I SOCI (FIAB) RACCONTANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Aprile, 2018 @ 4:04 pm

Detto altrimenti: dedicato a Gianluigi e Valeria Vighi … (post 3154)

imagesFIAB- Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Trento branch – Su di noi trovate in internet tutto ciò che serve per conoscerci. Potete anche navigare qui fra i miei posts (ah … ah … quella “s” del plurale, che buffa! Sarebbe un po’ come dire che “in questa via ci sono due bars, in quale ci fermiamo per l’aperitivo?). Comunque un suggerimento: iscrivetevi alla Fiab: c’è un circolo Fiab in ogni città!

Ma veniamo alla pedalata di questa mattina. Sono a Riva del Garda. Lungo ponte del 1° maggio. Ieri pomeriggio pioveva: la scienza meteo insegna che dopo la pioggia arriva il fronte freddo con vento da nord e invece … invece oggi, con il sole, sin dalla prima mattina un forte vento da Sud e non era l’Ora! Era la Vineza, la Venezia, cioè la Bora che precipitando sul golfo di Trieste da Nord, si infila da est nella Pianura Padana e arrivata a Peschiera, udite udite, decide di risalire il Lago di Garda! Bene, mi son detto, almeno all’andata (direzione sud-nord) avrò il vento a favore (N.B.: in condizioni normali si pedala sud-nord con il vento   da nord – a Riva lo chiamiamo semplicemente  “Vento” (1), mai “tramontana” – contro e al ritorno nord-sud con l’Ora contro!). Dice … ma se Vineza e Ora soffiano entrambe da sud, come fai a distinguerle? Elementare, Watson! Se da sud soffia violenta già alle 08,00 della mattina ed è molto più fredda dell’Ora, be’, quella è Vineza, un vento barico (non una brezza termica).

(1) Riva del Garda: una volta paese di pescatori e navigatori per commercio, oggi città turistica e di ciclo velisti. Memori dell’antica  tradizione del lavoro “a vela”, ad una persona corta di comprendognolo ancora oggi usano dire: “Tu non capisci né Ora né Vento”.

Ma veniamo ai dettagli della pedalata:

  • Ora di partenza da Riva del Garda: 08,45;
  • bici usata: mtb e-bike;
  • percorso: lungolago ovest-est; ciclabile sud-nord per Arco, Drò, Centrale Fies, Sarche, Lago di Toblino; sosta per strudel e succo di frutta Padergnone; salita nella Valle dei Laghi fino a Vigo Cavedine; discesa su Drò – Arco – Riva;
  • alimentazione: v. sosta a Padergnone + una borraccia di acqua e sali;
  •  GPM: a Vigo Cavedine: 43 km, 3 ore, 50% di consumo elettrico;
  • salite più impegnative: lo “strappo” alla centrale Fies (200 m al 20%) – Il primo tratto per imboccare la Valle dei Laghi;
  • arrivo a Riva del Garda: ore 12,45;
  • consumo elettrico totale della batteria da 400: 70% (ho dovuto farmi aiutare con un bel 20% anche in pianura, al ritorno, a causa del forte vento contrario).
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Ho girato la bici per appoggiarla … ma stavo andando in su!

Poco prima di Sarche, sosta per foto. A Sarche vedo una coppia di ciclisti incerta e chiedo: “Problemi?” Si, rispondono, come si fa ad arrivare alle Terme di Comano? Spiego loro il percorso. Suggerisco all’amministrazione locale di integrare la segnaletica per i cicloturisti. Altra sosta per foto al Castel Drena, ma … dov’è il cellulare? Sparito! Acc…. Lo avevo infilato nella tasca esterna del bauletto … di corsa a Riva per provare a rintracciarlo tramite il cell di mia moglie. Arrivato a casa ricevo una mail dal mio amico Gino Zeni, il quale a sua volta – essendo stato l’ultimo numero da me chiamato – era stato contattato da chi aveva trovato il cell nei pressi del Lago Toblino. A casa poi, arriva mia moglie: anche lei era già in contatto con il “trovatore” di cell. Lo chiamo, è a Sarche: appuntamento fra poco, alle 16,00. Allora faccio così: ora pubblico questo post così com’è. Dopo che avrò conosciuto chi ha  trovato il cell, ne metterò sul post  nome e cognome e forse anche una  foto se me lo concede: se lo merita!

Good bike & Good Fiab everybody! 

sdrEcco, ho appena incontrato Gianluigi e Valeria Vighi, genitori della piccola Sofia (6 anni) e della nuova sorellina in arrivo Alma (forse questo sarà il suo nome fra due mesi!), della provincia di Pavia, in vacanza presso una zia. Davanti ad un caffè, mi hanno detto di avermi riconosciuto: infatti li avevo superati, io in bici e loro a piedi, nel sentiero che costeggia il Lago Toblino. Ricordano il mio “Scusate, grazie” e loro che avevano visto il mio telefono appeso alla tasca laterale del bauletto, telefono che poco dopo hanno trovato per terra, là dove la pista fa un piccolo salto su radici sporgenti (e ti pareva … ragazzo, stai più attento la prossima volta!).  Certo che fa piacere riscontrare che al mondo esistono anche persone così, persone per bene, che si preoccupano dell’ “altro” anche se è uno sconosciuto. “Sai –  mi hanno detto dopo tanto mio insistere a che mi dessero del tu – nel telefonino c’è sempre un bel pezzo della nostra vita, ecco cosa abbiamo pensato trovando il tuo lungo il sentiero”. Grazie, amici! Ci siamo lasciati con una mia richiesta: che mi diate notizie della nascita della piccola Alma, ci conto!

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    A Genova, questa mattina (foto Enrico Perasso)

P.S.: giornata di vento forte, si diceva. Anche il Liguria, stesso scherzo: vento da Sud (Sud Ovest, questa volta), freddo: può essere Mistral che risale coma fa la Bora qui sul Garda, oppure può essere libeccio … oppure entrambi. Il fatto è che a Genova ha strappato gli ormeggi di una bella barca da regata (albero sottile, tre ordini di crocette, carena planante), barca il cui proprietario, nella sfortuna, ha avuto fortuna in quanto l’ha semplicemente spiaggiata su una delle rare spiagge residue, sopravvissute incastonate fra scogliere e moli! Poteva andare molto, molto peggio …

Oggi 1° maggio apprendo: “Francesca Komatar, atleta dell’Aeronautica Militare, stava partecipando ad una regata fra la Corsica e Genova quando si è rotto il timone (che infatti non appare nella foto, n.d.r.) e ha dovuto lasciare la barca alla deriva” (farla rimorchiare in porto, no? N.d.r.). Ad un attento esame della foto risulta: mancanza del boma il che significa che prima di abbandonarla l’hanno “disarmata” in parte, il che rende ancora più inspiegabile quell’abbandono.

Una volta anche sul mio Fun appena acquistato (io non ero ancora maturo per timonarlo) si è spezzata la pala del timone. Eravamo di bolina nell’Altogarda Trentino, vento molto forte, sotto una forte raffica il timoniere-randista ha cercato di “tenere” la barca senza lascare la randa cercando di evitare la straorza (cambio di mure involontario) trattenendo con forza la barra del timone che è diventato “duro”, troppo duro fino a quando il suo asse si è spezzato.

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CORRETTO UTILIZZO DELLE PISTE CICLABILI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Aprile, 2018 @ 1:25 pm

Detto altrimenti: basta un po’ di buon senso …. (post 3153)

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Qui non siamo a Riva del Garda … e poi questo non è l’affollamento al quale mi riferisco

Riva del Garda, Bike Festival, un successone! L’altissima presenza di “turisti a pedali” tuttavia fa emergere un problema: quello della necessità di una maggiore attenzione nella circolazione sulle piste ciclabili come pure quello di un maggior controllo su tale circolazione. In questi gironi infatti le piste ciclabili dell’Alto Garda Trentino sono affollatissime di … tutto: genitori con bimbi, pedoni con cagnolini, ciclisti “normali” e squadre di “ciclisti da guerra”: mi piace definire così quei tali che scambiamo la pista ciclabile per un velodromo, creando situazioni di grande pericolo per tutti. Ora un dato è certo: il fortissimo sviluppo del cicloturismo e della rete delle piste ciclabili. E allora iniziamo quantomeno con l’apporre cartelli di comportamento all’inizio delle piste ciclabili e ad inviare agenti in bicicletta la cui presenza servirebbe a prevenire comportamenti pericolosi e a sanzionare i peggiori.

Val Aurina 29 sett 2011.

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Sud Tirolo. Un cartello del genere è da anni apposto all’inizio della pista ciclabile della Valle Aurina: in due lingue invita ciclisti e pedoni a rispettarsi a vicenda, ed entrambi a non ostacolare il transito dei mezzi agricoli: infatti avverte che la pista è stata realizzata dal Comune su aree dei contadini. In un tratto della ciclabile bolzanina dell’Adige aperta anche alle auto, un cartello: “Velocità massima, 30kmh, escluse le biciclette”: quasi una barzelletta, questo!

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Ma non solo nelle ciclabili dell’Alto Garda e del Sud Tirolo. Infatti giorni fa sulla ciclabile trentina della valle dell’Adige ho incrociato una compagnia (o due?) di militari in marcia/corsa, in ordine molto sparso: chi avanti, chi indietro; chi a destra, chi a sinistra, chi al centro; chi da solo, chi in coppia, chi in tripla, chi in gruppo, … insomma: tu arrivavi in bici, suonavi ma non sapevi se quei tali sarebbero stati fermi o se si sarebbero spostati a destra o a sinistra. All’estremità sud del percorso (Mattarello) un Sottufficiale. Mi sono fermato, mi sono presentato come ex-sottotenente di complemento della Brigata Alpina Tridentina, gli ho chiesto di dire ai suoi uomini di camminare sulla sinistra, al massimo affiancati per due. Lo ha fatto, per radio. L’ho ringraziato.

Infine un suggerimento per tutti, per noi ciclisti, per noi pedoni: cechiamo di capire quale sarà la “rotta” altrui e di regolare la nostra in sintonia. Evitiamo di pensare che ognuno sia sulla  “rotta giusta” quella che sono gli altri a doversi scansare …. Così come quando siamo in auto,  bloccati nel traffico, non imprechiamo contro “gli altri”: anche noi siamo “gli altri” per tutti costoro. Ed anche nel supermercato, con le rotte dei nostri carrelli della spesa …

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LUCIA BRUNI, PREMIO UE-ALTIERO SPINELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Aprile, 2018 @ 5:22 am

 

Detto altrimenti: premiato il suo contributo al processo unificatore dell’UE (post 3152)

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Giugno 2017: la prima cerimonia dell’accoglienza trentina a Borgo Sacco a Rovereto, Ristorante Moja

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Lucia Bruni “da” Bologna:  un’amica, una collega FIAB-Federazione Amici della Bicicletta, Trento … su di lei ho già pubblicato molti post. Europeista convinta, forte ciclista. Ha vinto il secondo premio “Altiero Spinellli” della Commissione Europea per il resoconto della sua pedalata da Roma a Bruxelles l’estate scorsa, per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero l’avvio al processo di unificazione dell’UE. Ecco il suo comunicato:

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Inizia

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Dopo l’impegno europeista, un po’ di bicirelax in Trentino (Lago di Toblino)

Carissimi tutti, con sbigottimento, emozione e immensa gratitudine per tutti gli amici che hanno contribuito, partecipato, seguito e fatto il tifo per il mio progetto ciclistico – europeista “Il mio cuore per il cuore dell’Europa”, comunico che con il racconto che ne è seguito ho vinto un secondo premio “Altiero Spinelli”. E’ un grande onore e anche una grande responsabilità per me, e voglio condividere intanto con voi l’onore: per aver creduto in me, nella forza delle idee, nella bellezza della bicicletta, nella visione di un futuro di pace e cooperazione. E voglio invitare ancora tutti e ciascuno a partecipare al viaggio che da qui riparte con nuovo slancio per continuare a costruire fiducia, incontri, speranza.  Tornerò con aggiornamenti sul premio e sui progetti futuri, ma intanto ci tengo a dire:

GRAZIE!

Vostra Lucia – http://ilmiocuoreperleuropa.eu/2018/04/26/fondata-sulla-speranza/

Finisce

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Le strisce! Mettiamole le strisce!

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E brava Lucia! Ma non finisce qui, perché Lucia  sta preparando un’altra importante impresa. Quale? Aspettiamo che sia lei stessa a dircelo!

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25 APRILE IN BICI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2018 @ 3:28 pm

Detto altrimenti: a 74 anni, uno di più che dall’anno della liberazione …   (post 3151)

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Come ho fatto a fotografarmi? Mistero …

Dopo avere pubblicato il post precedente, liberatomi da quel doveroso impegno, mi sono concesso un bel giro in bicicletta. Solo che quest’anno sono “in ritardo” con i km pedalati a causa del … protrarsi della stagione sciistica. Già, che volete, fini a quando si scia come sottrarsi a quel gravoso dovere? Ed allora … sapete che prima di affrontare salite importanti è bene avere percorso un paio di migliaia di km in pianura? E io che sono solo a quota 300 km pedalati! Lo so, lo so, ma un cristiano che vive in una regione di montagna mica può aspettare tutto questo tempo, mica può! Come se ne esce? Se ne esce con la mtb a pedalata assistita, quella che oggi mi ha permesso di salire da Riva del Garda al Passo del Ballino, 700 metri di dislivello su 12 km (+ 3 di falsopiano). Ho affrontato la salita lentamente a 10 kmh, modalità (elettrica) “tour” (secondo livello), consumo elettrico 50%.

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La ciclabile del Maso Limarò vista dalla strada per Ranzo

Poi, discesona fino a Fiavè e Ponte Arche: totale 25 km. Pausa caffè con barretta energetica; salitella e falsopiano per andare a prendere la ciclabile del Maso Limarò (tot. 30 km); discesa a Sarche (tot. km 35). Pista ciclabile Sarche-Pietramurata (già si sente l’Ora contraria!); bretellina fino al Lago di Cavedine al centro velico dell’amico Andrea Danielli (tot. km. 42), sosta per saluti e “idraulica”; indi si costeggia il Lago, salitella verso sud in mezzo alle marocche; discesa veloce (55 kmh) sulla SP che dalla Valle dei Laghi scende a Dro. Pensate di essere a casa, vero? E invece no, si è alzata contro un’Ora molto forte che la discesa e la pianura sono diventate salita. Morale, in “salita” fino a Riva del Garda, totale km 61. Consumo elettrico totale: 80% (cioè: 50% per i primi 15 km; 30% per i successivi 46, dai quali si deduce che con la mia batteria da 400 potrei contare su circa 140 km “normali” di assistenza elettrica.  Tempo impiegato: 4 ore di cui mezz’ora per soste foto e alimentazione.

Questo è un giro classico, che quando ho nelle gambe quei famosi 2000 km, faccio con la mtb normale senza aiuto elettrico. Anni fa, anche con quella da corsa … ma che volete farci: 20 anni e 7 kg di più contano e come!

Good e-bike everybody!

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25 APRILE LA LIBERAZIONE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Aprile, 2018 @ 5:44 am

Detto altrimenti: da Genova al Trentino    (post 3150)

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Genova, Corso Gastaldi. In primo piano la Casa dello Studente, famigerata prigione fascista

La liberazione. Liberazione da una guerra disastrosa, nella quale ci aveva fatto precipitare il fascismo, alla quale si era aggiunta una guerra civile altrettanto disastrosa, verso la quale ci aveva fatto precipitare la casa Savoia. La mia vita: io, classe (3 febbraio) 1944, i primi 30 anni Genova, circa 14 fra Torino e Monza, da 30 in Trentino. Totale 74: i conti tornano. A Genova abitavo nel quartiere di Albaro a ridosso del quale, verso monte, nel quartiere di S. Martino, c’è Corso Gastaldi, sul quale si affaccia la Casa dello Studente, famigerato luogo di torture fasciste. Corso Gastaldi, Corso Aldo Gastaldi. Aldo Gastaldi (Genova, 17 settembre 1921 – Desenzano, 21 maggio 1945), il più autorevole, efficiente, amato capo partigiano della zona dell’entroterra Ligure-Genovese. Nome di battaglia: quello di un torrente “cittadino”, poi ingabbiato dall’asfalto dell’uomo che ne causò la micidiale alluvione dell’autunno 1970: Bisagno.

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Bisagno. Sportivo, cattolico, a-partitico. Quando alla liberazione la politica forzava i suoi uomini – che lo adoravano – ad iscriversi al PCI, i suoi amici gli suggerirono di creare un distaccamento suo, a-partitico, che tutti lo avrebbero seguito. Bisagno si oppose, perchè, disse “Se faccio così trasformo i miei uomini in ribelli ed annullo i meriti che si sono guadagnati con tanti mesi di lotta in montagna”. Dopo la fine della guerra, abbarbicato sul tetto di un camion, accompagnava a casa loro, in Trentino, un gruppo di Alpini trentini a testimonianza della loro appartenenza alla Resistenza (alla quale avevano aderito abbandonando la Divisione Alpina Monte Rosa costituita “spintaneamente” in Germania) e quindi a garanzia della loro incolumità. A Desenzano, per una curva improvvisa del mezzo, veniva sbalzato a terra e moriva travolto dalle ruote.

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La resistenza, la democrazia. Quella di cui oggi godiamo e spesso non valutiamo nemmeno per quello che vale, tanto “ci siamo abituati”. Quella che consente al giornalista Alberto Matano di gestire una trasmissione televisiva (“Sono innocente”, RAI 3) sui macroscopici errori della magistratura  e di pubblicare un libro dal titolo “Innocenti- Vite umane segnate dall’ingiustizia”. Persone condannate ad anni di carcere perché … perché la prova calligrafica che li ha salvati è stata fatta sette anni dopo; perchè non si sono cercati riscontri seri alle dichiarazioni di un criminale pentito; perché … si è scoperto solo dopo molti anni di carcere che non solo “non hanno commesso il reato” ma più spesso addirittura che “il fatto non sussiste” (!) … perché … insomma, leggetevi il libro, ascoltate quella trasmissione TV.

Ecco, questo è il mio modo di celebrare la data del 25 aprile. Il modo di un Genovese trapiantato in Trentino, di un ex Sottotenente di complemento della Brigata Alpina Tridentina che vuole ricordare un suo conterraneo morto mentre stava riportando a casa loro, in Trentino, un gruppo di Alpini Trentini. Chissà se uno di quegli Alpini è ancora vivo … mi piacerebbe incontrarlo . . .

Andrò da Trento a Desenzano, cercherò il punto preciso dell’incidente mortale e deporrò un fiore colto qui, nelle montagne del Trentino.

P.S. del 27 aprile: non posso fare a meno di allegare qui di seguito una nota sulla rappresentazione di Alfonso Masi, Ester D’amato e Mimmo Iannelli (con la fisarmonica di Luciano Maino), di ieri nella sala Falconetto del Palazzo Geremia in Trento:

Farà giorno 26 aprile

Contenuti e loro rappresentazione veramente toccanti. Bravi gli autori, bravi gli interpreti!

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LE NUVOLE DI ARISTOFANE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Aprile, 2018 @ 12:11 pm

Detto altrimenti: letture in Biblioteca …        (post 3149)

download (1)… in Biblioteca Comunale di Trento, con la prof senza puntino (cioè “prof” e non “prof.”) Maria Lia Guardini, letture e commento dei classici, oggi sarà la volta della commedia di Aristofane “Le Nuvole” quella che – secondo una visione ex post – diede sia pure incolpevolmente e inconsapevolmente una buona giustificazione alla condanna a morte di Socrate. Girellando qui fra i miei scritti (alias: navigando fra i miei posts … che buffa quella “s” del plurale inglese!) troverete altri mie scritti circa i nostri studi di allievi della nostra prof. I classici, qualquno (si, qualquno cioè tutti quei qualcuno scritti con la “q”!) si domanda a che servano. Ebbè, raga, poiché nessuno nasce imparato … e allora perché non approfittare delle esperienze del passato, della logica già vissuta per vivere e capire meglio il presente? Dice … ma è roba vecchia, superata. Dico: quando mai? Ecchè, tu ti misuri rispetto al metro della tua vita? Ciò che viene da 30 anni fa sarebbe giovane, ciò che arriva da 2500 anni fa sarebbe vecchio? Ma se viviamo in un mondo “da milioni di anni” e verso altrettanti (speriamolo per i nostri post-post-post nipoti), cosa vuoi che siano 30 o 2500 anni, quando stiamo ricevendo onde gravitazionali che hanno percorso uno spazio di milioni di anni luce!

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Aristofane, chi era costui? Si domanderebbe Don Abbondio. Un commediografo greco al tempo della guerra del Peloponneso. Aristofane, αυτός που εμφανίζεται ο αριστός”, colui che appare il migliore: come nome niente male glie lo avevano dato i suoi! Nuvole, commedia dissacrante degli dei, della filosofia soprattutto sofistica, di Socrate. Non che i sofisti fossero dei bandieruola, una sorta di gost writers del pensiero prezzolati e pronti a dimostrare il tutto ed il suo contrario, disposti a vendere discorsi al politico acquirente di turno. No. Erano solo dei dimostratori tecnici di come la retorica, evolutasi in arte oratoria, fosse un’arma formidabile, capace di sovvertire la realtà. Loro stavano solo avvertendo la gente della pericolosità di una nuova arma letale. Quello che non capisco, oltre il suo travisare la natura dei sofisti, è perché abbia tacciato Socrate di un sofismo deteriore, non vero, Socrate, maestro universale della libertà di pensiero e dell’investigazione.

Poco sopra ho scritto “sarà la volta”, perché sto scrivendo questo mio pezzo prima di andare a lezione dalla prof senza puntino. Appena sarò rientrato a casa, verso mezzogiorno, vi racconterò quanto sarà emerso in quella sede.

Fine della pre- scrittura. Ora inizia la post-scrittura

Una commedia del 423 a.C. nella quale Aristofane critica tutte le istituzioni di Atene, e lo fa mettendo in bocca ad un suo concittadino famoso, tale Socrate, una serie di atteggiamenti e pensieri che proprio non gli appartenevano. Vis comica, satira … solo che quando nel 399 Socrate venne condannato a morte perché accusato di contestare il principio di autorità e di corrompere i giovani, Aristofane un qualche problema di coscienza se lo fece sicuramente, lui che morì 19 anni dopo, nel 380.

Le nuvole, il padre che vuole educare il figlio (nelle Vespe il rapporto si invertirà) e per far ciò lo manda a scuola da Socrate al quale sono attribuite le peggiori qualità: pseudo sofista, esasperato atomista e naturalista, dissacratore degli dei. Socrate, lui che fu “solo” il principe dell’antropocentrismo volendo centrare la ricerca sull’individuo, lui che fu maestro del libero pensiero e dello spirito critico.

Aristofane attribuisce a Socrate tutte le tendenze della “nuova cultura”, verso la quale egli aveva un rapporto di odio-amore. E lo fa in modo violento, fortemente satirico … rimanendo attaccato alla “sua“ commedia nella quale l’uomo è anche cittadino: identità che andrà sfumandosi nella cosiddetta commedia di mezzo, sino a perdersi nella commedia nuova dell’Età Ellenistica, nella quale si conferisce centralità al carattere delle persone, non al loro essere politico.

Nella nostra discussione-esame di oggi, abbiamo discusso molto più di Socrate che di Aristofane, confrontando – ad esempio – la visione di Aristofane con quella di Platone (“Apologia di Socrate”). Solo che una è stata scritta molto prima della sua morte. L’altra dopo.

Prossimo appuntamento: 8 maggio, stessa ora e luogo, Le Vespe, sempre di Aristofane. Il 22 maggio parleremo del Diskolos di Menandro (commedia nuova).

 

 

 

 

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I SOCI BICI-FIAB RACCONTANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2018 @ 12:43 pm
  • Detto altrimenti: la nuova strada del Ponale e oltre, in bici   (post 3148)

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    Il Garda sa essere verde, come qui,  … o azzurro, come nelle altre foto

    Riva del Garda. Il Ponale, un torrente. La Ponale, la gola dalla quale scende. Il Ponale, un vento di caduta, improvviso e violentissimo, che precipita sul lago. La strada del Ponale, una volta carrozzabile, ora per pedoni e ciclisti. Il tutto a un miglio a sud di Riva del Garda. In bici. Questa non è una relazione “tecnica”, bensì solo una breve nota di primo approccio. La pista ciclopedonale del Ponale recentemente messa in sicurezza contro la caduta massi, fatti interventi al fondo “stradale”. Ieri l’ho percorsa, andando ben oltre. La Ponale classica, il primo tratto, quello che termina al bar al Ponte della valletta del Ponale, è stata “spianata”, non c’è che dire. Alcuni l’apprezzano; i più atletici e naturisti si lamentano per la sua snaturalizzazione. Io sono certo tuttavia che i lavori sono ancora “in corso” poichè il riassetto è “terroso” ragion per cui in caso contrario alle prime piogge si trasformerebbe in un colatoio di fango. Apprezzabile la nuova cartellonistica e le protezioni a lago.

 

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Mio allenamento di stagione prima della salita: molto limitato, solo 140 km in pianura con bici da corsa (tuttavia, per dirla tutta, ne vengo da una intensa stagione sciistica). Io l’ho percorsa ieri con una mtb a pedalata assistita, pneumatici da città (lisci). Non ho avuto difficoltà alcuna. Arrivati al Ponte, ho proseguito verso Pregasina sulla stradella ciclabile asfaltata con qualche buca. Indi sulla Statale 240 sono arrivato al paese, superato il quale e la relativa chiesetta sono salito a Punta Larici (907 m slm). Qui avrei preferito avere i pneumatici scolpiti, ma sono passato abbastanza bene ugualmente. Lunghi tratti sono in cemento pendenza 18-20%: beato l’aiuto elettrico!

Sullo sfondo della foto: la neve della Paganella e del monte Stivo

 

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I panorami sono impagabili! Tuttavia nonostante l’ e-bike non è proprio da tutti. Quanti i km di salita da Riva? 13? 15? Non avevo azzerato il contachilometri! Ma si può? Tempo di salita? Non lo so perchè mi sono fermato spesso a fare fotografie: diciamo Riva-Riva in tre ore comode comode (09,00-12,00). Acqua lungo il percorso: al bar e a Pregasina. Alimentazione: mezza borraccia d’acqua e sali. Consumo elettrico: con modalità “tour” (secondo livello sui quattro disponibili): 50% di una batteria da 400. Se la volete fare, telefonatemi (335 5487516) che ci andiamo insieme!

Qui a fianco: quando si dice “ciclismo verticale”? Quando, restando in sella alla bici e sporgendo una gamba fuori dal pedale …

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FRANCIA E GERMANIA … E NOI … NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Aprile, 2018 @ 6:20 am

Detto altrimenti: rifondazione europe ..ista!                                                (post 3147)

Ebbene si, lo confesso, io, classe 1944, in pensione da qualche anno, sono stato un dirigente d’azienda all’età di 30 anni e manager due anni dopo. Manager, non imprenditore se non di me stesso. La cultura che mi appartiene è quella di una persona alla quale hanno sempre detto: “Questo è il problema, quella la porta, torni con la soluzione”.

Ho lavorato in gruppi e in imprese grandi piccole, italiane, estere, industriali, finanziarie e commerciali, pubbliche, private e miste. Ho sempre avuto un capo, talvolta anche “politico” (nelle imprese pubbliche e miste): persone molto, molto  diverse fra di loro. Tuttavia indistintamente tutti costoro mi hanno sempre giudicato dai risultati che si attendevano da me, nel senso che mi pagavano in quanto io “avrei dovuto raggiungere quel tale risultato”. Ed io quel risultato l’ho sempre raggiunto, solo che a quel momento per loro era faticoso dirmi “Bravo, grazie”. A parte quindi questa amara constatazione che per loro la riconoscenza nei miei confronti era solo “la speranza che io ottenessi ulteriori risultati”, resta una constatazione positiva: quella della loro estrema concretezza nel mettere a fuoco la “politica dei risultati” attesi (e poi da me sempre conseguiti, ma questa è un’altra storia).

Ma veniamo al dunque: cosa mi spinge a questa rivalutazione della politica dei risultati? Una duplice constatazione: da un lato Francia e Germania – senza di noi – si apprestano a rifondare l’UE, quella che noi stessi co-fondammo con i Trattati di Roma di 60 anni fa; e l’altra, quella del “risultato” della nostra legge elettorale, che ci ha fatto impantanare, che ci lascia senza un governo proprio quando un governo servirebbe, se non altro per non essere esclusi da questa “Rifondazione UE”; dalla ripartizione (ridotta) dei fondi UE post Brexit; dal porre un freno a quei 5.000 Euro al secondo che aumentano il nostro debito pubblico; etc..

La nostra politica, i nostri politici, a custodia del nostro sistema democratico, sociale, economico. I custodi … ma … come scriveva quel tale … come si chiamava? Ah sì, ora ricordo: si chiamava Giovenale. Era uno che scriveva satire in una delle quali raccontava di un marito che temeva che la moglie lo tradisse. Al che un amico gli suggeriva di porre alcuni custodi a guardia della fedeltà della consorte. Ma Giovenale fa dire al marito: “Quis custodiet ipsos custodes?” (già, bravo, ma quelli, i custodi, chi li controllerà?).

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RESTART TONALE 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Aprile, 2018 @ 6:01 am

Detto altrimenti. Un’idea di “Restart” per il restart del Tonale   (post 3146)

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        Nella sala conferenze del Tonale

Restart, restarting: ripartenza. To restart: ripartire. Lo sviluppo di un’economia è una continua ripartenza, così come lo sviluppo di un pensiero. E il mio pensiero da “Tonalino” acquisito (v. post precedenti) e da Presidente dell’Associazione Restart, circa lo sviluppo dell’economia del Passo Del Tonale è il seguente: oltre che sulla stagione invernale, puntare sulla stagione estiva, attivando e valorizzando il collegamento con i sistemi di piste ciclabili lombardo e soprattutto trentino e aprire al Passo del Tonale una Scuola di formazione di guide ciclo-escursionistiche, con una sezione per le guide ciclo-turistiche.Q11-CICLOESCURSIONISMO-web

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Dal ciclo-turismo al ciclo-escursionismo, verso le montagne!

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Una scuola per le “arti della montagna” era già stata ipotizzata per il passo dal Senatore Bruno Kessler, ma all’epoca non si parlava di biciclette. Oggi si “deve” invece parlare di biciclette, stante l’enorme sviluppo – in particolare – delle e-bike, biciclette a pedalata assistita, le quali stanno avvicinando a questa pratica un numero sempre maggiore di utenti. La Scuola dovrebbe essere prevista all’interno di una Legge Provinciale in materia (al momento non esiste una normativa nazionale), la quale ufficializzi l’Albo degli accompagnatori. Nel frattempo il CAI Centrale sta pubblicando suoi Quaderni sulla materia e molte sezioni del Cai stanno operando attivamente in questo settore. Q14-Manuale-didattico-Ciclo_ls78ux35 (1)

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Restart, un’Associazione culturale fondata oltre un anno fa fra amici, fra i quali Donatella Conzatti, Roberto Sani, Fabio Pipinato, Maria Teresa Lanzinger (Vicepresidente) ed il vostro blogger che la presiede. L’Associazione nel 2017 ha dato vita a ben sei eventi di cui trovate ampio resoconto qui sul blog.

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Mi scrive una mail Luigi P.: “Caro blogger, sono un tuo assiduo lettore ma non ho  ancora imparato a postare direttamente i commenti, quindi ti scrivo: pubblica tu questo mio intervento. Le bici in montagna? Sarà dura … non trovi? Soprattutto in Trentino, regione così attenta alla difesa della natura”.

imagesRispondo: Caro Luigi, la nostra è una provincia. La Regione è il Trentino Alto Adige.  Ora senti,  io semplicemente mi rifaccio a quanto avviene in Austria da molto tempo, Stato (non regione) che se ce ne è un attento a non rovinare le montagne … è proprio quello. Ebbene, in Austria funziona il Tirol Mountain Bike Safari: diciassette funivie (credo che il loro numero sia questo), messe “in rete” estiva, consentono ai ciclo escursionisti ben 1000 km di discese. Il turista può noleggiare biciclette; avere assistenza meccanica di pronto soccorso; richiedere l’accompagnamento di una guida;  acquistare abbonamenti di risalita giornalieri, pluri giornalieri o settimanali; prenotare alberghi; etc.. Vogliamo andare anche noi a fare un giro per vedere se quei ciclo escursionisti deturpano la natura, incanalati come sono su percorsi obbligati, ben segnalati e custoditi? Da noi, in genere in Italia intendo, fino ad oggi  le cose funzionano così: invece di regolare la materia o si vieta tutto o si permette tutto. Nel frattempo le biciclette sciamano ovunque e gli anti-ciclisti tagliano alberi per collocarli di traverso sui sentieri che inoltre disseminano di chiodi: insomma, un reciproco, illegale “fai da te”.

Da internet: Il Bike Trail Tirol offre numerosi tour in mountain bike in Tirolo. Inforcate la bici e scoprite il cuore delle Alpi sul più lungo circuito interconnesso delle Alpi. Il Bike Trail Tirol conduce in 32 tappe giornaliere, suddivise lungo circa 1.000 chilometri e 27.000 metri di dislivelli, attraverso le diverse regioni del Tirolo austriaco. La struttura del circuito consente di scegliere liberamente il punto di partenza e quello di arrivo. I vari itinerari MTB sono belli da percorrere sia in un‘unica soluzione che in più tappe. Il Bike Trail Tirol è il percorso mountain bike ininterrotto più lungo dell’Austria e di tutte le Apli. È accessibile per tutti i ciclisti: per quelli sportivi in cerca di emozioni forti, per i funbiker in cerca di singletrails e per i ciclisti più tranquilli che si divertono semplicemente a pedalare nella natura, immersi in uno splendido scenario alpino. Il percorso incrocia anche molti altri percorsi, il che permette di iniziare il bike tour ovunque, senza un inizio e una fine prestabilita. In questo modo è possibile scegliere con comodità l’itinerario più congeniale alle esigenze di ogni appassionato.  

Sai, da tempo circola una barzelletta che recita così: “In Austria alcune cose sono permesse, altre vietate. In Inghilterra è permesso tutto tranne ciò che è vietato; in Russia è vietato tutto, anche ciò che è permesso e … in Italia è permesso tutto, anche ciò che è vietato”.

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RESTART, TONALE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Aprile, 2018 @ 11:00 pm

Detto altrimenti: Il secondo Progetto Tonale, una sfida per la politica trentina    (post 3145)

IMG_4750Si è svolta oggi pomeriggio al Tonale la cerimonia per il trentesimo compleanno della Carosello Tonale SpA, la società trentina di impianti sciistici di risalita. All’epoca io ero Direttore dell’ ISA SpA di Trento, proprietaria di due SpA del genere al Passo (S.I.R.T.) e al ghiacciaio (GFPP), delle quali il Presidente dell’ISA, Sen. Bruno Kessler, mi aveva fatto Presidente. Le due società erano complessivamente in perdita soprattutto a causa dell’insufficiente portata dell’impianto di arroccamento al ghiacciaio, di proprietà di terzi, che non consentiva un utilizzo economico dei nostri impianti in quota. Dopo che ebbi analizzato la situazione, io e l’ISA costituimmo la Carosello Tonale, società della quale inventai anche il nome ed alla quale cedetti tutti i cespiti delle due vecchie società e solo una parte dei debiti relativi. Quindi vendetti la Carosello agli Operatori del Passo, a costo simbolico. L’operazione fruttò vantaggi per tutti: fiscali (  conseguentemente finanziari) per l’ISA; e la Carosello, così riorganizzata riacquistò l’equilibrio gestionale grazie anche all’ottima gestione diretta degli stessi Operatori.

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  Flavio Mosconi, Giuseppe Panizza, Carlo Daldoss

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Costoro, inoltre, avevano trasformato la Carosello in una società ad azionariato diffuso locale, realizzando ulteriori importanti investimenti, anche grazie a importanti contributi della PAT. Ed è questa loro iniziativa che ieri è stata soprattutto giustamente riconosciuta, celebrata e premiata, anche attraverso la pubblicazione di un libro “30 anni per Carosello Tonale – Un capolavoro di azionariato diffuso e popolare”, ad opera di Alberto Mosca, libro distribuito gratuitamente a tutti gli intervenuti alla cerimonia.

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“Scultura” lignea alla parete della sala … vorrà pur dire qualcosa!

Flavio Mosconi: esauriente e completa la relazione di chi è stato il motore dell’azione locale,   allora e promotore dell’opera letteraria oggi: di un’ opera storica, quella raccontata da Alberto Mosca, una sorta di storia-cronaca, che inizia ben prima della nascita di carosello Tonale. Una testimonianza da un angolo visuale vivo e documentato, stile Luigi Sardi (miglior complimento questo non potrei fargli!). Molto stimolante l’intervento di Giuseppe Panizza. Giacinto Delpero ha elencato i molti investimenti effettuati dalla Carosello, di cui è stato per anni il responsabile. Il mio intervento? Be’ … ho raccontato quello che ho già esposto in molti post precedenti e che è ben riportato nel libro. Inoltre ho molto spinto verso il lancio della stagione bici-estiva. Al riguardo si veda il mio post del 2012:  http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=6095

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Anche perché se i maestri di sci sono diventati anche maestri delle tavole da neve, oggi sta nascendo un ulteriore mestiere: quello della guida ciclo-turistica. Ed allora … hai visto mai che … E in questa nuova prospettiva a pedali, ho detto che FIAB potrebbe essere vicina e utile al Tonale nel fornire la propria esperienza e suggerire soluzioni circa le reti cicloturistiche e il loro corretto  utilizzo. Al riguardo inoltre saranno utili anche i  Quaderni, Corsi, Manuali didattici, Piani didattici, Regolamenti per accompagnatori  di Ciclo-Escursionismo pubblicati dal CAI Centrale e reperibili in internet. Una professione non ancora regolata da leggi statali ma che potrebbe essere regolata da una Legge Provinciale. Magari creando al Passo del Tonale una Scuola di Formazione Professionale per accompagnatori ciclo-escursionisti.

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       In sala circa 140 persone

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Fino a qui la storia di ieri e dell’oggi. Per il domani mi sono permessoo di sottoporre all’attenzione degli Operatori del Passo e della Politica attuale (e di quella ormai prossima ventura) la necessità di dare vita ad una Seconda “Ripartenza Tonale” con una serie di interventi primi fra i quali cito:

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    Giacinto Delpero, io, Flavio Mosconi, Giuseppe Panizza – Assente giustificato Francesco Marconi

    Riunificazione di tutte le società impiantistiche del Passo, lombarde e trentine, per i vantaggi che deriverebbero in materia di investimenti coordinati, anche grazie all’ottima liquidità della parte bresciana (in quelle società sono state inserite alcune centrali idroelettriche, le quali generano forti utili).

  • Collegamento dei due comprensori Bleis e Val Albiolo con due seggiovie. In tal modo si darebbe vita ad un secondo “carosello” di piste.
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                      Val Albiolo

    Collegamento di Ponte di Legno e del Passo con il poderoso sistema delle piste ciclabili trentine, già esistenti nella Val di Sole e da Mostizzolo al Passo Palade, alla Val di Non etc.. In tal modo i contributi trentini e bresciani sarebbero sempre più bilanciati e si doterebbe la zona del Passo di una nuova stagione turistica: quella del ciclo-turismo e del ciclo-escursionismo estivo. Occorre infatti valorizzare la “Risorsa Dislivello” non solo in inverno con gli sci, ma anche in estate “a pedali”: in Austria esiste il Tirol Bike Safari che collega ben 17 funivie per il trasporto dei ciclo-escursionisti lungo un percorso complessivo di 700 km di piste! Altro esempio è il successo economico della pista ciclabile Dobbiaco-Lienz la cui frequentazione genera un forte indotto. Il CAI centrale ha già edito i Quaderni di ciclo-escursionismo per regolare la materia. E il Passo del Tonale potrà diventare una importante stazione ciclo-turistica, quale punto di interscambio dei sistemi cicloturistici lombardi e trentini, ciascuno dei quali, salendo da un versante, si riverserà su quello opposto.

downloadIn breve: non si tratta di realizzare una tratta in più di questa o quella pista ciclabile, ma dare centralità al progetto complessivo, ovvero alla necessità di mettere al centro una sua propria strategia di realizzazione, di marketing e di vendita. Ecco, a trent’anni del primo “Progetto Tonale”, mi auguro che l’occasione sia colta dalla Politica per dare il via a questo seconda Ripartenza del Tonale.

Qui a fianco la ciclabile Mostizzolo-Passo Palade

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A conclusione del mio intervento, ho dato la disponibilità di Restart Trentino, l’associazione di cui sono presidente, di organizzare a Trento o al Tonale un Evento Restart  dedicato al Secondo Progetto Tonale.

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P.S.: una considerazione molto personale: devo ringraziare chi ha avuto l’idea dell’iniziativa e di coinvolgermi. Per me infatti è stata una molteplice emozione:

  • il riconoscimento del lavoro svolto, la riconoscenza per i risultati che ho contribuito a realizzare e, si sa, questo non è poco perché purtroppo in genere “la riconoscenza è la speranza di ottenere nuovi favori”, mentre in questo caso è stata espressione autentica di un sentimento di amicizia vero;
  • l’avermi fatto sentire ancora vivo, partecipe della società, utile alla società;
  • l’avermi fatto sentire con 30 anni e 10 kg di meno;
  • l’avermi fatto capire come ero interpretato 30 anni fa dalla gente, come manager ma soprattutto come persona (” … era un bel giovane uomo … stava un po’ sulle sue …”)
  • last but not least, uno dei partecipanti al ricco  buffet che ne è seguito ha fatto i complimenti al tavolo dei nonni relatori: già, perchè a quel tavolo ieri  Giuseppe, Flavio, Giacinto ed io stesso tali eravamo e siamo: nonni …”Averghene di noni compagni …” ha detto in dialetto trentino: averne di nonni di tal fatta ….

Al Secondo Progetto Tonale, dunque!

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