MILLE ANNI DOPO, o poco più …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2017 @ 9:42 am

Detto altrimenti: post 2994? E se 2994 fosse un anno?                 (post 2994)

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images (1)I was born (io sono nato) 1050 anni fa, nel 1944, il 3 febbraio, acquario in pieno. Oltre mille anni fa … com’era diverso il mondo! Pensate … il pianeta era diviso fra tanti stati nazionali (già … si chiamavano così, “nazionali”) intenti ad armarsi per fare le guerre. E le facevano spinti da due motivi: avidità di tutto e paura dell’avidità altrui. Le guerre … e dire che avevano libri nei quali si raccontavano gli esiti nefasti delle guerre precedenti, da quella del Peloponneso (circa 3500 anni fa!) alla loro seconda guerra mondiale (circa 1000 anni fa). E invece no, fecero la terza che combatterono con armi diverse da quelle tradizionali. Cosa? Pensate che abbiano utilizzato l’arma nucleare? No, amici … siete fuori strada … utilizzarono le “MW- Multinational Wapons”, le “Armi Multinazionali”, cioè delle società finanziarie e operative che acquisivano la proprietà di quelli che oggi sono beni comuni collettivi mondiali di proprietà di ogni abitante del pianeta, ovvero: l’acqua, l’aria, i semi, le foreste, l’energia solare, la conoscenza, la scienza. Dopo di che istituirono la “Governance” una sorta di governo mondiale ombra che di fatto comandava sui governi dei singoli stati.

Un esempio? Pensate che le multinazionali delle armi leggere e pesanti in USA inducevano il governo USA a mantenere libera alla popolazione la vendita delle armi leggere (anche da guerra!) e i governi occidentali a comperare i costosissimi cacciabombardieri F35!

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imagesMa … direte voi … come si è poi usciti da questa situazione? Be’ ragazzi, si vede che non avete studiato la storia … vi devo rimandare a settembre! Andò così: un gruppo di stati, quelli che avevano rappresentato la cultura occidentale più antica, i quali insieme formavano quello che allora si chiamava il Continente Europa, decise di porre fine al potere della Governance.

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           Le strisce! Mettiamole le strisce!

A tal fine si costituirono negli SUE-Stati Uniti d’Europa, dichiararono fuori legge quell’entità e – nel fare questo – misero automaticamente fuori gioco anche le altre Entità similari con sede nell’altro continente occidentale, le Americhe, le quali furono costrette ad assumere analoga decisione: insieme, i due continenti posero l’embargo alle merci delle MW orientali. Al che le MW orientali, le quali si erano specializzate a produrre moltissimo di tutto e a vendere i loro prodotti all’Occidente, chiusero i battenti per mancanza di clientela e aderirono al NSM-Nuovo Sistema Mondiale. E fu così che si tornò al sistema dei Governi, anzi pian piano si creò un Sistema di Governo Planetario, quello che abbiamo oggi. Ma ci sono voluti oltre 1000 anni!

Cosa? Vi chiedete come ho fatto a vivere così a lungo per essere testimone di tutto ciò? Evvabbè … ve lo dico … anzi, no, ve lo dirò se continuerete a leggere e commentare i miei post. Ecco, sì, ho deciso: ve lo dirò in un prossimo post. In quale? Eh no, belli miei … troppo facile! Voi continuate a leggere, leggere, leggere … e la vostra costanza un bel giorno sarà premiata! See you later …

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QUINTO EVENTO DELL’ASSOCIAZIONE RESTART TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2017 @ 6:18 pm

Detto altrimenti: “E se Mentana avesse ragione?”      (post 2943)

IMG-20171125-WA0000.

Un invito. Già, perché il vostro blogger è anche impegnato quale Presidente nell’Associazione Restart Trentino e sarà lieto di introdurre il quinto evento dell’Associazione che sarà condotto da Donatella Conzatti. Ed allora, dai … ci vediamo martedì 5 dicembre 2017 ad ore 18,30 al Teatro Sociale di Trento in Via Oss Mazurana.

Perche’ abbiamo scelto questo argomento?

Perché’ il Direttore di La7 Enrico Mentana ha lanciato alcune sollecitazioni alle Autonomie speciali e il Vice Direttore del Trentino Paolo Mantovan, che lo ha intervistato, ne racconterà la portata.

Di cosa discuteremo?

Ascolteremo tratti dell’intervista e con i relatori presenti approfondiremo le reali e attuali caratteristiche giuridiche, economiche, finanziarie, sociali, storiche dell’Autonomia oggi. Non solo della nostra Autonomia ma anche delle altre Autonomie del Nord.

Con chi discuteremo?

Abbiamo coinvolto relatori d’eccezione: il Costituzionalista dell’UNITN Matteo Cosulich, anche membro della Consulta per il Terzo Statuto d’Autonomia; l’economista dell’UNITN Gianfranco Cerea, autore della metodologia del residuo fiscale; il filosofo e giornalista Piergiorgio Cattani; l’imprenditore Alfredo Maglione Presidente della sezione servizi innovativi e tecnologici di Confindustria Trento e Alessandro Colautti Consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia.

Quali sono i nostri obiettivi?

La sfida sarà quella di immaginare assieme l’Autonomia di domani, in termini di cornice giuridica e in termini di “dipinto” sociale, antropologico, economico e istituzionale. L’obiettivo è quindi capire come diventare originali nell’interpretare una nuova epoca. In questo senso Donatella Conzatti dialogherà con il Presidente della PAT, Ugo Rossi e con gli ospiti relatori.

IMG_0507Amici, vi spettiamo numerosi e tempestivi (fino ad esaurimento posti!) e nel frattempo un caro saluto da me, dalla conduttrice Donatella Conzatti, da Maria Teresa Lanzinger, Roberto Sani, Lucia Silli e da tutto il Direttivo Restart.

P.S.: ecco i precedenti Eventi Restart 2017: Febbraio: “Coltiviamo pensiero, generiamo futuro” – Marzo: “Evento Parigenere” – Maggio: “Lavorare il lavoro” – Ottobre: “Up & Down” (genitori di fronte alla sindrome).

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UN FOGLIO IN MANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2017 @ 2:25 pm

Detto altrimenti: basta averne uno ….          (post 2942)

downloadSe lo si vuole, per certi aspetti, questo post è un po’ la prosecuzione del post precedente: “Sa, dottore – ha continuato quel giovane che citavo in quel mio pezzo  – appena entrato in azienda un collega più anziano mi ha detto: se vuoi che pensino che stai lavorando, quando ti muovi per i corridoi fai in modo di avere in mano un foglio … ” Sarà stato un caso, ma anche Silvio Berlusconi. – un impiegato che  vuole fare  carriera – l’altra sera, da Fazio, a Che tempo che fa, si è presentato con un foglio in mano.

downloadPer certi aspetti … scrivevo poco sopra … be’ … e per cert’altri aspetti il foglio in mano si collega alla “giacca civetta” del rag. Fantozzi. Ricordare? L’impiegato arriva alla sua scrivania con due giacche: una la indossa, l’altra la lascia appesa alla spalliera della sua sedia e se ne esce dall’ufficio per fare le sue commissioni personali. “Dov’è il ragionier Fantozzi?” “Mah … dev’essere qui in giro … lì c’è la sua giacca …”: FOGLIO E GHIACCHETTO IMPIEGATO PERFETTO”

L’immagine qui a fianco? Dai … mi è scappata … era troppa la gola che mi faceva adattarne il motto alla funzione impiegatizia! E poi attrae, dai che attrae … e così – incuriositi – vi trattenete di più a leggere i contenuti delle mie sudate carte elettroniche … E’ un po’ come quando un venditore di … chessò … scarpe, espone in vetrina uno splendido modellino di antico veliero che proprio con le scarpe non c’azzeccha nulla. Ma voi … voi vi fermate, ammirate il veliero e poi … poi guardate anche le scarpe esposte. O no?

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LA SOLITUDINE DEI NUMERI … TROPPI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2017 @ 8:33 am

 

Detto altrimenti: dai che questo titolo v’intriga!       (post 2941)

downloadPremessa: trovate che io in questi giorni stia scrivendo molto? Sfido io, sono fuori sede, a Bologna, a fare il nonno e quando la neo nipotina Bianca (oggi è il suo primo complemese!) dorme … riempio gli spazi vuoti, visto che  vivo computer al seguito! “La solitudine dei numeri primi”? Un bellissimo romanzo di Paolo Giordano … ma a me interessavano “i numeri” ed allora mi ci sono rifatto solo per questo termine, eppoi (eppoi) sono certo che il titolo è incuriosente …

L’altro giorno a Trento parlavo con un giovane impiegato di concetto di un’azienda locale, neo promosso dal 5° al 6° livello (che poi si arriva all’8°! N. d. r.), che nel tempo libero arrotonda e  … aggiusta lavatrici! Mi ha detto: “Dottore  lei che è stato manager, lo sa perché c’è una suddivisione così articolata dei nostri livelli impiegatizi? Perchè, ci devono poter motivare continuamente ed allora anche se la differenza retributiva fra il livello minimo e quello massimo è veramente poca cosa, basta che la suddividano in tanti gradini ed il gioco è fatto”. Ah, ho capito … (comunque il CCNL non l’ho fatto io …!).

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download (1)Ritorniamo al post precedente, per scrivere il quale io stesso sono andato a vedermi in internet i diversi gradi dell’Arma dei Carabinieri: una proliferazione notevole, così possiamo accontentare tutti: d’altra parte anch’o quando ero dirigente alla Stet (Capo della Finanza Italia), il mio capo era un Direttore Centrale (anche se fra me e lui nella scaletta c’erano due gradi: Vice Direttore e Condirettore centrale) che però lui aveva come capo ciaveva (ciaveva) un Direttore Centrale Superiore  che sopra ciaveva un Vice Direttore Generale (o più d’uno), che sopra ciaveva un Condirettore Generale (o più d’uno) che sopra ciaveva  Direttore Generale (o più d’uno), che però io e il mio capo riferivamo anche direttamente al Presidente Amministratore Delegato Carlo Cerutti. Ma allora … perchè?

E il Gen.le CC Gallitelli, evocato da Silvio Berlusconi come possibile primo ministro, che generale è? Sicuramente un Top … anzi il Top Generale … Comunque a me non mi (a me non mi) andrebbe bene perché troppo “monoculturale” da una vita. Mi scusi, Signor Generale … Intendiamoci: mica sono “contro” l’Arma, io figlio di un CC, io che alcuni post fa lamentavo che la finanziaria 2018 riduca il vostro budget di spesa!

download (2)Ma c’è un altro, diverso motivo che induce alla proliferazione dei numeri: quello che “prolifica” il numero dei componenti di una assemblea. Se i componenti sono tanti, anzi tantissimi, la maggior parte è solo massa inerte manovrabile e a gestire il tutto è una oligarchia intelligente che naviga con esperienza fra le mille banalità espresse dalla massa. Infatti, se i componenti sono tanti, se poi alle riunioni partecipano in pochi, quei pochi fanno votare a maggioranza (dei pochi) decisioni che poi si vendono come espressione della maggioranza dei molti. Ed il gioco è fatto.

Concludo: non sarebbe meglio semplificare questi sistemi dei numeri … troppi?

 

 

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SESSANTA POST ALL’ALBA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2017 @ 7:54 am

Detto altrimenti: all’alba dei tremila!               (post 2940)

50px-Carabinieri-OW-5.svgUna volta era obbligatorio. Il servizio di leva. In casa mia: “Ti laurei, fa” il militare, ti sposi …” Tutto secondo i canoni. I corsi di laurea erano in numero molto inferiore a quello di adesso: lauree classiche suddivise fra materie letterarie e materie scientifiche. Per due “statali” come i miei genitori (maresciallo maggiore dei CC, oggi sarebbe “Luogotenente”; insegnante) per i figli il massimo era il traguardo di ingegnere, medico, avvocato. E i miei ce la fecero: un ingegnere, un medico e un … manager, io (evvabbè …). Ma questa è un’altra storia. E allora restiamo in tema: il servizio militare. Naturalmente sottotenenti di complemento, i primi due figli. Mio fratellino no, il terzo figlio era esonerato.

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Cappello di una “matricola”, una “burba”, alias “capela”: penna diritta

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I “najoni”, i soldati (per me gli alpini) contavano i giorni al congedo: quanti all’alba? Tot io … tot tu. Ed ecco l’espressione di cui al titolo del post. 60 post all’alba dei tremila. Sei anni fa … quasi … dal 6 dicembre 2011 scadrebbero il 6 dicembre 2017 e per quella data mica ce la faccio io a raggiungere formalmente quota tremila.

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Cappello del congedante, penna “stanca” …

Però … mi sono detto, senti un po’: intanto i tuoi post sono molto lunghi, quindi, sostanzialmente puoi farti questo “abbuono”. Poi potresti anche fare slittare la scadenza all’anno intero, ovvero al 31 dicembre. Infine potresti “trassare” – trassare, che in dialetto del Piemonte dove ho fatto il Sergente Allievo Ufficiale di Complemento e dove poi ho lavorato cinque anni – significa truffare e cioè alla fine, in zona Cesarini, regalarti un “post jolly” che valga quel tanto da saldare il conto.

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Si, vabbè … è lunga ma c’è chi la fa con il trenino …

Ma insomma, mica si scrive per il “numero” vero? Certo, si scrive per i contenuti e quelli i contenuti (quelli i contenuti, simpatica espressione napoletana) non mancano certo. Un esempio? Questa mattina mi sono detto: che gli racconto alle mie lettrici e ai miei lettori? L’idea ce l’avevo, quella dei “numeri eccessivi” dei componenti di una assemblea, dei gradini di una carriera, di ogni altra “scaletta di percorso” sia essa impiegatizia, parlamentare, di partito o d’altro. Ecco, ecco qui il tema del prossimo post, e così già questa mattina sono due”

Al prossimo post, dunque!

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BICI O AUTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2017 @ 4:01 pm

Detto altrimenti: auto o bici?   (post 2939)

download (2)Il mondo era delle auto. Era e fra poco lo sarà sempre di meno … almeno nelle città. Aumentano le biciclette, in tutta Europa (tralascio Cina, India e USA, mi basta occuparmi degli affari nostri …). Con l’avvento delle biciclette a pedalata assistita poi … è un vero e proprio boom. E allora, che fare? Il mondo delle auto reclama la primogenitura e accetta benevolmente che il traffico ciclistico sia governato “per differenza”. Ovvero …

… ovvero a noi automobilisti la precedenza, tutto è permesso, salvo le eccezioni (ovvero le regole fatte apposta per i ciclisti). Volete mettere quanto siano pericolose le biciclette sui marciapiedi? E quelle che pretenderebbero il doppio senso di marcia solo per loro, quando invece alle auto non è ammesso? E l’eccesso di velocità dei ciclisti sulle piste ciclabili! Ma dai … cose fuori dal mondo! Cosa? Che dici? Che noi automobilisti superiamo quasi sempre i limiti di velocità? Che non rispettiamo quasi mai la distanza di sicurezza? Ma … guarda quello davanti a me, sta procedendo a 40km all’ora, una lumaca! Cosa? C’è il limite di 30? Vabbè, ma mica si può … sai come gli direbbero a Roma ? “Ahò … quello è morto e ancora nun je lo ha detto nessuno!” Dai … eppoi se io rispetto la distanza di sicurezza vi sono altri che si infilano fra me e l’auto che mi precede, mica posso tolleralo, mica posso!

download (1)Ecco, scherzavo … l’avrete capita dai … non fate quella faccia arrabbiata … il fatto è che occorrerebbe ripartire da zero (zero base budget, dicono in USA), a bocce ferme … occorrerebbe riscrivere il Codice della Strada rispettando la par condicio di tutti i suoi utenti … anzi, nelle città iniziare così: “La circolazione primaria è quella dei pedoni e delle biciclette. Queste le regole … Poi vi sono anche le automobili, che per potersi inserire nel traffico ciclistico e pedonale devono attenersi alle seguenti regole …” Utopia la mia? Certo! Però attenti gente! L’utopia non è un traguardo irraggiungibile, bensì un traguardo semplicemente non ancora raggiunto. Non ancora …

E smettiamola di chiamarli velocipedi, nel codice della strada!

 

 

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INFORMATION POST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2017 @ 3:28 pm

Detto altrimenti: ci imbrogliano ugualmente, ma almeno sappiamo come!   (post 2938)

Da Cima Paganella - I Laghi di Cavedine e di Garda

Da cima Paganella verso il Garda: la foto non c’entra per nulla,  l’ho messa solo per incuriosirvi, per attrarre l’attenzione, ora che si comincia a sciare …

Esiste un software che in una frazione di secondo esamina l’andamento dei mercati, della politica mondiale, del clima, delle guerre … insomma, di tutte le variabili che influiscono sul prezzo delle azioni e di titoli di debito-credito e quindi decide acquisti e vendite di masse enormi di azioni e dì titoli, movimentando in frazioni di secondo miliardi e miliardi di denaro. Questo software si chiama TFAF – Trade Facilitation Agreement Facility e in USA gestisce già il 70% di tutte le transazioni finanziarie. Chi lo sa utilizzare, guadagna. Gli altri no. Questo algoritmo è uno degli strumenti che la governance del mondo utilizza per governare più dei governi. Ora, indipendentemente da ogni giudizio tecnico e/o morale sull’algoritmo, qual è il significato di tutto ciò? Semplice: che la finanza non è più uno strumento per la conduzione delle aziende (e – perché no? – anche delle famiglie) ma uno strumento di speculazione economica, utilizzato per fare utili a prescindere dall’andamento dell’economia reale.

download (2)AMARCORD, mi ricordo … ieri le banche, bene; oggi le male banche … che delusione! Da giovane (anni ’70) ero a capo della finanza operativa Italia della più grande finanziaria italiana, la Stet di Torino (Società Finanziaria Telefonica per Azioni SpA). Erano anni “duri”: stretta creditizia, costi del denaro alle stelle, rendimenti dei titoli del debito pubblico ancora superiori, stretta valutaria e per di più, per il nostro gruppo, tariffe della maggiore concessionaria la SIP, bloccate! Le banche ci hanno assistito, chi più e chi meno … fra quelle con il segno “più” una banca di Milano, ricordo … il suo Vice Direttore Generale, ragionier R … quante operazioni insieme … una delle banche migliori. E poi, decenni dopo, apprendere che il suo presidente era finito in galera per finanziamenti illecito al re delle slot machine! Che delusione! E molte altre ancora che invece di “fare banca” (raccogliere risparmio e concedere prestiti) si sono messe a “fare finanza” ovvero a comperare e far comprare titoli anche “pericolosi”: utili nel brevissimo termine, forti perdite nel medio/lungo periodo! Ma sempre, grossi premi al top management bancario (!?).

Ma poi, che fine fanno le banche? Loro nessuna perché too big to fail, troppo rilevanti per essere lasciate fallire …  Ma  chi paga? Paga il contribuente che paga le tasse allo stato che ripiana le banche direttamente o che paga l’UE che ripiana le banche che a pagare sono anche io che la cosa mi dà un po’ fastidio  che io però che ci posso fare?

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NO ALLE ARMI NUCLEARI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2017 @ 7:53 am

Detto altrimenti: strumento prima di ricatto, poi di distruzione non” di massa”, bensì’ “di tutto” (post 2937)

 In questi giorni tre convegni (fra i tanti): uno, sul futuro dell’umanità (“Nel nome dell’umanità”, di Riccardo Petrella); un secondo sul rapporto fra scienza e Fede (Giovanni Straffelini); il terzo (Fabio Pipinato) contro le armi nucleari.

 1 – downloadDal primo ho imparato

  • che la prima industria mondiale è quella delle comunicazioni, seconda e terza a pari merito: medicine e armi (“Le armi fanno PIL”);
  • la necessità di promuovere il riconoscimento giuridico dei beni comuni pubblici mondiali, quali l’acqua, le sementi, l’aria, l’energia solare, la conoscenza, le foreste, la salute;
  • la riaffermazione del predominio dei governi sulla governance della finanza algoritmica;
  • l’affiancamento della mondializzazione istituzionalizzata dei poteri politici pubblici democratici alla globalizzazione forzata dei mercati.

 

 

Uno-e-Trino_large.

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2- Quanto al secondo, se qualcuno riuscisse a dimostrare scientificamente la ragione ultima (ultima) del perché la forza di gravità “tira” verso il basso, avrebbe dimostrato la non-esistenza di Dio (ma non ce la potrà mai fare!).

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 3 – E il terzo? Be’ … sul terzo non sono del tutto d’accordo, perché io a quel “No alle armi nucleari” toglierei quell’ultima parola (“nucleari”). Perché? Chiedi tutto, poi forse otterrai qualcosa … saggezza popolare, che volete mai? Sta di fatto che nell’ultimo anno l’Italia ha destinato circa 60 milioni di euro nell’intero anno alla difesa idrogeologica del territorio e 60 milioni al giorno agli armamenti: ma si può? E poi … dicevo … strumento di ricatto, di pressione? Già, perché i primi due della classe (USA e Russia) posseggono una quantità di bombe nucleari semplicemente plurimultipla di quella sufficiente a distruggere il pianeta. E allora … perché?

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            Diversi … molto diversi!

Papa Francesco è stato il primo Capo di Stato a sottoscrivere e a ratificare il Trattato contro le armi nucleari ed ha organizzato in Vaticano un importante Simposio con molti premi Nobel per la Pace.  La delegazione parlamentare trentina, a parte un parlamentare, ha seguito l’ “invito” della NATO anziché all’esempio di Papa Francesco.  E lo stesso giorno, un parlamentare trentino che ha votato contro il Trattato ha auspicato una formazione politica che si ispirasse all’umanesimo comunitario di Papa Francesco.

Quesito per le mie lettrici e di miei lettori: chi è il parlamentare trentino double face? Se proprio non riuscite a indovinare, scrivetemi all’indirizzo riccardo.lucatti@hotmail.it che vi darò alcuni indizi … 

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DEVE INTERVENIRE LA LEGGE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2017 @ 3:19 pm

Detto altrimenti: ma ciascuno di noi, nel frattempo, che fa ?                 (post 2936)

Tempo fa. Leggevo un giallo di un autore svedese. In un passaggio del racconto, il protagonista deve recarsi con estrema urgenza in una certa località. Guida veloce, ben oltre i limiti consentiti in quella strada e l’autore gli fa dire: ”Speriamo che nessun automobilista mi segnali alla polizia stradale …” Ecco, mio sono detto, in Svezia ogni automobilista si sente autorizzato – anzi in dovere – di far rispettare la legge e – evidentemente – la sua denunzia viene presa sul serio dalla Polizia.

E qui da noi? “Ma che te frega … fatti i fatti tuoi … Ecchè, sei forse un poliziotto? Deve intervenire la legge, lascia che intervenga la legge e la polizia.” Dice … è un fatto di cultura … Si, dico, ho capito, ma quand’è che è avvenuto il sorpasso (non automobilistico)? Cioè, quand’è e come è che noi, dominatori culturali del mondo (romano e anche medievale) siamo stati sorpassat e siamo passati dalle stelle alle stalle?

imagesNel frattempo, una proposta banale: che le case automobilistiche – di concerto con la Polizia Stradale – dotino le automobili di un particolare accessorio, ovvero di macchine cinepresa omologate che possano registrare i casi più clamorosi di violazione delle norme stradali: una per tutte, la mancanza del rispetto della distanza di sicurezza da parte di di quegli automobilastri che quasi ti “spingono” incollandosi ad un metro o due di distanza dalla tua vettura.

Utopia la mia? Certo, ovvero un traguardo semplicemente non ancora raggiunto!

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UNA CAVALLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2017 @ 10:14 am

Detto altrimenti: che fanno le cavallette in inverno?       (post 2935)

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Lei, venti giorni e qualche post fa … lei  la trovai semi intirizzita ed immobile fra le foglie e i fiori dei vasi del mio balcone.

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Ieri la cavalletta era attaccata allo stipite di legno della vicina porta finestra, probabilmente nella ricerca di un po’ di calore in più. Dopo un’ennesima notte al freddo (lei!) mi sono chiesto perché non fare qualcosa, perché non darle una mano. Ed allora l’ho fatta scivolare dolcemente dento un piccolo cestino e l’ho portata in casa. Alcune foglioline di insalata, un po’ di acqua, un pezzettino di pera sono a sua disposizione. Dopo solo un’ora non era più immobile. Mi riservo di dirvi come va fra qualche ora e fra qualche giorno. Auguri, cavalletta fuori stagione!

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