FOTO DEL GIORNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Agosto, 2018 @ 6:46 pm

Detto altrimenti: colta al volo       (post 3284)

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Ceniga (TN), conosciuta per il ponte romano che poi romano non è ma tant’è … Poco prima del pluri-fotografato ponte, per chi viene da nord, una fontana: oggi con gli attrezzi per fare la salsa di pomodoro alla vecchia maniera, con il passa-pomodori a mano. Sposto un poco la pentola, riempio la mia borraccia e apprezzo il “sentire e sentirsi” di quelle persone: la “cosa pubblica” è anche loro e giustamente la vivono.

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VIAGGIO IN ITALIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Agosto, 2018 @ 8:15 am

Detto altrimenti: di Stefania Neonato       (post 3283)

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        Genova, Porta Soprana

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Si, vabbè, anch’io stavo viaggiando in Italia, dallo Stati Pontifico, al Granducato di Toscana, alla Repubblica Marinara di Genova (v . post precedente e oggi che sto scrivendo rientrerò nel Principato Vescovile di Trento) ma per Stefania quell’ “in” è stato l’equivalente del “to” inglese e del “nach” tedesco: verso l’Italia. Già, perché la pianista-fortepianista (Stefania è collezionista di fortepiani!). Stefania è insegnante all’Hoche Schule di Stoccarda (Quando si parla di fuga di cervelli …).

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Il concerto … nel Cortile Maggiore del palazzo Ducale, prestigiosa sede che si affaccia sulla centralissima Piazza de Ferrari, il cuore pulsante della città, per le 22,00, ma alle 21,30 tutti i 300 posti a sedere erano occupati. Le altre circa 100 persone si sono accomodate per terra, contro le colonne …

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“I notturni en plein air”, quarta edizione. E’ la seconda a che Stefania suona in questa rassegna e ogni volta è il pienone!

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Le previsioni del tempo davano “temporalone” alle 23,00 … e noi tutti ogni tanto ad inseguire con lo sguardo le note che salivano in altro, verso quelle nuvole … e invece no: il vento dell’armonia ha richiamato un altro vento, quello da nord ovest, che ha spinto il temporale verso il mare salvando il concerto. Qui a fianco, la bandiera sulla torre del palazzo che io – da  velista qual sono – studiavo per capire come girasse il vento.

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dav Genova … come è cambiata da quando io l’ho vissuta, dal 1944 al 1976, quando la lasciai per Torino, Milano, Roma, Trento … per motivi di lavoro. La metropolitana, il centro storico da luogo della malavita (contrabbando, prostituzione, droga) a luogo della movida cittadina, il traffico (aumentato, ovviamente) … angoli prima dimenticati ora rivalutati … insomma: Genova, sei più bella: ora sei una bellissima città turistica. Noi stessi, cinque amici, prima del concerto, una focacciata al formaggio alla Tortuga, subito dietro la Porta Soprana, subito dietro la casa di Cristoforo (Colombo, of course!).

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davMa veniamo al concerto: preceduto da una chiara illustrazione di Stefania (“… Chopin non ha mai avuto un pubblico così numeroso!”): 3 Mazurkas op. 50 – Scherzo in mi maggiore op. 54 – 2 Nockturnes op. 62 – 3 Ecossaises op. 72 – Grande valse brillante in mi bemolle maggiore op. 18 – Andante spianato et Grande polonaise brillante op. 22. Vicino a me, due file dietro, un tale – evidentemente musicista anch’egli – anticipava a voce le battute e alla fina applaudiva a squarciagola. Mi dispiace non essere un musicologo bensì un semplice musicofilo, perché in tal caso meglio saprei esprimere ciò che musicalmente significava la pelle d’oca mi assaliva … Si, è vero, devo confessarlo, Stefania è innanzi tutto una carissima amica, come pure sua madre Mirna Moretti, la mia “madrina” blogger, la persona che mi ha indotto a diventare un blogger … ma ciò nulla toglie all’elogio che tributo ad entrambe, figlia e madre, figlia musicista, madre grande lettrice, poetessa, artista dei sentimenti.

Viaggio in Italia, dunque, per tutti i presenti e anche per voi, care lettrici e cari lettori, che avete avuto la compiacenza di leggere queste mie semplici sudate carte elettroniche!

Trento, dove Stefania vive quando è in Italia, il 3 dicembre prossimo, insieme al soprano Maria Letizia Grosselli, sarà in concerto presso la nostra Associazione privata Accademia delle Muse: un privilegio raro! Grazie anche per questo, Stefania! E grazie a te, Maria Letizia!

P.S.: qui sul blog e ovviamente in internet troverete molto su Stefania e Maria Letizia … ed anche sulla nostra Accademia.

Altro P.S.: una mia vecchia poesiola …

Chopin

 Linee tenui di colori

innocui pastelli domestici

riscaldano il volo leggero

di uno scherzo di Chopin.      

Cascata di raggi di sole

le note

incalzano nella selva dei sentimenti.

Gocce di rugiada in autunno

stillano attraverso le fronde

di verdi speranze in attesa.

Stefania

Stefania è anche studiosa e collezionista di fortepiani, il “ponte” fra il clavicembalo e il pianoforte

 L’ansia s’acqueta

adagiata nella poltrona dei sensi

e libera la fantasia

dalla silente prigione

dell’indifferenza.

 La mente corre

in un cielo limpido

cavalcando l’armonia

degli spazi dei suoni.

 Poeta di carta

invidio il Poeta dell’aria

e vivo

respirandone il dono.

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AI CONFINI…

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Agosto, 2018 @ 6:54 am

Detto altrimenti: … DI ALTRI TEMPI                (post 3282).

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Granducato di Toscana, quello che ricevette l’Autonomia amministrativa ben prima del Trentino, quando Maria Teresa d’Austria lo diede al Duca di Lorena, per compensarlo del fatto che aveva ceduto alla Francia il suo Ducato (Alsazia-Lorena). E Leopoldo che fece? Fra le altre cose  eliminò la tassa sulla carne, ampliò il porto di Livorno e bonificò la Maremma Grossetana: scusate se è poco!

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A sud il Granducato confina con lo Stato Pontificio, attualmente retto da Papa Francesco: il confine è segnato dal torrente Chiarone, poco a sud della più nota Capalbio. Al confine … a volte ti trovi di qua, a volte al di là, dipende dai punti di vista e dall’andamento tortuoso delle stradine che attraversano il territorio. I buoi, tuttavia, non fanno differenza: sono “Maremmani” e basta, grandi, dalle ampie corna, regali.

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La spiaggia … quelli del Granducato ne hanno attrezzata una, l’ultima nel loro territorio e l’hanno chiamata l’Ultima Spiaggia. E’ frequentata da molti politici romani … che però, recentemente, hanno iniziato a porsi il problema se sia il caso di continuare a frequentarla, visto che quel nome può essere politicamente frainteso … In ogni caso hanno fatto sì che ne fosse attrezzata una ulteriore, ancora più a sud, sempre entro i confini del Granducato che attualmente si chiama La Dogana: ora vorrebbero che i due stabilimenti balneari si scambiassero il nome, così loro potrebbero essere ”sdoganati” e quella per loro non sarebbe più l’ultima spiaggia …

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davIl cibo, i sapori toscani si uniscono a quelli laziali. La gente toscana prende un po’ dai vicini e viceversa. Una sera al ristorante … una trattoria in Località Vulci (Comune di Montalto di castro, VT) casaledellosteria@gmail.com … Il capo cameriere-gestore di Buonconvento (SI), militare fatto a Trento: e ti pareva! Lì vicino, fra le tracce etrusche, un concerto di Fiorella Mannoia: per raggiungere in auto la trattoria abbiamo dovuto pre-fornire il numero di targa delle auto … Al tavolo a fianco del nostro, un compleanno: “Dai che ve la scatto io una foto, così del vostro gruppo non manca nessuno”. Detto fatto.

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davAll’uscita altri commensali impegnati in una digestiva partita a bocce nel piazzale delle auto. Il cielo si è rasserenato di una serenata di stelle in preparazione della notte di S, Lorenzo. I lampi minacciosi che avevano impensierito la Mannoia e la sua organizzazione si sono allontanati. Rientriamo nel Granducato, questa sera nella Serenissima Repubblica Marinara di Genova al concerto di Stefania Neonato nel cortile maggiore del Palazzo Ducale, domani nel Principato Vescovile di Trento.

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Ai confini … appunto!

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Qui a fianco, uno degli ospiti dell’agriturismo sorpreso durante la siesta mattutina.

Finito di stampare nell’ottimo Agriturismo Corte degli Struzzi, in territorio papalino, Loc. Pescia  Romana, Strada Tavolaro, 17 – tel. e fax 0766 830305 – cell. 338 5679220 -  Noleggio biciclette, €10,00 al giorno – Addì 9 agosto 2018.

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L’ITALIA E’ A RISCHIO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Agosto, 2018 @ 5:39 pm

Detto altrimenti: ma … di immigrazione o di emigrazione?       (post 3281)

Da Roma si riducono i finanziamenti destinati all’integrazione degli immigrati. Localmente (questo è “Trento” blog) la stessa corrente politica preannuncia che in caso di vittoria alle imminenti elezioni locali amministrative, chiuderà l’istituzione provinciale CINFORMI, che da anni opera con ottimi risultati in favore di tale integrazione.

  • Dice: facciamo così perché siamo a rischio immigrazione.
  • Dico: ah … ho capito … non me ero accorto …
  • dav

    Finalmente individuato il responsabile della crisi sociale ed economica del Paese!

    Dice:  la nostra economia è a rischio! La colpa e dei Vuccumprà che operano sulle spiagge!

  • Dico: hai ragione, i nostri Servizi Segreti hanno fotografato il responsabile.
  • Dice: i Vuccumprà? Noi siamo Autonomi, possiamo ben decidere cosa farne!
  • Dico: Trentino, terra di Autonomia Speciale … special…mente se fa copia incolla della politica nazionale.
  • Dice: ripeto, facciamo così perché siamo a rischio immigrazione. E’ una priorità.
  • Dico: priorità? Mi domando: quanto tempo e quante energie sono state, sono e saranno dedicate a questo fenomeno e quante (purtroppo molte di) meno al fenomeno opposto, quello della emigrazione di nostri migliori giovani? Le statistiche ci descrivono come un paese nel quale il tasso di scolarizzazione è molto basso, idem l’indice dei laureati e – comunque – i migliori vanno all’estero (e ci resteranno). Un esempio: un neolaureato dottorando in fisica in Italia riceve – se poi trova chi lo paga – una somma mensile inferiore alla paga di una commessa di un supermercato (con il massimo rispetto per la professione delle commesse!). In Svezia lo stesso ragazzo riceve €2.200,00 netti al mese, oltre i contributi come se fosse un lavoratore dipendente, l’assistenza sanitaria etc. e – soprattutto – riceve offerte di lavoro (locali) prima ancora di completare il dottorato.
  • Dice: ma parte dei giovani cervelli che emigrano poi rientrano.
  • Dico: si, solo una parte ritorna …e a far cosa? A governare – con la loro conoscenza – le masse degli altri, dei tanti altri che hanno solo capacità.
  • Dice: ma cos’è questa storia della conoscenza e della capacità?
  • Dico: se leggi un brano e lo sai ripetere riassumendolo, hai capacità. Se ne sai trarre le considerazioni di fondo, se lo sai raffrontare con situazioni del passato e del presente … be’ allora hai conoscenza. La nostra scuola, purtroppo, sta puntando troppo nel trasferire capacità agli alunni (e poca conoscenza), come desidera il Presidente dell’Associazione Industriali di Cuneo che in una recente intervista alla TV ha detto che l’industria italiana ha bisogno di tanti nuovi giovani “capaci”.
  • Dice: non abbiamo bisogno degli immigrati:  fanno troppi figli.
  • Dico: e noi troppo pochi, siamo la nazione più vecchia al mondo dopo il Giappone!

Dico: quo vadis, Italia? Quo vadis, Trentino? All’ospizio dei vecchi, probabilmente …

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LA DISTANZA DI SICUREZZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Agosto, 2018 @ 6:36 am

Detto altrimenti: tamponamento-strage a Bologna         (post 3280)

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Il primissimo contatto. Subito dopo un inferno di fuoco sull’autostrada, le due tangenziali e gli edifici adiacenti

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Passo abbastanza frequentemente su quella tangenziale e sulla adiacente autostrada. Anche oggi. Due ore prima del tremendo incidente: un TIR con carico infiammabile ne tampona un altro fermo in coda: scoppia l’inferno. Il mantenimento della distanza di sicurezza credo che sia la regola del codice della strada più violata in assoluto. E … guai se non vi spostate tempestivamente lasciando il passo a chi vi tallona a un metro di distanza! Tuoni e lampi … ovvero colpi di clacson e lampeggiamenti furiosi …

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images (2)Autostrada. Quando il traffico è intenso, peggio mi dice! Infatti spesso accade che si proceda su due file parallele: a destra il traffico pesante, a sinistra quello più veloce. E voi siete lì, magari a 100-120 kmh come tutti gli altri. Ed ecco che arriva “lui”, “l’uomo vero”, che chiede strada, che quasi “spinge” la vostra auto: vuole che vi spostiate, che gli diate strada e come voi tutti gli altri, che rientrate a destra, che vi facciate spazio fra la fila di TIR che procedono a 10 metri uno dall’altro. E anche questo rientro è molto pericoloso, il TIR vi lampeggia, protesta, siete rientrato troppo presto, lo avete “stretto”. Insomma, a pericolo si aggiunge pericolo: incappa in Scilla chi vuole evitare Cariddi!

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images (3)Il massimo: nelle more della vostra decisione (rientro o no?) “lui” risolve il problema: vi sorpassa destra sfruttando quei 10 metri fra un TIR e l’altro i molti cavalli della sua auto da “vero uomo”. Mi è capitato nella galleria dei Giovi, sulla Genova – Milano, una recente domenica pomeriggio: rientrando sulla sinistra, quel criminale ha strusciato la mia auto: sono riuscito per miracolo ad evitare un incidente-strage in galleria.

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Il paradosso di Zenone di Elea (V° sec. a. C.)

Vi propongo un esperimento: per un certo tratto di strada, imponetevi di rispettare rigorosamente il limite di velocità e la distanza di sicurezza. Vi dico io cosa vi capiterà: gli automobilisti che vi seguono inizieranno a suonare, a lampeggiare e a sorpassarvi. E voi, per mantenere la distanza di sicurezza rispetto al nuovo veicolo che vi precede, dovrete rallentare, suscitando vieppiù le ire e i sorpassi a vostro carico e così via. Ora, portando al limite la situazione, il risultato è che voi  procederete e retromarcia  “a vostra insaputa”. E’ un po’ una situazione paradossale – questa volta al  contrario –  di quella di Achille piè veloce che non riesce a raggiungere la tartaruga, perché mentre Achille compie d’un balzo un metro, la tartaruga un centimetro; mentre Achille compie quel centimetro, la tartaruga un millimetro e così via … all’infinito! La soluzione? Scendete dall’auto e spiegate il paradosso di Zenone agli altri automobilisti …

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          Bologna come Damasco …

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Mi chiedo: possibile che l’attenzione delle forze dell’ordine siano concentrate sui divieti di sosta? Propongo: una campagna nazionale di auto civetta della Polstrada, della Polizia di Stato, della Polizia Locale e dei CC per insegnare ai “veri uomini” come ci si comporta.

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Quanto e come guido io, da ben 56 anni? Quando lavoravo, percorrevo 70.000 km all’anno. Ora da VIP-Vecchietto In Pensione solo 25.000. Mai un incidente a me attribuibile. Anche fortuna, direte voi. Si, vabbè … la se ghe vol anca quela …

 

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           La “Capaci” bolognese …

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Premesse le condoglianze per le vittime innocenti, mi chiedo quanto ci vorrà per ripristinare la viabilità di un nodo stradale strategico come quello di Bologna, quali enormi problemi sorgeranno nel frattempo per la  circolazione alternativa, per il traffico per lavoro e per turismo sulla direttrice Milano-Adriatico, quali saranno i costi per la collettività …

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Good driving & good luck everybody!

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LA FOTO DEL GIORNO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Agosto, 2018 @ 7:08 pm

Detto altrimenti: non è mai troppo tardi … (post 3279)

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Una spiaggia. Si sta allestendo la celebrazione di un matrimonio. A pochi metri, una barca di salvataggio …

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DEMOCRAZIA DIRETTA … MA … DIRETTA DA CHI?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Agosto, 2018 @ 3:27 pm

Detto altrimenti: ne ho già parlato, ma un amico mi chiede di insistere …. (post 3278)

“Democrazia” nei millenni ha assunto successivamente tre significati diversi: 1) Potere sul popolo: il democrator era un tiranno – 2) Strapotere del popolo, popolo che era criticato dalle classi nobili e ricche escluse dal governo – 3) potere del popolo.

La democrazia odierna – del terzo tipo – è il migliore dei sistemi imperfetti (quelli perfetti non esistono). Quando al centro (Roma) essa non è più rappresentativa delle reali istanze della gente, ma è gestita da autocrati, fa nascere spinte autonomiste. Ecco che la democrazia migliore, quella più “vera”, quella più originale espressione della gente è quella delle Autonomie Speciali.

Ora, recentemente da parte di gruppi politici si vorrebbe attivare la “democrazia diretta”, nel senso di “diretta espressione dei cittadini”. Al che mi permetto di evidenziare alcune sottolineature.

  1. La democrazia diretta esiste già, ed è quella che si attua attraverso le Autonomie Speciali.
  2. Gli strumenti attraverso i quali si vorrebbe introdurre la (cosiddetta) democrazia diretta vanno invece in direzione opposta, antidemocratica, conducendo il sistema politico verso una oligarchia.
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Con un po’ di attenzione si riesce a risalire venti contrari                  

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Mi spiego: alcune forze politiche hanno (favorevolmente per loro) sperimentato il successo elettorale raggiunto attraverso la manipolazione diretta delle masse, attuata con l’uso delle reti web e della politica delle mega- promesse, tendendo a scavalcare/superare il sistema dei partiti tradizionali, luoghi della rappresentanza reale, sedi di confronto di ragionamenti esterni ed interni a ciascun partito. In altre parole, queste forze politiche hanno capito che è più facile e redditizio convincere le masse che non convincere i partiti.Su queste basi hanno ottenuto una forte rappresentanza parlamentare.

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Ora stanno pensando di introdurre il referendum popolare propositivo (di future leggi) che si affiancherebbe a quello attuale, solo abrogativo (di leggi esistenti), per di più eliminando l’esigenza del “quorum” e cioè eliminando la condizione per la quale, per essere valido, il referendum avrebbe bisogno di essere proposto da un numero rilevante di elettori.

Da ciò discende che un numero esiguo di elettori potrebbe impegnare il Parlamento a legiferare con le nuove leggi volute dai referendum propositivi.

A questo punto quelle forze politiche vogliono introdurre anche l’obbligo del Parlamento di mettere a calendario in tempi brevi queste proposte referendarie e infine vogliono introdurre il vincolo di mandato per i Parlamentari (che oggi la nostra Costituzione lascia liberi da qualsiasi vincolo). Ragion per cui i parlamentari di questa maggioranza sarebbero obbligati a legiferare in tempi brevi e per di più secondo le indicazioni dei promotori dei referendum, a loro volta corrispondenti alla volontà dei pochi capi-gestori delle reti.

Ecco … “la volontà dei pochi”: una oligarchia. Ed il gioco è fatto: la democrazia si sarebbe  autodistrutta, trasformandosi “democraticamente” in una oligarchia.

Per alleggerire il discorso, ma restando seri, mi piace ricordare che quel termine “diretta” posto dopo la parola “democrazia”, è il participio passato del verbo dirigere, un verbo della terza coniugazione, transitivo: io dirigo il traffico, il traffico è diretto da me. Come tale, questi participi passati hanno sempre un significato passivo: democrazia diretta … ma diretta da chi?

Questa forma di democrazia diretta sarebbe la negazione della democrazia vera ed in particolare di quella delle Autonomie Speciali.

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FERDINAND WILLEIT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 5 Agosto, 2018 @ 5:58 am

Detto altrimenti: deputato della SVP, politico locale e manager pubblico del Sud Tirolo     (post 3277)

downloadAll’età di 79 anni, tre giorni fa, in seguito ad una operazione al cuore, è improvvisamente mancato a Verona. Perché gli dedico questo mio ricordo? Perché in passato ho avuto occasione di lavorare con lui, né “sotto” di lui né “sopra”: semplicemente “con”. Infatti eravamo entrambi consiglieri del CDA dell’Interporto di Trento. Lui in qualità di Presidente dell’A22 (che ha guidato per circa 20 anni), io semplice neo-delegato dell’azionista Comune di Trento. Di lui la stampa dice anche che è stato anche il padre dell’intermodalità. Infatti un giorno, durante una seduta del CDA, l’allora presidente spiegava che la perdita giornaliera della gestione si era ridotta rispetto a quella dell’anno precedente (!?). Io presi la parola e dissi (ricordo testualmente, e comunque le sedute venivano registrate): “Presidente, nessuno dubita della Sua capacità di far controllare la gestione, ma non credo che tutti noi – dodici manager, imprenditori, professionisti pubblici e privati – si sia qui per questo motivo. Piuttosto possiamo convertire l’interporto in un centro intermodale, il futuro del trasporto su gomma infatti è il suo trasferimento sulla rotaia”. Attimi di silenzio, poi Willet disse: “Forse il dottor Lucatti corre un po’ troppo ma ci fa capire che abbiamo dormito per anni. Si può fare, magari con altra società”. Ecco l’inizio dell’intermodalità, del quale rivendico un poco di merito, l’idea. Certo che io non ero (e non sono) un politico: infatti avrei dovuto tacere e riferire dell’idea e dell’opportunità al mio mandante, il Comune di Trento, e far sì che l’idea venisse sviluppata e lanciata in quella sede politica. Successivamente divenni Vicepresidente dell’Interbrennero, ma mia carriera finì a quel livello, perché mi opposi alla svendita dei terreni pubblici alla componente azionaria privata, che si oppose alla proposta pubblica della mia nomina a Presidente. Infatti si parlava di valori irrisori, mentre lo stesso presidente del Sud Tirolo, Durnwalder, venuto a constatare di persona la validità dell’investimento in intermodalità anche da parte di Bolzanoi, ci confermò che terreni industriali perfettamente infrastrutturati e serviti da ogni tipo di rete a Bolzano venivano quotati ben diversamente (Lit. 700.000 al mq). Successivamente però in parte ho avuto la mia piccola rivincita, quale azionista e membro del CDA di ATT3 – Alptransfert-Consulting-GEIE/EWIV, Europaische Wirtschaflitiche Interessen – Vereiningung, Bozen il Gruppo Europeo di Interesse Economico: il progetto privato per il Traforo del Brennero.

Anni dopo (qualche anno fa) incontrai Willeit (e fu l’ultima volta) sulle nevi di Solda. Una saluto, una stretta di mano, qualche ricordo. Non siamo mai stati “amici” solo perchè non ci fu occasione di frequentarci. Lo siamo stati idealmente quanto al nostro carattere, assi simile.

Buon viaggio, Ferdinand!

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TRENTO-RIVA DEL GARDA IN BICICLETTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 4 Agosto, 2018 @ 3:06 pm

Detto altrimenti: i soci Fiab raccontano … (post 3276)

D’accordo, raga, scialla, calma … lo so che sto scoprendo l’acqua calda … lo so che i lo san tuti come che l’è questa pedalata … machevvolete tuttaunaparola … è la pedalata di questa mattina e ve la voglio raccontare.

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Notte precedente: temporalone con tuoni, lampi e pioggia a scrosci. La mattina: fresco fresco e allora dai, via co’ ‘sti pedali. Parto bonora (za che io son bonorivo) disente alle sete e meza. Prima sosta (breve) al Bar Moja a Borgo Sacco (km 25, un succo di mirtillo). Qui a fianco: Trento, ponte via De Gasperi.

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sdr.

Poi giù, verso Mori. Superato il ponte di ferro delle Zigherane  sul Leno e poi quello a Mori stazione della (ex) ferrovia Riva-Rovereto (come sarebbe bello riaverla!), salitella per aggirare la diga e ritornare a fianco del corso del canale, quindi a destra, strappetto che ti porta sulla SP Mori Stazione-Mori Paese. Qui attraverso la strada e mi inoltro in Mori down town per uscirne poco dopo a sinistra e riprendere la ciclabile. Sorpasso il bicigrill di Mori e il Lago di Loppio. Due strappetti al 10% e supero Passo S. Giovanni.

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davAttenzione: dopo la prima discesina (ripida) una freccia indica bici a destra. Io invece attraverso e prendo un po’ a sinistra lo stradello poderale in mezzo ai vigneti. Due bivi a sinistra, l’ultimo a destra e mi ritrovo a ridosso dell’ultima casa di Nago. Qui giro a sinistra: 2-300 metri con un tratto di 30 metri al 18% e scavalco il contrafforte (mezza borraccia d’acqua e sali). Da qui si plana sulle Busatte di Torbole e si arriva sulla sua passeggiata a lago. Questa discesa è bellissima, da affrontare con prudenza perché è ripida, cementata ma la vista è splendida.

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davPercorro lentamente con prudenza tutta la ciclopedonale litoranea. Nel tratto che costeggia il porticciolo dei pescatori di Arco un cartello prescrive: bici alla mano. Io si, tutti gli altri no. Peccato.

Note tecniche: Km 53 – Tempo impiegato, 3h e ½ soste per bar e foto comprese – Bicicletta: mtb Wilier “18 carati” non elettrica -  Pneumatici slick – Bandierina FIAB: attaccata dietro il sellino – Foto: con telefonino uauei – Km già percorsi nella stagione: 2220   – Le mie misure: 74 (anni); 80 (kg); 120 (frequenza cardiaca da non superare).

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GOOD BIKE & GOOD FIAB EVERYBODY!

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VALSUGANA SECONDO FIAB

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Agosto, 2018 @ 6:50 am

Detto altrimenti: FIAB, un’Associazione a pedali         (post 3275)

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               Trentoinbici

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Nel nostro sito Fiab Trento c’è una sezione intitolata “I soci raccontano” relativo alle gite sociali, ma a me mi (a me mi!) piace raccontare anche quelle “private” di noi soci, cioè quelle uscite in bici fatte su iniziativa personale di alcuni amici, ovviamente non inserite nel programma dell’Associazione. Ed ecco allora la Valsugana di ieri. La Valsugana. Mi avevano detto: maccome, con questo caldo!? E invece fortuna iuvat audaces, la fortuna premia gli audaci, e noi tre (poi vi dico chi sono stati gli altri due) abbiamo pedalato al fresco, sotto un cielo parzialmente nuvoloso.

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IMG_3537Se uno la volesse fare per intero, partendo da Trento, sarebbero 100 km, con l’aggravante dei 10 km di salita a Vigolo Vattaro, ragion per cui in genere si preferisce salire con il treno fino a Pergine o Levico e quindi iniziare a pedalare da lì. Noi siamo andati in auto a Levico  (posteggiare l’auto nel piazzale del bar “Al solito posto Bar” con distributore di benzina sulla Via Claudia Augusta poche centinaia di metri prima di Levico paese: gestori gentili, ottime brioches, WC.) per cui il percorso è stato di 70 km. Qui a fianco lo stand Fiab Trento alla Fiera Fai la Cosa Giusta.

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I due amici, con pochi km nelle gambe, bici “elettriche” (peso netto kg 25). Io che sono già abbastanza allenato (2200 km fatti nella stagione), la mia vecchia ma perfetta bici da corsa, una “Mario Camilotto Expert” di 35 anni assai ben portati (and still going strong!) peso netto 9,5 kg. C’è da dire che loro due alla fine del percorso hanno consumato solo il 10% del totale della carica della batteria, il che significa che hanno pedalato molto di loro.

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Il percorso. Per i neofiti – quindi non per noi – qualche leggera incertezza nella segnaletica a Borgo Valsugana. Quindi si procede ben “indirizzati” sino al bicigrill di Tezze e – poco dopo Tezze e  poco prima di Primolano – fino   al confine di stato fra l’Impero d’Austria e il Regno d’Italia, ancora segnato da un cippo di pietra che però ha la gambetta trasversale della N di RegNo scolpita in senso sbagliato e che si trova vicino al tratto di ciclabile che non si può più percorrere causa frana.

Qui a fianco, i due amici impegnati in una volata su sgabelli a pedali del bicigrill …

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Parte dei fondi del bilancio provinciale della PAT, già destinati a investimenti nei Comuni limitrofi, potrebbe forse essere destinata alla sistemazione della segnaletica e quindi alla messa in sicurezza della frana di cui sopra. 

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         Una nuova passerella ciclabile

Infatti, sotto il ponte della super strada, la segnaletica avverte dell’interruzione della pista ciclabile e vi spedisce – attraversati i binari del treno – sulla vecchia strada provinciale, assolutamente pochissimo trafficata perché sostituita dalla superstrada. Questa strada passa davanti alla stazioncina FS di Primolano, quindi con un sovrappasso a conversione ad U (salita e discesa) riconduce in direzione Trento. Alla fine della discesa, con cautela attraversare  a sinistra la strada e “scoprirete” la pista ciclabile la quale in leggera discesa e con una nuova conversione ad U vi riporta in direzione Bassano. In questo punto noi tre abbiamo risolto il dilemma di una giovane cicloturista di Innsbruck che proprio non sapeva che pesce e che strada prendere.

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Le “grandi opere” non sempre inquinano: infatti la superstrada della Valsugana rende libere e agevolmente fruibili le vecchie strade da parte di chi va a piedi, in bicicletta o comunque non ha fretta.

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Bassano 13 mag 2015.

     Villa Angarano – Giovanni S., foto del maggio 2015

In località Cornale (Bar Ristorante) la pista ciclabile termina. Avete percorso 45 km da Levico, ve ne restano altri 25 per Bassano. Qui state sulla destra e seguite la vecchia strada locale, poco trafficata, con qualche saliscendi, ignorando tutte le indicazioni stradali “Bassano” che, posizionale per le auto, vorrebbero condurvi a sinistra sulla nuova superstrada: anche qui, in assenza di segnaletica adeguata, abbiamo risolto il problema ad una coppia di ciclisti non esperti dei luoghi. Alcuni saliscendi e  a due km da Bassano, subito dopo l’ultima salitella, a destra trovate l’Hotel Alla Corte-Ristorante Sant’Eusebio. Immediatamente di fronte, a sinistra (attenti ad attraversare la strada!) prendete la strada Contrà Corte S. Eusebio e dopo pochi metri potrete ammirale la bellissima Villa Angarano.

Villa Angarano è una villa veneta originariamente concepita da Andrea Palladio intorno al 1548, solo le ali laterali furono costruite su progetto del celebre architetto. Il corpo centrale è opera di Baldassarre Longhnanel nel Seicento. L’edificio è dal 1996 nell’elenco dei patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, assieme ad altre ville palladiane del Veneto.

 

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bdr.

Proseguite lungo questa strada (pianura) che poi diventa Strada Fontanella, quindi a sinistra una stradina in discesa “Solo per residenti” ma voi fate pure questa piccola infrazione ed imboccatela (Via Volpato). Pedalate con cautela, attenzione ai pedoni nei giorni festivi (bici alla mano), ed arrivate al Ponte degli Alpini. Qui, a sinistra il ponte, a destra la bruschetteria nella quale con 12 euro potrete mangiare una buona bruschetta, due birre piccole e una di acqua minerale con le bollicine.

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“Prosit” (attenzione: il salamino è molto piccante!)

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Per digerire, superate il ponte, aggirate sulla destra la rampa che conduce all’”Urban center” (strano, io avrei scritto “Down Town”, centro storico, città vecchia), salite a livello del centro storico, sopraelevato anche in funzione storico-difensiva, e con poche pedalare raggiungerete la Stazione FS. Prezzo del biglietto ferroviario bici compresa Bassano-Levico, €9,00: partenza 14,25, binario 4, non vi fidate dei tabelloni cartacei che dicono binario 3. Poi un treno ogni ora, circa. Ai binari, ascensori: le bici elettriche ci entrano solo se le tenete “in piedi”.

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davAttenzione: nei mesi di luglio e agosto le Ferrovie hanno un vagone-bici da 30 posti oltre a 6 posti bici in un vagone centrale. Nei mesi di giugno e settembre non c’è il vagone-bici ma un servizio pullman con carrello prenotabile e gratuito (informarsi presso le APT).

Buona Bici-Valsugana a tutte e a tutti!

Cosa? Non ho vi ho detto che sono gli “altri due”? Eccoli a voi in stretto ordine alfabetico dei cognomi: Colbacchini Claudio e Soncini Giovanni (in ordine inverso nella foto).

Ancora una domanda? Quanti anni abbiamo tutti e tre insieme? Be’ raga, scialla, calma …  volete sapere troppo. Io vi dico “oltre 210”: per le rifiniture provate voi ad indovinare … ecchè? Vi devo dire tutto io?

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