)

 

TRENTO, dove risiediamo.

downloadBALBIDO. Il Paese dipinto per via dei suoi murales. A Messa da Don Marcello Farina. Distruzione di Gerusalemme, 70 d. C.- Matteo scrive il suo Vangelo nell’80. C’era l’attesa della seconda venuta di Cristo. L’attesa di … ed ecco il brano del Vangelo: in attesa dello sposo, cinque vergini di muniscono di lampade e olio. Altre cinque solo di lampade. Tutte sono in attesa. Le seconde cinque vanno a comperare l’olio. Le prime si addormentano. Arriva lo sposo, le prime cinque si svegliano, lo accolgono festeggiando ed entrano nella casa. Le seconde cinque arrivano tardi e restano escluse dalla festa. Non si tratta di distinguere fra donne buone e donne cattive, non è un fatto di morale. Bensì del fatto che occorre essere svegli, pronti, preparati (non conosciamo né il giorno né l’ora)  e programmare con intelligenza il tempo a venire. In sintesi: “Non tutto qui ed ora, ma anche altrove e domani”.

La programmazione intelligente di medio/lungo termine della nostra  anima (per chi ci crede), della nostra vita, del nostro lavoro, delle nostre associazioni … chi la fa? Uno, qualcuno, nessuno, centomila, tutti? 

IMG_20171112_110017_resized_20171113_022626534Dopo Messa, con Marcello e gli amici al Bar per un caffè, seduti all’aperto: c’è un sole splendido anche se le previsioni annunciano neve. Infatti nei paracarri della salita del Passo del Ballino sono stati infissi i paletti colorati “segna-neve”. Quattro chiacchere con gli amici “vecchi” e “nuovi”. Il discorso cade sul lavoro … che manca: lavorare meno, lavorare tutti. San Tommaso Moro nella sua Utopia prevedeva 6 ore al giorno di lavoro. Io mi sono permesso di dire: “Si, purchè lavorate alla tedesca, alla maniera della Siemems dove ho lavorato”. Fra i “nuovi” amici interviene uno, Tomaso, che si scopre essere stato mio collega (a mia insaputa) perché lui lavorava alla Siemens (poi diventata Italtel) di Piazzale Zavattari (Milano) ed io alla capogruppo Stet (Torino) e Siemens Data e Italtel  (Milano). Come è piccolo il mondo!

 

IMG_20171112_114210_resized_20171113_022844477CAVRASTO. Lì vicino, alla Festa della Noce. Iniziative varie ma noi che veniamo da Trento ne godiamo tre: 1) gli acquisti di noci e altri prodotti locali a metri (non km!) zero, esposti dai produttori negli androni di case antiche. Io cerco il mio ormai amico Arrigo Iori. Per strada la gente passeggia, chiacchera, acquista … gente di paese e dei paesi, una Umanità vera ben diversa da quella delle grandi città nelle quali per conoscere il vicino di pianerottolo occorre … farsi presentare da qualcuno! 2) E poi … la musica! Tre giovanotti … il Trio “Triplo malto mortale” … si … proprio “malto” quello della birra, e ti pareva! Musiche alpine, altre allegre, movimentate. Qualcuno accenna a qualche passo di danza.

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Suona mezzogiorno. Ci avviamo al Teatro dove la Pro Loco ha organizzato 3) il consueto pranzo annuale (su prenotazione), a base di castagne. All’uscita il Presidente mi chiede un parere sull’iniziativa, sul pranzo: ottima, direi, innanzi tutto la disponibilità e partecipazione dei volontari, segno di un grande attaccamento al proprio paese, alla propria terra. Ma … il pranzo? Ottimo come sempre, confermo. Torneremo l’anno prossimo, e per noi sarà la terza volta che da Trento, ove risiediamo, saliamo fra queste montagne che fanno corona all’ampio altopiano di Fiavè.

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BIVEDO. Qualche km verso nord-est, verso Ponte Arche (direzione Trento), bivio a sinistra, un paio di km e sei arrivato. A far visita all’amico Arrigo Iori e famiglia, nella loro bella Casa-Maso. Un saluto e poi via: i miei amici a Riva del Garda e Rovereto; noi a Trento e poi diretti a BOLOGNA a trovare la nuovissima nipotina Bianca, per il suo secondo comple … settimana! Già, è nata 15 giorni fa. Benvenuta, piccola Bianca! Bianca come la neve che oggi 13 novembre, sta fioccando copiosa a Bologna! E pensare che l’anno scorso il 30 novembre ho ancora fatto una bella pedalata di 50 km!

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Ma si sa … il temp, le done e i siori i fa quel che i vol lori …

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USCITO SUL BALCONE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Novembre, 2017 @ 8:12 am

Detto altrimenti: … a sistemare i miei fiori, quand’ecco ….   (post 2913)

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… quand’ecco un grillo? Una cicala? Una cavalletta? Forse una cavalletta, assolutamente immobile, molto infreddolita dalla notte all’addiaccio, immobile di fronte ai flashes del telefonino, una cavalletta fuori stagione … ma che posso fare? Non esiste un ricovero per cavallette né lo posso chiudere in casa …

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I fiori. Quest’estate hanno sofferto per il troppo caldo. Poi, verso l’autunno, una esplosione dei fiori “umili”: i tageti e la “rinascita” delle margherite: il poggiolo più bello di tutto l’anno, alla faccia di gerani e dipladenie, che pure – quest’ultime – hanno resistito bene.

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La scalata dai gialli tageti alle bianche margherite

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Un momento … sono tornato fuori un’ora dopo, la cavalletta  ha mosso lentamente un zampina, piano piano … si è riscaldata … è viva! Evviva! Si è issata lentamente e faticosamente sui fiori più alti alla ricerca dei primo raggi di sole. Io l’ho filmata! Domattina vedo se riesco a pubblicare il filmato.

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Buoni fiori a tutte e a tutti!

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A PICCOLE DOSI 7

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Novembre, 2017 @ 6:36 am

Detto altrimenti: leggete “A PICCOLE DOSI 6, 5, … 1”               (post 2912)

Tutto cominciò il 30 novembre 2015 –  or son quasi due anni – quando scrissi e pubblicai il mio post n. 1998 dal titolo “Istruzioni per la vita lavorativa dei giovani che hanno già un lavoro”. La cosa poi è proseguita con il post n. 2880 del 28 ottobre 2017 (“A piccole dosi 1”) quando ho deciso di ripubblicare – a puntate – la serie di quelle mie 40 esperienze di vita lavorativa. Questa che state per leggere è la penultima puntata.

22 – Se altri realizzano come propria la tua idea e tu cerchi di riappropriartene, allora tu saresti anche un bravo manager, ma hai un tale cattivo carattere …

23 – Se vuoi difendere al meglio una tua idea, cerca di inquadrarla in un progetto completo ed articolato al fine di fare emergere la sua portata strategica. Se la controparte accetta di misurarsi sullo stesso terreno, allora vuol dire che stai operando in un ambiente moderno e professionale. Se ti dicono “Tutte chiacchere, quello che conta è il particolare di dettaglio del quale stiamo discutendo” … allora, se puoi, cercati altri compagni di viaggio.

24 – Quando gestisci un piano, ricordati che talvolta le sue fasi sono, nell’ordine: entusiasmo, perplessità, ripresa di contatto con la realtà, ricerca del colpevole, punizione dell’innocente, lode ad estranei.

25 – Se ti consigliano come agire “nel tuo interesse”, applica la mia sopracitata teoria del campo da tennis (v. prima, al n. 6): ringrazia, ma che ognuno torni nella sua metà campo e giochi come crede, lasciando a te la scelta di come battere la palla o di come rispondere alla battuta altrui.

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          Non farti “impinocchiare”!

26 -Non ti fidare di chi, con aria assorta e quasi sognante, magari accarezzandosi il mento e volgendo lo sguardo al cielo, si “lascia scappare” importanti riflessioni o ipotesi di soluzione relative ad un problema che ti riguarda o nel quale sei coinvolto, tipo: ”Sto pensando se non sarebbe meglio…”. Infatti, se fossero riflessioni vere, se le terrebbe per sé. E invece, il più delle volte quelle riflessioni sono fatte ad arte per indurti a far tue le sue idee. Sono subdoli messaggi pubblicitari, promozionali, al limite della “pubblicità subliminale occulta”.

27 – Guardati anche da chi non parla mai e semplicemente ascolta, per due motivi: o è veramente molto intelligente ed astuto; oppure è stupido e quindi ugualmente “pericoloso”. Sappi infatti che nessuno assomiglia di più ad una persona intelligente di uno stupido che tace.

28 – Cerca di perseguire sempre contemporaneamente più soluzioni per lo stesso problema, ognuna come se fosse l’unica percorribile.

29 -Quando operi all’interno di una SpA, opera come se tu ne fossi il proprietario: con lo stesso amore e con la stessa attenzione.

30 – Di ogni tuo intervento, fanne un fatto seriale: cioè che ogni tuo intervento non sia un fatto isolato, ma l’occasione per organizzare la gestione dell’intera gamma di quel tipo di problema.

Alla prossima puntata, dunque, dall’istruzione n. 31 alla 40. E sarà finita, coraggio!

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TU, DOVE LAVORI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2017 @ 10:08 pm

Detto altrimenti: si dà per scontato che uno il lavoro ce l’abbia. E invece … (post 2911)

 

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Trasmissioni televisive. Giochi a quiz. Spesso i concorrenti sono giovani … spesso la domanda: ”Che mestiere fai …. Dove lavori?” Spesso la risposta: “Io sono …; tuttavia al momento non sto lavorando” Praticamente è disoccupato (n.d.r.). Credo che più onesta e meno imbarazzante sarebbe la domanda: “Tu lavori o sei disoccupato?” Che invece la domanda posta sia la prima delle due  lascia intendere che da parte di chi il lavoro ce l’ha sia scontato che ce l’abbiano tutti, la normalità. E’ l’altro, il disoccupato ad essere “anormale”. E invece sempre di più sono “normali” i giovani disoccupati e anormali quei pochi che lavorano. Ma almeno, siamo onesti con le parole …

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POSTALTRUI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Novembre, 2017 @ 1:51 pm

 

 

Detto altrimenti; un post arrivato per … posta!       (post 2910)

Ricevo una busta via posta normale, quella di carta:

download“Caro Lucatti, girovagando in internet mi sei capitato sotto i tasti tu, tu e il tuo blog. Ricordi? Eravamo compagni di classe nelle scuole medie (Media A. D’Oria) … Chi sono? Mi firmo solo con le mie iniziali perché voglio vedere se ti ricordi di me: io sono GR. Tu, piuttosto … vedo che sei un accanito ciclista, che sei stato o sei ancora un velista, sciatore poi non ne parliamo. Leggo dal tuo breve CV che hai girato l’Italia (e l’estero) per lavoro. Io sono rimasto a Genova e sono innamorato. Innamorato du ma’ … del mare, del nostro mare. Qualche giorno fa ho fatto l’ultimo bagno di stagione, e prima di lasciare il bagnasciuga, mi sono sdraiato a pancia in giù ed è abbracciato i ciottoli arrotondati che l’acqua accarezzava. Il mio è stato un abbraccio di saluto, di arrivederci alla prossima stagione, un volere serbare il ricordo di quel contatto. E tu? Quali abbracci hai lì fra le montagne? Non ti manca il mare? Se ti va, possiamo continuare a corrispondere via blog, attraverso i tuoi post e i miei commenti che ti invierò via posta ordinaria, per non tradire la mia identità che devi essere tu a scoprire. Ci stai? Un cordiale saluto, il tuo compagno di classe GR”

Rispondo

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Genova, Scalinata al Milite Ignoto: l’edificio sulla destra è il Liceo Ginnasio A. D’Oria, sul retro del quale, non visibile, la omonima  Scuola Media. A sinistra, la Questura. In alto, il quartiere Carignano. Dietro, il mare (vista da Piazza della Vittoria)

Caro GR (ancora non ti ho messo a fuoco ma vedrai che ce la farò …) come vedi ho accettato la sfida. Sì, io sono nato, cresciuto, studiato e sposato a Genova “ma” residente a Trento da trent’anni. Se mi manca il mare? Ebbè … si, un poco, ma sai cosa faccio? Io che a Riva del Garda ho una barchetta da regata (un Fun di 7 metri), quando sono in quella città, la mattina presto vado a gettare nell’acqua del Lago di Garda (el nos Lac, in dialetto locale) un pacco di sale grosso: hai visto mai … gutta cavat lapidem. Tu abbracci il bagnasciuga … ed io le mie biciclette, come è successo questa mattina quando le ho riposte per la fine della stagione. Ecco, la stessa sensazione di “arrivederci”, di nostalgia letteralmente di dolore fino al ritorno: un saluto, tranquille … non vi sto abbandonando … è solo un periodo di riposo … dai che l’inverno passa presto … Cosa? Se lascio qui a farvi compagnia i miei sci? Eh no, ragazze, quelli gli sci fra poco mi servono. Ma questa è un’altra  storia (praticamente sto facendo una sorta di “cambio degli armadi”).

Comunque con la mia barchetta di sette metri un bel po’ di mare me lo sono regalato, come quando ho traversato sei volte il Tirreno (Toscana-Palau e ritorno) anche di notte e anche in solitaria. A proposito: ho la mia brava patente nautica vela e motore senza limiti dalla costa. Non male per un trentinizzato, ti pare? Scrivimi ancora che ti pubblico qui sul blog e ti rispondo. E … grazie per avermi ricordato e scovato!

Firmato RL

 

 

 

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VELE E MOTORI, GIOIE E DOLORI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2017 @ 7:42 pm

Detto altrimenti: un motoscafo lo ha tamponato … di prua! (post 2809)

Eurpean Championship Fun 2007 - Fraglia Vela Riva

Whisper ai Campionati Europei a Riva del Garda

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La mia barca (Fun Whisper ITA 526), anzi la nostra barca perché da poco più di un anno  ho associato un amico (Gianfranco Busana) è un “lui”, un “natante” ovvero non è immatricolato, non ha la targa … si conduce senza patente nautica – che pure io ho – ed è da regata, cioè è molto “spinto”. Si colloca a metà strada fra le “derive” (quelle che scuffiano, quelle che ci si bagna tutti e che di cabina neanche a parlarne) e i cabinati, quelli che ci puoi cucinare e dormire dentro.

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Da dove si vede che il mio natante è “spinto”? Lo si vede dai rapporti superficie velica-peso; peso della deriva – peso totale (33%); dalla completezza delle manovre e dalla loro accessibilità; dalla presenza delle sartie volanti; dalla presenza della ”zavorra mobile”, ovvero dalla necessità che l’equipaggio in regata si sposti continuamente per mantenere il migliore assetto; dall’albero armato a 7/8; dalla forma della carena (planante); dal fatto che è … un monotipo da regata!

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Nelle mani di Gianni Torboli, già campione mondiale FUN, atleta olimpico (Classe Soling) ed esperto preparatore.

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A metà strada, dicevo fra le derive e i cabinati. Infatti il FUN è una sorta di “derivone” nel senso che non scuffia, ha una cabina-cuccia-dormitorio di fortuna, non ci sono WC o cucina a bordo. E’ francese e la sua sigla significa Formule un, Formula uno. Il modello è un po’ datato … per intendersi oggi potrebbe essere paragonato alla Giulietta TI di una volta … E’ lungo poco più di 7 metri, pesa (dislocamento) una tonnellata; stazza 2,8 tons (la tonnellata di stazza è una misura di volume, udite udite!). Si può condurre anche in solitaria; in regata occorre essere in quattro. Whisper ha 27 anni.

Dice … ma con quali vele si arma? Eccole: a prua fiocco autovirante da 8 m2 oppure genoa da 16 m2 – Randa da 16 m2 – Spinnaker da 40 m2. Che velocità sviluppa? Poiché ha la carena planante non è soggetta al limite di 2,5 x la radice quadrata della lunghezza al galleggiamento (che farebbe 5-6 nodi), quando plana può raggiungere i 12-15-18 nodi!

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Dice, ok, queste sono le gioie. Ma i dolori? Eccomi a voi: i dolori sono quando mentre è tranquillamente ormeggiato, un gommone con un  motore di 40 CV (ecco i motori!) si infila sotto il pontile dal lato opposto e lo sperona .. di prua! Ed ecco perché ora è in cantiere… e già che ci siamo diamo una bella pulita alla carena, rifacciamo l’antivegetativo nuovo e alcuni altri interventi minori. A presto dunque, Whisper, dopo che ti sarai rimesso in forma!

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P.S.: su Whisper ne potete leggere delle belle navigando fra i miei post, comprese le tre traversate S. Vincenzo (Livorno) – Palau ( e ritorno, che così  fanno sei!).

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RICCARDO GIAVINA, musica 20 X 4

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2017 @ 7:10 am

Detto altrimenti: quattro ventenni di musica   (post 2908)

Associazione Amici della Musica, Riva del Garda. Per festeggiare gli 80 anni del M° Riccardo Giavina con un concerto di sue composizioni, eseguite dai suoi ex colleghi ed ex alunni del Conservatorio Bonporti di Trento, Sede di Riva del Garda.

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Riccardo Giavina con la moglie e i nipotini … a seguire!

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I brani eseguiti: Introduzione, toccata e finale per pianoforte a quattro mani â “ Siciliana e Tarantella, per violino e pianoforte; “ Ricercare, Elegia e Danza”, per violoncello e pianoforte  “figenia, per flauto solo  Humoresque, per clarinetto solo, “ Romance e Faschinating Tango”, per tromba e pianoforte,  Ave Maria, Inviolata, Go down, Moses, Nobody knows the trouble I’ve seen, Joshua feet the battle of Jericho, per coro misto.

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Gli interpreti: Cecilia Manuelli, violino;  Carolina Talamo, violoncello; Stefania Soave, flauto;  Lorenzo Guzzoni, clarinetto;  Ivano Ascari, tromba;  Carlo Cenini e Stefano Romani, pianoforte; Coro della sede di Riva del Garda del Conservatorio Bonporti diretto da Paolo De Zen.

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La presentazione dell’Evento, dei Musicisti e dei brani da parte del Prof. Franco Ballardini, Presidente dell’Associazione promotrice, il quale – fra l’altro  ha ricordato come  i due brani per violino e pianoforte, la Siciliana e la Tarantella, che fanno parte di una raccolta di 7 Divertimenti intitolata Play Violin,  fossero stati dedicati al compianto Ruggero Polito, per decenni a capo dell’Associazione Amici della Musica.

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Gli applausi del Coro a Riccardo Giavina

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Riccardo Giavina, compositore, pianista, nato a Novara quattro ventenni fa, Rivano dal 1971, insignito dal Comune con medaglia d’oro nel 2007, da sempre attivo partecipe anche nell’Associazione: una carriera lunga, ricca, internazionalmente apprezzata, contrassegnata da numerosi prestigiosi traguardi e dalla sua poliedrica personalità  musicale, personale e goliarda di eterno giovanotto, sempre pronto a cogliere gli aspetti umoristici e sarcastici di ogni situazione, musicale e non.

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La sua musica. Poliedrica, lampi di vita vissuta da lui stesso e da altri. Da altri  compositori. Un giorno mi invitò a percuotere quattro o cinque tasti del pianoforte, in successione. Ne uscì una sorta di accordo di nessun significato. Lui si mise al piano e ne trasse un tema che eseguì più volte, ogni volta nello stile di ogni maggiore compositore. Mozart, Beethoven, Verdi, Wagner, Richard Strauss, etc.. Se non è Musica nel sangue questa, una sorta di musisterolo buono!

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 Un Maestro commosso …

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Il significato dell’evento. La sala piena, una città  musicale che si raduna attorno ad una Persona, una comunità  che si riconosce in quella Persona, che ringrazia quella Persona, che ne celebra la Musica. Musica come arte, e fino a qui nihil novi. Ma Musica anche e soprattutto come Simbolo, ovvero come un quid che unisce tutti coloro che vi si riconoscono. Simbolo, e come tutti i simboli da elemento di unione può diventare fattore di divisione se taluno vuole appropriarsene singolarmente. E invece Riccardo Giavina non ha voluto appropriarsi del Simbolo della sua Musica bensì lo ha alimentato  se la cosa¬ si può dire – come dono per gli altri.

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I suoi programmi. Cosa intende fare da grande, Maestro? Ecco, risponde, io sono nato settimino  e quindi mi trovo nell’età dello sviluppo! Appena rieletto a far parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione Amici della Musica, Riccardo Giavina continuerà , anche per questa via, a regalarci Musica, Amicizia e spensierata goliardia.

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 … and still going strong!

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Grazie. Grazie, Riccardo (Giavina, ovviamente!). E grazie ai Musicisti che hanno prestato la loro arte all’Evento; al Comune di Riva del Garda che tramite l’Assessore all’Istruzione ed alla Cultura Dr.ssa Renza Bollettin, non ha voluto far mancare il proprio saluto; al Conservatorio Bonporti che da sempre risolve i problemi logistici dell’Associazione e -“ last but not least -“ a tutti coloro che hanno voluto essere presenti alla serata.

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Firmato Riccardo Lucatti

Tesoriere dell’Associazione Amici della Musica in Riva del Garda

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VALORI ASSOLUTI E RELATIVI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2017 @ 3:40 pm

Detto altrimenti: ogni valore si deve esprimere all’interno di una scala, da un minimo ad un massimo       (post 2907)

L’amministratore di SpA dice al suo azionista: sono anni che ti corrispondo il dividendo e per di più in misura sempre crescente. Mi aspetto quindi un giudizio positivo del mio operato.

L’azionista gli risponde: i dividendi che mi hai corrisposto sono sempre inferiori al rendimento del mercato. Da te mi sarei aspettato, ogni anno, un dividendo superiore a quel livello che io giudico essere il minimo accettabile. Quindi non hai la mia approvazione.

Ecco, quell’amministratore si misurava in valore assoluto. L’azionista lo misurava in valore relativo.

Lo stesso doppio metodo di esposizione e di valutazione dei dati viene (purtroppo) applicato quando viene “reclamizzato” che a valere sul bilancio delle Stato, tot milioni di euro sono destinati a …; tot milioni a ….; tot milioni … a   ; senza sottolineare che tot miliardi di euro sono destinati a … Ovvero, senza valutare una parte (espressa in milioni) rispetto ad un’altra parte  (espressa in miliardi)

Lo Stato. Ognuno di noi ne è “azionista”, ovvero proprietario. Lo Stato è un bene pubblico, ovvero di tutti. Mi si potrà obiettare che semmai si può parlare del patrimonio dello Stato ma che lo Stato è un Ente astratto, etc. … che semmai noi siamo la nazione, etc…. D’accordo. Non è questa la sede per fare filosofia politica o diritto costituzionale o sociologia politica. L’importante e capirsi e capire. Capire innanzi tutto il bilancio dello Stato, cioè di quella “cosa” della quale si sta parlando e che non esiste se non esiste la nazione, ovvero la somma di tutti noi cittadini.

La nazione … già, peccato che in qualche post fa risulti una osservazione di Riccardo Petrella: “La nazione ha ucciso il popolo”: infatti la nazione è solo una stretta elite di persone, quelle che ne gestiscono il bilancio. Troppo riduttivo il concetto? Evvabbè, voglio accontentarvi, allargo i confini del ragionamento: la nazione è quell’insieme di persone che sono in grado di comprendere il bilancio dello Stato. Ma sempre troppo poche sono …

 

 

 

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FOTOPOST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2017 @ 1:33 pm

Detto altrimenti: trabucco o trabocco ….       (post 2906)

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Le palificazioni  a sostegno

 

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Reti a caccia di stelle

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Estate. Passeggiavo, una sera, lungo un molo a S. Vito Chietino (Chieti, Abruzzo). In tasca, la mia solita macchina fotografica: il telefonino. Due foto così, alla come viene viene … per pubblicarle qui sul post le ho un po’ schiarite, ho regalato loro un po’ di luce in più … Il trabucco è una costruzione in legno, una sorta di palafitta sul mare, dalla quale si calano in acqua grandi reti per la pesca del pese. Quando vengono tirate in secco, la notte, quelle reti pescano … le stelle!

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IL BREVETTO DEL VIVENTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2017 @ 11:11 am

Detto altrimenti: il brevetto su semi che generano piante alimentari, ad esempio …   (post 2905)

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Il problema del brevetto del vivente è complesso. In questa sede mi limito ad un accenno di un aspetto, il brevetto del seme di una pianta alimentare. Infatti – purtroppo –  si può brevettare questo tipo di seme. Lo ha fatto la Monsanto che cita in giudizio i “ladri” dei suoi semi brevettati. Anche qui da noi, in Trentino, vi sono alcune specie di frutta brevettate: se le vuoi produrre, devi dichiarare quante piante hai, per quante stagioni le fai fruttare e pagare un tot. Se superi, sei un ladro. In questi giorni il problema – fra i tanti altri anche maggiori – è stato risollevato da Riccardo Petrella in occasione della presentazione del suo libro “Nel nome dell’umanità” (v. qualche post fa). Io stesso …

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bty…  sentite il caso avvenuto di fresco, /a me che, girellando una mattina, / capito nel mercato un po’ lontano / quel contadino, / là, fuori di mano … io stesso … dicevo, questa mattina ero al mercato contadino di Via Filzi a Trento, quello a km zero. Già altre volte avevo scambiato qualche parola sull’argomento con un giovanotto addetto alla vendita in un banchetto di frutta e verdura. Oggi sono tornato alla carica: gli ho lasciato un mio biglietto da visita da blogger, l’ho invitato a leggere il libro di Petrella. Lui mi conferma: “Producevano kiwi gialli, brevettati: scaduto il termine, non abbiamo rinnovato il contratto di utilizzo del brevetto e abbiamo rimosso le piante”. Lo stesso vale per alcune qualità di mele. Lo sapevate? Riccardo Petrella, nel suo libro citato, difende un concetto, quello dei beni comuni mondiali, i quali devono essere di libero accesso per chiunque: l’acqua, i semi, la conoscenza.

E voi, che ne pensate?

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