BLOGGER O PRESIDENTE DI RESTART?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Gennaio, 2018 @ 12:25 pm

Detto altrimenti: entrambe le cose …. (post 3044)

IMG_4682 - CopiaDice … ma tu, caro il mio blogger, che biglietti da visita utilizzi? Rispondo: scialla, raga … calma: premesso che io sono un V.I.P.-Vecchietto In Pensione, il mio editore mi passa bellissimi biglietti da visita, molto eleganti … me ne fornisce una buona quantità semi industriale ma io ne consumo dosi industriali! Ed allora, dovendo farmi stampare i biglietti dell’Associazione Culturale Restart di cui sono presidente, da buon genovese (trentino ciapà co’ sciop) oculato nella spesa, … sapete cosa ho fatto? Nei biglietti Restart ho fatto inserire anche i dati del blog! Ne è risultato un biglietto un po’ pesantuccio, ma volete mettere il risparmio? E poi, il marketing “incrociato” non lo vogliamo considerare? Io parlo del blog e reclamizzo anche Restart e viceversa.

IMG_4683 - CopiaOggi poi, sono appena tornato da una visita di controllo (ad una certa età è bene fare regolari tagliandi) e ne ho subito dato uno (Restart + …, qui a fianco) al mio medico specialistico, l’ottimo Fausto R. (dell’Ospedale S. Chiara di Trento). Chissà se andrà a leggere questo post: se lo farà sappia che lo ringrazio molto per la disponibilità, l’attenzione e la professionalità con la quale mi ha “tagliandato”. Grazie, dottore! Lei scia? Magari ci incontriamo in Paganella …

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Cosa? Mi chiedete cos’è Restart? Ma via, basta che navighiate un po’ fra i miei posts (con la “s” finale, è un plurale! Ah …ah …!). Il prossimo Evento Restart? Sarà sulla Informazione-Comunicazione, sul passaggio dall’IT all’ICT ovvero dall’Information Technology alla Information Communication Technology, ed alle “deviazioni” dell’informazione. Al riguardo, se volete avvantaggiarvi e “portarvi avanti” leggetevi il libro di cui alla foto accanto: un bel romanzo, si legge bene, non vi “spaventi” il nome del suo (impegnativo) autore!

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EDIZIONE SPECIALE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2018 @ 8:28 pm

Detto altrimenti: … del mio giornale:  FORUM ECONOMICO MONDIALE DI DAVOS     (post 3043)

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Davos, Grigioni, CH, al confine con la Germania – Si scia dai 1500 ai 2800 metri, il dislivello che grosso modo c’è fra San Sicario Vecchio e il Monte Fraiteve (Via Lattea, TO), solo che la diversa esposizione a cavallo delle Alpi e la diversa latitudine ne fanno una delle stazioni sciistiche più famose al mondo. Vi si tengono anche congressi mondiali, quale il FORUM ECONOMICO. In quello che inizia domani emergerà che l’1% della popolazione mondiale detiene il 99% della ricchezza mondiale.

download (1)Che si voglia o no, questi “Mr. Unpercento” sono i Paperon de Paperoni del mondo che condizionano l’economia, la finanza e … anche la politica. Il che è un vulnus, una ferita per la democrazia, sistema già di per sé semplicemente il migliore fra i peggiori, nel senso che non è mai stato un sistema perfetto, al cui suo interno si distinguono due categorie di “democratici”: quelli che fra le sue imperfezioni “ci marciano” e quelli che tali imperfezioni si sforzano di eliminarle. Orbene, i “marciatori”, coloro che ci marciano, sono una grandissima minoranza numerica, ma hanno il massimo potere sulla maggioranza, proprio a scapito della democrazia, termine che sta tornando ad assumere il suo primo significato storico: “potere sul popolo”. Tale significato, nei secoli, si trasformò da “potere sul popolo” in “strapotere del popolo” per arrivare sino a noi come “potere del popolo”. Ora, la regressione del significato odierno  da “potere del popolo” a “potere sul popolo”  è un doppio salto all’indietro che sta generando una miriade di piccole rivoluzioni, guerre, tensioni, violente contrapposizioni, sulla spinta di chi quel privilegio lo vuole difendere ad ogni costo e di chi lo vuole conquistare ad ogni costo. Nel frattempo le masse ne restano stritolate.

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IL MIO GIORNALE 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Gennaio, 2018 @ 2:10 pm

Detto altrimenti: visto che non ne ho uno mio “vero” me ne costruisco uno mio “finto”, il mio blog … (post 3042)

  • Elezioni politiche. Scrivo ad un quotidiano locale una lettera con la quale insisto per l’applicazione della parità di genere nelle candidature politiche. Senza fare nomi.
  • Il Direttore del giornale la pubblica.
  • Ne sono contento.
  • Proseguo la lettura del giornale. Leggo un  lungo intervento del direttore del giornale sulla mancanza di candidati validi, di spessore. Cita nomi del passato (come esempi positivi) e del presente (come esempi negativi). Tutti uomini. Alla fine conclude “qui da noi oggi pare che tutto il problema sia candidato uomo o donna”.
  • Condivido tutto tranne le ultime righe delle quali non sono contento.
  • Scrivo una seconda lettera a quel giornale:

Buonasera Direttore. La ringrazio per avere pubblicato la mia lettera sull’edizione di domenica 21 gennaio circa la parità di genere. Sullo stesso giornale ho letto, apprezzato e condiviso il Suo articolo “Candidature fragili, Trentino debole” sulle cui ultime due righe – là dove si critica chi ricercasse una candidata a prescindere – mi permetto di sottoporLe una sottolineatura, proprio in relazione al contenuto della mia citata lettera.

La validità delle candidature e il rispetto della parità di genere sono esigenze/aspettative legittime/diritti non in contrasto fra di loro, soprattutto se esistono – come esistono – donne politicamente capaci.

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          C’è  chi la vuole così …

Nel suo intervento Lei ha fatto nomi. Ne faccio uno anch’io, quello di …. vincitrice ai congressi ma poi ostacolata dalle cordate dei maschi. La … nel periodo in cui è stata segretaria del suo partito, ha raddoppiato il numero degli iscritti; azzerato il debito del partito; rafforzato i rapporti con il Sud Tirolo e il partito autonomista locale; guadagnato una propria credibilità anche a Roma, ma soprattutto ha ripristinato la piena democrazia reale all’interno del partito e verso la gente, trasformando l’informazione unidirezionale in ascolto e comunicazione bidirezionale. Last but not least la sua politica rappresenta un rinnovo di genere e generazionale. E’ chiaro a tutti gli addetti ai lavori che nella mia lettera alludevo a lei anche se non facevo nomi. Quindi, concordo con Lei, direttore, che l’obiettivo non è “una donna purchè sia”: questo io non l’ho mai pensato. Grazie per avermi letto – Cordiali saluti 

Ecco, mi sono sfogato, ora sto meglio …

P.S. del 23 gennaio: oggi quel giornale ha pubblicato la mia lettera. Grazie.

P.S. del 24 gennaio: oggi quel giornale porta articolone foto di e su quella persona (….) come possibile candidata contesa da alcuni partiti … visto che il suo sembra snobbarla. Posso dire che ci avevo visto giusto.

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COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Gennaio, 2018 @ 9:33 am

Detto altrimenti: si avvisano i Sigg. Viaggiatori (fra i miei post) …     (post 3041)

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“Stazione di TrentoBlog – Si avvisano i Signori Viaggiatori …”

… che il vostro blogger (blogger “preferito”, vero?) alla sua tenera età di 3040 post pubblicati in sei anni, ogni tanto va a rileggersi qualche vecchia puntata del suo giornale elettronico e … udite udite … gli capita di constatare che alcuni vecchi articoli sono attuali anche oggi. Ed allora che fare? Ricopiarli e ripubblicarli? No, è più semplice avvalersi di una funzionalità della procedura dell’editing che consente di far apparire qualsiasi post fra le prime posizioni . Ed ecco che da oggi potrete rileggere vecchi post, ove io li abbia ricollocati  nelle prime “pagine”, vicini agli ultimi  pubblicati.  Nelle prime posizioni trovate anche il post Remember, con le nostre scadenze. Che ne dite? Se po’ fa? Massì dai che sepoffà …

Buona domenica a tutte e a tutti!

 

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I DUE PIANI DELLA VITA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 8:02 pm

Detto altrimenti: un po’ di filosofia spicciola, molto, molto spicciola ….   (post 3040)

Friedrich Nietzsche, in un passaggio del suo “Così parlò Zarathustra”, mette in guardia contro chi parlando del divino (“volando alto”) distrae l’attenzione dai problemi della vita d’ogni giorno. Condivido questa sua cautela ma con un distinguo. Infatti la storia dell’uomo è stata sempre una dialettica, una contrapposizione (Hegel) una lotta di classe (Marx). Per contro il rapporto fra umano e divino è diverso, nel senso che il divino non nega l’umano, non gli si contrappone, bensì gli si sovrappone arricchendolo già in questa vita  (1)

La stessa cosa dovrebbe accadere nel rapporto fra la politica e la gente. Non dovrebbe esserci una contrapposizione, un allontanamento della politica dalla gente (mi occupo delle prossime elezioni e non delle prossime generazioni) e della gente dalla politica (non vado a votare), bensì la Politica dovrebbe sovrapporsi alla vita d’ogni giorno, arricchendola: arricchendo la vita d’ogni giorno di molti … anzi di tutti i cittadini intendo, non altre …

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(1) In questa vita … “Hic Rhodus hic salta” …. Qui è il Colosso di Rodi, qui salta, dimostraci ora e qui cosa sai fare, tu – atleta sbruffone –  che affermi di avere fatto un salto da uno all’altro dei piedi del Colosso di Rodi. Una favola di Esopo. A me piace interpretare la frase in modo più ampio e  più completo: questa è la vita, vivila pienamente, misurati con essa, meritatela … già questo può essere il tuo (primo) paradiso

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Non sono quelli del Colosso, ma i miei piedi immersi nel mare di Tilos …

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Il colosso di Rodi, una statua di 32 metri edificata dai Rodiesi per celebrare la sconfitta dell’assalitore Demetrio (successore di Alessandro Magno), nel 305 a. C. – Rodi, isola greca vicina alla Turchia. Via Rodi a Genova, dove ho trascorso la mia giovinezza. Rodi, scalo per l’isoletta di Tilos, dove sono stato in vacanza due estati fa (2016) … le coincidenze!

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IL MIO VOTO PER UN PIATTO DI LENTICCHIE? MAI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 5:22 pm

Detto altrimenti: ma chi era qual tale che s’era venduto tutto per quattro lenticchie?     (post 3739)

downloadNella Genesi Esaù cede al fratello minore Giacobbe la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie. Oggi ci chiedono il voto a fronte dell’azzeramento di

  • bollo auto
  • tasse sulla casa
  • tasse universitarie
  • canone RAI TV
  • ……

Ecco, il mio voto, l’espressione più intensa della democrazia, dell’esercizio della democrazia, il diritto primario del vivere civile … mi viene chiesto a fronte dell’equivalente di quelle famose lenticchie? Giammai! Attendo altre motivazioni.

IMG-20180120-WA0006Dice … ma a votare ci vai tu, blogger? Si che ci vado, eccome! A questo punto prendo a prestito una vignetta che gira in internet … nella quale si vede un uomo inginocchiato, con la testa interamente nella sabbia. La didascalia? “Non andare a votare è come mettere la testa nella sabbia. Ma  attenzione! Il sedere rimane fuori!”

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UNA FAVOLA VERA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 3:15 pm

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Detto altrimenti: un post per i più piccini                (post 3738)

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Alla fine dell’autunno le nottate sono già freddine. Una mattina un signore (chiamiamolo … chessò … Giovanni) mentre annaffia i bei fiori corona di colori al suo balcone, s’accorge di una locusta, intirizzita ed immobile, che evidentemente aveva cercato riparo fra gli steli dei grisantemi e i tageti. Le si avvicina, la sfiora con la mano: niente, la locusta muove appena un’antenna ma non scappa, non salta via. Intirizzita? In semi letargo? Morente? In Giovanni le dà un nome ben augurale: Lucky, Fortunata. Egli pensa che non sia il caso di disturbarla oltre e per quel giorno la cosa finisce lì. Passa un mese, siamo in inverno. Una mattina Giovanni si accorge che Lucky ha traslocato: adesso aderisce allo stipite esterno in legno della porta finestra probabilmente in cerca di maggior calore.

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Impietosito, Giovanni la fa scivolare dolcemente dento un piccolo cestino di vimini e la porta in casa.

Qui a fianco: la prima sistemazione … (ma le locuste, mangiano l’insalata?)

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Passa un altro mese, siamo a metà gennaio. Giovanni è sul balcone, intento ad ammirare le sue rose di Natale, sbocciate … dopo l’Epifania ma vabbè. Giovanni rientra in casa e vuole controllare come sta Lucky: apre lo sportellino della piccola gabbia improvvisata e vede che la piccola ha cambiato posizione. Dunque è viva! La gabbia viene lasciata aperta.

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Eventualmente segnalatela a “Chi l’ha visto?”

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Ogni mezz’ora Giovanni controlla la situazione e si accorge che Luchy ha ogni volta cambiato – sia pure di poco – la sua  posizione. Tuttavia non salta via. Ormai il sole è alto: illumina e riscalda direttamente Lucky. Giovanni pensa che potrebbe portare all’esterno la gabbietta, sempre aperta, s’intende. Detto fatto. Ma non appena la gabbietta è posata a terra, aperta, Lucky con un balzo/volo rapidissimo e molto, molto lungo, e ne va, vola via  (o salta? Come di deve dire?), libera. Buona fortuna, Lucky!

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PARITA’ DI GENERE? QUANDO MAI!?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 9:19 am

Detto altrimenti: in Trentino? Ma no …  dai … scherzavamo …. (post 3037)

downloadS’era chiesto, reclamato, detto, ottenuto, scritto e legiferato: almeno il 40% donne … altrimenti si rischia (ecco il problema, una possibile, probabile sanzione … anche no) di essere depennati dall’albo dei partiti politici, di perdere il 2 per mille.

E allora loro, i maschietti, arrivano a dirti “Noi facciamo così. Poi, se arriva la sanzione, vedremo …” Ecco, io rubo, se poi mi prendono vedrò … Legalità e morale a braccetto. Elastiche quanto serve.

Dante: “Le leggi son ma chi pon mano ad elle?”

I fascisti: “Me ne frego”.

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Me ne frego? Al che Don Milani, nella sua aula di Barbiana, aveva appeso un cartello: “I care”, mi prendo cura di, ho a cuore,  me ne faccio carico ..

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LISISTRATA, VIENI IN TRENTINO!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Gennaio, 2018 @ 7:44 am

 

Detto altrimenti: aiutaci a realizzare la parità di genere!     (post 3036)

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imagesAristofane, commediografo greco antico, nel 411 a. C. scrisse la commedia Lisistrata, la storia di una donna ateniese che per costringere gli uomini a dare spazio politico alle donne che volevano far finire la guerra in corso, quella del Peloponneso, proclamò uno sciopero generale del sesso. Nella commedia la serrata ebbe successo e gli uomini posero fine alla guerra. Nella realtà tutto ciò non avvenne. La commedia restò tale, la guerra continuò e portò alla sconfitta di Atene: la terza per Atene, ma chi l’aveva promossa (Pericle) non ne vide la fine perché preferì morire prima (di peste).

Già … perché in quei tempi la politica era appannaggio dei soli uomini. Qui da noi oggi in Trentino no, per carità … ci mancherebbe altro! Se poi notiamo una stragrande prevalenza del sesso maschile fra i possibili candidati alle prossime elezioni è solo  l’eccezione che conferma la regola … quando mai? Certo che se si dovesse riscontrare una malafede maschile, una loro violazione della legge che invece impone un diverso rapporto più equilibrato fra i generi … be’ … allora sì che potremmo invitare novella Lisistrata nella nostra Provincia Autonoma, per organizzare una analoga serrata!

Ma il messaggio di Aristofane è anche un altro. In allora infatti la politica era sempre e solo “politica di guerra” e il commediografo avvertiva l’esigenza di cambiare questa prassi. D’altra parte l’Atene di Pericle era stata portata in guerra più volte ed aveva sempre perso: contro Siracusa, in Egitto e si stava avvicinando la sconfitta micidiale, quella contro Sparta. Oggi, per fortuna, le cose sono diverse. Dice …no, non è vero? Gli stessi paesi della NATO e gli  USA avrebbero recentemente dato l’avvio a numerose guerre preventive senza che mai nessuno di essi fosse stato attaccato? Dico: sì, può essere, ma si è trattato di eccezioni, eccezioni che confermano la regola, insomma … quante volte ve lo devo spiegare?

Certo che la politica di guerra è sempre stata, anche oggi, politica degli uomini. Ragione di più per dare spazio alla politica delle donne.

P.S.: la Compagnia dei Guitti sta portando in scena – per i soli Accademici delle Muse – una “Lisistrata” ridotta in un solo atto. Ne troverete cenno qui sul blog dopo il 5 febbraio. Con buona “pace” di tutti …

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BERTRAND RUSSEL A TRENTO 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Gennaio, 2018 @ 1:52 pm

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Detto altrimenti: Le Settimane Russelliane a Trento, ritrovare un “amico” dell’università         (post 3035)

(a seguito della puntata precedente, quattro post fa, cfr. ivi)

Già, perché all’Università (Genova 1968, giurisprudenza) studiai una sua opera, “Autorità e individuo”, attraverso la quale iniziai a conoscere il pensiero del grande filosofo inglese. Iniziai, appunto, solo un timido inizio perché il suo era un libricino inserito fra tanti altri libroni, come quel vaso di terracotta costretto a viaggiare fra vasi di ferro e all’Università – si sa – conta smaltire pagine e superare esami.

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(L’importanza della buona scuola: anche ciò di cui al momento non capivi la reale portata, dopo 50 anni affiora e ti arricchisce).

SPAZIO OFFQuindi ci sono andato. Allo Spazio Off, Trento (v. in internet) ad una rappresentazione-conferenza (Michele Nardelli, Massimiliano Pilati, Forum Trentino della Pace e dei Diritti Umani) su “La conquista della felicità”, dialogo fra Russel e Cassioepa. Russel, alias Stefano Pietro Detassis (che già avevo ascoltato in “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello al Teatro Sociale: bravo Stefano!); drammaturgia e regia: Maura Pettorruso; scene e costumi: Maria Paola Di Francesco; disegno e luci: Alice Colla; organizzazione: Daniele Filosi. 50 spettatori a riempire la piccola sala.

davDal “programma di sala”: Bertrand Russel, filosofo, matematico, attivista, pacifista, giunge agli ultimi istanti della sua vita. Novantotto anni pieni di lotte, di fallimenti, di amori, coronati dal premio Nobel per la letteratura. In quel breve momento fra gli ultimi pensieri della vita e l’affacciarsi della morte, si appresta a percorrere il suo ultimo frammento di tempo; alcune leggende raccontano di come, in prossimità della morte, la vita ci scorra davanti per l’ultima volta. Russel, abito elegante, sguardo stupito, fragile e potente, sale su una zolla di terra e inizia il suo ultimo viaggio alla ricerca del mistero della vita. Seduto su un masso, Russel ci racconta la sua vita, rivivendo una ad una le sue grandi passioni: le sue donne e le sue lotte, in un continuo equilibrio fra estasi e sconfitte. L’uguaglianza di genere, l’opposizione alla guerra, la prigione, i viaggi, l’educazione, l’incontro con Einstein, l’amore libero, i diritti delle minoranze. Russel è in prima linea ovunque sorga ignoranza, discriminazione e prepotenza, per lui i veri ostacoli verso la conquista della felicità (la sottolineatura è mia, n.d.r.).

La scena: un piano inclinato di 9 mq illuminato dalla luce nera del buio, una vita inclinata, vissuta contro la forza della gravità del comune pensiero dominante. Ogni tanto a infrangere i lampi di buio improvvisi lampi di luce e le parole di Stefano, vestito a giacca, conformista l’abito non la mente, corpo agile nonostante l’età rappresentata (novantotto anni), agile nel reagire alle forze del buio.

Concetti, estratti del pensiero, inviti a pensare: “Un contadino aveva alcune galline. Ogni giorno portava loro il mangime. Per tanti giorni. Loro si avvicinavano fiduciose. Un giorno lui tirò il collo a tutte. Si erano fidate troppo”.

(Io prendo appunti sul mio tacquino, al buio completo, scrivo poche parole … riuscirò a leggerle?)

  • downloadLa parità di genere. Uno dei pilastri del pensiero di Bertrand.
  • L’amore. Sesso senza amore non ha senso, non esiste la fedeltà eterna, quindi … tanto vale …
  • Il lavoro, mezzo non fine: lavorare tutti 4 ore al giorno, meglio di Thomas Moore che nella sua Utopia ne prescrive 6.
  • Dio. Io sono ateo ma. Ma ricerco l’origine di tutto … fino a quella del creato: guardo in alto … forse … Dio? La vita non può nascere dal nulla.
  • La felicità. Se è di tutti. Se è solo mia non è tale.
  • Domande e risposte. A scuola ci insegnano verità e risposte alle domande. Invece dobbiamo imparare a porci e a porre domande, contro un’autorità che ci impone tutto, anche le risposte, anche la fede.
  • E se sbagliamo? Se l’infante incespica e cade mentre sta cercando di imparare a camminare, lo puniamo? No di certo. Servono stimoli, non punizioni.
  • La guerra, le guerre: mai.

A seguire la conferenza di Michele e Massimiliano

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    Past President e Presidente del Foro Trentino per la Pace e i Diritti Umani

    La pace … “fatti, non parole”. Ma le parole sono importanti (Don Milani: le parole sono pietre). Piuttosto occorre uscire dalla retorica e dalla banalità delle parole. La retorica uccide il pensiero (questo vale anche in politica, n.d.r.) (1)

  • Giacomo Leopardi, “La ginestra” … (trovi ogni lettrice ed ogni lettore il passo relativo al nostro argomento, n.d.r.).
  • Ribot (poeta, mercante d’armi): questo è il secolo degli assassini …
  • Basta emergenze: dentro l’emergenza non c’è pensiero  (questo vale anche in politica, n.d.r.). (2)
  • “Riconciliazione”? Dentro la semplice riconciliazione non c’è rielaborazione: quindi non riconciliamo bensì rielaboriamo parole (questo vale anche in politica, n.d.r.). (3)
  • Abbiamo capito – ad esempio – la Guerra dei Balcani? No, perché si conosce e capisce solo quello che si vuole conoscere e capire.
  • Spostiamo un po’ più avanti il nostro sguardo. Ricostruiamo l’Idea Pace. Papa Francesco: “Siamo nella terza mondiale”: non per il rischio USA-Corea del Nord, ma per il fatto che nessuno è disponibile a modificare il proprio stile di vita.
  • Le risorse del mondo sono in esaurimento: ogni anno il 2 agosto abbiamo consumato tutte le rinnovabili. Dopo consumiamo il futuro.

 Questo e molto altro ancora. Bravi ragazzi!

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Indovinate la direzione della corrente del ruscello …

P.S.: pochissime parole per evidenziare alcuni concetti: di Russel mi piace il concetto di “autonomia” e “sussidiarietà” (v. tre post fa); il concetto di “ricerca di”: di tutto, della felicità, della fede; l’avversione alla retorica; la felicità come status collettivo; l’avversione alla guerra. La guerra … gli USA uscirono dalla grande depressione del 1929 grazie al rilancio dell’industria bellica. Forse anche oggi gli USA vogliono fabbricare e vendere più armi, per diminuire il loro enorme debito pubblico. Dice … sei un malpensante. Dico: si, però a pensar male si fa peccato ma si indovina. Dice: il budget Italia per gli armamenti? Dico: 65 milioni di euro al giorno. Quello per la difesa idrogeologica, 65 milioni di euro all’anno. Salta agli occhi. Dice:  al mese … all’anno … sempre 65 sono … così la gente si confonde e non protesta.. Dico: ah, vabbè … ho capito.  Dice: ma tu blogger, predichi bene ma razzoli male, come Padre Zappata: infatti hai fatto il Sottotenente di complemento nella Brigata Alpina Tridentina … oggi ti avranno promosso capitano (può essere, ma a mia insaputa, n.d.r.). Dico: si, vabbè, era obbligatorio, e poi i miei muli non hanno mai ammazzato a calci nessuno! Certo che se ci penso … quanti muli ci uscirebbero con il costo anche di un solo F35!

Note

(1) Un po’ di retorica vabbene, ma poi a quel politico (dice: quale? Dico: non facciamo nomi!) quando è troppo è troppo …  gli si dice … basta!

(2) Emergenza alluvioni, occupazione, esodati, giovani, mezzogiorno, criminalità, carceri (sovraffollate), futuro: dove era il pensiero prima di pensare che si è in emergenza?

(3) Partiti che si riconciliano qualche giorno prima delle elezioni mappoi (mappoi) subito dopo … Infatti non c’era stata rielaborazione.

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