UNA SPLENDIDA QUASI CICLABILE SUL GARDA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Ottobre, 2018 @ 12:26 pm

Detto altrimenti: splendida e incomprensibilmente non ancora completata (in rosso gli interventi da effettuare)      (post 3354)

(L’autunno ci ha regalato una giornata estiva!)

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Si parla molto della Grande Ciclabile del Garda di quei due km già realizzati a Limone, pur belli, arditi, ma 2 kilometrini isolati dal contesto! E invece sulla sponda opposta (trentino-veronese) c’è già un paradiso, ancora incompleto vabbè, ma ci vorrebbe così poco per completarlo!

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                  Questo ciclista ce l’ha fatta!

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Insomma, da Torbole verso Malcesine vi sono alcune gallerie stradali assai poco illuminate e quindi molto pericolose per noi ciclisti. E dire che con qualche pannello solare il problema sarebbe risolto, magari unito ad un limite di velocità per le auto (50 kmh) e rilevatori automatici delle infrazioni.

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Lo spazio manovra dell’Hotel, la strada, il parcheggio, la pista in edizione velica

Comunque, anche oggi, dopo l’ultima galleria la gardesana è scavalcata da un sovrappasso: un km dopo tale sovrappasso, a destra, un comodo parcheggio a pagamento orario (€8,00 l’intera giornata, pagabile anche con il telefonino), accesso protetto da sbarre anti camping: attenti se avete bici sul tetto, per scaricare le quali ci si può avvalere dello spiazzo dell’antistante Hotel Sole Malcesine, che anche da qui ringraziamo. Noi siamo partiti da qui, alle ore 09,00 .Dal parcheggio, in bici, sul margine erboso o sul marciapiede, si torna verso nord per 30 metri e a sinistra la ripida discesina asfaltata che conduce sulla pista.

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          FIAB C’E’ !

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Siamo in zona d’ombra. Vento da nord, temperatura 14 gradi, percepita 11, eravamo in sette: cinque Fiabbini (Rina Pezzin; Rosetta e Franco Eccel; Claudio Colbacchini ed il sottoscritto) e due amici “non ancora” Fiabbini: Marco Tomedi e Franco Scardigli. Per impegni familiari ci ha dato buca un terzo “non ancora Fiabbino”: Alberto Brichese (Energiabike, Riva del Garda). Tutti con e-bike tranne gli sportivissimi Rina Pezzin e Franco Eccel. Escludere bici da strada (corsa), meglio mtb o almeno bici da città con pneumatici un po’ scolpiti.

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                            Verso Malcesine

La pista corre a fianco della spiaggia, quasi a livello dell’acqua e non è segnalata come tale perché tale a rigore non è, tuttavia le incertezze del percorso si possono superare, con un po’ di attenzione e riflessione.

Si arriva facilmente a Malcesine. Qui la prima salitella, 100 metri all’8%, in cima alla quale ci si addentra a destra nelle stradicciole del centro storico per uscirne e proseguire verso sud, sul lungolago. Seconda ed ultima salitella della giornata, 200 metri al 6% per scavalcare il promontorio della baia Val di Sogno (in cima alla salita, raggiunta la SP, evitarla inserendosi subito a destra nella discesina che porta alla baia).

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                 Sole che sorgi … a Cassone!

I paesini si susseguono: il primo è Cassone, splendido porticciolo (foto) con torre e ponte romano (romano solo il ponte!). Seguono Assenza, Brenzone, Castelletto che si attraversano con delicati slalom fra i tavolini dei bar. Si prosegue fino a … fino alla fine della pista per uscire dalla quale occorre letteralmente scalare (sic!) alcuni gradoni e ci si ritrova sulla SP (18 km dalla partenza). Qui in fila indiana. Poi sembra che la pista riprenda, si lascia la SP, si riscende a livello lago e … e ci si ritrova su un percorso bellissimo per chi non è in bicicletta! Infatti il fondo è composto da uno spesso strato di ciottoli ben levigati (li avranno recuperarti da qualche spiaggia marina) sui quali è quasi impossibile pedalare. Si risale sulla SP proseguendo lungo la quale si intravede in basso a destra, che dopo i ciottoli vi è un sentiero di terra ed erba che potrebbe facilmente essere trasformato in ciclabile.

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          “Ed io fui sette fra cotanto senno …”

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La piccola Pai; le due gemme Torri del Benaco (foto) e Punta S. Vigilio; le belle e movimentate Garda, Bardolino, Cisano. Fin qui 44 km dalla partenza, in un’alternanza di tratti ciclopedonali e di SP: circa la pista, vale quanto detto prima. Aggiungo che la SP in buoni tratti ha uno spazio abbastanza rassicurante, sulla destra, per i ciclisti. Anche qui varrebbe la pena di limitare e controllare la velocità degli autoveicoli, bus e moto.

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Rina Pezzin, Rosetta e Franco Eccel

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La bellezza della pista è soprattutto quella … degli scorci che offre a chi procede lentamente (cioè in bici): angolini inaspettati, si susseguono ad incantare il ciclista che spesso è un foto-ciclista tante soni le foto che scatta. E. sul versante opposto, l’azzurra vision (pascoliana) di Lombardia che – per dirla con il Manzoni – ha un cielo così bello quand’è bello! A proposito del Pascoli e della sua poesia “L’aquilone”, qui di aquiloni ne vedrete molti, persone volanti che planano dal Monte Baldo fino a livello lago con le loro macchine volanti.

 

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           “Addio monti sorgenti dall’acque, …”

A parte la tratta iniziale fino a poco dopo Castelletto, la pista al momento non è consigliabile a comitive numerose, per la criticità dei punti di intersezione SP- pista e per alcuni stretti passaggi sul lago (1 m) non ancora protetti e/o allargati come invece magnificamente è stato fatto a Cassone. Per gruppi limitati di ciclisti è assolutamente consigliabile, meglio se uno di loro conosce già il percorso. Senso di pedalata consigliato: partire da nord e rientrare verso nord, sempre con vento a favore. In estate conviene partire molto presto, prima che arrivi la folla dei bagnanti. Per il ritorno se si vuole evitare la concentrazione della gente in spiaggia si può utilizzare la SP molto meno affollata e “volare” verso nord con il vento (la famosa Ora del Garda) alle spalle!

Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio … ma solo fino alla prossima pedalata!

Considerazione finale: quei mlni di euri trentini spesi per i due km della miniciclabile a Limone, molto meglio sarebbero stati impiegati per completare questo percorso. Ma … si è sempre in tempo a rimediare! E poi, joint us, unisciti a noi, iscriviti a FIAB TRENTO, dai …  eccheccivorràmai?

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UN VANGELO LAICO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 14 Ottobre, 2018 @ 4:59 am

Detto altrimenti: quello di oggi, di Marco       (post 3353)

No, raga, scialla, tranquilli! Questa mia non è una invasione di campo, non è una lezione di morale o di religione, ma solo un tentativo di ragionare sull’ordine da dare ai diversi sistemi delle leggi esistenti, delle regole più o meno cogenti che governano la vita di tutti noi. Il Vangelo di Marco è solo uno spunto.

Un giovane ricco chiede a Gesù cosa deve fare per meritare la vita eterna e si sente rispondere “Rispettare i comandamenti”. Al che risponde che li rispetta da sempre. “Non basta dice Gesù, vendi i tuoi averi, regala il ricavato ai poveri e seguimi”. E quello se ne va, triste in volto.

Ecco già qui due ordini di leggi: quelle scritte e quelle non scritte. Quale prevale? Proviamo ad elencarne l’intera gamme:

  1. leggi scritte, il diritto positivo, quello “posto” in essere dall’uomo;
  2. leggi naturali;
  3. leggi morali;
  4. leggi della propria coscienza;
  5. leggi divine e/o religiose.

Ora si tratta di vedere in quale ordine, ognuno di noi, pone queste leggi, facendo prevalere le prime su quelle che seguono, che per lui sono di grado inferiore. Parlando della ricchezza e del suo smisurato e sbilanciato accumulo o danno da parte di poche persone e di poche nazioni a danno della maggioranza povera del mondo, il moralista Enrico Chiavacci risolve tutto con poche parole: “Non accumulare e se hai, hai per dare” (a chi non ha).

Ma ognuno di noi, quale ordine attribuisce all’elencazione di cui sopra? Un amico mi dice che le leggi dei nn. 3 e 5 coincidono ma sbaglia, perché la nostra religione non “è” la morale, bensì “ha” (anche) una morale: infatti la nostra religione è Creazione Resurrezione. The rest are details. Ma questa è un’altra storia.

In ogni caso questo mio non è un tentativo di dare una risposta univoca, un volere indicare agli altri la via da seguire (ci mancherebbe altro!!) bensì è solo il tentativo di porre il problema. Quello che posso cercare di arrivare a fare è di dare una “mia” risposta, di dare un “mio” ordine all’elenco. Volete sapere come la penso? Eccomi a voi:

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       Domenico Lucano, Sindaco di Riace

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  1. leggi della propria coscienza;
  2. leggi morali;
  3. leggi naturali;
  4. leggi divine e/o religiose;
  5. leggi scritte, il diritto positivo, quello “posto” in essere dall’uomo.

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Un paio di esempi. Tommaso Moro, uomo del Rinascimento, mise in discussione la validità della lege umana (parlamentare inglese) di fronte alla legge naturale e a quella della propria libertà di coscienza e di pensiero fino a scegliere il martirio pur di non rinnegare se stesso.

download (1)Su un piano diverso un sindaco di Firenze, tale Giorgio La Pira stava assegnando le case popolari secondo criteri di equità. I suoi dirigenti gli fecero osservare che la legge stabiliva criteri diversi. La Pira rispose: “Io assegno le case, voi andate a cambiare la legge”.

Ma veniamo al “mio” elenco secondo il quale la coscienza prevale sulla morale per la propria forza originaria: la coscienza è mia e solo mia, mentre la morale è quella dell’ambiente nel quale mi trovo: vi sono tante “morali” quanti sono gli ambienti umani nei secoli.

La legge naturale poi è “pericolosa” perché può affermate tutto e il suo contrario, essere conservatrice e rivoluzionaria: insomma, anch’essa è da maneggiare con cura. A dire la verità ero stato tentato di invertire l’ordine natura-religione, ma che volete, quelli i dubbi sono io il primo ad averne!

La legge divina è anch’essa “relativa” all’ambiente. Noi cattolici non siamo gli unici al mondo ad avere una religione. Forse siamo quelli che siamo maggiormente “aperti” anche alle altre religioni nel senso che il nostro “popolo eletto” non è tale in quanto scelto – lui solo – per la vita eterna, ma eletto in quanto scelto per trasmettere il messaggio di Cristo che – per Chi lo ha lanciato – vale anche per chi non crede nel “nostro” Dio. Qui io ho scritto “e/o religiose”: infatti non sempre il divino e il religioso coincidono. Un esempio: la legge divina dice “Non commettere adulterio”; quella religiosa “Non commettere atti impuri”. C’è una bella differenza, non vi pare?

Da ultime le leggi umane, il diritto positivo, e può sembrarvi strano che uno formatosi sui libri di giurisprudenza ponga queste leggi sull’ultimo gradino, ma io credo fermamente che non si debba depredare, uccidere, diffamare, truffare, violentare, affamare, respingere, rifiutare, strumentalizzare il prossimo (etc. etc.) a prescindere da divieti o comandi  umani.

Il mio prossimo post? Sulla pedalata che mi accingo a fare oggi fra poche ore con alcuni amici colleghi Fiabbini di FIAB Trento: 50 km a un metro dall’acqua del Lago di Garda, da Capo Tempesta verso sud (sponda veronese) e 50 km al ritorno che fanno 100. Vi riferirò.

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VVV- VALORE VINO VALSUGANA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2018 @ 2:56 pm

Detto altrimenti: una “V” dai vari significati   (compreso “Vittoria!”)  (post 3352)

IMG_4805Quando da ragazzi s’andava a sciare, da Genova, sul pullman si cantava – fra le altre – “Quando anderemo fora fora de la Valsugana…” ma nessuno di noi l’aveva mai nemmeno vista questa valle. Poi è arrivata la mia residenza a Trento, trent’anni fa, e l’ho conosciuta con la bicicletta: Trento, Vigolo Vattaro, Levico, Telve V., Telve di Sopra, passo del Manghen, Val Floriana, Trento;  e più volte anche adesso, ma molto meno faticosamente, a quasi 75 anni d’età: Levico-Bassano del Grappa.

Oggi ho fatto la sua terza conoscenza: VVV Valore Vino Valsugana

  • IMG_4835Personaggi ed interpreti : Valentino Cenci con la moglie Silvia, i genitori Antonio e Clara, fratelli e sorelle, i suoceri e il nipotino.
  • Scenario: la loro casa-impresa Azienda Agricola appena fuori di Borgo V., verso est, in Località Ceggio, 3 – Castelnuovo Trento. info@cencitrentino.it, tel. 338 7580333
  • Evento: l’inaugurazione della loro AAV-Azienda Agricola Vitivinicola.
  • Il motto della casa: Wine is Life.
  • Enologo: Renzo Grisenti detto Brisa.
  • Stemma araldico: una C che racchiude le iniziali S e V, che paiono quasi il benaugurante simbolo del dollaro USA.
  • Supporto gastronomico: Riccardo Bosco, chef patron del Ristorante Boivin di Levico (boivin, dove bolle il vino).
  • Catering: La Dolce Emozione di Novaledo TN.
  • Comunicazione: la bella Aurora.
  • Pubblico: tutti noi amici, invitati all’Evento.

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La settimana scorsa sono stato in bicicletta con Fiab Trento nella bassa modenese (v. apposito post) dove fra l’altro abbiamo visitato un’azienda simile, solo che laggiù il mosto lo fanno diventare … acido, nel senso di ottimo e prezioso aceto tradizionale. Qui da Silvia e Valentino, invece, il mosto diventa ottimo Chardonnay, superlative bollicine Trentodoc e presto anche del nero superiore e del rosato. Due aziende familiari – aceto e vino –  due piccole grandi imprese-intraprese (grandi nel senso di great, un “grande” che vale molto di più di un semplice big!) che rappresentano l’Italia vera, il paese vero, quello che spesso la politica che vola troppo alto trascura.

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Davanti al loro edificio si stacca il profilo di una salita importante, quella del Passo Manghen. Una salita, tanta fatica per noi ciclisti, il successo della conquista, lo stesso che tutti noi che eravamo oggi lì presenti – ed anche chi non c’era – auguriamo loro e che non mancherà certo. Il VVV-Valore-Vino-Valsugana: il clima sta cambiando, aziende come Franciacorta stanno cercando di ampliare la loro zona doc verso la montagna. Qui in Valsugana i 500 m di altitudine valgono già di per sé i 700 della Valle dell’Adige: un piccolo vantaggio competitivo, se vogliamo. E poi, dall’uva alla bottiglia, perché i due amici hanno 4 ettari di vigne e presto anche qualche ettaro in più.

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        Renzo Grisenti (Brisa)

Ci hanno spiegato i dati chimici del loro nettaree: il PH (PH: inverso del logaritmo della concentrazione degli idrogenioni – da 1, acido a 14, basico, n.d.r.); gli zuccheri; gli amidi; il grado alcolico; le caratteristiche organolettiche; il processo di produzione … insomma cose da esperti del settore, ed io che esperto lo sono solo nel sub-settore “organolettico” nel senso che so capire e gustare un buon vino, anzi, un vino eccellente,  sono stato contento di sentire in quali buone mani siamo.

Mi ha colpito il loro entusiasmo ma soprattutto l’elevato grado di imprenditorialità e managerialità, così già marcato pur in persone molto giovani: quello che ci vuole per far navigare la Nave Italia: un esempio per tutti. Bravi “nonni” Antonio e Clara, bravi Silvia e Valentino.

Ad maiora!

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LA FELICITA’ DALLA POLITICA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 13 Ottobre, 2018 @ 7:19 am

 

Detto altrimenti: “felicità”, parola da maneggiare con cura       (post 3351)

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“Tutti felici, mi raccomando!”

 

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Recentemente ho udito un politico  affermare che farà felici tutti i cittadini e che la felicità genererà ricchezza. Al che mi sono fermato un poco a (cercare di) ragionare su due aspetti.

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download (2)Il primo aspetto: all’individuo – per dirla con un tale Friedrich Nietzsche – “non bisogna fare prescrizioni riguardo il cammino da seguire per raggiungere la felicità: la felicità individuale sgorga infatti seguendo leggi proprie ignote a tutti, prescrizioni dall’esterno possono solo ostacolarla, frenarla …. Solo se l’umanità avesse uno scopo comune riconosciuto da tutti si potrebbe proporre “bisogna agire così e così”. Ma per il momento non c’è alcuno scopo di questo tipo …” (F. Nietzsche, “Divieni ciò che sei – Pensieri sul coraggio di essere se stessi” Christian Marinotti Ed., €17,00, pagg 178-179).

Un esempio? Due giovani impiegati laureati trentenni: uno si dà un gran daffare per fare carriera, disponibile a qualsiasi orario e sede; l’altro chiede il part time perché il suo scopo primario è stare in famiglia, leggere e scrivere libri: due felicità ben diverse, non vi pare?

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“Poi non mi venite a dire che non vi avvertito …”

Ed allora mi è venuto da fare un collegamento con un’altra mia lettura recente, quella de “Il fascismo eterno” di Umberto Eco, il suo libro più venduto in assoluto, scritto vent’anni fa e oggi edito dalla casa Editrice La nave di Teseo (50 paginette, €5,00). Alle pagine 45 e sgg. Eco ci parla del “populismo qualitativo”: “ … nel fascismo gli individui non hanno diritti in quanto tali: è il popolo concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”. Dal momento che nessuna quantità di esseri umani può possedere una volontà comune, il leader pretende di essere il loro interprete…. i cittadini hanno perso il potere dei delega … nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o internet in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come “la voce del popolo … quando il leader getta dubbi sulla legittimità (di fatto o di diritto, n.d.r.) del parlamento, possiamo sentire l’odore del fascismo”.

(Ho evidenziato in grassetto e con il colore blu la coincidenza del pensiero dei due Autori).

download (4)Il secondo aspetto: la felicità come fattore della produzione? Quasi vero, mi permetto di dire io: ovvero, non la felicità ma la motivazione è uno anzi il principale fattore della produzione, molto più importante del capitale e del lavoro. E qui cito un altro libro, scritto da un tale che poi nel 1935 è anche stato fatto santo, l’Utopia di Thomas More (per noi Tommaso Moro (1478-1535). Ve ne sono molte edizioni: io cito fra le tante la traduzione di Maria Lia Guardini, Piccola Biblioteca del Margine Ed. €15,00), là dove il tempo della giornata deve essere diviso in tre parti equivalenti: lavoro, riposo, svago-istruzione. Orbene, quale prescrizione politica potrebbe arrivare a soddisfare questi tre diversi tipi di “felicità”? La produzione è invece assai bene garantita da un lavoratore motivato e la persona motivata può essere motivata e felice oppure motivata perché ancora infelice ma desiderosa di migliorare all’interno di un sistema che glielo consente.

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Dice … ma che, blogger, vuoi dar ascolto ad un’utopia? Si, amici perché l’utopia non è un traguardo irraggiungibile, ma un traguardo semplicemente non ancora raggiunto.

Chiudo con un invito: leggete, amici, leggete questi tre libri e mentre li leggete pensate all’oggi, alla loro estrema attualità, alla loro preveggenza, ragionate su quanto possono essere utili per capire il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. Buoni libri a tutte e a tutti!

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CONDONI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 4:43 pm

Detto altrimenti: “Prima pagina venti notizie / ventuno ingiustizie e lo Stato che fa / si costerna, s’indigna, s’impegna / poi getta la spugna con gran dignità’”. Dai che la conoscete quella famosa canzone di Fabrizio De Andrè, “Don Raffae’  ” …   (post 3350)

Ecco, lo Stato getta la spugna sui fondi esportati clandestinamente, sull’evasione fiscale, sull’abusivismo edilizio. L’ultima? Nel decreto per il ponte Morandi (Genova) ha infilato la sanatoria con finanziamento (regalo) al 100 % per la ricostruzione di tutte le case che non siano “del tutto” (1) abusive edificate a Ischia, crollate o non crollate a seguito del terremoto, edificate e/o riedificate anche in deroga alle leggi a tutela del paesaggio.

Sanatorie, condoni = ammissione di incapacità ad incassare il dovuto, a governare i fenomeni illegali, controbilanciata da una grande capacità: la captatio benevolentiae dei beneficiati, ovvero l’approvazione ed il sostegno dei (tanti) beneficiati. I trasgressori ringraziano.

Ma perché mi lamento? Anch’io sono stato beneficiato da una sanatoria: “Paghi subito, ti faccio lo sconto”: un eccesso di velocità di qualche kmh, sconto applicato da circa 70 a circa 40 euri se pagavo subito, cosa che ho fatto. E ’un condono (parziale) anche questo: pochi, maledetti e subito.

Nota 1) In effetti occorre andare a vedere se quella costruzione era vietata, severamente vietata o solo un poco vietata … sapete, occorre distinguere … bisogna conoscere le singole fattispecie … altrimenti si fa presto a dire … che vi credete? Qui mica si scherza!

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12 OTTOBRE 2018

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:36 pm

Detto altrimenti: 12 ottobre 1492!       (post 3349)

Ecchè, raga? Volete che uno come me, residente a Trento da trent’anni “ma” nato, studiato e sposato a Genova dimenticchi questa data, dimentichi l’impresa del mio ante-ante-antenato? Quando mai? Ed allora ecco a voi il mio omaggio al mio bis-cis-tris-avolo Cristoforo:

12 ottobre 1492

 

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Genova, Porta Soprana, a fianco della casa di Colombo (foto mia)

C’e calma

dal cielo.

Squassati velieri conducono uomini stanchi

fra ‘l pigro respiro del vento e dell’onda.

Non s’ode parola.

C’è attesa

sul mare.

Qualcuno ha la fede. Un altro, paura.

Ma il vento riaccende la sfida e sposa le vele.

Un grido: la terra!

C’è gioia

nel cuore.

 

Firmato: il vostro blogger

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COMPRARE O NO?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 1:15 pm

Detto altrimenti: un postaltrui di Gianluigi De Marchi         (post 3348)

 Spread su, borse giù, un’altalena … e allora che fare dei vostri sudati risparmi? Il governo dice di si … ma che fare? Qualche consiglio dal mio “vecchio” amico Gianluigi De Marchi www.demarketing2008.it

Inizia 

Spread alle stelle, BTP a picco, rendimenti in rialzo: conviene comprare i titoli di Stato a questi prezzi? Come sempre in finanza la risposta è una sola: dipende!

Può sembrare strano che non ci sia una risposta chiara e netta, ma il mondo della finanza non è rigidamente regolato da leggi, nonostante alcuni “esperti” affermino il contrario…

Dipende…

Sì dipende da alcuni fattori che è bene considerare, in modo che chi volesse acquistare lo faccia in piena consapevolezza.

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“La prudenza non è mai troppa …”

Prima cosa: ricordarsi che ogni investimento, anche quello apparentemente più sicuro e tranquillo (come sono tipicamente i buoni del Tesoro, titoli di Stato) ha un grado di rischio. Nel caso specifico il rischio è rappresentato dall’oscillazione del famoso “spread”, cioè del differenziale tra i rendimenti italiani e quelli tedeschi. Nei momenti di tensione che viviamo in questo periodo il differenziale si è ampliato e ciò ha provocato un calo (in certi casi vistoso) del prezzo dei BTP. Chi acquista oggi è certo che otterrà un rendimento futuro interessante, impensabile fino a qualche mese fa, ma non è detto che sia un affare. Se infatti lo spread continuasse a crescere, i prezzi continuerebbero a scendere e, in caso di necessità di ricuperare i soldi investiti, ciò provocherebbe una perdita. Consiglio per gli acquisti: comprare sì, ma solo se si è ragionevolmente sicuri di non avere necessità di disporre del capitale nei prossimi anni, attendendo quindi la scadenza dei titoli.

Seconda cosa: tenere presente che più la durata del titolo è lunga, più il rendimento è alto ma, parallelamente, più è alto anche il livello di oscillazione dei prezzi. E’ logico che un BTP a due/tre anni abbia quotazioni abbastanza stabili, perché la scadenza ravvicinata consente di riavere il proprio risparmio in tempi ravvicinati, mente le scadenze lunghe (a 10, 15 o 30 anni) espongono i risparmiatori a variazioni di prezzo molto ampie. Un esempio chiarisce subito la situazione: il BTP 4,5% con scadenza febbraio 2020 è sceso da 108 di maggio a 104 di oggi (perdita del 3,7%), mentre il BTP 3,45% con scadenza marzo 2048 è sceso da 113 di maggio a 92 di oggi (perdita 18,6%). Consiglio per gli acquisti: chi punta alla massima sicurezza scelga scadenze brevi (due/ tre anni), chi punta a rendimenti elevati scelga scadenze lunghe.

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L’Autore, reperibile in internet o a Torino

Terza cosa: ricordarsi che la cedola nominale dei titoli rappresenta un “paracadute” che protegge contro eventuali scivoloni delle quotazioni. A parità di durata, reggono meglio i prezzi di un titolo che paga il 5% di uno che paga il 2%. Consiglio per gli acquisti: chi volesse comprare oggi un BTP dovrebbe orientarsi verso un’emissione a cedola alta, che fra l’altro gli consentirebbe di beneficiare di un flusso cedolare più consistente.

Quarta cosa: la regola base per tutti quelli che investono è la diversificazione, che consente di ridurre il rischio complessivo del portafoglio. Puntare su un solo titolo è come puntare sul 36 alla roulette; si può guadagnare tanto ma si può anche perdere tutto; puntare su un “giardinetto titoli” consente di mediare le oscillazioni dei vari titoli, guadagnando di meno rispetto al migliore, ma perdendo di meno rispetto al peggiore. Solo chi ha le carte truccate può vincere rischiando tutto… Discorso analogo per le categorie di titoli: è bene evitare di concentrare gli investimenti su un solo settore (obbligazioni, azioni, titoli di Stato) ed è meglio sparpagliare il capitale su più tipologie, mescolando (in proporzioni variabili secondo il personale grado di rischio accettato) un po’ di BTP, un po’ di azioni, un po’ di ETF e così via. Consiglio per gli acquisti: se avete finora solo titoli di Stato in portafoglio, astenetevi dall’incrementare la posizione, perché accettate un rischio più elevato; se invece non ne avete è il momento buono per mettere nel dossier un po’ di Buoni del Tesoro.

Insomma, usare il cervello e non farsi trascinare né dalla depressione né dall’entusiasmo.

 Finisce

 Visto che amici che io, raga?

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NONNE CORAGGIOSE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 12 Ottobre, 2018 @ 6:28 am

Detto altrimenti: ma sì … dai … un bel post di alleggerimento!     (post 3347)

bty“Ma … tua moglie dov’è?” Ed io: “Maria Teresa è a Roma, dal fratello, una riunione di famiglia …” oppure: “E’ impegnata con le nipotine”. Tutte bugie. E siccome che le bugie hanno le gambe corte e per di più io non le so dire, l’amico di turno mi guardava sospettoso, al che io: “No, non ci stiamo separando, cosa stai pensando!?” Capirete … non essere presente ad una riunione di famiglia (io); disdire la partecipazione ad una bella pedalata della Fiab e saltare la serata inaugurale dell’Anno Accademico dell’Accademia delle Muse (lei) … insomma, qualche pensiero poteva ben nascere negli amici.

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btyMa allora, dov’era mai Maria Teresa? A Roma, amici, all’insaputa di tutti, anche del fratello “romano”, a partecipare al gioco quiz televisivo L’Eredità condotto da Flavio Insinna. Nonne coraggiose, dicevo. Già, infatti occorre decidere di scrivere; prenotarsi per una preselezione (noi Trentini a S. Giovanni Lupatoto, VR); superare la selezione; studiare bene tutte le istruzioni preparatorie che si ricevono; andare a Roma e … partecipare! Vincere poi è un’altra cosa: lo dimostrano “campioni” finalisti per sei puntate successive che non hanno vinto un centesimo. Ma l’importante è esserci, soprattutto all’età di … eh no, raga, l’età delle signore non si dice. Vi basti sapere che abbiamo due nipotine.

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btyRoma. Gli studi RAI 1, la loro organizzazione, gli incontri casuali con personaggi dello schermo, un mondo nuovo, complesso, per certi aspetti sorprendente tanto è tutto bene organizzato (brava RAI), la simpatia del conduttore, infine il gioco. La fase preliminare – domande su canzoni moderne – è sicuramente penalizzante per concorrenti che hanno superato i … 18 anni. Evvabbè, d’altra parte la maggior parte dei concorrenti è rappresentata da giovani. Qui Maria Teresa è stata incerta. Tuttavia la domanda sulla quale è caduta è stata sul nome del buddismo tibetano: avrebbe dovuto dire “lamaismo”. Ma va bene così.

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bdrNel frattempo il silenzio stampa imposto dall’interessata era stato rotto dalla figlia e da un paio di telefonate ed ecco che si sono scatenati i messaggi “uozapp” e le telefonate: “Maccome, non mi avevate avvertito?” oppure “Uei, l’ho visto per caso, complimenti ..” etc. Insomma, siamo famosi, lei per quello che ha fatto alla sua tenera età, ed io perché ”dietro una grande donna c’è sempre un grande uomo … un po’ bugiardo!”

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Buona “Ghigliottina” a tutte e a tutti!

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Riccardo

Un commento: “Il sangue non è acqua e il coraggio non ti manca. Sei caduta in piedi e questo importa. La risposta non era nel tuo grandissimo è ricchissimo vocabolario.
Gian Franco

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MARKETING SUI CERVELLI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2018 @ 11:23 am

Detto altrimenti: cioè … detto in altro modo? Quello dell’attuale politica!     (post 3346)

Il marketing, studio del mercato e dei prodotti che esso può assorbire. Il marketing si divide in marketing operativo (si occupa del mercato e dei prodotti dell’oggi); in marketing strategico (cerca di prevedere la richiesta futura); in marketing diabolico, quello che promette il soddisfacimento di bisogni che altrimenti nessuno avrebbe ritenuto esistenti e/o possibili da soddisfare.

Ecco, mi pare che una certa politica romana odierna sia guidata da … un grande esperto di marketing diabolico! Quanti sono i non laureati che aspirano a …? Molti? E allora togliamo il valore legale alla laurea! Quanti i non-ancora-pensionati che aspirano alla pensione? Quante le partite IVA singole? Quanti gli evasori fiscali? Basta accontentare tutti o almeno, basta promettere di accontentare tutti ed il gioco è fatto.

In tal modo rinascono le corporazioni dei possibili beneficiati, ognuna delle quali difende il proprio status (votando il governo) secondo una percezione sensoriale e senza avere alcuna visione d’insieme. Mi spiego: seduti in cima ad un’alta scogliera, avete il massimo della visione d’insieme del mare e nessuna percezione sensoriale. I due valori si invertono gradualmente man mano che scendete verso il mare, e quando vi immergete, avrete la massima percezione sensoriale e nessuna visione d’insieme. Ecco, ogni corporazione vota quel governo sulla base della propria percezione sensoriale e ciò è logico e comprensibile. Ma che a non avere la visione d’insieme sia chi governa, be’ … questo è molto grave.

Dice … ma lo spread non arriverà a quota 400! Uei, raga … mi pare come quella persona sovrappeso che dovrebbe pesare 70 kg, ne pesa 80 e si promette – rassicurando se stesso, il proprio medico e la sua famiglia – di non arrivate a 90!

(continua alla prossima puntata)

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VAJONT

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Ottobre, 2018 @ 12:36 pm

 

Detto altrimenti: va giù …. (post 3345, con appenbdice)

 

9 OTTOBRE 1963 – 10 OTTOBRE 2018

 

VAJONT (Va-jont)

 

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      Qui c’era il lago … da allora c’è la frana

Va giù …va giù …

dapprima silente

e poi improvviso

cade

pesante nell’acqua ristretta e profonda

un monte ucciso dagli anni

e da un progetto assassino.

Bagliore di cavi tranciati.

“Lampeggia sul monte!

Cos’è? Temporale?”

Valanga di aria compressa

strappa i panni di casa

dai fili distesi

fluido maglio d’annuncio mortale

soffoca i muri indifesi

di una indifesa città.

 “Cos’è questo tuono?

Un Foen improvviso?

Chiudete le porte!

Non vedi ch’è solo?

Ormai superato il terzino!

Fa goal lo spagnolo!”

Sibilante

più volte annunciato

maremoto alpino

interrompe violento

azione

partita

la vita.

Dolori scheggiati

infangati

parole ormai mute

non legano più fra di loro

sbriciolati frammenti

di una impazzita ragione.

Pochi oramai gli occhi ancor vivi

tristi cavalli di frisia

a sbarrare la strada ed il passo

al nulla rimasto

svuotati di lacrime

dal troppo dolore

come il lago dal Toc.

Ed io

pellegrino tardivo

posso solo indagare il Ricordo

affinchè il Ricordo non muoia.

 

Firmato: il vostro blogger Riccardo

Appendice

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     Autostrada Torino-Savona zona ponte Stura

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La provincia di Belluno era povera (v. Post “RESTART restarts!” del 20 luglio 2018). Negli anni si è molto industrializzata con i risarcimenti erogatile a causa del disastro del Vajont. Nonostante ciò, oggi non è ricca, anzi, è stata impoverita dagli interventi dello Stato sull’assetto delle provincie.

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        Idem come foto sopra

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Genova, ponte Morandi: per fortuna molte, molte vittime di  meno ma quanto ai danni forse – anzi, quasi sicuramente –  molti molti di più di più all’intera città. In entrambi i casi non si è trattato di una fatalità, ma di malafede (Vajont) o di errori umani per incuranza, disattenzione, irresponsabilità o quanto meno “confusione delle  pre-responabilità” : io ho detto, lui ha scritto … ma nessuno ha fatto.

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