AUTORITA’ E AUTOREVOLEZZA, RETORICA E ORATORIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Luglio, 2018 @ 6:10 am

Detto altrimenti: facciamo un po’ di chiarezza … (post 3254)

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downloadL’autorità è un quid che alla persona è conferito da altri: Tizio viene eletto Presidente, Caio viene nominato Amministratore Delegato, Sempronio viene nominato Ministro. L’autorevolezza è una dote innata che alcuni hanno ed altri no.

Alcide De Gasperi, ad esempio, quando dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale andò a Parigi a perorare le necessità più che le ragioni dell’Italia, ebbe moltissima autorevolezza che sopperì alla mancanza di autorità che gli derivava dall’essere l’inviato di un Paese sconfitto.

Un atto di governo è sicuramente frutto dell’Autorità che le regole democratiche hanno conferito a chi lo compie. Tuttavia esso dovrebbe sempre essere accompagnato dalla credibilità che  deriva dall’autorevolezza che dovrebbe avere chi lo compie (quanti condizionali …!).

L’Autorevolezza deriva dall’esperienza di vita di ognuno, dalla sua formazione culturale, sociale, professionale, di lavoro, politica e – mi sia concesso – anche religiosa e si manifesta nei toni pacati, sicuri, non aggressivi, nella precisione delle argomentazioni e del linguaggio, nell’ampiezza dell’angolo visuale con il quale si affrontano le situazioni, nel rispetto delle opinioni e soprattutto nel rispetto della dignità altrui, nella mancanza di eccessi retorici.

La retorica, modalità nata con i sofisti solo per dimostrate la pericolosità della parola mal usata, la quale poteva dimostrare tutto e il suo contrario, oggi rappresenta un modo di scrivere e di parlare “ampolloso e risonante, enfatico e sostanzialmente vuoto, privo o povero di impegno intellettuale, civile e morale”. Retorica quindi come “arte di persuadere a prescindere dai contenuti”. L’autorità utilizza la retorica.

L’oratoria, che  è l’arte di esporre con chiarezza contenuti ben individuati e ben argomentati senza forzare l’intelletto dell’uditorio, libero poi di scegliere se approvare o meno l’oratore. L’autorevolezza si avvale dell’oratoria.

Ecco, fra poco (qualche ora? Qualche giorno?) cercherò di riportare qui di seguito un esempio di un discorso con pochissima retorica (un poco di retorica è quasi sempre inevitabile e non guasta) e molta oratoria. Un poco di retorica utilizzata positivamente per attrarre l’attenzione dell’uditorio, seguita immediatamente dall’esposizione di precisi contenuti esposti con autorevolezza.

Ed ecco, dopo solo pochi minuti,  quanto ho appena promesso:

Il Senato della Repubblica istituisce la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani (XVIII Legislatura) a firma delle Senatrici Emma Bonino, Donatella Conzatti (qui di seguito la sua dichiarazione di voto) e altri.

Inizia

Gentile Presidente, onorevoli senatrici, senatori, questo mio intervento riguarda la dignità umana. Dignità come presupposto del valore che la politica mira a creare per la società.

Tutte le colleghe ed i colleghi presenti sono accomunati da una consapevolezza: la politica è un qualcosa di solenne per noi. All’origine della nostra civiltà, per coloro che hanno inventato l’idea di democrazia, il luogo che ospitava il solenne era il tempio greco. Un tempio che si regge sulle colonne così come la politica si regge sui valori. Possiamo credere in valori diversi e valori diversi creano le visioni diverse.

Ma tutti noi siamo accomunati alla voglia di costruire partendo dalle fondamenta. In politica parliamo di valori, così come nei templi ammiriamo le colonne, dando spesso per scontato il fondamento su cui quelle colonne si basano. Quel fondamento, in politica, è il rispetto della dignità umana. E quando diamo per scontato questo fondamento, corriamo il rischio i costruire templi sulla sabbia. Grazie quindi alla Senatrice Bonino, ai proponenti il disegno di legge, che hanno creato i presupposti per riportare all’attualità, la centralità della dignità umana.

Dire no al Ddl oggi significa rinnegare il proprio passato e i fondamenti che hanno portato ciascuno di noi a fare politica.

Dire sì oggi è tutelare la diversità di opinione, perché diversità è ricchezza.

Dire sì oggi è sancire il passaggio della politica dalla retorica ai fatti.

Dire sì oggi significa tornare nel mondo e in Europa con un ruolo da protagonisti, protagonisti consapevoli dei valori che più contano.

Parlando a questo livello – che può sembrare filosofico – è anche facile trovarsi tutti d’accordo. Dovremmo però avere l’onestà intellettuale di dirci che – stiamo costruendo templi su un terreno minato – se non ricolleghiamo il dibattito quotidiano ai fondamentali. Se non ripartiamo dalla dignità umana, anche il tema dell’immigrazione – oggi al centro di un dibattito politico di mero rimpallo tra buonismo e brutalità – rischia di far saltare in aria l’Europa oltre alle buone pratiche di multilateralismo. Il problema dell’immigrazione non sono gli immigrati. Il problema è l’ autorevolezza dell’Italia ai vertici internazionali e ai tavoli europei, la sua capacità di mediare tra le esigenze degli Stati membri da paese fondatore, la volontà di approvare regole eque e rispettate da tutti. Finchè il tema dell’immigrazione verrà usato come strumento di consenso e non come tema che riguarda la convivenza e le regole, tarderemo a praticare la Politica, quella Politica che risolve i problemi.

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Ottobre 2017 – Donatella Conzatti all’evento Restart sui problemi delle famiglie con bimbi down

Quella stessa Politica che non discrimina! Che consente il diritto alla vita dando servizi alle famiglie e opportunità alle generazioni entranti. Che consente alle donne naturale presenza e parola: in politica, in economa e nella vita sociale. Quella Politica che non nega l’esistenza delle persone sulla base del tipo di affettività scelta. Quella Politica che sa come la dignità della persona passi dalla possibilità di avere un progetto di lavoro e lo sa talmente bene da collaborare con chi il lavoro lo genera. Oggi ci viene chiesto di bonificare il terreno politico, di ripartire dalle fondamenta, di dare vita ad una nuova stagione partendo proprio da quella dignità umana che è il tema centrale. Ed è il tema del disegno di legge che stiamo discutendo, al quale dico sì.

Finisce

Che vi dicevo? Un po’ di retorica con le colonne dei templi greci ma molti, molti contenuti: l’immigrazione, l’autorevolezza internazionale dell’Italia, la famiglia, la parità di genere, il rispetto delle sessualità, il futuro dei giovani, il lavoro.

COMMENTI

Scrive Maria Teresa:

“Ho avuto modo di ascoltare, oltre che leggere nella trascrizione qui sopra, il discorso di Donatella Conzatti e condivido in pieno la valutazione che ne fai, Riccardo, così come ritengo essenziale saper distinguere autorevolezza da autorità. La prima, l’autorevolezza, è figlia di una buona formazione culturale, di oneste riflessioni e di un pensiero sereno, aperto, non improntato su di sé. L’autorità è figlia di una cattiva o nessuna base culturale, dell’incapacità di pensare al di fuori del proprio tornaconto (diretto o indiretto) e di una mentalità dai confini angusti. Ho molto apprezzato nel filmato anche il tono della voce e l’atteggiamento della senatrice, così lontani dalle volgari pose di tanti rètori di oggi!”

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PICCOLI PERCORSI IN BICI, BAGNI NEL LAGO, REGATE E CONCERTI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Luglio, 2018 @ 6:56 pm

Detto altrimenti: A Riva del Garda       (post 3253)

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btyPercorsi poco impegnativi in termini di tempo, con qualche salita (occorre un minimo di allenamento o la e-bike), interamente su asfalto, assai poco sconosciuti. Il percorso di oggi è interamente individuabile su Google maps che fra l’altro l’ha mappato con una serie foto successive, per cui potete percorrerlo anche dalla vostra poltrona davanti al computer di casa. Si parte da Riva del Garda. Lungo il Viale Carducci, dal centro di Riva verso Torbole, all’altezza della spianata Area Cattoi (parcheggio sterrato libero sulla destra), a destra inizia la corta ciclabile verso sud che in leggera discesa conduce al parco dell’Ora e quindi al lago (Via F. Nietzsche); a sinistra inizia verso nord la nostra ciclabile, denominata Via G. Bresadola. La pista, ricavata seguendo il piccolo bastione del torrente Varone, in leggera salita, è sopraelevata rispetto alla città e ne fornisce una visione nuova. Nella parte superiore costeggia graziose casette con giardini fino a raggiungere il traverso della chiesa di Varone. Qui ci si sposta di pochi metri a sinistra e si prosegue verso destra (nord) su un tratto di ciclabile che costeggia la strada (indicata da Google come SS 421). Dopo avere percorso in totale 3,5 km, la ciclabile finisce all’altezza delle Cartiere Fedrigoni. Cinquecento metri su detta strada e siete all’altezza del Parco Cascate Varone che vi lasciate a sinistra.

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     Dietro la sella: la bandiera FIAB

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Qui la salita si fa un po’ più impegnativa (4-5%) e dopo una serie di tornanti, in 3 km si raggiunge il castello di Tenno. 30 metri prima del Castello, dalla strada si diparte verso destra, con inversione a “U” una stradicciola asfaltata a larghezza ridotta (traffico motoristico praticamente nullo!) che percorre la Val di Pil: è la vostra meta. Per circa 3 km con leggeri saliscendi e discesone finale, vi regala il panorama del fondo valle da Arco a Riva e vi riconduce in discesa  a circa metà di quei 3 km di salita che vi avevano condotto al castello di Tenno, in Località Volta di No (1). Qui, in discesa per 2 km riprendete la ciclabile dove poco prima l’avevate lasciata e in leggera discesa ritornate al punto di partenza. In totale circa 16 km.

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Arrivati al Viale Carducci, scendete di sella, lo attraversate sulle strisce pedonali e rimontati in sella scendete al lago (km 1-2) dove avete solo l’imbarazzo della scelta circa la spiaggetta dalla quale fare il bagno (sempre che non ve l’abbiamo già occupata altri!)

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Dopo il tuffo vi cambiate e, sempre lungo la ciclabile, in 1 km raggiungete verso Riva il Club nautico Fraglia Vela Riva, nel quale si sta inaugurando il campionato mondiale delle barche a vela classe Yngling. Qui, se siete un regatante o – come me – un componente del direttivo del club, siete invitati a partecipare ad un gioco tedesco: ci si pone in cerchio e a turno bisogna riuscire a piantare un chiodo in un tronco utilizzando la parte sottile della testa di un martello: cosa non facile, vi assicuro, anche perché, se ci riuscite e ogni volta che ci riuscite, dovete festeggiare con un bicchiere di grappa! A facilitare la cosa, il martello ha il manico a curve …

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Dopo tutto ciò, la sera al concerto di cui al post precedente. This is Riva del Garda too … Riva del Garda è anche tutto questo!

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(1) Per la cronaca: da qui io sono risalito fino al Lago di Tenno, indi sono sceso fino a Pranzo, ho traversato in discesa e risalita la valle e ho raggiunto il Castello di Tenno dal quale sono sceso a Riva etc. etc. Tot. 32 km. Bici utilizzata: e-mtb; consumo elettrico: 40% ovvero due “tacche”). Tempo impiegato: poco più di due ore, foto comprese.

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IL PIANOFORTE DI VASYL KOTYS A RIVA DEL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Luglio, 2018 @ 6:30 am

Detto altrimenti: organizzato dall’Associazione Amici della Musica   (post 3252)

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Ieri sera, concertone all’Auditorium Bonporti in Riva del Garda. E’ nostra consuetudine (nostra perché io sono il tesoriere dell’Associazione) invitare a suonare il vincitore del concorso annuale pianistico internazionale di Verona e nel 2017 ha vinto Vasyl, Ucraino classe 1984. Vasyl abita a Rostock (D), sul Mar Baltico e fa base musicale ad Hamburg e nel … mondo. Arrivato ieri in aereo a Verona alle 12,00, a Rovereto alle 14,38, a Riva alle 15,28, in sala a “riscaldare i muscoli” dalle 18,00 alle 20, 30, in concerto alle 20,45 fino alle 23,00. Oggi 10 luglio concerto a Verona, l’11 luglio a Mantova a ritorno in Germania: evviva la gioventù! Il suo palmares è ricchissimo e fra l’altro, da vincitore di concorsi internazionali è passato ad essere anche giudice in alcuni di essi! Il programma eseguito, preceduto da una breve illustrazione del nostro Presidente, il Professore Franco Ballardini:

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F. Schubert (1797 – 1828) Sonata in la minore D. 784 (1823)

M. Ravel (1875-1937) “Gaspard de la nuit (1908) Ondine-Le gibet – Sgarbo

W. A. Mozart (1756 – 1791) Variazioni in re maggiore K.573 (1789)

S. Rachmaninov (1873 – 1943) Variazioni op. 42 su un tema di Corelli

Come si vede, da un secolo all’altro e viceversa, dal romanticismo di Schubert all’eclettismo di Ravel. Alleggerimento mozartiano, per chiudere con la complessità di Rachmaninov. Tutto a memoria, of course!

Vasyl è una Persona molto naturale, spontanea, molto seria nella sua arte (lo dimostrano da ultimo le ore di “riscaldamento” prima del concerto) che suona con una grande tecnica, un grande sentimento ed una passione tutta russa! Egli è rimasto affascinato da Riva del Garda, nella quale si ripropone di tornare da turista insieme alla sua ragazza Daria, pianista attualmente impegnata a Roma: durante il tragitto da Rovereto a Riva e a Riva ha continuato a scattare foto, estasiato. Ad Amburgo conosce un’altra vincitrice dello stesso concorso veronese, Elizaveta Ivanova, la quale è già stata ospite della nostra associazione per due volte. Chissà, Vasyl, anche tu potresti fare il bis”.

Vasyl, ti aspettiamo, come turista, come concertista e soprattutto come amico insieme a Daria! E salutami Elizaveta!

P.S.: Riva del Garda offre molto, di tutto, di più: in mattinata giro in bicicletta sulle sue alture concluso con una nuotata rinfrescante nel lago;  nel  pomeriggio inaugurazione del Campionato Mondiale Yngling, presso la Fraglia della Vela Riva (v. post successivo) e in serata il concerto di cui sopra. Che dite … può bastare?

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COLONIZZAZIONE DI RITORNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Luglio, 2018 @ 5:49 am

Detto altrimenti: la Cina è (troppo) vicina …. e non solo lei   (post 3251)

Noi Italiani stiamo subendo una pesante colonizzazione e non è certo quella degli arrivi degli immigrati. A me pare che la priorità dovrebbe essere un’altra.

Da internet

Inizia

Le guerre dell’oppio: due conflitti, svoltisi dal 1839 al 1842 e dal 1856 al 1860, che contrapposero l’Impero cinese sotto la dinastia Qing al Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.  In risposta alla penetrazione commerciale britannica che aveva aperto il mercato cinese all’oppio proveniente dall’India britannica, la Cina inasprì i propri divieti sulla droga e ciò scatenò il conflitto. Sconfitto in entrambe le guerre, l’Impero cinese fu costretto a tollerare il commercio dell’oppio e a firmare con i britannici i trattati di Nanchino e di Tientsin, che prevedevano l’apertura di nuovi porti al commercio e la cessione dell’isola di Hong Kong al Regno Unito. Ebbe così inizio l’era dell’imperialismo europeo in Cina, e numerose altre potenze europee seguirono l’esempio, firmando con Pechino vari trattati commerciali. Gli umilianti accordi con gli occidentali ferirono l’orgoglio cinese e alimentarono un sentimento nazionalista e xenofobo che si sarebbe poi espresso nelle rivolte di Taiping (18501864) e dei Boxer (18991901).

Finisce

  1. L’UE ha imposto alla Grecia di vendere il porto del Pireo (azienda in attivo) alla Cina, per “fare cassa” e ripianare le disastrate finanze pubbliche. L’imprenditore cinese acquirente dopo avere incrementato volumi di affari e utili dal 70 al 90%, sta ora dimezzando gli stipendi ai lavoratori greci e sta colonizzando altre aree del paese.
  2. La Cina sta investendo molto su altri canali di penetrazione commerciale in Europa (ad esempio a Genova). Il fatto può essere descritto e presentato in due modi dal significato opposto: 1) successo dell’attrattività italiana verso investimenti esteri; 2) colonizzazione del nostro Paese.
  3. La Cina … e non solo lei. Molti marchi famosi del nostro made in Italy sono ormai di proprietà estera. Ciò viene descritto e presentato in due modi dal significato oppost0: 1) “Ci siamo internazionalizzati”; 2) colonizzazione del nostro Paese. Anche alcuni nostri “piccoli” imprenditori. Conosco personalmente casi in cui, dopo avere sviluppato prodotti e mercati, nostri piccoli imprenditori hanno venduto la loro azienda a stranieri (nei casi che conosco: USA e Arabi) incassando un prezzo molto elevato e ottenendo per di più un ricco contratto di dirigente o di consulente.
  4. Molti, troppi giovani cervelli italiani migrano all’estero e possono diventare strumento di questa colonizzazione di ritorno.

A maggior ragione servirebbero gli Stati Uniti d’Europa, se non altro per governare questa ondata di ritorno ed evitare che da ex colonizzatori ci si trasformi in colonizzati. Altro che “liberiamoci dai vincoli dell’UE, riprendiamoci la nostra sovranità!” Una simile visione politica pensa solo alle prossime elezioni (si veda l’andamento positivo dei sondaggi) e non alle prossime nostre generazioni.

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“LA FERSINA – ANTICA SIGNORA DELLA VALLE”

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Luglio, 2018 @ 6:21 am

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Detto altrimenti: storia di un fiume e di un libro e di nuovi amici e di …   (post 3250)

N.B.: questo è un pre-post. Il post “vero” lo scriverò dopo avere letto il libro …

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Alle volte, si dice … il caso. Trento. Abito  sul Viale Trieste, un regalo della Storia alla città, adagiato su un bastione austriaco lambito dalla Fersina. Un giorno ho scritto una poesia: “Il canto di Trento a la Fersena”. Un altro giorno apro il giornale e scopro che due persone stanno per pubblicare un libro su questo fiume. Le cerco, le contatto, invio la mia poesia e dopo qualche tempo la so pubblicata all’interno dell’opera alla quale questo post ha rubato il titolo.

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       Lino Beber e Claudio Morelli

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Mesi dopo. Maria Teresa ed io “saliamo” a Pergine a incontrare Lino Beber e Claudio Morelli, due dei tre curatori dell’opera (il terzo è  Mario Cerato), attivissimi soci della locale Associazione Amici della Storia. Lino è medico dell’Ospedale di Borgo Valsugana; Claudio maestro elementare. Entrambi in pensione dal 2007. Due giovanotti classe ’50 (giovanotti perché io sono del ’44!) attivissimi nel “vivere e far vivere” la storia, il teatro, la poesia, la cultura locale. Ci incontriamo al bar del Teatro (e dove, sennò?).

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Pergine il pubblico in sala

      Presentazione del libro a Pergine

Prima arriva Claudio, sottobraccio una copia del libro, un regalo per me, grazie! Parliamo. Claudio è (anche) poeta, molte delle sue creature sono pubblicate nell’opera: trenta, una per ogni km del percorso dal Lago Erdemolo d’origine a quota 2006,  all’Adige. E poi ci regala anche un suo libro di poesie “Io, di molti”. Mentre parliamo arriva Lino che da vero amico del suo amico ci descrive le molte qualità: poeta, commediografo, animatore del Museo di Canezza, già ciclista dilettante “che – dice – una volta ha battuto anche Francesco!” (Francesco Moser, n.d.r.).

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L’aria condizionata del locale non ci piace. Sediamo all’aperto e siamo accarezzati dall’Ora del Garda che arriva sin qui a portarci le storie del Lago dal quale poche ore prima  Maria Teresa ed io siamo partiti in auto, brezza  che ci invita a leggere le pagine del libro che essa stessa sfoglia, curiosa, facendo posare il nostro sguardo su una sorta di film a sequenza di immagini. Lino ci descrive per sommi capi l’opera, preceduta dall’esame di una impegnativa ricerca sui cognomi perginesi fatta da Don Tomaso Vigilio Bottea. Il lavoro si articola su tre sezioni: storia e difesa del territorio (Mario Cerato); il mondo della natura (sulla base della tesi di laurea di Silvia Beber che poi non è sua parente); la parte letteraria e poetica a cura di Claudio Morelli, le cui poesie sono accompagnate dai disegni di Guido Paoli.

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Iole Piva, P. Ass.ne Amici della Storia; Lino Beber; Mario Cerato (opere di difesa sulla Fersina); Claudio Morelli; Guido Paoli (copertina e 32 disegni)

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Prima di lasciarci, ci impegnamo a tenerci reciprocamente informati sulle rispettive iniziative culturali. Io li invito a far parte dell’Accademia delle Muse a Trento; loro ad aggiornarmi sulle iniziative culturali locali. Come ho detto, questo post è solo un anticipo di quello che potrò e vorrò scrivere dopo che avrò letto il libro dei nuovi amici. Ma non voglio chiudere qui queste prime note senza riportare una poesia di Claudio:

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“Il primo tratto”

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      La Fersina a Viale Trieste (foto Luigi Zullo)

Precipita allegra verso la valle / danzando sull’erta dei sassi / giovane vita non ancora signora / vergine e pura ignara del male: / il primo ponte è per greggi e pastori / passaggio per volpi lupi e predoni / comodo slancio per chi sale la china / balcone sul bosco di larici e pini / vicino la strada che porta alla grua / la più alta a dispensare tesori. / Poi giù verso le case sparpagliate / sui prati attorno alla chiesa / di Maria Maddalena verso baite / e fienili coperti di scandole / a lambire Palù e il monte ripieno / di ori argenti e metalli preziosi.

La mia poesia? La trovate qui sul blog, al post del 30 dicembre 2017, cliccando La Fersena. Il libro? Lo trovate – e lo potete acquistare – in internet oppure lo dite a me che passo il messaggio ai suoi Curatori.

Buona Fersina a tutte e a tutti, ed “Evviva!” queste nuove, belle Amicizie!

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P.S.: in settembre riprenderanno le presentazioni e una sicuramente sarà a Trento, visto che la Fersina è stata protagonista anche per il nostro capoluogo quando l’1 giugno 1890, grazie alla centrale idroelettrica di Ponte Cornicchio, Trento fu illuminata quale prima città italiana, anche se allora era Austria.

FOTO FERSINA

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Bianco Fersina


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Verde Fersina (ovvero: “Sotto i ponti di Trento Fersina scorre …”

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Musica Fersina

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Fichi Fersina

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Pescatore Fersina (foto L. Zullo)

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Pesci Fersina (foto L. Zullo)

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Pranzo Fersina (foto L. Zullo)

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Riflessi Fersina

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Fiori Fersina

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.6 - La piena

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Piena Fersina

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PICCOLI GRANDI CAMPIONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Luglio, 2018 @ 6:39 pm

Detto altrimenti: “giovani” – non piccoli – grandi campioni!       (post 3249)

downloadBernard Moitessier. Uno dei primi grandissimi navigatori in solitaria, nel suo libro “Tamata e l’alleanza” esalta una barchetta, l’Optimist, come quella più completa, più adatta a formare i giovani velisti. Nel senso che su quel “poco più di un guscio di noce” ogni ragazzino è “tutto”: skipper, timoniere, tattico, randista.

Mauro Pelaschier. Un altro grande campione, si è occupato dell’Optimist, e afferma  che chi “resiste e trionfa” con questo monotipo è persona di carattere, tanto è l’impegno che richiede: impegno soprattutto nella perseveranza che occorre avere per imparare ad aspettare il vento, a risalire da una scuffia, a riprendersi da un insuccesso, a reggere la stanchezza, ad ascoltare e ad imparare dall’istruttore a partecipare e anche  … a vincere! Tutto fra i sei e i dodici anni!

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Fraglia Vela Riva. Presidente Giancarlo Mirandola. Un club velico che quest’anno compie novant’anni! Ed uno dei (tanti) modi (migliori) per festeggiare l’evento è la vittoria di Alex Demurtas al Campionato Europeo Optimist, in Olanda. Qui a fianco: la mamma Mariangela Montagni, il Campione Alex, il Presidente FVR Giancarlo Mirandola, Norberto Foletti “padre storico a livello internazionale” del circuito mondiale Optimist , il DT Marcello Meringolo.

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fea635e2-1c75-4de5-b95a-cb783cf89850Alex Demurtas. Un simpatico ragazzino di dodici anni, andrà in terza media, occhi vispi, veleggia dall’età di sei anni. E in sei anni quanta strada ha fatto, grazie ai suoi istruttori Santiago Lopez, Mauro Berteotti, Marcello Meringolo. Il suo palmares è ricchissimo: moltissimi piazzamenti, molti primi posti, l’elenco sarebbe troppo lungo. Preferisco citare i suoi campi di regata: Cervia; Achensee (A); Alassio; Wolfgang See (A); Svizzera; Bolsena; Crotone; Oman; Porto Rotondo; Gaeta. Oltre, naturalmente, alle tante presenze sul “suo” Lago di Garda, sul quale mi piace ricordare il 22° posto su 1000 partecipanti al 36° Meeting Internazionale Optimist.

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IMG_0803Campione europeo. Ecco la ciliegina sulla torta regalo che Alex ha voluto offrire alla Fraglia per il suo novantesimo: Campione Europeo Optimist 2018 a Scheveningen, NL, allenatore Simone Ricci, DT Marcello Meringolo. Un campionato europeo. Decine e decine … centinaia di concorrenti super selezionati. E’ già tanto essere qualificati alla partecipazione. Vincere poi … provare per credere. La preparazione fisica, tecnica e psichica di anni, le trasferte, i campi di regata sempre nuovi (un conto è regatare sulle acque di casa, altra cosa nei venti olandesi!), l’appoggio dei genitori Mariangela e Carlo, la disponibilità di un circolo prestigioso, la dedizione dei suoi allenatori e del DT … insomma gli ingredienti sono davvero molti per confezionare questa torta! Ecco, anch’io mi unisco al coro, anch’io, vecchio fragliotto, già regatante con il mio FUN, più volte membro del Direttivo Fraglia, dico ad Alex: “Grazie Alex, bravo! Sii così grande anche nella tua vita “da grande”. E … nel frattempo, Alex, dai qualche consiglio alla sorella Victoria di 9 anni ed al fratellino Andrea di sei, anche loro “optimisti”!

downloadAncora un “nel frattempo“: da europeista convinto qual sono, mi permetto di aggiungere un riferimento al significato europeista della tua vittoria. Campione europeo, non (solo) italiano, di una Europa che se “sottrae” sovranità ai singoli Stati, regala a tutti noi una nuova, maggiore Sovranità, quella Europea. Alex, se vai a leggere qualche post fa, troverai un post dedicato al conferimento del Premio Altiero Spinelli della Commissione Europea all’amica associata a FIAB – Federazione Amici della Bicicletta Trento, Lucia Bruni una giovane donna (35 anni) che l’anno scorso, per celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, quelli che diedero vita al processo di integrazione europea, ha pedalato da Roma a Bruxelles con i bagagli sulla bici. Sulla sua impresa, cliccando il suo nome, troverai alcuni post dettagliati. Ecco, la chiudo qui: fatti regalare una bandiera dell’UE, da sventolare insieme a quella italiana. la prossima volta che vincerai gli europei.

Una mia poesia di qualche anno fa, “Fantasia Optimist”,  che ora ri-dedico. A chi? Ad Alex naturalmente, alla sua sorella Victoria e al suo fratellino Andrea! (L’ho scannerizzata, così mi sono evitato la fatica di copiarla … abbiate pazienza … va letta su due pagine … !)

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OPTIMIST 2

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DUE MODI OPPOSTI DI RAGIONARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Luglio, 2018 @ 6:01 am

Detto altrimenti: sulle pensioni, ad esempio …   (post 3248)

  • Il ministro “A” dice: “In pensione a quota 100, somma dell’età e degli anni di contribuzione”
  • Il presidente dell’INPS dice: “Cifre alla mano sarebbero 700.000 pensionati in più e occorrerebbero 20 miliardi di euro l’anno in più. Inoltre gli Italiani non fanno figli ed inoltre non vogliono fare certi lavori: se ne deduce che – numeri alla mano – serve l’apporto degli immigrati, i quali sono una risorsa”.
  • Il ministro “B” ministro dice: “Il presidente dell’INPS fa politica, vive su Marte”.
  • Il ministro “A” dice: “Il presidente dell’INPS sbaglia ma non ci sono motivi per cui non resti al suo posto fino alla fine del suo mandato”.

downloadIo non voglio “fare politica” ma solo “logica”. Da una parte c’è uno che dice “2+2 = 4”. Dall’altra  chi lo accusa di fare politica, di vivere su Marte e chi velatamente lo avverte …

P.S.: ho appena pubblicato che una lettrice mi scrive: “ … e se su Marte mandassimo il ministro “B”  e soci? Mi pare che sfugga al nuovo governo il concetto di amministrazione della cosa pubblica e di matematica elementare. Non sapere né voler far di conto non è cosa buona e giusta, non certo fonte di salvezza. Lasciamo la gestione della salute alle auto dichiarazioni (vaccini) per incominciare e poi consideriamo come ingerenza politica i piani dei conti … dai Riccardo scrivi “ .

Ecco, ho scritto, ma però (“ma però”)  … vi pare giusto dare addosso così? Ma dai … e poi … con questa storia della cinquantina di milioni di rimborsi elettorali che sarebbero stati mal usati … via … non si fa così o malelingue  che non siete altro!  Basta andare a vedere chi li gestiva e come li ha spesi e tutto si chiarirà! Eccheccivuole?

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STATISTI O POLITICI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Luglio, 2018 @ 6:39 am

Detto altrimenti: visione d’insieme o percezione sensoriale?     (post 3247)

  1. Alcide De Gasperi: “Lo statista pensa alle prossime generazioni, il politico alle prossime elezioni”
  2. Visione d’insieme e percezione sensoriale: sei in cima ad un’alta scogliera, del mare hai la visione d’insieme e nessuna percezione sensoriale. Man mano che scendi in basso, diminuisce la prima e aumenta la seconda. Se poi ti immergi in acqua, la prima si annulla e la seconda è al suo massimo.

Mel primo dei due casi citati si ha riguardo al tempo: operare per il domani o solo per l’immediato? Nel secondo allo spazio: mi occupo solo di ciò che mi circonda, ignoro il contesto.

Il governo del cambiamento. Un “cambiamento” non è di per sé qualcosa di positivo: si può cambiare in peggio. A mio avviso si cambia in peggio quando ci si isola, quando si diventa autoreferenziali, quando si possiede un cane e si insiste nell’affermare che vale un miliardo di euro (ma se proviamo a venderlo al massimo troviamo chi lo vorrebbe acquistare pagandoci con due gatti da mezzo miliardo ciascuno).

Cambiare tanto per cambiare, no. Alternanza costruttiva, si. Costruttiva, non distruttiva. Gli USA si chiudono su loro stessi. La Cina sta comperandosi il mondo. La Russia … ospita i mondiali senza l’Italia ma Putin che fa? L’Africa esplode e noi …? Noi denunciamo le incongruenze dell’UE con un approccio aggressivo-distruttivo anziché correttivo-costruttivo, noi abbiamo dichiarato per anni “fuori dell’Euro! Aumentiamo deficit e debito pubblico!”

 E invece … invece … Stati Uniti d’Europa! Solo una dimensione Europea potrebbe fare di noi attori efficaci sul contesto mondiale. L’Europa, una delle due maggiori culture e civiltà del mondo. L’altra è quella orientale ma noi la ignoriamo. A dire il vero c’erano anche quelle delle tre Americhe e quella dell’Africa, ma queste le abbiamo distrutte. Basta che adesso non distruggiamo anche la nostra … Cosa? Cosa ci vorrebbe? Ecco, io credo un secondo Rinascimento, questa volta soprattutto delle coscienze, nel senso di essere coscienti, consapevoli non solo dell’immediato presente, ma del futuro che in qualche decina di anni vedrà il livello del mare innanzarsi di un metro, cm più, cm meno. Tanto per citare un piccolo particolare …

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APPELLO DI PADRE ALEX ZANOTELLI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Luglio, 2018 @ 5:07 pm

Detto altrimenti: … ai giornalisti italiani       (post 3246)

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Amici, io non sono un giornalista, sono solo un semplice blogger, ma tant’è … questo appello di Padre Alex Zanotelli in favore e in difesa dell’Africa mi è arrivato ugualmente ed io lo divulgo volentieri. Si tratta indubbiamente di un problema morale che coinvolge un contenuto, una parte della nostra religione la quale  non “è” la morale, ma “ha” una morale. Io comunque lo affronto sotto un profilo storico: leggete il libro di Daniel R. Headrick, “Il predominio dell’occidente”, Ed. il Mulino, 2011: la storia secolare della nostra colonizzazione ai danni del resto del mondo. Abbiamo seminato vento ed ora ci lamentiamo della tempesta?

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Inizia

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Padre Alex Zanotelli e Don Andrea Gallo

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo come missionario uso la penna (anch’io appartengo alla vostra categoria) per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che vorrebbe. Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli stanno vivendo. 

Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. (Sono poche purtroppo le eccezioni in questo campo!) È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur. È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.

È inaccettabile il silenzio sull’ Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.

È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.

È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.

È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra (francese, n.d.r.) maledetta guerra contro Gheddafi. È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.

È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.

È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.

È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.  Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. 

Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti. Ma i disperati della storia nessuno li fermerà. 

Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica. E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

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Don Lorenzo Milani, Scuola di Barbiana: “I care” io mi prendo cura di, l’opposto del “Me ne frego” fascista.

Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alle grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti? Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

Alex Zanotelli (missionario italiano della comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell’Africa e direttore della rivista Mosaico di Pace).

Finisce

Mi permetto di aggiungere che il fenomeno immigrazione, lungi dal dividerli dovrebbe indurre gli Stati europei a costituire gli Stati Uniti d’Europa, sola via per potere dire la nostra sulle derive mondiali targate USA, Cina, etc..

P.S.. Il cardinale: “Ma lei, Don Gallo, sta nei vicoli del porto con le prostitute, i drogati, gli immigrati irregolari …“. Don Gallo: “Gesù ci ha insegnato a stare vicini agli ultimi“. Cardinale: “Ah … ma allora se lei la mette su questo piano …” Don Gallo: “E su quale altro piano dovrei metterla?”

 

 

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LUCIA BRUNI A BRUXELLES

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Luglio, 2018 @ 7:51 pm

Detto altrimenti: su di lei rileggete i molti post ….. (post 3245)

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© Elodie Timmermans.

Lucia, bolognese, socia di FIAB Trento. L’anno scorso nel mese di giugno … be’ raga, leggete i post che ho scritto all’epoca. Veniamo all’oggi: Lucia è stata a Bruxelles a ritirare il secondo premio della Commissione UE intitolato ad Altiero Spinelli, per la sua azione (a pedali, con il cuore e con l’intelligenza) in favore del processo di integrazione europea.

Ecco la sua dichiarazione:

© Elodie TimmermansGrazie Presidente Signora Themis Christophidou (Direttrice della Direzione Generale giovani e cultura della Commissione UE, n.d.r.). è un grande onore per me ricevere questo premi e sentire che il mio impegno per far conoscere l’Unione Europea e sensibilizzare ai suoi valori è stato riconosciuto e considerato meritevole.Quello che volevo dire con il mio progetto è che noi cittadini non siamo vittime di ciò che accade sopra le nostre teste: abbiamo la responsabilità di vivere le nostre vite lasciando una traccia della nostra esistenza. Dobbiamo credere che possiamo fare la differenza, che ognuno di noi può dare il suo contributo per il bene comune.Perciò sono molto felice di essere di nuovo qui a Bruxelles, un anno dopo il mio arrivo con la mia bici. Sono molto contenta perchè questo premio incoraggia me – e spero tutti i cittadini europei – a combattere per costruire un’Europa migliore per i cittadini di domani. C’è un piccolo bambino con me a Bruxelles questi giorni, Lorenzo, il figlio della mia amica Silvia, che ringrazio per essere stata al mio fianco dall’inizio di questa avventura: è a motivo dei bambini che vogliamo lasciare un’Europa migliore e un mondo migliore.

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        Le strisce! Mettiamole le strisce!

Sono convinta che i beni più importanti siano impossibili da privatizzare e dividere. Non possiamo possedere la pace, l’aria pulita, la sicurezza. Possiamo preservare questi beni, che sono comuni per loro intrinseca natura, solo se li condividiamo con i nostri vicini. Come aveva detto Robert Schumann nel suo famoso discorso del 9 maggio, l’Europa unita ha una missione da compiere non solo nei confronti dei suoi cittadini, ma anche verso i suoi vicini, Africa e Medio Oriente in primo luogo. Per questa ragione, e grazie anche a questo premio, partirò di nuovo per attraversare i confini dell’Europa e affermare che noi non possiamo salvarci contro l’Africa e il Medio Oriente, ma solo con loro. Pedalerò insieme a Cesare, che ringrazio per essere qui con me oggi, attorno al perimetro del mar Mediterraneo, che è la culla delle nostre civiltà, per affermare che noi, popoli che viviamo attorno alle sue sponde, condividiamo una storia e un destino, come anche abbiamo visto poco fa nella visita al Museo della Storia Europea, dove si racconta il mito greco di Europa, ambientato nell’attuale Siria. O sapremo prosperare insieme, o perderemo la sfida. Grazie.

 Null’altro da aggiungere se non “Brava Lucia”!

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