TORINO AMARCORD, etc.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Gennaio, 2018 @ 3:05 pm
  • Detto altrimenti: le due Torino e la trumpata di turno       (post 3024)

Ieri, un compagno di seggiovia, torinese. Strano … con tutta la neve che avete in Piemonte … Si ma la mia ragazza è di queste parti … ah … ho capito …

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Recenti abbattimenti delle “vele” della Scampia del nord in Via Artom a Torino sud …

Torino mia moglie, molti anni della sua giovinezza. Torino io, qualche mese da Sergente AUC nella Brigata Alpina Taurinense. Torino noi due, quarant’anni fa, per cinque anni: io dirigente alla Stet-Società Finanziaria Telefonica per Azioni Spa e lei insegnante di scuola media in Via Artom: le due Torino. La mia Torino, affacciata sulla Piazza Solferino, una palazzina stile ‘900 vetri azzurrati (poi anche antiproiettile), moquette. La sua Torino in Via Artom, all’estrema periferia sud. Alessandro Artom, scienziato astigiano. Via Artom … i ragazzi della Via Artom… anche loro “in guerra” come quelli della Via Paal … solo in guerra non fra di loro ma con la povertà. Infatti in quelle classi i “ricchi” erano i figli degli operai della FIAT. Poveri gli altri. Mia moglie ricorda: alcuni molto bravi nonostante tutto. Altri anche finiti male, anche in galera. Le due Torino. La seconda invisibile alla prima. La seconda abitata da gente proveniente dal nostro meridione. Dopo decenni, il Comune riqualifica il quartiere, abbatte i dormitori ghetto, avvicina i due mondi.

download (2)Anche oggi, i due mondi, due grandi “Torino”, il secondo invisibile al primo. Ma non vi preoccupate, ci pensa lui, ci pensa Trump ad … allontanare  i due mondi. Infatti ha detto: “Perché dobbiamo continuare a far arrivare qui gente da questi Paesi di m ….? (Altra fonte: “da quei cessi di Paesi”)”. Il presidente, racconta il Washington Post, stava discutendo nello Studio Ovale con alcuni parlamentari sui programmi di protezione a favore dei migranti provenienti da Haiti, El Salvador e alcuni Paesi africani.

Le reazioni a questa ennesima gravissima trumpata? Leggetele in internet e sulla stampa mondiale. Le conseguenze sul piano mondiale? Gravissime.

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DIMAGRIRE DOPO LE FESTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2018 @ 6:01 pm

Detto altrimenti: volere è potere                       (post 3023)

Vi siete pesati prima e dopo le feste? Bene. Ora dovete riparare le malefatte. Ma procediamo con ordine. Peso ante feste = a // Peso post feste = b = (a+x). Ora, poichè già con il peso “a” avreste dovuto intervenire, adesso non vi adagiate: non vi basta tornare a quel valore, bensì al valore “c” = (a-y).

Come fare?

  • Cominciamo dal vino. Già … perchè il vino fa dimagrire. Cosa? Non ci credete? Ora vi spiego. Se voi usualmente bevete vivo e poi smettete di colpo, dimagrite. Ma se usualmente non bevete vino, come fate a smettere e quindi a dimagrire?
  • Acqua: bevetene tanta, tanta, durante tutte le ore della giornata. Il rovescio della medaglia sono le alzate notturne per necessità “idrauliche”, ma ne vale la pena.
  • Cibo: iniziate con insalata, tanta, d’ogni tipi, poco condita. Poi fate fuori i “vanzerotti” ovvero gli avanzi dei pranzi e cene luculliane dei giorni di festa: ogni giorno che passa sono sempre meno appetitosi e quindi voi mangiate di meno!
  • Spumanti, bollicine varie: portate tutto in cantina: lontano dagli occhi, lontano dal … bere.
  • davMoto: no, non motocicletta bensì movimento! Chi come me è un V.I.P. (=Vecchietto In Pensione) può andare a sciare in Paganella: prima salita ad ore 08,30 (ma conviene arrivare al girello alle 08,15 così siete sicuri si salire per primi!). Alle 08,45 siete a quota 2200, che vista putei, il sole che sorge libero e giocondo, il Lago di Garda, le Dolomiti del Brenta che se stendi fora un brazo te che tochi le so zime … dall’altra banda il Cimon de la Pala per chi lo sa riconoscere … e a nord la Val de Non, chiusa a nord dalle Maddalene che dietro c’è la Val d’Ultimo, lo savem ben noialtri. Uno spetacolo. Nella foto: è molto importante essere alla partenza della funivia quando ancora stanno caricando i rifornimenti per i rifugi in quota …
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Sulla Cima Paganella batte il sole a mezzogiorno …

La neve è ottima, la pista intatta. A noi vecioti i ne ciama i strazapiste, quei che segnan per primi le piste ancora immacolate ben batute dai gati de le nevi … Ancoi ho pensà de siar fino a Fai che l’ultimo trato de pista l’è stat slargada che l’è na meraviglia … solo che l’han batuta tardi, verso sera, per ultima, quando che la nef l’è za sfredida e alora su la piste ne resta i scalinoti … che lo san tuti che le piste van batute coi gati quando la nef l’è ancora calda che la resta ben lissada che la par un veluto …

 Alora, co ‘sto dimagrimento … convinti? Dai che ne vedem in Paganela che l’è la zima la pù bela che pu bele no ghe n’è … Insomma, chiedo scusa ai Trentini veri del me dialet che i lo san tuti che son un Talian da Genova anca se l’è trent’ani che son a Trent. E grazie se me correge li erori!

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POLITICA FACIT SALTUS

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Gennaio, 2018 @ 7:25 am

Detto altrimenti: la natura no, ma la politica si ….   (post 3022)

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download (1)Natura non facit saltus, la natura si sviluppa in modo continuo, progressivo. La classe politica no, vuole essere eterna ed immutabile. Non accetta che al proprio interno crescano germogli nuovi. E allora questi germogli crescono al di fuori di essa e non sono germogli, bensì cespugli invadenti, spinosi, soffocanti. Ed allora … allora si è costretti a sperare che il vecchio resista, quale minore dei due mali.

Ecco la grande responsabilità della politica vecchia, dei vecchi della politica: impedire una crescita progressiva, un ringiovanimento progressivo … quel suo non volersi ritirare a qualsiasi costo, costi quel che costi … da parte sua, nessuna evoluzione progressiva: e si generano saltus, salti improvvisi, laceranti … per cui la Politica Giovane di trova schiacciata fra il vecchio e il troppo nuovo … praticamente fra Scilla e Cariddi: i latini direbbero: incidit in Scyllam cupiens vitare Caribdim …

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FREGOLI, CHI ERA COSTUI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2018 @ 1:42 pm

Detto altrimenti: trasformisti , prestigiatori, varie ed eventuali (in politica)   (post 3021)

imagesTrasformisti. Leopoldo Fregoli (Roma 1867 – Viareggio 1936) attore comico soprattutto conosciuto come trasformista. Abbiamo anche oggi dei bravissimi trasformisti. In politica. Alcuni lo sono di se stessi, nel senso che cambiano partito a secondo lo spirare del vento, così come un velista cambia le vele a seconda dei venti che incontra. Altri no … non cambiano partito … semmai lo ridisegnano, lo aggiornano un po’ nel look. Costoro tuttavia fanno come un regatante particolarissimo che, vistosi superato, cambia rotta e pretende che il traguardo sia fissato proprio davanti alla sua prua. Vi è poi un terzo tipo di trasformisti, quelli che si travestano da lavoratori. Cosa? Non è chiaro? Avete ragione, mi spiego: si tratta di quelli che si travestono da lavoratori di un cappellificio, chessò … di uno tipo Borsalino. Cosa? Non è ancora chiaro? Avete ragione, mi spiego meglio: si travestono in quel modo per poi … mettere il proprio cappello sul lavoro altrui, sulle idee altrui, sui rapporti personali altrui.

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Quo usque tandem, Catilina, abuteris patientia nostra? Fino a quando insomma, Catilina, abuserai della nostra pazienza?

Prestigiatori. Il più antico, celebre e abile fu Catilina, un politico che qualche anno addietro fu definito (da un avvocato, tale Cicerone) “simulator et dissimulator omnium rerum”, ovvero simulatore e dissimulatore di qualsiasi cosa nel senso che era abilissimo nel far apparire vere le cose false e false quelle vere.

Dice … “Ma caro blogger … la politica è tutta così?” Dico: no raga, no di certo! Vi sono anche Persone che fanno Politica (le P non sono maiuscole a caso), quelle che pensano alle future generazioni e non alle future elezioni. Queste Persone si muovono all’interno di un Partito. Solo che quando il Partito viene trasformato in partito (la p minuscola non è utilizzata a caso) può capitare che queste Persone si trovino in minoranza! E allora … cosa possono fare? To be or not to be, si domandava Amleto, ovvero se sia più nobile opporsi alla aversa sorte o se, preso un pugnale, farla finita. Ovviamente qui non si tratterebbe di suicidio fisico, ma di rinuncia alla lotta (politica).

Dice … “Ma se i Partiti sono retti da regole democratiche, come è possibile che un Partito diventi un partito (la p minuscola … v. sopra)”? Dico: purtroppo è possibile, perché in genere quelle violazioni (della democrazia vera, n.d.r.) non sono passibili di sanzione immediata; perché l’informazione spesso è di parte; perché molta gente è distratta; perché la vecchia politica ha costituito una rete oligarchica di potere di fatto; perché … insomma diciamola tutta: perché la Politica gioca pulito e onestamente contro la politica che utilizza accorgimenti “particolari” d’ogni tipo, come ad esempio quello di spostare la linea di traguardo della regata (v. sopra).

Dice … “Ma allora caro blogger, cosa suggerisci? Di non andare a votare? Di non aderire ad un partito?” Dico: mai, raga, mai! Il non- voto è proprio quello che le oligarchie del potere vogliono! Anche l’adesione ad un partito serve … sin tratta di vedere a quale e – se mi permettete un contributo – se proprio non vi va di restare nel vostro perchè da Partito lo hanno trasformato in partito, be’ … allora uscitene ma spiegando bene, molto bene le ragioni. Poi potete aderire ad un’altra forza politica, oppure rimanere attivi in altro modo, chessò … con una Associazione che si occupi di pre-politica, cioè di approfondire quei temi e quelle metodologie mirate alla maturazione sociale e politica della gente, fiduciosi che gutta cavat lapibem …

Dice … ”Ma e se invece io volessi restare comunque in quel partito?”. Dico: si può restare ma bisogna essere “più realisti del re”. Dice …”Ecchè, vuoi dire che bisogna comportarsi peggio di quegli altri? Superarli in scorrettezze? Rinunciare alla democrazia?” Dico: no, mai! Solo bisogna esser maliziosi,  bisogna pensar male che si fa peccato ma si indovina, ricordandosi cosa diceva il sacerdote Laocoonte ai suoi concittadini Troiani, per dissuaderli dall’introdurre in città il famoso cavallo: “Timeo Danaos et dona ferentes”, ovvero temo i Greci anche quando mi offrono doni”. In pratica, nessuna anche se piccola concessione all’avversario in tema di apparentemente minima modifica o particolare interpretazione della norma e della prassi generale: infatti sarebbe come far entrare un moderno cavallo di Troia dentro le mura della Democrazia.

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LO STATO DI ECCEZIONE 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2018 @ 3:40 pm

Detto altrimenti: a seguito della prima puntata del 7 gennaio scorso n. 3011 delle ore 07,44       (post 3020)

 

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         LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI … salvo le sue  eccezioni e violazioni

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Nel post citato (per favore … andatelo a leggere o a rileggere, dai … ne vale la pena ve lo assicura il vostro blogger preferito) vi dicevo che il vero potere lo ha chi può decidere se una decisione è contro la legge oppure se essa è una eccezione della legge. Un esempio ulteriore: una legge stabilisce che nessun lavoratore RAI possa essere pagato più di 240.000 euro l’anno (e già mi sembra molto!), con eccezione degli artisti. Ma allora, se si vuole violare questa norma, cosa si fa? A due notissimi presentatori TV si fa un contratto da “artista”.

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ACCADEMIA DELLE MUSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Gennaio, 2018 @ 2:49 pm

Detto altrimenti: dai che ci conoscete … basta navigare un po’ fra i postieri, i post del passato!   (post 3019)

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Ciao raga … cosa? Sono in ritardo con la pubblicazione di questo post resoconto della serata Accademica di ieri? Ecchè … vi ho abituato male, vi ho abituato! Ecco cosa si guadagna ad essere solerti, una volta che uno la prende un po’ più comoda … Ecco infatti cosa mi ha scritto Giovanni S.:

“Un rimprovero: sono le 10 del mattino e non trovo ancora il resoconto sulla serata poetico-musicale di ieri sera da Cristina! Un tempo ti mettevi al lavoro alle 6 di mattina … ed ora che si fa? Non mi dirai che si dorme fino alle 7 e poi si fa colazione … questo un grande blogger non può permetterselo!”

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IMG_4676Ed allora mi sono detto: mettiamoci al lavoro. Ieri sera, prima parte, le liriche di Francesco Paolo Tosti (chi era costui? Maccome … se proprio non lo sapete, cfr. in internet … no …non è Francesco Totti, no … è tutt’altra cosa!) Voce Sergio Runchel, al pianoforte Cristina Endrizzi, voce narrante Giovanna Laudadio. Ecco i brani eseguiti:

Ridonami la calma – L’ultima canzone – Non t’amo più – Malia – Vorrei morire – Ideale. Fuori programma, di Denza, Occhi di fata.

Arie che stanno alle grandi opere come il cartellone colorato al concerto che sarà eseguito; arie che rilassano, che avvicinano la gente alla musica, alla melodia; arie che regalano serenità … anche quelle apparentemente tristi, come Vorrei morire … in autunno, in inverno, alla fine del giorno come invece non è capitato a Piero, quello della Guerra di Piero di Fabrizio De Andrè che invece morì a maggio … Bravò a tutto il Trio!

A seguire il consueto intermezzo enogastronomico, sul quale lode adeguata mai fu scritta …

Seconda parte, “I nostri poeti” cioè otto di noi in ordine alfabetico, hanno letto due poesie proprie a testa.

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    Da sin.: Marisa, io, Anita, Gianfranco, Maria Teresa, Mirna, Elena, Francesca

    Annibaldi Anita: “’n Anzolet”; “Campagna di Russia”

  • Endrizzi Francesca: “En dì al lac”; “Calicantus”
  • Lucatti Riccardo: “Accademia delle Muse”; “Bici, perché?”
  • Moretti Mirna: “Riccioli di Sole”; “Un’improvvisa capriola del cuore”
  • Perasso Maria Teresa: ‘Sogno;, “Amore”
  • Peterlini Gianfranco: “Vita”; “Rimembro”
  • Postal Marisa: “1954”; “Era biondo e allegro”
  • Sangiorgi Elena: “Ho colto un fiore”; “Ciao mamma”

In un primo tempo avevo detto che avrei pubblicato tutti i testi ma il lavoro sarebbe stato troppo lungo … e poi una cosa è sentirle recitare, altra leggerle. Mi scuseranno i poeti …

Le nostre prossime riunioni? Be’ … le trovate nel post calendario, quello che compare in prima posizione aprendo il mio blog. Buon Anno a tutte e a tutti & Buona Accademia delle Muse too …

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PLURALISMO E MOLTEPLICITA’

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Gennaio, 2018 @ 4:40 pm

Detto altrimenti: dai … sembrano concetti per lettori “studiati” .. per “lezù” … e invece …   (post 3018)

Pluralismo. In post recenti ebbi a sottoscrivere una affermazione: “Laicità, grazie a Dio” ove per laicità si intende pluralismo, ovvero presa d’atto dell’esistenza ed accettazione della pluralità diversa da me stesso, per cui “laico” non si contrappone a religioso, bensì a fondamentalista, assolutista, ad ogni “ipse dixit”, per intendersi. La “dimensione” della pluralismo può essere espressa con la formula n+1, ovvero un +1 più volte accanto a me, anzi, più volte accanto ad ognuno di noi che siamo gli “n” dell’umanità. Pluralista è quindi chi prende atto che esistono anche molti altri senza però necessariamente con-partecipare con sim-patia (sun-pazos greco) alla dimensione altrui.

Molteplicità.  Essa individua una pluralità al mio interno, una dimensione n-1 (una sottrazione che arricchisce!) ovvero la molteplicità esiste quando io rinuncio ad una parte di me stesso e accetto di pormi – almeno in parte – dal punto di vista dell’Altro di turno, arricchendomi di parte dell’Io altrui. Ecco che allora io sono anche un “Molteplice” (in filosofia, la molteplicità è la caratteristica propria di ciò che è costituito da un insieme di componenti varie e distinguibili).

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LA POLITICA DELLA FORESTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Gennaio, 2018 @ 10:59 am

Detto altrimenti: l’Italia, una foresta politica con alberi di età molto, molto avanzata …   (post 3017)

images (1)La foresta, luogo della biodiversità: alberi che son lì da secoli, alberi giovani, cespugli. Nella foresta politica no: alberi sempiterni la cui ombra ha impedito la crescita di alberi giovani. Ma nel frattempo l’humus politico non utilizzato da nuovi alberi si accumula, acquista sempre più forza e alimenta cespugli i quali all’inizio sembrano innocui ma poi dilagano finendo per ostacolare anch’essi la cresciuta di alberi nuovi. Da una foresta di alberi si tende a passare ad una di cespugli. Ma ecco che arrivano i fulmini, colpiscono gli alberi più alti e vecchi, li abbattono … si crea spazio per alberi nuovi. Dice … e i cespugli? Be’ raga, quelli i cespugli ci saranno sempre.

Dice: “Ma, blogger, sii più chiaro …quelli i fulmini … su quale delle due foreste si abbattono?” Ma su entrambe, cribbio!

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I DIVERSI STRATI DELL’ATTENZIONE POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Gennaio, 2018 @ 8:51 am

Detto altrimenti: ricordate le diverse zone climatiche del Messico?       (post 3016)

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A scuola ci insegnavano: tierra caliente, templada, fria a indicare le tre diverse condizioni climatiche man mano che in Messico dal livello del mare si saliva in montagna. Poi siamo cresciuti e chi di noi ha studiato un po’ di meteorologia (ad esempio per il  conseguimento della patente nautica) ha imparato che gli strati di aria a temperatura diversa non si mescolano fra di loro ma si sovrappongono nel senso che i più freddi si “appoggiano” via via su quelli più caldi.

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Dice … “Si vabbè … ma che c’azzecca tutto questo con il titolo del post?” C’azzecca, c’azzecca … infatti anche l’attenzione umana pare di organizzi a strati ognuno dei quali non si mescola con gli altri. Vediamo un po’ se riesco a spiegarmi, magari esasperando il ragionamento, tanto per verificarlo, salvo poi riportarlo nella sua dimensione naturale.

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Lo strato più basso, qui vivono i disattenti e disinteressati verso la politica con la p/P minuscola e maiuscola. In questa zona troviamo anche i delusi dalla politica (quella p minuscola). Questo strato tende purtroppo ad essere il più spesso di tutti, ed è un guaio, perché attribuisce un ulteriore ingiusto vantaggio alle oligarchie del potere, le quali già di per sé sono indifferenti rispetto all’esito delle votazioni.

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Strato immediatamente superiore: qui troviamo persone che cercano di fare Politica (la P maiuscola non è utilizzata a caso) per affermare ideali che stanno alla base di idee che stanno alla base di programmi che stanno alla base di azioni che stanno alla base della realizzazione del bene Comune, ovvero di quel Bene che si definisce tale (“comune”, appunto) in quanto “realizzato sin dall’inizio con il contributo diretto e personale di ognuno”(la partecipazione!).

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Vola alto ma mangia in basso … (povero quel pollo!)

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In alto, il “Terzo Strato” (con la “r”, da non confondersi quindi con il Terzo Stato di Pelizza da Volpedo). In alto … il che non è un bene bensì un male perché è lo strato più lontano dalle esigenze della gente, quello nel quale si muove chi “vola alto”. Altezza che non è di per sé un un valore, anche perchè sarebbe ora di finiamola con gli abusati stereotipi bene/male; buono/cattivo; maschio/femmina; alto/basso … nei quali il primo termine ha una connotazione positiva ed il secondo una negativa, non vi pare?

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Ecco i tre strati. Dice … “Ma tu blogger, dove ti collochi?” Dovete capirlo da soli, ecchè … devo dirvi tutto io? “Si, abbiamo capito caro blogger, ma avevi detto che esasperavi il discorso … ora però riportalo nella sua dimensione naturale così capiamo meglio”. Ok raga, eccomi a voi: la dimensione naturale è quella nella quale lo strato intermedio cerca di fare proseliti nello strato più basso per poi riuscire a smascherare i volatili rapaci dello strato più alto, tutto qui.

Scrive Giovanni S.: “A proposito del commento di Platone: ma siamo sicuri che, almeno in questa fase storica che stiamo vivendo, il popolo italiano sia proprio migliore del mediocri (per non dire di peggio..) politici che ci governano? Come l’esperienza insegna, al peggio non c’è mai fine… e da come è partita questa campagna elettorale, piena di promesse inattuabili e di accuse agli altri come responsabili dei nostri mali ormai cronici, ho qualche preoccupazione sui prossimi “padroni del vapore”… Ma forse sono un gufo”!

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COLLE DELLA SCALA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Gennaio, 2018 @ 10:39 pm

Detto altrimenti: Col de l’Echelle     (post 3015)

download (2)Partivo in bicicletta da Cesana Torinese (m. 1354), salivo il Passo del Monginevro (m. 1860), poi giù finì quasi a Briancon (m.1300) e via a destra nella Val Nèvache. A un certo punto si sale a destra verso il Colle della Scala alias Col de l’Echelle (m. 1762) per poi scendere a Bardonecchia (m. 1312) e quindi a Ulzio (m. 1063). Risalendo la leggera salita della Val di Susa (attenzione ai TIR), rientravo a Cesana Torinese (m. 1354). Avevo 43 anni, 30 anni fa. Bici da corsa, 90 km in totale. All’epoca un giretto medio, da farsi in una mattinata. Oggi, dopo tanti anni, dopo 30 anni di residenza a Trento, sento parlare di quel Colle, percorso in senso inverso, anche ora, in inverno, con la neve, a piedi, da Persone con le scarpe da ginnastica: gli immigrati che vogliono, devono entrare in Francia. Chi me lo avesse detto allora … mai lo avrei potuto immaginare. Ma ora immagino.

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Sento anche che ci sono volontari italiani che li aiutano, che forniscono loro scarponi vestiti, coperte, cibo, una guida. Se abitassi in zona farei altrettanto. Ma abito lontano, ho i miei anni, chissà se ce la farei nonostante io sia stato un alpinista. Perché scrivo tutto questo? Un ricordo, un invito a tutti coloro che – più giovani di me – possono aiutare queste Persone a superare una sorta di Passo del Klondike in scala minore, il Colle della Scala, appunto … alla ricerca non della miniera d’oro, ma di una vita anziché della morte dalla quale fuggono.

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