POLITICA LOCALE, NAZIONALE, MONDIALE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2017 @ 4:27 pm

Detto altrimenti: una naturale interconnessione         (post 2954)

“Politica”, un aggettivo sostantivato dal greco antico: teknè politika, la tecnica del governo della polis … Ed allora parliamo di una materia tecnica.

download (1)Ricordate? Per averlo vissuto (i meno giovani) o per avere letto (i più giovani): “Qui non si fa politica, si lavora” (o qualcosa di equivalente)? E anche oggi … ah, la politica … meglio starne lontani … Ecco il guaio: che spesso non si sa di cosa si parla. Infatti il più delle volte ci si riferisce alle trame dei singoli politici (di mestiere) e/o dei partiti, e si perde di vista la portata reale del termine: la tecnica di governo.

FullSizeRender (1)Recentemente un professore universitario durante un convegno sull’Autonomia Speciale del Trentino qui a Trento organizzato da Restart Trentino e condotto da Donatella Conzatti con la partecipazione del Presidente della provincia, Ugo Rossi, ebbe a lamentare che “in ogni settore ci si deve specializzare, nel giornalismo no: i giornalisti sono sempre dei tuttologhi”. Ecco, rispetto a questa affermazione non prendo posizione: piuttosto la utilizzo per i politici, i quali invece – mi auguro – possiedano tutti la necessaria teknè. Ma basta … veniamo al titolo del presente post.

downloadNel suo bel libro “Nel nome dell’umanità” (Il Margine, ottobre 2017), alle pagine 41 e 42 Riccardo Petrella scrive:

“La forza la grandezza dell’umanità da costruire si basano sulle pluralità e sulle differenze che hanno fatto dell’umanità una realtà in continua evoluzione. La sfida dell’umanità è una sfida di senso, di memoria, di orizzonti nuovi, di capacità utopica. E’ una sfida d’infinito e d’identità plurali. L’audacia mondiale non significa solamente soluzioni mondiali, istituzioni e poteri mondiali, programmi mondiali. Altrettanto fondamentali e necessarie sono la promozione e la pratica delle specificità e delle autonomie delle diversità dei vari spazi e luoghi di vita”.

Le ultime due righe in corsivo. Ecco di che voglio parlare per richiamare che anche per i governanti locali occorra una teknè politka, ovvero una capacità tecnica di governare localmente, senza il timore di non fare abbastanza sul piano nazionale et ultra, proprio perché il buon governo locale (e da qui in poi sono parole mie) è il pilone di cemento armato a partire dal quale si costruiscono le successive gettate per la realizzazione del ponte che ci colleghi ad una sponda migliore: il nostro futuro. Questa mia vuol essere una riflessione sulla rivalutazione dei partiti politici locali.

Da parte della politica locale sbilanciarsi troppo verso gli andamenti nazionali (e mondiali) è fare un po’ come quel marito che diceva: “Con mia moglie abbiamo fatto un patto: io decido le cose importanti, lei le questioni minori”. E a chi gli chiedeva di spiegarsi meglio, rispondeva: “Io decido se gli americani hanno fatto bene ad eleggere Trump; se la GB ha sbagliato a uscire dall’UE; se la capitale di Israele deve essere Tel Aviv o Gerusalemme …. Mia moglie decide dove andare in vacanza, quale auto acquistare, in quale scuola iscrivere i figli, se far venire sua mamma ad abitare con noi …”

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Ma … a me cui piace fare le connessioni, i collegamenti, non basta: lasciatemi citare il filosofo Friedrich Nietzsche, quello di “Così parlò Zarathtustra”, quello che a scuola ci dicevano essere il filosofo del “superuomo” e che bastava così e che noi prendevamo la sufficienza. E invece … invece quel tale diceva anche ben altro. Ad esempio, parlando della religione (ma il ragionamento vale anche per la politica. Io comunque cito a memoria, sia pure virgolettando): “Diffidate di chi vi distrae riempendovi la testa dei temi dell’aldilà, di chi vola alto con i suoi ragionamenti,  mentre vi imbroglia sui temi dell’aldiquà“  (Dr. Nietzsche, La prego, mi scusi per l’imprecisione della citazione, ma sa, io sono un semplice blogger … sia comprensivo … ci conto, grazie).

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IL SENSO IMMANENTE DELL’AUTONOMIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Dicembre, 2017 @ 12:04 pm

Detto altrimenti: l’Autonomia ha anche un senso anche immanente?     (post 2853)

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FullSizeRender (1)E’ di questo giorni – in un convegno organizzato da Restart Trentino e condotto da Donatella Conzatti  con la partecipazione del Presidente della Provincia Ugo Rossi,  la Risposta Trentina Ragionata e Documentata ad un attacco molto, molto superficiale alla nostra Autonomia Speciale portato dal giornalista Mentana. L’episodio mi ha fornito lo spunto per una riflessione che mi permetto si sottoporre all’attenzione delle mie Lettrici e dei miei Lettori.

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.Di ogni azione, di ogni situazione ci si chiede: che senso ha? Ed allora chiediamocelo anche dell’Autonomia: che senso ha l’Autonomia? Sicuramente essa ha un senso trascendente che si identifica nei suoi risultati raggiunti in termini economici, finanziari, ma soprattutto nel livello della qualità e durata della vita rispetto al Trentino ante Autonomia Speciale; rispetto alle altre Regioni a Statuto Speciale e rispetto alle Regioni a Statuto Ordinario.

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A questo punto la domanda si amplia: l’Autonomia ha anche un senso immanente? Ovvero, giorno per giorno, nel momento in cui io “vivo l’Autonomia”, sono autonomo? E soprattutto, il mio pensiero e la sua espressione sono autonomi? Oppure sono condizionati nel loro formarsi e – quand’anche abbiano superato indenni il momento del “parto” (ad esempio, il momento dell’espressione del voto politico) – strada facendo  i loro contenuti vengono travisati, modificati, azzerati da micidiali catene di trasmissione (modificata)  di un originario pensiero liberamente, democraticamente e autonomamente espresso? Se malauguratamente si verificasse questa seconda ipotesi, il mio pensiero non sarebbe di fatto libero ed autonomo e libera ed autonoma non sarebbe nemmeno la società dei tanti pensieri simili dai quali essa fosse costituita.

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Lavoro senza senso immanente

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Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Tizio lavora, il suo è solo un utilizzo strumentale che lo umilia: quel lavoro per lui non ha alcun senso immanente. Tuttavia esso ha per lui un senso trascendente, perché a fine mese egli percepisce lo stipendio che gli consente di mantenere la famiglia.  Caio è un collega di Tizio, lavora nell’ufficio accanto, svolge mansioni motivanti: per lui il lavoro ha innanzi tutto un senso immanente, al punto che vorrebbe continuare e farlo anche se – per ragioni dell’economia complessiva del suo datore di lavoro – gli riducessero lo stipendio. Poi quel lavoro per Caio ha ovviamente anche un senso trascendente (lo stipendio a fine mese).

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download (1)Torniamo all’Autonomia: sicuramente essa ha un senso trascendente (come ho detto sopra: i suoi risultati). Ma domandiamoci se essa per ognuno di noi ha anche – come deve avere – un senso immanente: ovvero il mio pensiero e la sua espressione sono realmente liberi e quindi autonomi nel senso (scusate il gioco di parole) sopra indicato? In caso contrario, ove mancasse il senso immanente, si ricadrebbe nella  descrizione dantesca: “Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l’altre stanno / timidette atterrando l’occhio e ‘l muso; / e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,  / addossandosi a lei, s’ella s’arresta,  / semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno; …”  (Purg. III, vv. 79-84)

P.S.: un giornalista, interpretando questo contributo al convegno citato, ha scritto “senso imminente” … ma è certo un errore di sbaglio del correttore automatico del suo computer!

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QUINTO EVENTO RESTART

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Dicembre, 2017 @ 8:00 pm

 Detto altrimenti: Restart Trentino, un’Associazione. Evento del 5 dicembre 2017 sull’Autonomia., al Teatro Sociale di Trento. Questa l’introduzione del vostro blogger che di Restart è il presidente           (post 2952)

Inizia

IMG-20171125-WA0000Buonasera, sono Riccardo Lucatti, chiamato un anno fa alla prima Presidenza di Restart dalla sua ideatrice e animatrice, Donatella Conzatti, che sarà la conduttrice dell’Evento. Saluto e ringrazio tutti voi per essere qui a dare un senso concreto alla nostra iniziativa. In particolare saluto e ringrazio gli ospiti relatori e il Presidente della Giunta Provinciale Ugo Rossi.

Restart è ripartenza, ovvero l’invito per tutti di ripartire a pensare in modo originario, libero ed autonomo rispetto ad ogni condizionamento ed ha già ricevuto molte adesioni. Altre confidiamo che ci saranno dopo questo nostro Quinto Evento. Infatti, già nel suo primo anno di vita, Restart ha realizzato i seguenti Eventi:

  1.  Febbraio, Coltiviamo pensiero, generiamo futuro.
  2. Marzo, Evento parigenere, coronato oggi dall’approvazione della LP sulla doppia parità di genere!
  3. Maggio, Lavorare il lavoro.
  4. Ottobre, Up & Down, sui problemi delle famiglie con bimbi diversamente abili.

Oggi si parlerà di Autonomia. Ma sapete quando è nata l’Autonomia? Ce lo dice Luigi Sardi che vedo qui in aula e che ringrazio anche per questa sua presenza, con il suo bel libro “1944-1945 dalla guerra all’Autonomia”: l’Autonomia è nata nel 1944, quando in ufficietto del Vaticano Alcide Degasperi mostrò al giovane ufficiale Edo Benedetti alcuni fogli, dicendo: “Ecco, questa è la cornice entro la quale vivranno tre culture: italiana, tedesca, ladina”.

Ma oggi, qual è l’’Autonomia per la quale noi di Restart ci battiamo? E’ quella delle idee più che quella dei soli numeri. E’ questo un passaggio fondamentale: lascio a voi riflettere sui questo concetto.

Si potrebbe obiettare che le soluzioni dell’Autonomia sono locali mentre il mondo sta affrontando sfide globali. Ebbene no, Riccardo Petrella nel suo bel libro “Nel nome dell’Umanità” recentemente presentato nella sala Rosa della Regione, invita ad adottare soluzioni audaci, anche localmente, quale contributo alle soluzioni del pianeta. Non c’è contrapposizione infatti fra le nostre istanze e quelle del pianeta. Altro spunto di riflessione per tutti.

Infine, che senso ha l’Autonomia? Un senso trascendente, ed è il primo che appare: sono i suoi risultati, quelli di cui tutti noi godiamo. Ma essa ha anche un senso immanente? Ovvero, giorno per giorno, mentre ognuno di noi la vive, si sente autonomo? Sente autonomo e libero il proprio pensiero? Sente che il suo contributo al governo del sistema, arriva a destinazione e viene attuato come è stato originariamente espresso, oppure invece strada facendo viene cambiato, tradendo di fatto la propria natura originaria ed autonoma?

Finisco qui. Vi ringrazio ancora per la vostra presenza e cedo la parola a Roberto Sani che ci illustrerà alcuni dati, auguro Buon Evento Restart, Buona Autonomia e BUON DOPPIO VOTO DI GENERE a tutte e a tutti!

Finisce

Riprendo l’intervento questa mattina, 6 dicembre 2017, un 6 dicembre che rappresenta il compimento del mio sesto anno di blogger. E sono felice di potere celebrare questa ricorrenza con “questo” post, con questa “zonta” (aggiunta) alla pubblicazione di ieri sera ore 20,00 (pubblicazione programmata, fatta dalla procedura mentre io stesso ero ancora presente all’Evento).

NO, MENTANA NON AVEVA RAGIONE 

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Donatella Conzatti, ispiratrice e anima di Restart

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Come è andata? Benissimo! Sala piena, 180 persone in media presenti durante le oltre due ore di acceso, ricchissimo e coinvolgente dibattito (oltre 200 contatti qui sul blog; centinaia in streaming e 14.500 contatti Facebook!)  I relatori, ottimamente condotti da Donatella Conzatti, persone di alto livello storico-politico-culturale-sociale e altre – di uguale livello – fra i presenti in aula le quali  hanno ringraziato per l’ “altissimo livello dell’Evento”. E’ emersa una certa distrazione dei Trentini rispetto alla consapevolezza di ciò che hanno realizzato negli ultimi 50 anni, ovvero di come il Trentino si è collocato rispetto alle altre regioni a statuto ordinario e a statuto speciale. Ciò che conta, è stato sottolineato, sono i “risultati dell’Autonomia”. Le chiacchere (di Mentana, “che i sud tirolesi vadano in Austria se non gli va bene)” …) stanno a zero.

Gli applausi dei giovani universitari agli attacchi dello show di Mentana? Il 70% degli studenti universitari a Trento non è composto da Trentini ma da studenti di altre regioni. Trento è la prima o fra le primissime università italiane, ha richieste di iscrizione in numero superiore a quelle di Ca’ Foscari di Venezia e della prestigiose facoltà milanesi e romane. E allora? Che vanno trovando, si direbbe in dialetto napoletano …

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Signor Mentana, prima di sparare a zero sulla nostra Autonomia, prima di parlare da tuttologo con tanti “a mio avviso …” occorre studiare e documentarsi, cosa che Lei ha dimostrato di non aver fatto. Inoltre occorre essere disponibili al dialogo e quindi sarebbe stato quanto meno corretto  rispondere alle (due) lettere di richiesta di confronto (del nostro Presidente Rossi) che Le sono state inviate dopo le Sue affermazioni contro l’Autonomia. Ma questa è un’altra storia, di educazione e di civiltà, oppure no … le Poste Italiane … si sa … certe volte …

L’Autonomia può essere concessa ma può anche essere revocata ad esempio a chi, con essa, raggiunge risultati inferiori a chi l’Autonomia non ce l’ha: “Se in una famiglia c’è una motocicletta, il padre la lascia guidare al figlio che ha dimostrato di saperla condurre con abilità e giudizio, non al figlio scapestrato, distratto, senza la patente di guida …”. Dire che la soluzione è “tutte le regioni devono essere uguali, tutte a statuto speciale” equivale – se non altro – a dire o che non serve lo Stato e/o che non serve la distinzione regionale.

IMG-20171206-WA0001Personalmente mi piace collegare la conclusione emersa (diversi è bello, è stimolante, è equo in quanto il migliore è esempio per gli altri) con un concetto che ho trovato nel libro “Nel nome dell’umanità” di Riccardo Petrella: il mondo ha problemi globali che hanno bisogno di soluzioni globali che sono possibili solo se si ha l’audacia (sic) di assumerle. Ma non basta. Occorre anche avere – allo stesso tempo – l’audacia di adottare soluzioni locali (da qui in poi le parole sono mie) le quali sono i primi pilastri di cemento armato da cui parte il ponte gettato sopra il mare dei problemi del pianeta, per raggiungere la sponda di un futuro mondiale migliore.

Personalmente credo che la strada sia l’ Euregio. A questo tema dedicherò un post Edizione Speciale.

Fra il pubblico Persone amiche, conoscenti che “non fanno politica” le quali mi hanno detto. “Ma se questo che fate è “politica” allora mi va bene”.

IMG_0507Noi di Restart … siamo un’Associazione culturale: ora, occuparsi dell’Autonomia non è forse cultura? Farla conoscere per quello che è non è forse divulgare conoscenza quindi cultura? Fare questa cultura, questo “occuparsi di noi stessi, della polis, della città e del territorio nei quali si vive” … è qualcosa di cui ci si debba schernire? No di certo. E la riunione di ieri sera, 5 dicembre 2017, lo ha dimostrato. Noi di Restart siamo una squadra affiatata (aperta alle vostre adesioni, coraggio! Joint us, unitevi a noi!) unita dal comune sentire. E ieri sera questo comune sentire si è allargato all’intera platea, si percepiva un in idem consensus, una convergenza verso un valore di fondo, una sorta di nuova heimat che il Presidente sud tirolese ci riconosce più di quanto non ce la si riconosca noi stessi. Un comune sentire che però non è stata cieca unanimità, bensì unanimità consapevole raggiunta da diverse strade: storica, costituzionale, economica, finanziaria.

Una caratteristica che molti hanno apprezzato e che mi hanno fatto notare: la concretezza, ovvero un “volare alto” diverso, ovvero un volare alto della concretezza, della comprensibilità delle enunciazioni, della utilità immediata degli interventi.

Un ulteriore risultato del nostro Evento? Il Presidente Rossi chi ha chiesto di organizzarne un altro simile. Lo faremo, nel gennaio prossimo.

Buon Restarting, buona ripartenza a tutte e a tutti!

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ETA’ MODERNA, POST MODERNA, NEO MODERNA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Dicembre, 2017 @ 7:50 am

Detto altrimenti: panta rhei, tutto scorre, diceva nel 535 a. C. quel tale filosofo di Efeso       (post 2951)

download“Eraclito, chi era costui?” Farebbe così dire oggi  il Manzoni a quel suo  Don Abbondio già alle prese con uno sconosciuto Carneade. Che sia il tempo a scorrere non ci piove: il presente non esiste. Infatti in ogni istante o è passato o è futuro. Poi noi uomini ci siamo detti “Diamoci un ordine, alcuni riferimenti temporali, così se non altro, quando assegniamo agli alunni i compiti della ripetizione di storia ci spieghiamo meglio: studiate fino all’età moderna … o dall’età moderna in poi …” etc.

E così abbiamo preso – ad esempio – il 1492, anno della scoperta dell’America – per far iniziare l’ Età Moderna. E poi? Poi … bè se non alto ex post per gli ultimi 40-50 anni abbiamo individuato un’altra Età, quella Post Moderna: diciamo … dal 1968 in avanti? Potrebbe essere? Che ne dite?

Prima osservazione: le durate delle Età sono passate da alcuni secoli (quella moderna) ad alcuni decenni (quella post moderna).

download (1)Dice … maccome, la post moderna è già finita? Be’ raga, non possiamo negare che oggi le cose stiano ancora cambiando, in meglio e in peggio. In meglio perché pare – pare – che ci sia un ritorno alla valorizzazione di ogni singolo individuo e ai valori nel senso che – individuo e valori – sono di nuovo riconosciuti sia per difenderli che per negarli, ma almeno il singolo individuo e i valori sono di nuovo protagonisti. A difesa di ogni singolo individuo …chi? Papa Francesco, direi, il primo della lista a buon diritto.

imagesIn peggio nel senso che l’ individualismo positivo (si può dire cosi?) della singola persona diventa negativo a livello delle nazioni e/o degli Stati. Un esempio? “America first” grida Trump (anch’egli primo della lista, ma in direzione opposta, anzi … proprio contromano direi) e inverte la rotta dell’Età post moderna, di quella che cercava l’unione degli stati. Che nome dare a questa età? Taluno ha già proposto Neo Moderna, ma un nome vale l’altro, basta che ci si accorga dello iato, della frattura, della inversione di rotta da quella verso il mare libero e aperto a quella verso  le secche di granito appena pochi centimetri sotto il pelo dell’acqua dell’Oceano Umanità. Da Obama a Trump … non pare anche a voi che ci sia una gran (brutta) frattura, un gran (brutto) salto?

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Un terzo dito alzato, quello di Fra’ Cristoforo: “Verrà un giorno …”

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Dice … e i giovani? Be’ anche qui vanno in due direzioni opposte. Un esempio, qui da noi: in direzione positiva, quel gruppo di studenti che con la loro iniziativa di intervistare, indagare, ricercare, chiedere, informarsi … hanno fatto sì che la magistratura scoprisse le infiltrazioni delle mafie in Emilia Romagna. In direzione negativa, opposta, addirittura contromano direi, quelli della seggiovia (del post precedente) schiavi dei videogiochi tascabili. Ma non è tutta colpa loro.

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POST SERIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2017 @ 10:24 pm

Detto altrimenti: mi dicono che dal sottotitolo si dovrebbe capire di che si tratta, ma io …. (post 2950)

3 - Eccomi

Un caffè al volo alla Malga Zambana

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Oggi ho sciato tre ore, in Paganella. La prima discesa di stagione ero un po’ rigido. La seconda meglio. La terza ormai ero a regime. Alla stazione intermedia l’ho detto al mio ormai amico che controlla l’impianto: “La terza è stata meglio della prima” … Maccome, direte, avevi detto un post serio! Ah si … dimenticavo: eccomi a voi. Durante una risalita in seggiovia al mio fianco due ragazzi, un lui ed una lei, direi sui 32 anni (32 in due, 16 a testa). Per tutta la risalita hanno parlato (solo) di giochi elettronici, tu ce l’hai, io si, io no, quanto l’hai pagato … con che piattaforma lo giochi, etc. Massipuò? Massipuò, mi sono detto! E invece si, l’industria delle comunicazioni, dei videogiochi, delle “piattaforme” dei social, dei telefonini, dei giga è la prima al mondo. Seguono pari merito armi e medicine. Medicine … anche per il cervello? Magari!

(Il cervello? Un optional.)

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La sera, alla TV … un cantante quasi rap … riempie uno stadio con 100.000 di persone in delirio. Panem et circenses. Per contro, quanta fatica si fa ad avere 50-100 persone ad un convegno sui problemi della disoccupazione giovanile e non solo, delle famiglie con figli affetti dalla sindrome di down, della parità di genere, sulla crisi della democrazia, etc..

Ma tant’è, questo è il mondo, governato dalle governances e non dai governi. Panem et circenses, dicevo. Cosa? Che dite? Chevvordì questo latinorum? Be’ … cercatevelo in internet … almeno questo … e già che ci siete, cercate anche chevvordì castigat ridendo mores …

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IL NATALE IN GENOVESE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2017 @ 6:39 pm

Detto altrimenti: tranquilli … ve lo propongo nella traduzione in italiano      (post 2849)

Dicembre, andiamo, è tempo di preparare (albero e presepe). Ed ecco che – sempre riordinando le carte come detto due post fa – ho ritrovato una vecchissima poesia dialettale ligure sul Natale. Ve la riporto in lingua e in prosa:

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                Boccadasse (Genova)

Vi voglio raccontare il Natale di tanti anni fa. Era una festa molto sentita. Tutti i parenti si riunivano per passarlo in casa, con i vecchi, in compagnia. Erano giorni che avevamo tutti da fare: chi andava per legna, chi spazzava il solaio. Soldi non ce n’erano, lo si sa bene, e le nostre mamme cercavano di vendere qualcosa per poter fare un buon Natale tutti insieme: qualche dozzina d’uova, due o tre galletti, qualche litro d’olio … più si vendeva più si poteva poi spendere. E intanto mettevano l’impasto a lievitare perché volevano fare il pandolce e cominciavano a impastare già la vigilia. Noi figli si stava intorno alla tavola per cercare di arraffare qualche grano di zibibbo o un pinolo: certe volte prendevamo degli schiaffoni che ci facevano stringere persino il cuore. Verso sera si accendeva il forno, la legna verde non voleva bruciare, faceva un fumo che riempiva tutta la casa, ma era un fumo sano: ci riscaldava e faceva cuocere il pane.

download (1)Intanto che il pandolce cuoceva  ci portavano alla messa di mezzanotte, ci facevano inchinare e dare un bacino al Bambinello. Al mattino seguente si preparava la tavola, la tovaglia era bella bianca, quella dell’anno passato e per dire la verità sapeva un po’ di chiuso. I piatti si apparecchiavano capovolti e sotto quello del nonno mettevamo qualche toscano e un po’ di tabacco. Aspettavamo che il nonno scoprisse il regalo e tutti insieme ci facevamo gli auguri di Buon Natale. Il nonno si alzava in piedi, tutto contento, ringraziava e ci recitava la sua solita poesia sul Natale e noi ad applaudire con tanta, tanta allegria. Quando era il momento di sedersi a tavola noi bambini non arrivavamo alle sedie e allora venivamo aiutati: chi in braccio a mamma, chi con un cuscino sotto il sedere. E così cominciavamo a mangiare, fettuccine fatte in casa, costine di maiale, un po’ di radicchio dell’orto. Per dolce il pandolce, due bicchieri di vino e tutto finiva così, in tanta allegria.

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Ecco, è finita. Mi chiedo: quanti faranno ancora un Natale così bello? In ogni caso da parte del vostro blogger preferito (vero che è così?) BUON NATALE! Il primo Buon Natale dell’anno … il primo per me, da me a voi, il primo che io faccio, quest’anno!

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LA LEGGE IN LATINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2017 @ 6:04 pm

Detto altrimenti: il latino, una lingua incisiva , sintetica, attuale, moderna     (post 2948)

Amiche, amici, il 6 dicembre 2017 compio sei anni di blogger(aggio) e avrei voluto arrivare a quota 3000 post. Non ce la farò, ed allora mi sono concesso l’anno intero, nel senso che i tremila io li possa conquistare al 31 dicembre. Ma se poi anche qui fallirò, ho pronta la scusa: “I miei post sono in genere molto più lunghi della consueta “dimensione post”, quindi mi sento sin d’ora autorizzato, al 31 dicembre, ad eventualmente pubblicare un jolly-post (o post-multiplo) che valga a saldare formalmente il conto a quella quota già sostanzialmente raggiunta”. O no?

Nel frattempo vi propongo un po’ di leggi in latinorum, gemme che ho tratto dal libro di L. De Mauri “5000 proverbi e motti latini” (Hoepli Ed.). (In grassetto quelle che condivido maggiormente):

  1. 5000-proverbi-e-motti-latiniCorruptissima republica, plurimae leges (Tacito): quanto più uno Stato è corrotto, tanto più legifera. E viceversa.
  2. Quid faciant leges, ubi sola pecunia regnat? (Petronio): che mai possono fare le leggi ove vige il potere del denaro?
  3. Legem breve esse oportet, quo facilius ab imperitiis teneatur (Seneca): la legge deve essere breve affinchè possa essere compresa anche dai non addetti ai lavori.
  4. Quod non vetat lex, hoc vetat fieri pudor (Seneca): ciò che non è vietato per legge può ben essere vietato dal senso del pudore.
  5. Summa lex, summa iniuria (Cicerone): la legge più perfetta potrà sempre danneggiare molto taluno. Ovvero, non si potrà mai accontentare tutti …anzi, più la perfezioni, la legge, più danneggi taluno.
  6. Dura lex sed lex (Socrate): “Mi hanno condannato a morte secondo una legge ingiusta, ma sempre legge è ed io la rispetto”.
  7. Salus civitatis in legibus sita est (Cicerone): la salvezza della città sta nelle leggi.
  8. Nulla lex satis commoda omnibus est (Livio): nessuna legge può andar bene a tutti.
  9. Legum servi sumus ut liberi esse possimus (Cicerone): dobbiamo essere servi della legge per poter essere uomini liberi.
  10. Ibi potest valere populus, ubi leges valent (P. Siro): i cittadini potranno avere la loro dignità di liberi solo dove vi sia il rispetto delle leggi.
  11. Leges bonae ex malis moribus procreantur (Macrobio): spesso dal malcostume dilagante nasce la necessità di buone leggi.
  12. Scire leges non est verba earum tenere, sed vim ac potestatem (Celso): conoscere le leggi non è saperle a memoria, ma capirne la forza e lo spirito.

Che ne dite del latinorum?

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I TEDESCHI, PIANIFICATORI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Dicembre, 2017 @ 5:29 pm

Detto altrimenti: … per quanto, anche loro … (post 2947)

IMG_4637Questo è un relax-post. Ecchè? Mica si può essere sempre seriosi, mica si può! Ma … vi chiederete, come è andata? E’ andata così che io stavo mettendo in ordine la montagnola di carte che ogni giorno cresce sulla mia scrivania (metto qui queste carte, poi le guardo …  tanto poi riordino … e invece …) quand’ecco mi è venuto fra le mani un foglio che mi era stato regalato dai miei collegi ingg. Siemens (!). E allora mi sono detto: lo fotografo e faccio una sorpresina alle mie lettrici ed ai miei lettori. Tutto qui. Spero che possa consolarci per tante nostre “talianade” … Cosa? Si leggono male le didascalie? Evvabbè … eccole qui le sei fasi che si svolgono in rigorosa successione:

  1. entusiasmo
  2. perplessità
  3. ritorno alla realtà
  4. ricerca del colpevole
  5. punizione dell’innocente
  6. lode e premio ad estranei

Mica male, signori tedeschi!

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DOPPIO VOTO DI GENERE IN TRENTINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Dicembre, 2017 @ 9:38 am

Detto altrimenti: avevo programmato di andare a sciare ma …. (post 2946)

(N.B.: in questo mio articolo le lettere Maiuscole non sono utilizzate a caso)

… ma ha prevalso il desiderio di commentare il voto del consiglio provinciale di ieri che introduce il riconoscimento di un Diritto delle Donne. E si sa che sono da sempre uno scivolatore accanito e ho già lo “stagionale” in tasca! (Ma … scialla raga, m rifarò domani …)

download (1)Un Diritto delle Donne, ecco, così mi piace chiamare ciò che le Donne hanno raggiunto, altro che “obbligo, forzatura”, come dice qualche (piccolo) personaggio; altro che “negazione del coraggio delle donne che avrebbero paura di affrontare un referendum”, come dice un altro (piccolo) personaggio, gente questa rimasta a “La dona? Ca la piasa, ca la tasa ca la staga in casa”.

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download (2)Ottima ho invece trovato l’analisi del vice direttore del quotidiano “Trentino” Paolo Mantovan circa il singolare e fortunato percorso politico che ha vinto la distrazione degli oppositori sostanziali (nella maggioranza e nell’opposizione) (v. quotidiano “Trentino” odierno, pagg. 1 e 11): percorso che Mantovan ha commentato con profonde considerazioni. Io – da semplice blogger qual sono –  mi permetto solo di sottoporre all’attenzione delle Lettrici e dei lettori una sottolineatura: che alla fine la legge è passata (purtroppo solo) grazie al voto palese. Infatti, il voto segreto (insieme alla mancanza di vincolo di mandato) a mio avviso è un vulnus della democrazia, perché spezza la catena della continuità democratica fra il voto emesso all’inizio dal cittadino elettore e quello emesso in aula da chi  da quell’elettore è stato votato. Ma questa è un’altra storia …

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Al centro Donatella Conzatti (Restart) e Donne di  Non Ultimi etc., che hanno combattuto e vinto una battaglia di Civiltà, Democrazia, Autonomia.

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Che dire? Che noi dei Restart, l’Associazione Culturale alla cui presidenza sono stato chiamato da Donatella Conzatti,  quale secondo nostro Evento (marzo 2017) abbiamo co-promosso la parità di genere?

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Che dire? Ah si …sarà stato un caso ma due sere fa alla TV ho rivisto il film “Matrimonio all’italiana” con la Loren e Mastroianni, tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo Filumena Marturano, capolavoro ante litteram di emancipazione femminile dall’oppressione maschilista.

imagesChe dire? Sarà stato un altro caso ma in questo giorni insieme ad alcuni altri colleghi “guitti”, componenti un’infima compagnia teatrale più che amatoriale stiamo facendo le prove della Lisistrata di Aristofane che verrà rappresentata a carnevale (castigat ridendo mores!)  all’interno di un circolo culturale privato: Lisistrata, Donna ateniese che per indurre gli uomini ad accettare anche le Donne in politica e quindi a porre fine alla guerra del Peloponneso, fece indire alle Donne greche lo sciopero verso il genere maschile. Dr. Paolo Mantovan, lei è invitato sin d’ora, se legge queste mie righe mi scriva che Le fornisco i dettagli riccardo.lucatti@hotmail.it: comunque se vuol sapere sin d’ora di quale circolo di tratta, navighi qui sul blog cercando “Accademia delle Muse”.

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Che dire? Che martedì prossimo alle 18,30 al Teatro Sociale (ingresso libero, brindisi finale libero) Donatella Conzatti gestirà un dibattito sull’Autonomia (anche delle Donne, n.d.r.) con la partecipazione dello stesso Paolo Mantovan?

Fine, dai … la chiudo qui che se poi la faccio  troppo lunga non la leggete …

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(In quali categorie “posto” questo post? In Politica, Democrazia, Civiltà, Autonomia)

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PROBLEMI CON LA VOSTRA ASSICURAZIONE?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Dicembre, 2017 @ 6:36 pm

 

Detto altrimenti: non vi risponde … non vi paga? Nessun problema: c’è qui il vostro blogger     (post 2945)

Silenzi, ritardi …può succedere e sempre più spesso soprattutto con le assicurazioni on line. Intendiamoci, ve ne sono di molto serie, funzionali … tuttavia se avete un problema deve essere uno di quelli “previsti” dal calvario telefonico predisposto dalla loro procedura di risposta automatica telefonica: volete A o B? Per A premere 1; per B premere 2. Volete AA o AC? Premere 3, 4, etc.. Ma …se il vostro problema è diverso … allora sono guai: un muro di gomma! E allora ecco il vostro blogger!

downloadCaso 1– Ho venduto l’auto 1 senza sostituirla con altra presso la stessa compagnia. Ho inviato il modulo di “sospensione” della polizza chiedendo di accreditare la quota premio non usufruita su un altro contratto di altra mia auto (auto 2) con la stessa compagnia. Mi hanno sospeso la polizza ma nulla mi è stato detto circa l’accredito a favore della polizza su auto 2. Ora, poiché dopo un anno la quota sospesa è persa … io che ho fatto? Ho scritto una lettera raccomandata e con gli allegati del caso a IVASS – ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI – Via del Quirinale, 21 – I 00187 Roma RM – (tel. 06421331). Dopo dieci giorni mi telefona una funzionaria della mia compagnia assicuratrice per dirmi che non avrei dovuto “sospendere” la polizza bensì “stornarla” con altro modulo (!) che mi invia. Io compilo il modulo “giusto” e lo reinvio. Lei mi preannuncia – anche via e mail – l’accredito entro dieci giorni. Dopo sette giorni ricevo una lettera da IVAS che mi informa che se non ricevo soddisfazione li dovrò avvertire che provvederanno.

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Caso 2 – Il 2 agosto scorso hanno speronato la mia barca che era tranquillamente ormeggiata al molo della Fraglia ella vela Riva a Riva del Garda. Dopo due mesi (!!) i periti dell’assicurazione accertano il danno e preannunciano il rimborso che però ad oggi non è arrivato. In data 30 novembre spedisco una seconda raccomandata all’IVASS. Vi saprò dire.

Qui a fianco, manutentore al lavoro

Che ne dite … del vostro blogger avvocato? Dopo tutto sono laureato in legge, ma – confesso – la dritta IVASS me l’ha data un avvocato vero, anzi … un’avvocatessa! Buone assicurazioni a tutte e a tutti e … grazie amica avvocatessa, grazie IVASS!

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