DI MAIO E IL NOSTRI MILIARDI ALL’UE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Agosto, 2018 @ 7:44 am

Detto altrimenti: una mia lettera ai giornali locali       (post 3304)

Egregio direttore, leggo che il ministro vice premier Di Maio “minaccia” l’UE: “O ci aiutate con i migranti, o non deliberiamo il versamento dei nostri 20 miliardi all’UE”. Al che mi permetto di sottoporre all’attenzione Sua e dei lettori alcune sottolineature:

  1. Discorsi simili spetterebbero eventualmente al Premier
  2. Non si tratta di “aiuti” all’Italia, ma che ognuno faccia la sua parte
  3. Forse si poteva usare un altro tono, del tipo “Nelle more delle decisioni dell’UE circa l’assunzione di responsabilità da parte di ogni stato membro in merito al problema dell’immigrazione, l’Italia utilizzerà direttamente fondi UE, trattenendoli sulla quota dovuta alla stessa.”

Il modo sarebbe assai meno muscolare e la trattenuta sarebbe parziale, cioè solo a fronte dei costi relativi all’immigrazione, e non totale, il che rappresenta una minaccia di uscire dall’UE: e Le pare che l’avvio di una politica simile possa essere iniziativa di un singolo ministro e non del premier supportato dall’intero Parlamento, se non dell’intera popolazione a mezzo referendum? In ogni caso, prima di portare in Parlamento e ancor di più alla decisione referendaria, occorrerebbe comunque fornire agli Italiani una completa esposizione, chiara ed onesta, delle conseguenze disastrose di una simile decisione.

Ma già … che l’On.le Di Maio è quello dell’impeachment al Presidente della Repubblica, quello che lo spread non è la felicità, quello delle frasi ad effetto che faranno pur effetto qui da noi, ma che fanno tanto, tanto danno all’immagine ed alla credibilità dell’Italia. E queste sono le stesse forze politiche che si candidano a governare il Trentino, secondo i dictat romani? Anche no!

P.S.: la risposta UE è già arrivata: “Con le minacce non si va da nessuna parte (e sino a qui condivido). Stiamo lavorando per …”. (e qui non sono d’accordo: è una non risposta). Nel frattempo gli investitori esteri hanno disinvestito ben 72 miliardi di titoli del nostro debito pubblico e il nostro ministro è volato in Cina per cercare nuovi sottoscrittori.

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I SOCI FIAB RACCONTANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Agosto, 2018 @ 6:56 am

Detto altrimenti: in bicicletta, nella Busa del Garda (Altogarda Trentino) (post 3303)

btyPercorsi corti, spesso con salite importanti. Fa eccezione il Giro della Busa (Riva, Arco, Ceniga, Dro, Lagi di Cavedine, Lago Toblino, Sarche, Pietramurata, Drò, Arco, Riva) che presenta salitelle e uno strappo al 20 % alla centrale Fies prima del Lago di Cavedine. 50 km circa.

Se vogliamo allungare, Riva, Pranzo, Passo del Ballino, e sono 700 m di dislivello! Qui, subito dopo il Passo, a sinistra prendere la strada romana (sterrata) che con facile saliscendi conduce a metà della SP che collega Fiavè a Balbido. Se girate a destra siete a Fiavè. A sinistra, con una discreta salita, raggiungete Ballino Rango. Proseguendo in costa poi in discesa, arrivate a Ponte Arche. Un po’ di SP, la ciclabile del Maso Limarò e siete a Sarche. Indi, come sopra. Km 70.

davDa Pranzo, deviazione a sinistra per Campi e Malga Grassi. Salita seria. In discesa stesso percorso oppure, solo per mtbikers seri e preparati, da Campi scendere per la Strada della Pinza, ripidissima. Prestare molta attenzione.

A Ballino paese, subito dietro la chiesetta girare a destra: sterrato con difficoltà media, fino allo splendido Lago di Tenno (qui a fianco) e a Canale di Tenno.

Riva del Garda, strada del Ponale, Tremosine. Circa 10 km di salita seria. Poi se volete, proseguite fino a Punta Larici a quota 970. Salita molto seria.

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      Il Garda dall’alto

Dalla fine della strada del Ponale, a destra verso il Lago di Ledro. La seconda parte della ciclabile, salita molto seria. 12 km.

Subito a nord di Arco, prendere verso est la strada per Falesia Policromuro, Bosco Caproni. Salita al 10-15% che conduce a Drena. Indi 4 km a destra e arrivate nella Valle dei Laghi. Scendete fino al paese di Cavedine, entrate e girate dietro al chiesa, salite al passo e planate sul lago di Cavedine. Salita seria.

Ancora un poco a nord di prima,  girando a destra (cartello bianco Vecchia Dallas) una serie di poderali facili e rilassanti.

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           Ledro lake

Arco, S. Giovanni: 1000 metri di dislivello che iniziano con un 15%. Fate voi ….

Bolognano, S. Barbara, Passo Bordala: 1200 metri di dislivello su 14 km. Fate voi …

Torbole, verso il Monte Baldo: 1500 metri di dislivelli su 17 km. Fate voi …

Arco, ciclabile verticale verso il Castello di Tenno, pendenza al 40-45%. Fate voi …

Ecco, l’elenco non è completo ma già così si vede bene che per moli itinerari occorre essere atleti allenati o avere una e-mtb e “siccome che” io con i miei 74 anni sono un nonno molto allenato, per molti percorsi utilizzo la e-mtb.

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Good FIAB & good e-bike everybody!

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GOVERNO DEL CAMBIAMENTO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Agosto, 2018 @ 4:18 pm

Detto altrimenti: incidit in Scyllam cupiens vitare Caribdim   (post 3302)

Scilla e Cariddi, due gorghi nello Stretto di Messina: Scilla dilania, Cariddi risucchia: chi vuole evitare Scilla è vittima di Cariddi. In dialetto trentino: “L’e pezo ‘l tacon del bus” ovvero spesso l’applicazione di una pezza è peggio del buco che si vuole rattoppare.

La retorica, le frasi ad effetto; il populismo; tutto a tutti, noi sì che siamo bravi. Evvabbè … Cambiamo, sforiamo! Sforiamo, cambiamo! Si ma se sforiamo poi lo spread va a 500.

Dice uno dei tre premier: “Lo spread è solo un numero, mica fa la felicità”. Frase ad effetto. Ma se lo spread sale, aumenta l’esborso del Tesoro per interessi sul debito che aumenta il debito che aumenta gli interessi etc. e non ci sono soldi per finanziare quel tutto a tutti. Evvabbè … Non ci sono soldi? Dice: “I soldi non fanno la felicità“. E’ vero però … figuriamoci quanta tristezza in più a non averli! E poi … dice: “Non averli? Eccheccivuole? Li stampiamo“. Ah ho capito …

Dice il secondo dei  tre premier: “Liberiamoci dell’UE, mica siamo suoi schiavi!” E’ vero, ma lo siamo del mercato finanziario. Insomma, il mi’ babbo, toscanaccio doc, mi diceva: “Quando lavorerai e guadagnerai i tuoi soldi, potrai decidere dattè (espressione dialettale senese: da solo). Ma fino a quando sarò io (il mercato finanziario) a tirare fuori i soldi, non potrai ignorare le mie regole”.

downloadAutonomia. Scrive il filosofo del diritto l’austriaco Hans Kelsen (“Teoria generale del Diritto e dello Stato”, 1963,  Ed. Di Comunità, pag. 319 e sgg): “Quando il governo centrale  è retto da autocrati contro le  regole democratiche, in periferia  sorgono spinte autonomiste” (per l’affermazione della democrazia, almeno a livello locale, n.d.r.).  Quindi Autonomia come Democrazia e Democrazia nell’Autonomia.

Democrazia. Nei millenni in successione il termine ha indicato “potere sul popolo” (il democrator era il tiranno); strapotere del popolo; potere del popolo. Oggi stiamo regredendo dal terzo al secondo significato, ovvero verso lo strapotere del popolo della rete (“Meno male che c’è la rete”, afferma il secondo dei tre premier).

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Leggete, gente … leggete …

I due premier citati dicono: “Con la democrazia diretta (da loro due, n.d.r.) non servirà più il Parlamento”. Affermazione gravissima. Ma come si apprestano a fare ciò? Con tre mosse ed è scacco matto alla democrazia: 1) referendum propositivo senza quorum; 2) obbligo del parlamento di calendarizzare queste proposte; 3) vincolo di mandato per i parlamentari. Con il che il potere legislativo è riunificato al (loro) potere esecutivo, cioè al potere della oligarchia che controlla la rete.

Resta per loro il problemaccio di una magistratura indipendente. Al riguardo si avvertono già le prime scaramucce: gli immigrati sono costretti a bordo di una nave militare italiana ancorata in un porto italiano? La magistratura ipotizza il reato di sequestro di persona e avvia un procedimento contro ignoti. Il secondo  premier dice: ”Ignoti? Sono io, io mi auto accuso”. Mutatis mutandis mi ricorda un altro uomo “forte” del passato che si era assunto la responsabilità politica di un omicidio politico …

Dice … ma tu, caro il mio blogger … hai detto che i premier sono tre ma ne hai citato solo due. E il terzo, che dice? Dico: dice nulla o quasi … scusate … è vero … me ne stavo dimenticando …

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VENNE SERA …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Agosto, 2018 @ 6:40 pm

Detto altrimenti: foto del … giorno? No, della notte su Riva del Garda!   (post 3301)

 

Venne sera e la luna col suo opale

chiaror d’argento sostituiva il sole

che lento iva all’ingù per le sue scale

 

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di Rocchetta a dormir dietro la mole.

E poi ch’alcun momenti ebbimo conti

la luce disparì come far suole.

 

La notte quinci scese giù da’ monti

con quattro cime che le fean corona

sovra la Riva insieme a li suoi ponti

 

addormentati al par de la padrona.

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(Riccardante Lucattieri)

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GENOVA VVFF

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Agosto, 2018 @ 6:49 am

Detto altrimenti: bravi!     (post 3300)

 

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Senza parole

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GENOVA SECONDO GIORGIO CAPRONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Agosto, 2018 @ 7:58 am

Detto altrimenti: vorrei averla scritta io questa poesia …. (post 3299)

 

Genova mia città intera.  Geranio. Polveriera.  Genova di ferro e aria,  mia lavagna, arenaria.Genova città pulita.  Brezza e luce in salita.  Genova verticale,  vertigine, aria scale.Genova nera e bianca.  Cacumine. Distanza.  Genova dove non vivo,  mio nome, sostantivo.Genova mio rimario.  Puerizia. Sillabario.  Genova mia tradita,  rimorso di tutta la vita.Genova in comitiva.  Giubilo. Anima viva.  Genova in solitudine,  straducole, ebrietudine.Genova di limone.  Di specchio. Di cannone.  Genova da intravedere,  mattoni, ghiaia, scogliere.

Genova grigia e celeste.  Ragazze. Bottiglie. Ceste.  Genova di tufo e sole,  rincorse, sassaiole.

Genova tutta tetto.  Macerie. Castelletto.  Genova d’aerei fatti,  Albaro, Borgoratti.

Genova che mi struggi.  Intestini. Caruggi.  Genova e così sia,  mare in un’osteria.

Genova illividita.  Inverno nelle dita.  Genova mercantile,  industriale, civile.

Genova d’uomini destri.  Ansaldo. San Giorgio. Sestri.  Genova in banchina,  transatlantico, trina.

Genova tutta cantiere.  Bisagno. Belvedere.  Genova di canarino,  persiana verde, zecchino.Genova di torri bianche.  Di lucri. Di palanche.  Genova in salamoia,  acqua morta di noia.Genova di mala voce.  Mia delizia. Mia croce.  Genova d’Oregina,  lamiera, vento, brina.Genova nome barbaro.  Campana. Montale, Sbarbaro.  Genova dei casamenti  lunghi, miei tormenti.Genova di sentina.  Di lavatoio. Latrina.  Genova di petroliera,  struggimento, scogliera.Genova di tramontana.  Di tanfo. Sottana.  Genova d’acquamarina,  area, turchina.

Genova di luci ladre.  Figlioli. Padre. Madre.  Genova vecchia e ragazza,  pazzia, vaso, terrazza.

Genova di Soziglia.  Cunicolo. Pollame. Trilia.  Genova d’aglio e di rose,  di Pré, di Fontane Masrose.

Genova di Caricamento.  Di Voltri. Di sgomento.  Genova dell’Acquasola,  dolcissima, usignuola.

Genova tutta colore.  Bandiera. Rimorchiatore.  Genova viva e diletta,  salino, orto, spalletta.

Genova di Barile.  Cattolica. Acqua d’Aprile.  Genova comunista,  bocciofila, tempista.

Genova di Corso Oddone.  Mareggiata. Spintone.  Genova di piovasco,  follia, Paganini, Magnasco.Genova che non mi lascia.  Mia fidanzata. Bagascia.  Genova ch’è tutto dire,  sospiro da non finire.Genova quarta corda.  Sirena che non si scorda.  Genova d’ascensore,  paterna, stretta al cuore.Genova mio pettorale.  Mio falsetto. Crinale.  Genova illuminata,  notturna, umida, alzata.Genova di mio fratello.  Cattedrale. Bordello.  Genova di violino,  di topo, di casino.Genova di mia sorella.  Sospiro. Maris Stella.  Genova portuale,  cinese, gutturale.

Genova di Sottoripa.  Emporio. Sesso. Stipa.  Genova di Porta Soprana,  d’angelo e di puttana.

Genova di coltello.  Di pesce. Di mantello.  Genova di lampione  a gas, costernazione.

Genova di Raibetta.  Di Gatta Mora. Infetta.  Genova della Strega,  strapiombo che i denti allega.

Genova che non si dice.  Di barche. Di vernice.  Genova balneare,  d’urti da non scordare.

Genova di “Paolo & Lele”.  Di scogli. Furibondo. Vele.  Genova di Villa Quartara,  dove l’amore s’impara.

Genova di caserma.  Di latteria. Di sperma.  Genova mia di Sturla,  che ancora nel sangue mi urla.Genova d’argento e stagno.  Di zanzara. Di scagno.  Genova di magro fieno,  canile, Marassi, Staglieno.Genova di grige mura.  Distretto. La paura.  Genova dell’entroterra,  sassi rossi, la guerra.Genova di cose trite.  La morte. La nefrite.  Genova bianca e a vela,  speranza, tenda, tela.Genova che si riscatta.  Tettoia. Azzurro. Latta.  Genova sempre umana,  presente, partigiana.Genova della mia Rina.  Valtrebbia. Aria fina.  Genova paese di foglie  fresche, dove ho preso moglie.

Genova sempre nuova.  Vita che si ritrova.  Genova lunga e lontana,  patria della mia Silvana.

Genova palpitante.  Mio cuore. Mio brillante.  Genova mio domicilio,  dove m’è nato Attilio.

Genova dell’Acquaverde.  Mio padre che vi si perde.  Genova di singhiozzi,  mia madre, Via Bernardo Strozzi.

Genova di lamenti.  Enea. Bombardamenti.  Genova disperata,  invano da me implorata.

Genova della Spezia.  Infanzia che si screzia.  Genova di Livorno,  Partenza senza ritorno.

Genova di tutta la vita.  Mia litania infinita.  Genova di stocafisso  e di garofano, fisso  bersaglio dove inclina  la rondine: la rima.

Giorgio Caproni, chi era costui? Ebbene, è inutile che io ricopi da internet la sua storia: leggetela però, è molo, molto interessante e arricchente. A questo punto, una confessione: scopiazzando da Caproni, livornese naturalizzato genovese … io, genovese naturalizzato trentino ho scritto una poesia analoga per Trento:

Trento città Natale

Trento, città, Natale

Trento di acqua e di vino

Trento adottiva

Schiva – Schiava – Surgiva.

Trento in verticale

Bondone si sale

In Vigolana l’Orsa s’inchina

A Trento – al Concilio – A birra alla spina.

Trento la Torre Verde

Adige sponda di erbe

Trento si tiene

A valle Fiume si perde.

Trento Fersena un rivo

Trento dove io vivo

Trento un nome

Un sostantivo.

Trento illividita

Inverno delle mie dita

Trento dolomia scolpita

Trento invita.

Trento le mille voci

Todeschi Taliani Ladini

Città Provincia Confini

Trento i mercatini.

Trento due volti

Trento in molti

Trento da solo

Trentino – Tirolo.

Trento neve fa bianca

Trento mai stanca

Di Autonomia

Di Sociologia.

Trento corona di monti

Trento traversano i ponti

Trento la Vigolana

l’Orsa – la maglia – di lana.

Trento colori

Bandiere Governatori

Trento viva diletta

Salita – Povo – Spalletta.

Trento la mala voce

Trento delizia e croce

Trento Piazza del Duomo

Campana – Fulmine – Tuono.

Trento i Senatori

Curia – Silenzio – Pastori

Trento caccia nei boschi

Politica – Cervi – Umori.

Dante Degasperi addita

Trento in sordina

Trento stupita

Trento – Marcello – Farina.

Trento studenti bolletta

Ragazze sci bicicletta

Trento giovane e bella

Amore in Camporella.

Trento lo smaccafam

Nonesi Pedavena

Birra Solandri

Polenta – La cena.

Trento la Via Grazioli

Vino – Dolci – Pinoli

Trento soffonde le luci

Il Natale gli Amici.

Trento la Villa Moggioli

Trento il Viale Trieste

Trento le Buone Feste

Trento le Buone Intenzioni …

… ed i panettoni.

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GENOVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Agosto, 2018 @ 4:10 pm

Detto altrimenti: e il suo viadotto … (post 3298)

Viadotto Morandi – Alcune brevi osservazioni:

  • Il Min. Di Maio afferma che alla base della revoca della concessione non ci sono “i cavilli” del contratto, ma i morti. Frase ad effetto, non vera, ma che sortisce l’effetto, appunto …
  • Il concessionario aveva l’obbligo della manutenzione e il concedente l’obbligo di controllare il concessionario. Giovenale direbbe. “Quis custodiet custdes ipsos?” Ma i controllori, chi li controllerà? Che ci sia una corresponsabilità per culpa in vigilando?
  • Nella mia vita lavorativa, fra l’altro, sono stato responsabile di SpA pubbliche. Come tale avevo l’obbligo di assicurarmi – a spese mie – per eventuali danni che avessi procurato alla Pubblica Amministrazione. I concessionari del viadotto sono assicurati?
  • Si apprende che il contratto di concessione sarebbe coperto dal segreto di Stato!!!???
  • La CONSOB-Commissione Nazionale per le Società e la Borsa richiama il governo ad una maggiore prudenza nelle sue affermazioni, le quali hanno affondato titoli di Borsa, sino alla sospensione della loro trattazione per eccesso di ribasso. Al limite della turbativa della borsa …
  • Le vittime: i morti, i feriti, i loro familiari, l’economia locale e nazionale, il buon nome delle società di engineering e di costruzione italiane all’estero ed anche i risparmiatori, piccoli azionisti di minoranza delle società che controllano l’autostrada in questione, società “controllate” da pacchetti di controllo (non è necessario che siano di maggioranza assoluta) in mano a certi privati.

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I SOCI FIAB RACCONTANO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Agosto, 2018 @ 3:49 pm

Detto altrimenti: vacanze in bicicletta     (post 3297)

Lago di Garda – Lago di Ledro e ritorno.

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Ore 08,15, si parte in e-mtb. Riva del Garda, 73 mlm, Strada del Ponale, 3,5 km sterrati, qualche minima difficoltà. Si arriva al Bar Ponale Alto Belvedere. Qui un bivio (asfaltato ma senza auto) a sinistra, stretta, per Pregasina. Io prendo a destra, più larga, fino a raggiungere il punto che chiamo “B” per puro riferimento del lettore, allo sbocco superiore della galleria carrozzabile (Strada Provinciale di Pregasina) che salendo dalla SS 240 a sud di Biacesa (Riva del Garda – Ledro), condurrebbe a Pregasina. Dopo circa 300 metri, a sinistra si riprende una pista ciclabile per mtb. (tot. Km 6) . I successivi 4 km sono “duri sia per le pendenze che per il fondo della pista. In alcuni punti più ripidi il fondo è cementato e un cartello avvisa: biciclette alla mano. In 10 km si arriva al lago (Molina di Ledro, 638 mlm). Tot. un’ora e un quarto. Mezza borraccia di acqua e sali.

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Da qui, con altri 9 km in senso orario si aggira facilmente il lago: prima sulla SP, poi su una ciclopedonale sterrata, poi su una pedonale ghiaiosa (procedere con molta cautela: ovviamente i pedoni hanno la precedenza assoluta). In 19 km dalla partenza sono di nuovo a Molina di Ledro. Sosta per un succo di frutta.

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Per scendere, preferisco non fare i 4 km “duri” di cui sopra e utilizzo la SS 240. Velocissimo, in 7,5 km circa supero Prè e Biacesa (415 mlm). Indi giro a destra per Pregasina (630 mlm), dopo una breve discesa, con 1 km di leggera salita in galleria illuminata (due sole auto incontrate) mi ritrovo al punto “B”. Da qui con 6 km sono a Riva. Il tachimetro segna 34 km, dopo 3 ore di pedalata, soste per foto e bevande comprese.

Consumo elettrico: 60% di una batteria da 400.

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Good e-mtb & good FIAB everybody!

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GENOA-SAMPDORIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Agosto, 2018 @ 5:56 pm

Detto altrimenti: insieme                        (post 3296)

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Senza parole

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ANCORA GENOVA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Agosto, 2018 @ 1:56 pm

Detto altrimenti: e i suoi viadotti …. (post 3295)

download.

Ora si parla di responsabilità tecniche, manutenzioni, risarcimenti. Ma io mi chiedo: quando si realizza un’opera simile, non si indica la “data di scadenza” come sui medicinali? Chi la commissiona e paga per ricevere un manufatto conosce quanto esso durerà? Poi lo dà in concessione per quanti anni? Anche oltre la data di scadenza?

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Chi ha sbagliato? Chi si è dimenticato di indicare la data di scadenza o chi non l’ha voluta conoscere? Cui prodest? Cui bono? Chi ci guadagna? Direbbe quel tale avvocato M.T. Cicerone …

Ora faremo un esame di tutti i ponti/viadotti italiani e controlleremo le loro manutenzioni e  scopriremo anche la data di scadenza di ognuno. E dopo tale data, ne costruiremo di nuovi? Con quali soldi? Forse risparmiando e non ripristinando il servizio militare obbligatorio: così avremo le risorse che altrimenti avremmo dovuto impegnare per la riattivazione delle caserme dismesse da decenni … O anche riducendo gli acquisti dei cacciabombardieri F35 …

Vedremo.

P.S.: nel frattempo il governo grida “Revochiamo la concessione!” E la massa, inconsapevole degli aspetti economici, finanziari e giuridici, lo applaude. Ecco, alla (mala)comunicazione odierna non importa se tu dici cose sagge o stolte: importante è prevedere l’effetto che le tue dichiarazioni faranno sulla massa. Tu dici:  “Non hai lavoro? la colpa è degli immigrati!”. Non è vero, ma la gente ti vota …

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