L’HAN GIURATO li ho visti in TV …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2018 @ 6:34 pm

L’han giurato li ho visti in TV

convenuti dal Sud e Milano …

 

Detto altrimenti: i nuovi ministri, l’ han giurato …     (post 3214)

imagesSistemi perfetti di governo non esistono. La democrazia è senza dubbio il migliore dei sistemi imperfetti, al cui margini opposti stanno due forze: chi la vuole migliorare e chi ne utilizza le sfilacciature. Le coalizioni sono già di per se stesse una sfilacciatura, un compromesso, ma come bene testimonia Paolo Mieli nel suo prezioso libro “I conti con la Storia”, sono i compromessi – o almeno alcuni di essi – che fanno la storia e la politica. Abbiamo il governo. Non è quello per cui io ho votato, ma – in quanto formatosi attraverso processi democratici sebbene non del tutto consapevoli – è anche il “mio” governo. Al riguardo mi permetto di evidenziare due sottolineature.

La prima: non sarò deluso né imputerò alcunchè all’attuale governo se non riuscirà a realizzare la maggior parte delle tante promesse fatte in campagna elettorale: questo piuttosto sarà un problema per i miei colleghi elettori che ci hanno creduto e che lo hanno votato.

La seconda: valuterò questo governo da come  risolverà quelli che a mio sommesso avviso sono i veri problemi del Paese. Ne cito alcuni:

  • una istruzione che dia agli alunni conoscenza e non solo capacità;
  • la restituzione di un futuro ai giovani e anche agli altri;
  • il lavoro per tutti;
  • l’immigrazione dei nostri cervelli emigrati;
  • il rilancio della prima risorsa del paese: cultura, storia, natura, turismo;
  • il perfezionamento del processo di integrazione europea, massimamente necessario oggi per fronteggiare le “aperture” cinesi e le “chiusure” USA;
  • una revisione dell’ordine delle priorità di investimento e spesa;
  • le esposizione del valore di ogni investimento pubblico anche in termini percentuali rispetto al totale degli interventi dello Stato;
  • la semplificazione burocratica e del corpo delle leggi;
  • la riduzione del numero dei parlamentari;
  • la riduzione del costo della politica;
  • la moderazione ed il rispetto nel confronto politico (basta con i vaff e simili!);
  • l’elencazione e la eliminazione dei privilegi medievali esistenti;
  • una politica non più per slogan e promesse irrealizzabili ma per progetti realistici;
  • una netta distinzione fra l’eccezione della legge e la sua violazione;
  • la messa in discussione di tutte le “gestioni separate”;
  • il pieno rispetto delle Autonomie Locali (“valore” e non “privilegio”);
  • l’assunzione della corresponsabilità storica delle cause dei flussi immigratori;
  • un sistema giudiziario più equilibrato al suo interno e più efficiente verso l’esterno;
  • la revisione del sistema carcerario (che deve redimere e non creare nuova delinquenza);
  • il contributo ad una più equa distribuzione della ricchezza e ad un più moderato utilizzo delle risorse del pianeta;
  • altri ancora che ometto per ragioni di spazio.

Buon lavoro, governo!

 

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NUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Giugno, 2018 @ 5:24 am

Detto altrimenti: … habemus papam!                          (post 3213)

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Questa volta non un papa, ma un governo. Cosa ne penso? Vediamo le prime mosse, e non solo quelle. Certo che se il buon giorno si vede dal mattino … mi riferisco alla diffusione della loro prima bozza di intesa, quella che è subito circolata fra le cancellerie del mondo, quella che diceva “basta Euro”, quella che ha fatto impennare il rendimento dei titoli decennali del nostro debito pubblico, lo spread, il costo del denaro per tutti. Cambiare va bene. Rinnovare va bene. Ringiovanire va bene. Tuttavia con juicio, scriveva il Manzoni: “Adelante Pedro, con juicio” E qui forse un po’ di juicio in più non avrebbe fatto male.

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Visto l’inizio, chiedo che qualcuno gentilmente mi spieghi come farà il governo a mantenere promesse di una pianificazione da Paese dei Balocchi e a far promulgare dal Presidente della Repubblica leggi senza copertura finanziaria.

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logo10Dice: ma era ora che finalmente l’Italia si facesse sentire nell’UE! Si, ma c’è modo e modo! Al riguardo mi permetto di raccontarvi un aneddoto. Ero capo della finanza Italia della STET Torino, la maggiore finanziaria italiana. I miei interlocutori erano i numeri uno di tutte le banche italiane e delle filiali italiane delle banche estere. Pertanto io, e non ognuno di costoro, avevo di fronte il panorama completo dei tassi, delle diverse forme di credito e di investimento, della disponibilità del sistema bancario a rapportarsi con il sistema delle imprese visto che a me faceva capo anche  la finanza di decine di imprese industriali e di servizio (SIP, Italtel, Elsag, Selenia, Ilte, Cselt, Seat, SGS Ates, etc.).

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Quella riunione avvenne in un ufficio in Piazza Meda a Milano

Un giorno mi trovavo presso una finanziaria privata a Milano, organizzatrice di un finanziamento da erogarsi da parte di un gruppo di banche in favore della nostra controllata SIP. La finanziaria organizzatrice faceva capo ad un ottimo manager (il suo proprietario, che per motivi di privacy chiameremo Tizio) che però in quella occasione si era fatto assistere da un pessimo avvocato (Caio). Pessimo perché arrogante. Infatti costui aveva iniziato con il sedersi alla scrivania di Tizio, mentre Tizio ed io eravamo su due sedie di fronte a lui, oltre la scrivania. Tizio cercò di impormi la firma di un modello di fidejussione (la garanzia che io avrei dovuto firmare) assolutamente non in linea con il modello di fidejussione che noi utilizzavamo da tempo con decine e decine di banche. Io tentai con molto garbo di fargli notare che avevamo noi il modello di garanzia adatto e ampiamente sperimentato, ma Tizio iniziò una lectio magistralis illustrando tutti i vantaggi della sua proposta. Al che io annuii di volta in volta ad ogni passaggio dei suoi ragionamenti, riscontrando in lui espressioni di soddisfazione sempre crescente. Alla fine gli dissi: “Ottimo lavoro, avvocato, grazie. Solo che io non firmo”. C’è modo e modo, dicevo …

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Nel frattempo, per scaricare la tensione, sono andato a farmi una pedalata …

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NAVIGANDO FRA (VECCHI) BIGLIETTI DA VISITA!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Maggio, 2018 @ 4:23 pm

Detto altrimenti: il Tunnel di Base del Brennero       (post 3212)

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Ho appena assistito ad una trasmissione TV Rai 5 nel corso della quale si è parlato anche del Tunnel di Base del Brennero, argomento del quale a suo tempo mi occupai direttamente. Ve ne parlo brevemente secondo l’ottica che stava alla base del nostro GEIE privato, composto da moltissimi professionisti tedeschi, austriaci e italiani.

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La direttrice del Brennero è fondamentale per il traffico commerciale sud-nord-sud, il quale oggi si svolge (troppo) per via autostradale e troppo poco per via ferroviaria. A parte il pur grave problema dell’inquinamento, l’autostrada del Brennero – A22 – non è stata costruita per sopportare l’attuale mole di traffico merci né tanto meno i suoi ulteriori prevedibili e previsti forti incrementi. Né ci si può esporre ad una interruzione dell’autostrada per danni o manutenzione soprattutto ai suoi ponti in Sud Tirolo. Quindi occorre spostare il traffico pesante  sulla ferrovia. Ed ecco quindi le iniziative intermodali (anche a Trento) per il passaggio dalla gomma alla rotaia e soprattutto il tunnel di base del Brennero.

Alle merci non interessa arrivare prima, bensì arrivare in orario. Quindi la nostra proposta era stata di separare i due traffici: quello passeggeri, sulla attuale linea esterna, rimodernata. Quello merci, nel nuovo tunnel. Ciò anche perché è molto rischioso far viaggiare sulla stessa linea treni veloci (passeggeri) e treni lenti (merci): infatti è un po’ come mandare in autostrada molte auto a 70-90 Kmh e molte altre a 250 kmh. Quindi il nostro progetto prevedeva la realizzazione di tre canne (tunnel) separate del diametro ognuna di circa 6 m (e quindi “autosostenentesi”): una per ogni senso di marcia per il solo traffico merci su treni telecomandati ed una di soccorso e “di riserva” in caso di interruzione di una canna anche solo per lavori di manutenzione. Ciò avrebbe comportato una maggiore velocità di realizzazione; nessun rischio per le persone (passeggeri e personale ferroviario); nessun rischio di interruzione del servizio; minori costi (anche grazie all’eliminazione dei sistemi di areazione e di sicurezza).

Non riuscimmo a far prevalere la nostra idea privata su quella del GEIE pubblico. Oggi si sta comunque realizzando un’opera di primissima qualità sotto molti aspetti. Resta tuttavia a nostro avviso la validità della nostra idea originaria: quanto meno quella di sacrificare l’accorciamento del tempo di viaggio per i passeggeri soprattutto sull’altare dell’assoluta loro maggiore sicurezza.

Buon lavoro, Traforo del Brennero!

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LEVANTO, BONASSOLA, FRAMURA: “ OFFICINE DEL LEVANTE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Maggio, 2018 @ 11:33 am

Detto altrimenti: iniziative della Liguria     (post 3211)

(segnalazione del ciclista-nipote Enrico Perasso – Genova)

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          “Italia: Si può fare di più …”

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Sono residente a Trento da trent …anni, Ligure di nascita e quindi sensibile (anche) alle iniziative della mia riviera. Da pedalator-ciclista qual sono, appassionato socio FIAB, non poteva sfuggirmi la segnalazione sulla mappa della concentrazione delle piste ciclabili in UE, quale esibita nel corso del Festival delle Geografie che la Cooperativa Officine del Levante organizza annualmente dall’anno scorso.

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       Enrico P. in gita al Lago di Cavedine (TN)

La Cooperativa Officine del Levante trova la sua identità unitaria all’interno del territorio delle Baie del Levante che si sviluppano da Sestri Levante a Levanto, sino a toccare le Cinque Terre. Il progetto comunitario di Officine vede una forte partecipazione dal basso e punta al rilancio del territorio e al miglioramento della qualità dei servizi. Ne sono soci imprenditori, giovani, associazioni, agronomi, architetti, progettisti, cittadini e tutti coloro che vogliano discutere per tramutare i brontolii in soluzioni concrete e fattibili.  L’obiettivo della Cooperativa è organizzare cittadini consapevoli ed attivi interagendo con le amministrazioni, progettando, accedendo a finanziamenti pubblici e privati e realizzando ciò attraverso dibattiti, interazioni pubblico-privato anche al fine di costituire legittime ed efficaci partnership pubblico/private.

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TRE TERRE E UN LAGO IN POESIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 31 Maggio, 2018 @ 7:16 am

Detto altrimenti: e prendiamoci una pausa, dopo tutti ‘sti “postpolitici”!   (post 3120)

La pre-politica si occupa di argomenti e problemi trasversali ad ogni partito politico. La post-politica è quella che …. viene trattata nei post di un blog! (ah …ah…!)

downloadInsomma, comincio ad esserne stanco. Eppoi ogni giorno quelli lì mi cambiano le carte in tavola che non si riesce a star loro dietro nemmeno in tempo reale! Ma sarà reale il loro tempo o è invece un tempo da favola? Certo che l’espressione “da favola” ha un forte contenuto di positività, mentre invece il traccheggio politico ci sta constando miliardi e miliardi di euro e di credibilità! Ne fanno una questione di principio e di potere: un passo indietro? Quando mai!? Eppure Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la Storia” dedica un capitolo fondamentale ai “compromessi” come ad un qualcosa che fa la storia (e la politica). Vedremo se le cose maturano … intanto io mi prendo una PP-Pausa Poetica e vi riporto qui sotto tre mie poesiole dedicate alle mie Tre Terre + un’acqua: la Liguria, dove sono nato e cresciuto; la Toscana, terra dei miei nonni paterni che da bimbetto ho molto frequentato; il Trentino, che mio ospita da trent’anni; Riva del Garda, dove tengo il mio FUN Whisper da regata.un lago

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Per la Liguria ho scelto la poesia dedicata ad un gatto accovacciato sulla tela  a copertura di un gozzo nel porticciolo di Boccadasse a Genova

 Gatto di mare

Non insegui il Tempo

e grato

il Tempo

non ti rincorre.

IMG_4770Immobile sulla tela di un gozzo

assapori l’amico profumo di pesce

il caldo insperato del sole invernale

e mi osservi

col nobile sguardo

del marinaio antico

al quale ogni giorno tu presti la barca.

Voglio indossare

pantaloni di tela

colore del mare profondo

sfumati di bianco salino

sedere in silenzio al tuo fianco

su questo gradino

dal bordo ormai liso e rotondo

per non disturbare

segreti

ricordi

speranze

e tesori

dei gatti del posto

e dei pescatori.

Toscana

 Campagna toscana

 La luce accecante

sprigiona profumo di terra

da zolle rimosse ne’ campi.

Le pietre a contorno son ricche

di more spinose e di fichi:

in siepi sinuose costeggiano il bianco tratturo

che porta ad antico podere.

Ascolti cicale.

Sull’aia

un popolo gaio rincorre il mangime.

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S. Angelo in Colle (Montalcino, Siena): dove è nato il mi’ babbo!

All’ombra d’un fitto pagliaio sonnecchiano cani.

C’è acqua nel pozzo

e lunga catena stridente vi cala una brocca di rame.

Profumano i pani appena sfornati

e ‘l fuoco rallegra la propria fascina.

Un fiasco di vino sul desco richiuso con foglie seccate.

Nell’aria le mosche.

La stalla è vicina: giumente imponenti frantuman pannocchie,

corone regali sovrastano candidi corpi giganti

e gran carri stanchi riposan le ruote dal duro lavoro.

Filari frequenti ed ulivi perforan la coltre del grano.

Colori:

la terra di Siena

il giallo del sole

il verde d’olivo.

Prezioso convivio, colture scomparse,

memorie scolpite per sempre da tratti d’amore.

Trentino 

ANAUNIA

(questa mi è venuta un po’ troppo carducciana … evvabbè …)

 T’adorna corona di monti

tu stessa diadema regale

a smeraldi lacustri

di verde.

Ti apri allo sguardo

che insegue i gonfi altipiani

ondeggianti

qual giovane petto al respiro

plasmati da un vento

che scala le cime

e si perde.

La mente che t’ama

curiosa

più attenta ti scruta

e profonda

ov’acque percorron segrete

le nobili rughe

che segnan l’altero tuo viso

d’ antico lignaggio

e indagan

leggendo il passato

il tuo storico viaggio.

 isuonan le selve

di ferri e armature

latine

che scuotono i passi

per le aspre montane

tratture.

Tu, ramnus, romano,

tu, uomo del fiume

pagano

ora un altro è il dio che tu onori,

ma l’acqua è la stessa che bevi

del cervo

sacrifica preda

di principi vescovi

e di senatori.

E senti vibrare le note

di orda cruenta

le grida di donna

che arman lo sposo

a difender le messi

il figlio che piange

furor di Tirolo

equestre rimbombo

sul suolo

operoso

che viene a predare

ma inerme

di fronte ai castelli

s’infrange.

Munifica Rocca di luce

saluto lo Spazio

che scende

dal Tempio maestoso del Brenta

e dopo che t’ha generato

dall’alto di crine boscoso

cascata di pietra

a sponda atesina conduce.

Riva del Garda

 Vele rivane 

Il cielo è pulito, fa freddo.

Il Vento del nord respinge la nebbia.

Le palme e gli ulivi son scossi e muovon le foglie

qual ali che voglian migrare.

C’è Vento sul Lago da giorni.

Neve fra le veleLe cime nevose dei monti

dipingono l’aria di candidi sbuffi.

Nel porto un’orchestra.

Ascolta

tintinna di magico timpano

sartia d’acciaio

e insieme a folate impetuose

dà fiato ad un oboe solenne.

E l’onda, smorzata dal molo, applaude il concerto

lambendo gli scafi seduti in poltrona

nel proprio teatro di luci e di suoni.

In alto un gabbiano galleggia nel fiume sospeso.

Sull’acqua reali due cigni attendono il tempo.

Dal seno materno del porto si stacca una prora:

s’avanza invelata e scruta l’invito del vento.

Dapprima procede più lenta

poi prende vigore sull’onda che s’apre e l’accoglie

nell’umido abbraccio d’amante in attesa.

Carena sussulta si slancia

respira lo stesso respiro del cielo

e all’acqua regala la forma.

Le creste dell’onde s’uniscono all’aere in spume rapite.

Lo scafo ormai vola: e mentre ti portan sue ali

Lo senti vibrare, gioire e chiederti: “Ancòra!”

Ma devi tornare

e volti la rotta in faccia alla furia che avverti più vera.

Non lotta con l’onda la prora che s’alza:

l’affronta, ricerca un’intesa, la trova, procede:

la senti che parla di te con l’acqua e col vento.

 

Che ne dite de vostro blogger aspirante poeta? Dai … niente di speciale, certo … ma c’è di peggio … vero? Cosa? Dite che I ‘m looking for compliments? Evvabbè … forse un po’ si … ma che volete, non di sola politica vive l’uomo!

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LA (MICA TANTO) FAVOLA DI PINOCCHIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2018 @ 1:10 pm

Detto altrimenti: rileggiamola, soprattutto nella parte del Paese dei Balocchi e di Mangiafuoco   (post 3209)

In queste ore si sta facendo un po’ di confusione fra i violenti attacchi a Mattarella (che è sacrosanto respingere al mittente e perseguire penalmente, art. 278 C.P.) e il sostegno alle sue azioni. E anche qui occorre fare una distinzione, quella fra l’azione appena compiuta e le sue azioni prossime venture.

downloadL’azione appena compiuta dal Presidente Mattarella. A mio sommesso avviso negare l’approvazione al Prof. Savona è stato un errore “politico”. Infatti, se quel governo fosse partito, avremmo presto scoperto che il Paese dei Balocchi e Babbo Natale (regali per tutti) non esistono. Così, invece, a molti elettori verrà rifilata la storia che Babbo Natale stava arrivando, ma qualcuno – Mattarella – gli ha manomesso la slitta. C’è questa nostra eterna adolescenza politica dalla quale potevamo far uscire l’Italia e nella quale, ancora una volta, ci ritroviamo immersi, rischiando così di gonfiare ancora di più il numero di coloro che credono alle promesse del Mangiafuoco di turno. Salvini non aveva alcuna intenzione di andare al governo, altrimenti gli sarebbe bastato fare un altro nome per il ministero dell’economia.

Chi ha paura del Savona cattivo? Be’ … forse tutti i torti Mattarella non li ha avuti, se solo ci ricordiamo quale danno può fare un esponente del governo anche in assenza di una decisione del Parlamento: il trattato di Londra che impegnò l’Italia nella prima guerra mondiale fu stipulato nella capitale britannica il 26 aprile 1915 e firmato per l’Italia dall’ambasciatore  Guglielmo Imperiali su incarico del governo Salandra, senza che il Parlamento, in maggioranza neutralista, ne fosse informato.

imagesMa era per questo, proprio per questo, che bisognava far partire il suo governo. Perché se uno bluffa, gli si guardano le carte, non ci si alza dal tavolo. Mattarella, invece, si è proprio alzato, lasciando lì tutta la posta. Alle prossime elezioni avremo una maggioranza conquistata grazie alle promesse da Paese dei Balocchi che in ogni caso sarà ben più solida di quella che avrebbe sostenuto il governo Conte. Una maggioranza, dunque, che sarà capace di fare ancora più danni. Una cosa bisogna capirla il prima possibile: che a questo punto il governo “delle molte, troppe promesse” è inevitabile. Secondo me abbiamo semplicemente perso l’occasione per farlo andare al potere nella maniera più indolore. Adesso ci tocca aspettarlo come si aspetta la varicella a 40 anni. E i mercati, che certe cose le sanno, stanno già facendo salire lo spread.

Le prossime azioni del Presidente Mattarella. Io credo che nonostante l’errore politico di cui sopra occorra difendere il Presidente Mattarella e cercare di sostenerlo in ogni modo. Infatti, il suo errore è un “sunk fund”, denaro affondato (acqua passata, diciamo con altra espressione). Mi spiego: quando uno compera azioni a 1000 e poi scendono a 500 qualcuno gli suggerisce di comperarne un ugual numero a 500 così il suo costo medio è 750 e la sua perdita è solo di 250 e non di 500. Un’altra corrente, quella alla quale io credo, dice: “No, i soldi spesi per le azioni che hai comperato a 1000 sono sunk fund, soldi affondati. Tu devi operare solo sulla previsione del futuro, cioè comperare a 750 solo se pensi che risaliranno oltre 750. Non devi continuare a puntare sugli errori fatti”.

Di Maio poi invita ad esporre il tricolore per la Festa della Repubblica. Ma il tricolore è un simbolo, il simbolo di tutti gli Italiani. Orbene, come ci insegna Gustavo Zagrebelsky nel suo bel libro “Simboli al potere”, quando taluno vuole fare di un simbolo sua proprietà privata, esso da elemento di unione diventa fattore di divisione e di guerra.

Che fare allora? Non far passare il tentativo Cottarelli per non farsi  addossare la responsabilità altrui, cioè quella del crollo della credibilità finanziaria che Paolo Gentiloni ci aveva guadagnato: dopo il danno anche le beffe? Noooo …!

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MATTARELLA E SALVINIK

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2018 @ 5:39 am

Detto altrimenti: petizione pro Mattarella: una tesi unica, due conclusioni diverse (post 3208)

I Dialoghi di Plutone

 Tizio e Caio sono seduti ad un tavolino di un bar in Piazza del Duomo a Trento

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Controluce, prima dell’apertura dei bar …

Tizio: Caio, oggi alle 18,00 vieni in Corso III Novembre davanti al Commissariato del Governo?

Caio: Perché … cosa c’è?

Tizio: Ma come? La manifestazione in favore del Presidente Mattarella … Non li leggi i giornali?

Caio: Ah si … dimenticavo. Non so se vengo. Sai, capisco le ragioni, ma non ho firmato la petizione in suo favore …

Tizio: Ma cosa mi dici? Non ci posso credere! Perché non hai firmato? Non capisci le ragioni del suo agire? E poi bisogna reagire contro gli insulti che gli hanno diretto via social, che fra l’altro sono reati perseguibili a norma del codice penale!

Caio: Capisco ma non firmo. In queste ore si sta facendo un po’ di confusione fra i volenti attacchi a Mattarella, che è giusto respingere al mittente, e il sostegno alla sua azione, nella quale non mi ritrovo affatto. Francamente avevamo la possibilità di far sfiatare la pentola a pressione gialloverde, dando l’abbrivio a un governo che al senato sarebbe stato traballante. L’esperienza di governo avrebbe logorato la base di consenso leghista e pentastellata e il loro elettorato di riferimento avrebbe finalmente scoperto che Babbo Natale non esiste. Così, invece, questa massa di creduloni continuerà a crederci e verrà loro rifilata la storia che Babbo Natale stava arrivando, ma qualcuno – Mattarella – gli ha manomesso la slitta. C’è questa eterna adolescenza politica dalla quale potevamo far uscire l’Italia e nella quale, ancora una volta, ci ritroviamo immersi, rischiando così di gonfiare ancora di più la base gialloverde. La Lega, non a caso, nei sondaggi è già al 27,5%. Salvini non aveva alcuna intenzione di andare al governo, altrimenti gli sarebbe bastato fare un altro nome per il ministero dell’economia. Ma era per questo, proprio per questo, che bisognava far partire il loro governo. Perché se uno bluffa, gli si guarda le carte, non ci si alza dal tavolo. Mattarella, invece, si è proprio alzato, lasciando lì tutta la posta. Alle prossime elezioni avremo una maggioranza di centrodestra o pentastellata o ancora gialloverde, e in tutti e tre i casi sarà una maggioranza ben più solida di quella che avrebbe retto il governo Conte. Una maggioranza, dunque, che sarà capace dunque di fare ancora più danni. Una cosa bisogna capirla, e capirla il prima possibile: il governo Lega e/o il governo M5S non ce lo leva nessuno. Secondo me abbiamo semplicemente perso l’occasione per farli andare al governo nella maniera più indolore. Adesso ci tocca aspettarli come si aspetta la varicella a 40 anni. E i mercati, che certe cose le sanno, stanno già facendo salire lo spread.

Tizio: Capisco il tuo ragionamento, ma io ho firmato perché gli errori fatti da Mattarella sono “sunk fund”, soldi affondati. Ora occorre operare per il futuro partendo da quello che abbiamo, anche dagli errori fatti. Mattarella ha operato sul piano della trasparenza e dell’onesta, l’altro su quello della furbizia strategica.

Caio: Cosa vuol dire che sono sunk fund?

Tizio: Quando uno compera azioni a 1000 e poi scendono a 500 qualcuno gli suggerisce di comperarne un ugual numero a 500 così il suo costo medio è 750 e la sua perdita è solo di 250 e non di 500. Un’altra corrente, quella alla quale io credo, dice: “No, i soldi spesi per le azioni che hai comperato a 1000 sono sunk fund, soldi affondati. Si deve operare solo sulla previsione del futuro, cioè comperare a 750 solo se si pensa che risaliranno oltre 750. Non si deve continuare a puntare sugli errori fatti”.

Tizio: Ah … ho capito, ma resto della mia idea.

 Si avvicina il diavolo Plutone, sotto le mentite spoglie di Sempronio

Sempronio: Buongiorno signori, ci si rivede! Certo che Trento è piccola e poi questa bella piazza piena di sole … una meraviglia per un caffè, che ne dite? Posso offrirlo io?

 Tizio: prego, s’accomodi. Si stava discutendo della decisione di Mattarella di rifiutare Savona

Sempronio: Secondo me si è trattata di una trappola di quel diavolo di Salvini … sapete io ho una certa esperienza di questo tipo di diavolerie …

Caio: Dove si è fatto questa esperienza?

downloadSempronio: Poi un giorno ve lo racconterò, ma torniamo alla vostra discussione. Anch’io penso che Mattarella abbia fatto autogoal … Sapete … lui pensava ed agiva su un piano della pura legalità; l’altro … su quello della furbizia politica, dovrebbero chiamarlo Salvinik tanto è diabolicamente astuto, ed io me ne intendo di queste diavolerie, come vi ho detto … Ah … ecco il cameriere con i caffè … grazie … dia a me lo scontrino, andrò io a pagare all’interno del bar …

Tizio: Grazie, lei è come sempre molto gentile.

Sempronio: Ma le pare. Vado un attimo al bagno e torno.

 Sempronio scompare all’interno del bar. Passano cinque minuti e non si fa vivo

Caio: cameriere … quel nostro amico … era andato al bagno … che stia male?

Cameriere: Ma no, è entrato, ha pagato i caffè e poi è letteralmente sparito: al bagno non c’è andato.

 Tizio e Caio si guardano stupiti negli occhi

Tizio: quel tale … gentile sì ma anche un po’ strano. Chissà quale diavoleria avrà avuto per la testa … dai, andiamo a vedere come stanno organizzando la manifestazione di questo pomeriggio … almeno mi accompagnerai almeno, voglio sperare …

 Tizio e Caio si alzano ed escono di scena

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL NERO (SI) MUOVE E DA’ SCACCO MATTO AL BIANCO (due volte)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Maggio, 2018 @ 5:37 am

Detto altrimenti: un eroe di colore a Parigi     (post 3207)

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downloadUn bimbo di quattro anni è appeso con le manine all’estero di un balcone al quarto piano di un edificio. Fino a quando reggerà? Di fianco, al di là della paratia divisoria del balcone, un uomo bianco – vicino di casa – si limita a protende (inutilmente) la mano per cercare di impedirne la caduta. Dalla strada un passante di colore, Mamoudou Gassama vede la scena. Dimostrando grande senso civico, scala via via i quattro piani, raggiunge il bimbo e lo trae in salvo. Tutto a mani nude, senza alcuna forma di assicurazione (una corda, un moschettone di sicurezza), senza alcuna esitazione, con un fisico, un coraggio ed una tecnica alpinistica degna del migliore alpinista accademico.

imagesIl Presidente Macron lo riceve, gli concede la cittadinanza e lo fa assumere – senza concorso –  nel corpo dei Vigili del Fuoco della capitale. Io mi permetto di aggiungere di promuoverlo anche Istruttore di Alpinismo del Club Alpino Francese. Mi viene naturale il raffronto con un’altra situazione di esposizione al vuoto, questa però finita tragicamente. Cè chi butta via la vita altrui e la propria, e c’è chi rischia la propria per salvare quella altrui. Cosa vi dicevo? Il nero (si) muove è dà scacco matto al bianco. Due volte.

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IL MODO E LA SOSTANZA (POLITICA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Maggio, 2018 @ 7:38 am

Detto altrimenti: sostanza e apparenza, sostanza e forma, sostanza e atteggiamenti … (post 3206)

Il dibattito “politico” attuale mi sollecita alcune riflessioni, riguardo alle quali mi permetto di sottoporre al giudizio delle mie lettrici e dei miei lettori alcune sottolineature.

Vi sono forze politiche che sono partite con discorsi “di pancia” alla pancia degli Italiani: i concetti base sono stati “Vaff …” e “Padania first”. Con questi due slogan hanno attratto la pancia di molti elettori ed il “vento dei consensi” è via via aumentato.

IMG_0388[1]La stessa cosa succede al vento di cui si avvale una barca a vela, la quale oltre al vento reale (quello mandatole da madre natura) se ne crea uno suo, quello relativo (derivante dal proprio moto) e alla fine si avvale della somma dei due venti, cioè del vento apparente che poi è quello che conta. Dal Vaff-Padania first in poi  c’è stata un’evoluzione graduale verso un atteggiamento governativo e i due slogan iniziali sono spariti ma il vento apparente – e la conseguente veloce navigazione – è rimasto. Qui a fianco: il mio FUN Whisper in regata.

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Tanti anni fa. Ero nella Teheran dello Scià come emissario di un grosso gruppo industriale italiano per la vendita di centraline ad energia solare. Incontrai e trattai con molti interlocutori locali ai quasi-massimi livelli (ho inserito quel “quasi” perché non arrivai a parlare con il “re dei re” Reza Pahlavi). Orbene, durante le trattative non traspariva da loro e in loro nessun sentimento, nessun ammiccamento favorevole o contrario alla conclusione dell’affare.

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La stessa imperturbabilità riscontrai molti anni dopo nei giapponesi della Fujitzu con i quali per conto della Siemens stavamo trattando la commercializzazione dei loro computer. Nelle due circostanze citate io provai un senso di disagio che mi rendeva critico della loro atarassia (assenza di agitazione, di partecipazione). Oggi invece, dopo tanti anni, ammiro quel loro modo di essere improntato all’esclusiva attenzione ai contenuti della trattativa.

Oggi rimpiango che nella politica italiana manchi questa atarassia e che – al contrario – da parte di alcune forze politiche (e di commentatori politici) si esalti la forma dell’esposizione: spesso aggressiva e/o ironica e/o supponente. Questi atteggiamenti sono come onde che si alzano e abbassano senza spostare la massa d’acqua sottostante e anche quando le creste frangono, la massa d’acqua spostata è assai inferiore a quella sottostante, inerte del mare profondo. Tuttavia per la navigazione a vela (e anche per quella politica) ciò che conta è quanto avviane sulla superficie del mare, mentre nulla conta l’inerzia delle acque sottomarine: intellettualmente inerti, appunto …

Spiaggiata!Ecco che, uscendo dall’immagine, tutti noi dobbiamo “risalire dal profondo della nostra inerzia” e “andare a fondo” nel vero significato dei concetti esposti dal navigatore politico di turno, indipendentemente dai toni e dai modi con i quali ci viene offerta la “merce politica” e la “democrazia comunicata” anziché quella reale. Infatti, dobbiamo risalire  dal profondo della nostra inerzia a governare anche i fenomeni di superficie: in caso contrario la nostra vis politica viene “spiaggiata” come la barca della foto accanto. A meno che non ci stia bene  essere governati da due Direzioni Aziendali: la  Direzione Marketing di concerto con la Direzione Sistemi Informativi.

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POST MULTIPLO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Maggio, 2018 @ 11:05 am

Detto altrimenti: pluripost       (post 3105)

Evvabbè … mi sono detto, invece di un solo articolo-argomento, prova a scrivere alcuni post in uno solo della serie ne apri uno ne leggi tanti, trasformando un post in un pluripost, così se magari un argomento non interessa, il lettore resta connesso perchè vuol vedere cos’altro c’è … E allora cominciamo.

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Bicicletta finalmente. Già, ora molti stanno scoprendo … l’acqua calda, ovvero quell’oggetto misterioso per il quale noi della FIAB-Federazione Italiana Amici della bicicletta ci battiamo da anni. Ora arrivano i “cappellieri ovvero coloro che “mettono il cappello” sul lavoro altrui, cioè sul nostro. Evvabbè … se può servire alla causa ok.. Giornali, pubblicitari, pubblici amministratori … evviva! Gridano tutti evviva alla bicicletta. L’ultima testimonianza? Il CORRIERE DELLA SERA e La Gazzetta dello Sport hanno iniziato a pubblicare una nuova serie di libri allegati ai loro quotidiani, “LA BICICLETTA – Passione, pratica e stili di vita” in ben 23 volumi al prezzo di €9,90 cadauno (il secondo gratis). Curatori dell’opera, Gino Cervi e Aldo Ballerini. Io li sto acquistando con vero entusiasmo.

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imagesBicicletta 2 – Ma c’è chi ancora non se ne è accorto, come il Comune di Roma che ha omesso di curare in modo adeguato  la sistemazione della pavimentazione delle strade sulle quali avrebbe dovuto correre l’ultima tappa del Giro d’Italia, al punto che il percorso per ragioni di sicurezza è stato accorciato e tutto il mondo ha visto questa “talianada” (“talianada”, italianata, espressione dialettale trentina di tradizione amministrativa Austro Ungarica per definire una cosa fatta alla sanfason, alla cosìcomeviene, alla daieanoichecceneimporta). Vacanze romane? ma no, oggi il film sarebbe “Buche romane”!

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IMG_4768Musica anni ’60. Ieri un nipote di mia moglie e quindi anche mio, mi ha dato un contenitore di “45 giri” che ha trovato in casa della sua famiglia d’origine. Un pezzo storico! Testimoni di uno “scambio culturale” fa noi fratelli e sua mamma! I titoli delle canzoni? Eccone alcuni: Diana e Lonely boy, di Paul Anka; La fisarmonica, di Gianni Morandi; Piove, di Domenico Modugno; My true love, di Jack Scott; Susie Darlin’, di Robin Luke; Banana boat e Jamaica farewwell, di Harry Belafonte; My prayer e The macic touch, dei Platters; Oh Carol, di Neil Sedaka; Passion flower, dei Diamonds. Per me una forte emozione, anche perchè su quei dischi – da quasi 60  anni! – c’era scritto, a penna, “Lucatti” …

images (1)Cadorna. Da sempre mi chiedevo come mai a Milano vi fossero piazze e fermate della MM intestate ad un incapace responsabile di pesanti sconfitte militari e della  inutile morte di centinaia di migliaia di giovani. Su un quotidiano locale di oggi (Trentino, pag 19) leggo che sono sorti comitati per eliminare questi nomi dalle piazze e vie dedicategli. E già che ci sono ci hanno aggiunto anche il nome di Graziani, co-responsabile della sconfitta di Caporetto ed inoltre di avere voluto scaricare sulle truppe quell’insuccesso. Concordo, e che sia un esempio per Milano e per tutta Italia. Io propongo uno scambio: tutta la toponomastica Cadorna sia dedicata al meritevole Generale  Armando Diaz, e a Cadorna sia intitolata la Scuola Diaz di Genova (macello per macello … dovrebbe andargli bene!)

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Diocesi in rosso. Stesso giornale, pag. 11. In rosso? Ma che fa sua Finanziaria? Pareggia i bilanci rivalutando cespiti, operazione lecita ma non produttiva di utile reale. Evvabbè … Io sono un piccolissimo azionista di quella Finanziaria e mi dicono “Di che vi lamentate? Vi stiamo dando dividendi sempre crescenti!” Ah … si … chiedo scusa … è vero: 0 0,4% … 0,5% … 0,6% e così via. – Altro Evvabbè. Per quanto … a suo tempo io ero il direttore di quella finanziaria e riuscii a eliminare perdite e generare utili e liquidità. Ma questa è un’altra storia, raccontata nel libro qui a fianco …

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