CROCIFISSO SI/NO/SI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2018 @ 11:17 am

Detto altrimenti: ogni fase ha un significato diverso         (post 3414)

  1. C’era una volta il Crocifisso in ogni scuola. All’ “epoca” (anni ’50 – ’60) la sola religione “diversa” nelle nostre scuole era quella ebraica: un mio compagno di classe (M.O.), oggi Presidente dell’Associazione Ebraica della sua città, all’inizio dell’ora di religione usciva dall’aula. Tutto qui. Nessuno lo discriminava, anzi l’amico rientrava nel “gruppetto di testa” della scolaresca: quelli più bravi sia nelle varie materie (M. era una capatanta!) che a ginnastica.
  2. downloadQualche anno fa la politica ha deciso di togliere il Crocifisso dalle aule scolastiche per non mettere in imbarazzo/offendere (?) i ragazzi di altre religioni.
  3. Alcuni anni fa un nostro politico ha indossato ironicamente una maglietta che agli occhi dell’ Islam è suonato come una bestemmia: in paese lontani dal nostro c’è stata una reazione violenta con l’uccisione di alcuni nostri correligionari.
  4. Pochi giorni fa la politica locale ha deciso di far piantonare una/più chiese da guardie armate.
  5. Subito dopo la stessa politica ha deciso di far rimettere il Crocifisso nelle aule scolastiche.

Ecco, raga, io credo che quanto fatto al punto 2 sia stato un errore. Infatti, avere lasciato al suo posto il Crocifisso non sarebbe suonato come una provocazione e avrebbe invertito l’onere della motivazione: sarebbero stati gli altri a dire perché avremmo dovuto toglierlo. Ora invece siamo noi che dobbiamo dire (ci crederanno?) che non è una provocazione ed anche dire perché vogliamo rimetterlo! Quali reazioni ci potranno essere? Scialla raga, calma: la nostra politica è previdente! Infatti, prima mette le guardie armate, solo dopo rimette i Crocifissi!

Sono un malpensante? Sarà anche vero, ma …”Piensa mal y acertaràs”

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PAROLE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Novembre, 2018 @ 9:21 am

Detto altrimenti: words       (post 3413)

(Le parole più pericolose in rosso, le migliori in azzurro)

Words are easy to be spoken – I know that and so do you ...” Ecco le parole d’inizio di una celebre canzone di Pat Boone (n. 1934, oggi 84enne): le parole sono facili a dirsi, io lo so e così anche tu …

Ma i giovani d’oggi forse conoscono di più “Parole parole ” di Mina: “Parole, parole, parole, parole,  parole, soltanto parole, parole tra noi”. Ma … che dico? I giovani d’oggi? Questa di Mina è del 1972! E allora … se la prima canzone può essere conosciuta dai vecchietti d’oggi, quella di Mina lo sarà dagli adulti di oggi (mi devo aggiornare!).

downloadMa ecco, ho cominciato con due canzoni…  così, per attrarre la vostra attenzione: in realtà cecherò di esprimere qualche concetto serio, prendendo lo spunto dal mio amico filosofo e storico Marcello Farina (ah … dimenticavo: è anche sacerdote). A fianco della porta della sua bella casa a Balbido (il Paese Dipinto, nelle Giudicarie Esteriori) c’è un’iscrizione: “Le parole sono pietre”, frase presa e adottata da Marcello da “Lettera ad una professoressa” di Don Lorenzo Milani. Recentemente Marcello è intervenuto sulle “parole” su un quotidiano locale. Ed ecco che io mi permetto di cercare di capire il suo messaggio e di provare a mia volta a trasmetterlo la voi. Scrive Marcello:

“Ci sono parole che volutamente non sono più ascoltate, non più fatte proprie da chi le ascolta, che hanno un contro-effetto, che stimolano chi le ascolta a fare altrimenti

Al riguardo mi permetto di fare un esempio: le parole “accoglienza immigrati” stimolano in molti il loro respingimento.

Ci sono parole che vogliono non-dire, che vogliono nascondere, argomentare con volute parzialità e unilateralità; parole che vogliono persuadere senza che chi le ascolta abbia tutte le informazioni giuste per dare una risposta consapevole e libera; parole ideologiche costruite su misura, utilizzate dalle elites dominanti (partiti politici chiese) che per questo sono state criticate”

Proco a indovinarne alcune: nell’interesse superiore; a fin di bene; serve/non serve completare il Tunnel del Brennero; serve/non serve la Valdastico; e giusto/non è giusto rispettare i vincoli europei; è utile/pericoloso uscire dall’Euro /lo spread chi?/ etc..

images“Ci sono parole banali, chiacchere vuote, che contengono messaggi superficiali, generici, futili, dette per mostrarsi e per mostrare; parole che realizzano tra persone potenzialmente intelligenti uno scambio di simulacri di vita”

Marcello stesso dice: i tanti, troppi talk show.

“Ci sono parole che dicono troppe cose: infatti ai vecchi significati se ne sono aggiunti di nuovi: si fa fatica ad adoperarle perché possono essere intese in modi diversi”

“Ci sono parole che non riescono ancora a dire, perché non abbiamo esperienza, padronanza dei linguaggi, conoscenze necessarie”.

Ci sono parole che non vogliono dire tutto per sobrietà, che lasciano libertà all’ascoltatore, parole che si offrono, che non si impongono, che mostrano la possibilità di un cambiamento

Di mio aggiungo: vi sono  parole che affermano la non-verità, ma che vengono pronunciate non per ciò che dicono, ma per la reazione che chi le pronuncia sia aspetta di ottenere ed ottiene da parte dell’uditorio. Un esempio: “Se sei disoccupato la colpa è degli immigrati” Non è vero ma la reazione è la seguente: chi le ha ascoltate vota chi le ha pronunciate.

 

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COLLETTA ALIMENTARE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 27 Novembre, 2018 @ 8:17 am

 

Detto altrimenti: da un contributo impersonale ad uno personale       (post 3412)

thColletta alimentare. In genere la maggioranza di noi si limita ad acquistare qualche genere alimentare e a lasciarlo in dono agli addetti alla raccolta all’uscita del supermercato. Un contributo impersonale. Così è stato anche per me, da sempre. Ieri sera no. No, perché una Persona amica che ogni 15 giorni si reca al magazzino di raccolta per prelevare una notevole quantità di alimenti per poi distribuirli in serata alle famiglie che assiste direttamente, be’, ieri sera quella persona non aveva la disponibilità della propria auto e mi ha chiesto un aiuto. Ok, ho detto, andiamo con la mia.

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davIl magazzino: molti scaffali ben ordinati, molti scatoloni già predisposti e contrassegnati con i numeri 2, 3, 6 riempiti diversamente a secondo del numero dei destinatari di ogni pacco. E poi cibi freschi: latte, frutta, verdura, pane, biscotti etc. In un angolo si intravede una mini cucina, per i pasti dei volontari addetti al lavoro di immagazzinaggio e distribuzione, che operano diretti da una signora molto ben organizzata e decisa: su di un foglio costei ha l’elenco di chi ha richiesto aiuto e in che misura e in quattro e quattr’otto il portabagagli della mia auto è completamente riempito. Fatto il carico, inizia il nostro giro di distribuzione: Italiani, Kossovari, Pakistani: ecco i nostri destinatari finali di ieri sera. Dalle 17.30 alle 19.30, casa (mia) – casa.

mde.

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Nel frattempo osservo i vari clienti del magazzino: alcune persone di colore, molti  Trentini. Tutti in fila ordinata in attesa del proprio turno. Quale diverso modo di affrontare il problema questo, rispetto ad una recente decisione della Provincia di togliere i pasti e l’asilo diurno a 40 immigrati Pakistani, perchè “Se ne deve accertare lo status e poi si deve evitare che ne arrivino altri” (sic).

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th9QMEE3XSPerché ho scritto questo post? Perché esiste anche “questa realtà” e viverla – vi assicuro – è assolutamente diverso che leggerne o parlarne. Dovremo fare tutti un esperimento del genere, ogni tanto, per capire cosa vuol dire avere bisogno e quanto ci si sente arricchiti dal Bene che si fa agli altri! Multa paucis, direi, molti atti di bontà con veramente pochi sforzi! E allora, perché no? Io credo che qualcuno possa essere trattenuto dal timore che si instauri un rapporto personale con l’assistito, teme che da un contributo impersonale si passi ad un contributo personale, cosa che invece è assolutamente da ricercare: e cioè non solo “guardare” ma anche “vedere” il Volto dell’Altro, il Volto più volte richiamato dal Filosofo del Volto, Emmanuel Lévinas: “Il Volto dell’Altro ti guarda e si aspetta una risposta da te”.

P.S.: In questo tipo di assistenza occorre anche una certa cautela: innanzi tutto occorre non farsi coinvolgere emotivamente:  paradossalmente occorre restare quasi un po’ “freddi” rispetto a certe situazioni, altrimenti alla lunga si rischia di  non reggere psicologicamente il ruolo e di abbandonarlo. Occorre inoltre evitare che ogni assistito si senta di avere maggiori diritti rispetto ad ogni altra persona bisognosa: il che si traduce da parte sua  in una pretesa di “prelazione” sulla scelta della qualità e quantità dei beni che gli vengono offerti. E questo vale anche e soprattutto per quanto riguarda la distribuzione degli abiti.

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RINNOVO DELLA CONCESSIONE AUTOBRENNERO-A22

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Novembre, 2018 @ 8:03 am

Detto altrimenti: ceerchiamo di capire bene …       (post 3411)

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Dal TG Regionale si apprende che dai social si è appreso che il Ministro Toninelli avrebbe dichiarato che non vi sarebbero più ostacoli “europei” all’affidamento diretto della concessione dell’A22 alle Amministrazioni locali e che resterebbero da definire solo le regole per il funzionamento del Comitato di Controllo, organo superiore al Consiglio di Amministrazione, che dovrà decidere innanzi tutto la politica dei dividendi e degli investimenti. Al che mi permetto di sottoporre all’attenzione dei lettori tre sottolineature:

  • Si potrebbero abolire i portavoce di ogni ministero, visto che le notizie vengono date via web.
  • Mi sorprende la creazione del Comitato di Controllo anche perchè mi chiedo cosa ci stiano più fare l’Assemblea degli Azionisti e soprattutto il Consiglio di Amministrazione, il quale ultimo per di più si troverà in conflitto di attribuzioni con l’organo esecutivo istituzionale (la Direzione Generale), essendo retrocesso esso stesso ad un ruolo esecutivo delle decisioni altrui.
  • Quanto al funzionamento del nuovo Organo, composto da sei membri (tre locali e tre romani) inizialmente si voleva attribuire valore doppio al voto del Presidente (romano). Di fronte alle rimostranze locali, mi pare che si stia decidendo nel senso che le decisioni saranno prese a maggioranza. Orbene, in caso di decisioni fondamentali quali le scelte di investimento e di distribuzione di dividendi, allorquando si creasse una contrapposizione fra scelte locali e scelte romane, ove i membri locali fossero realmente indipendenti da Roma, nel migliore dei casi si potrebbe verificare l’impasse (tre favorevoli, tre contrari); oppure – se anche un solo dei membri locali fosse “sensibile” agli orientamenti politici romani (e ormai anche trentini) – il fronte locale si romperà e soccomberà di fronte alle decisioni romane.

In sintesi: mi sembra che questo meccanismo interferisca sul ruolo degli organi istituzionali di una SpA e soprattutto leda la nostra Autonomia.

Quanto sopra ha formato oggetto di una Lettera al Direttore del quotidiano “Trentino” che l’ha pubblicata oggi, 27 novembre, con il commento dello stesso Direttore Alberto Faustini:

thPQLMO9AQ.

“Sono tanti a pensarla come lei. Sì, in senso lato si può considerare a rischio l’Autonomia. Che ha non solo una cassaforte, ma anche un esempio emblematico e virtuoso di come si possa gestite “il pubblico”. E non c’è dubbio che in web in molti casi ha sostituito i portavoce, perché i ministri affidano da soli la loro voce ai social. Anche per questo – per dare il giusto peso alle cose, per passare al setaccio della verifica le notizie, per garantire indipendenza e libertà a chi legge – serve buona informazione, servono i giornali, serve dare profondità alle cose. Diversamente, un urlo di un passante sarà autorevole come la lezione di un docente. E in parte, come è noto, il fenomeno è già in atto. Come dico e scrivo spesso, non sono preoccupato come giornalista, ma come cittadino perchè la libertà di stampa (che è poi libertà di scrivere, ma anche e soprattutto libertà di leggere e di ascoltare o vedere notizie serie e professionali) è un baluardo della Democrazia”.

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GUARDATE AVANTI!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2018 @ 7:49 am

Detto altrimenti: cosa hai fatto fino ad ora? Cosa farai domani?   (post 3410)

Questo è un postaltrui, cioè non sollecitato nè tanto meno scritto da me.

 Inizia

“Avere una direzione nella propria vita è essenziale. Il cervello è il nostro miglior alleato. Diamogli le giuste informazioni e rispettiamo i valori della vita.

Leggere, studiare, mettersi in gioco, rispettare prima il nostro corpo, la natura e il prossimo. Mettiamo in evidenza i nostri valori. Non abbiamo paura di sfidare il domani rispettando il passato e il presente. Senza queste tre dimensioni non ci sono valori.

Iniziamo con piccole cose, iniziamo ora, lasciamo che le cose ben fatte ci gratifichino.

L’assenza di dialogo porta al nostro isolamento: se non sentiamo, non ascoltiamo il richiamo degli altrio, se “tiriamo dritto”, se crediamo di poter fare senza gli altri, se quello che dicono gli altri “non ci interessa”, be’ allora diventiamo cattivi, aggressivi, isolati dal mondo e tristi nella nostra solitudine.

In tal caso, il contatto umano (fonte binesauribile di esperienza; la cultura; il dialogo diretto; l’emozione dell’uno e dell’altro; il darsi la mano, toccarsi, baciarsi ecc.) non farà più parte di una vita libera e senza condizionamenti: saremo automi a disposizione di chiunque abbia la capacità di entrare in noi, nel nostro cervello e farci fare ciò che vuole. Magari attraverso una rete web.

E la cultura, dove la mettiamo? Quella reale. Quella palpabile e mnemonica? Continuiamo a cercarla, non lasciamo che la noia ci pervada! Scrivere, leggere, disegnare, scarabocchiare, strappare, raggomitolare, fra aeroplanini e barchette, sulla carta e di carta. Si potrà e si saprà scrivere con la matita, girare le pagine di un quaderno, di un libro, di un fumetto … con le mani?

downloadSe trascureremo questi valori e con loro tanti altri, saremo dei perdenti perché vinceranno le macchine digitali, i cellulari, i tablet e chi ne ha più ne metta: in breve, perderemo la dignità di esseri umani. Non avremo più bisogno di spazio per la raccolta dei libri, delle lettere, dei diari ecc. Non ci saranno più giornali, libri , fumetti e carte in giro per la casa.

Non dovremo più preoccuparci di avere nella nostra libreria espressioni della cultura, quali Manzoni, Dante, Hugo, la Bibbia, Plutarco, Omero, l’Odissea, l’Iliade, i classici russi, le carte geografiche ecc.  per prendere in mano questi libri ogni tanto e sfogliarli per rifarci la mente e gli occhi.

Ben venga quindi il futuro progressista ma, per favore, non dimentichiamo la nostra natura di esseri umani, creati con capacità di intendere le volere”.

 Gianfranco Peterlini

 Finisce

download (2).

Prendo lo spunto da uno dei punti trattati da Gianfranco: quello sui giornali di carta. People love paper: la gente ama la carta, per significare che le gente ama i libri e i giornali di carta. Ecco, i giornali, il giornalismo di analisi e di critica: qualcuno sta pensando che non serve più, che basti un nuovo MinCulPop che dia informazioni unidirezionali, tanto qui “Si lavora, non si fa politica”.

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Mauro Calabresi (Repubblica 13.11.18, pagg. 1 e 14) ci mette in guardia contro quattro tentativi di truffa:

  1. “E’ una truffa presentare come meravigliosa l’idea che il futuro dell’informazione sia il rapporto diretto tra il potere e i cittadini, senza più bisogno di media e soprattutto dei giornali. Questa idea sarebbe solo propaganda (e non informazione) dalla quale diventerebbe molto più difficile difendersi”.
  2. “E’ una truffa che chi governa si presenti come vittima … e squalifichi chiunque possa criticarlo, indicandolo al servizio di presunti contro-poteri”.
  3. “E’ una truffa essere il potere ma pretendere di avere i caratteri dell’opposizione e delle persone comuni, solo per non rispondere dei propri atti”.
  4. E’ una truffa chiedere al giornalismo di essere asettico e senza opinioni: sarebbe il tentativo di trasformarlo in un megafono e svuotarlo di senso critico.

Condivido quanto scritto da Mauro Calabresi. Di mio aggiungo: “cultura” è l’insieme delle conoscenze: non dobbiamo ridurla al “sapere dove andare a cercare conoscenze che non abbiamo”. E poi la scuola: ci deve dare un po’ meno di capacità (so riassumere un racconto che ho appena letto) e un po’ più di conoscenza (ne so trarre conclusioni significative).

Fine del postaltrui e delle mie considerazioni.

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BABBO NATALE ENTRA IN POLITICA ?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Novembre, 2018 @ 2:07 pm

Detto altrimenti: ma no … dai!       (post 3409)

Un nostro vice primo ministro, ricevuta una lettera di critica dall’UE, dichiara che gli manca solo quella da parte di Babbo Natale! battutaccia scherzosa, ironica … su un argomento che purtroppo non è un gioco. C’è un detto trentino per indicare uno che se le va a cercare “Meter el cùl en le peàde” .  Ora, se uno le pedate se le va cercare mi sta anche bene, basta che usi il suo sedere e non il mio! Traduco: le battute di questo e di nessun altro tipo non sono gradite all’UE le cui decisioni (le famose pedate) arrivano poi a colpire anche il mio sedere. E non mi sta bene.

Mi spiego ulteriormente. Parlando di moralità, abbiamo tre livelli moralità – immoralità – amoralità: la prima riguarda chi rispetta le regole della morale; la seconda chi le conosce ma le viola; la terza di chi nemmeno le conosce. Purtroppo parlando di responsabilità abbiano solo due livelli: responsabilità e irresponsabilità. Manca l’a-responsabilità, cioè la condizione di chi nemmeno si pone il problema.

davComunque mi sono detto: Babbo Natale? Andiamo a chiederlo a lui se ha scritto quella famosa lettera. Ma … dove trovarlo? Di solito in questa stagione sta preparando la sua bella slitta… ecco, ci sono! Slitta-neve! Andrò sulla neve! Ma … a questa stagione, dove trovare la neve? Detto fatto: il ghiacciaio della Val Senales a oltre 3300 metri di quota. 130 km da Trento percorsi in un’ora e mezzo, a poi su, in quota (con la funivia, raga, ecchè siamo matti?). Inforco gli sci e percorro avanti e indietro il ghiacciaio fino a quando vedo un tale che potrebbe essere lui. Mi avvicino e …ed ecco il nostro dialogo:

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  • davEhm … mi scusi … è lei Babbo Natale?
  • Si, sono io, perché?
  • No .. sa … non l’avevo riconosciuta, così, senza quel bel vestito rosso, il cappello …
  • Che pretende? Non è ancora tempo di Natale … io sto lavorando per sistemare i pattini della slitta: vuole che lavori con il costume addosso?
  • No no di certo, anzi, se posso essere utile … ma visto che lei ha da lavorare non Le voglio far perdere il tempo e vengo al dunque: per caso Lei ha scritto una lettera ad un nostro vice primo ministro?
  • Io scrivere lettere? Ma se da sempre sono gli altri che le scrivono a me, specie i bambini! Questa è bella! Io scrivere lettere! Ma come le è venuta in mente una baggianata simile?
  • Sa, Signor Babbo Natale, non a me … è quel nostro vice primo ministro che ha detto che si aspetta una missiva da Lei …
  • Ma via, basta con queste sciocchezze! Senta, quello che voleva sapere l’ha saputo. Ora mi lasci lavorare in santa pace: e comunque dica a quel tale che a Natale io gli porterò un bel sacco di carbone, ecco cosa porto a chi vuole fare politica scherzando: la politica dovrebbe essere una cosa seria, c’è poco da scherzare e da giocare, ed io tratto solo giochi e giocattoli, ecchediamine!
  • davE quella bella barba bianca … non ce l’ha più?
  • Insomma, mi vuoi fare arrabbiare! (Babbo Natale è passato al “tu”, n.d.r.) Lo sanno tutti che è finta! Vuoi che me la metta mentre riparo i pattini della mia slitta? Lasciami lavorare … ecco, vedi? Mi sono cadute due viti nella neve: ora chi le ritrova più?  Ho un diavolo per capello!
  • Va bene, va bene, me ne vado, me ne vado (però, che caratteraccio questo Babbo Natale, chi l’avrebbe mai detto?)

 

 

bst

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Ecco, ragazzi, questo è stato il colloquio che ho avuto con Babbo Natale. Cosa? Come è andata la sciata? Bene, per essere la prima di stagione ed inoltre a quote superiori ai 3000 metri (si soffiava un pochino, soprattutto sulle piste “nere”).

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Qui a fianco il mio amico Claudio che mi ha assistito nell’impresa …

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FORECAST

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2018 @ 3:03 pm

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11

 

 

Detto altrimenti: NON E’ UN GIOCO!!       (post 3408)

 

 

 

download.

Per fare quelle meteo occorre disporre – fra l’altro – di una rete di dati storici, di rilevazioni, di tecnici specializzati, di scienziati che sappiano rilevare e interpretare le line isoallobare, ovvero le linee che si ottengono sulla carta geografica congiungendo tutte le località che hanno la stessa (isos) variazione (allos) di pressione (barus). Per immaginare cosa succederà all’Italia, basta molto meno. Elenchiamo i passi con ordine:

  • Il nuovo governo sfora i parametri UE (sforamento= causa di tutto, n.d.r.)
  • L’UE protesta
  • Il professor Cottarelli a Che tempo che fa avverte: guai se si aggiunge una crisi internazionale
  • La popolazione continua a guardare Che tempo che fa alla TV
  • Lo spread cresce (effetto dello sforamento, n.d.r.): ieri ha chiuso a 322!
  • L’Italia non riesce a vendere i propri titoli del debito pubblico nemmeno a tassi più elevati: BTP Italia (quelli riservati ai piccoli risparmiatori italiani), nonostante un tasso rivedibile al rialzo ma minimo garantito dell’1,45%, venduti solo 481 milioni contro i 2,3 miliardi del maggio scorso! (P.S.: a fine giornata: circa 700 milioni si circa 4 miliardi!)
  • Per far fronte al fabbisogno finanziario proprio e ai maggiori interessi che gravano il debito pubblico, il governo aumenta le tasse e diminuisce investimenti e il sociale
  • La popolazione protesta
  • Il governo dice che è colpa del mercato (il Governo inverte il rapporto causa-effetto) e delle plutocrazie (non l’avevamo già sentita questa?)
  • La popolazione protesta
  • Il Governo cambia con metodo democratico la Costituzione e con l’introduzione della DD-Democrazia Diretta (1)  trasforma democraticamente la Democrazia in Oligarchia
  • La popolazione protesta
  • Il Governo replica: “Ma se l’avete voluta voi la DD-Democrazia Diretta (diretta da loro, n.d.r.)!
  • La popolazione protesta
  • I titoli che le nostre banche hanno in portafoglio valgono sempre meno: le banche reagiscono aumentando il costo del denaro
  • La popolazione protesta
  • Il Governo impone per legge la trasformazione forzosa in BTP del 20% dei depositi bancari (240 mildi dei 1200 totali)
  • La popolazione protesta nelle piazze con forza
  • Il Governo difende nelle piazze la nuova legge e la nuova  Costituzione con le tutte le sue Forze (dell’Ordine, n.d.r.) e attribuisce la colpa di tutto ciò a due cause: i mercati e la politica internazionale.

Dice … blogger, ma tu sei un malpensante! Ok ma … piensa mal y acertaràs! (E invece, come spero di sbagliarmi!)

—–

(1) Democrazia Diretta = referendum propositivo senza quorum + obbligo di calendarizzazione da parte del parlamento + vincolo di mandato per i parlamentari + prevalenza del testo referendario sul testo di legge = le leggi sono “democraticamente” fatte da due-tre persone.

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ASILO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Novembre, 2018 @ 10:44 am

 

Detto altrimenti: abbiamo u bellissimo Asilo, diamo asilo a chi non l’ha … (post 3407)

dav.

“Dagli Appennini alle Ande” … ricordate quel film del 1959 ispirato al romanzo “Cuore” di Edmondo De Amicis? Io, classe 1944, sì. I giovani di oggi probabilmente no, è comprensibile. Io comunque in questi giornI mi sono spostato dalle Alpi del Trentino agli Appennini bolognesi: già, perché l’Asilo “Teresa” di mia nipotina Bianca è nella primissima collina bolognese, poco fuori della cerchia dei viali, vicino ai Giardini Margherita: agli amici che mi telefonano per informarmi che intorno a Trento è caduta la neve fino a circa 700 m di quota io dico che sono già in “settimana … Bianca”!

mde.

L’Asilo Teresa – si chiama così –  è ricavato in una bella villotta con tanto di parco, donata da una certa Signora Teresa al Comune e trasformata in asilo comunale. Già l’essere in collina un vantaggio non da poco. Poi, disporre di un parco privato! Ma soprattutto le giovani assistenti dei bimbi! Professionali, ben organizzate, sorridenti e soprattutto molto, molto amorevoli con i bimbi! Meritavano che le citassi.

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Agli “onori” della cronaca spesso troviamo solo asili nei quali le assistenti maltrattano i bimbi: io ho voluto invece dare il mio piccolo spazio-blog e un  dovuto riconoscimento a  chi fa il proprio dovere con vera e ammirevole  dedizione.

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davDice … ma che? Ti sei messo a far propaganda alla amministrazione comunale di Bologna? No, raga, scialla, … il fatto è che mentre ieri pomeriggio vivevo la bellissima “Festa dell’Asilo” con tanto di genitori e nonni presenti, non ho potuto fare a meno di pensare ai molti bimbi che non hanno niente di tutto ciò ed in particolare a quelli dell’attuale marcia dei centramericani in Messico verso gli USA. Avere un Asilo, dare asilo: la stessa parola per esprimere due concetti ben diversi: tutte le mamme devono avere un asilo per i propri bimbi (non solo quelle che “rientrano in graduatoria”)  e a tutti coloro che fuggono dalla mancanza di futuro dobbiamo dare asilo.

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POESIE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Novembre, 2018 @ 7:48 am

Detto altrimenti: poesie senza commento      (post 3406)

 

POESIA 

Ascolta.

Lascia che il vento

accarezzi la mente

e magico incanto

fecondi la vela

dei sogni.

imagesE come per gioco

scolpisce silente

il tuo sentimento

ammaliante polena

che apre la via

fra onde d’amore.

E’ tua?

E’ di tutti?

Non sai di chi sia

questa vaga sirena

che chiami Poesia.

 

MUSICA

Ascolti poesia

e i tuoi sentimenti

si accendono

attenti al messaggio

che invia

Stefania

              Stefania Neonato

Poeta scrittore.

Osservi un bel quadro

ed ami il creato

del Poeta pittore.

Ma quando improvvisa

inebria la mente

ed invade i polmoni

una dolce

struggente magia

di pioggia di suoni,

il Poeta di carta e colore

invidia il collega

Poeta dell’aria

Poeta del cuore.

 

BICI, PERCHE’? 

Perché

in una chiesetta al Ghisallo

riposa sospesa

antica reliquia a pedali.

Perché

insieme a lei

tu scali la vetta

compagno soltanto a te stesso.

IMG_3308

Number Ore! 35 years old and still going strong!

Perché

ti ha insegnato

ad alzare più spesso lo sguardo

a scrutare che cielo farà.

Perché

sempre incontri qualcuno

che non ha timore

di aprire la sua vita al vicino.

Perché

con il vento dei sogni

giocando

ritorni un poco bambino.

Perché

restituisce

ad un uomo affannato

profumi di suoni e colori.

Perché

in salita

ricorda ad ognuno

che volendo e insistendo si può.

E poi … perché no?

 

A VELA

bty(A Whisper)

Si illumina al sole,

ti aspetta:

la prendi

la porti nel vento.

Respira il tuo stesso respiro:

sussulti,

lei freme,

sospira.

 

VAL MAIRA 

Ripide

chiuse

selvagge valli

aspre al percorso

della mente e del passo

attendono fredde

gli scalatori.

rocca

Torre e Rocca Castello, Val Maira CN, Alpi Marittime

Erbe fra rocce

sferzata da un vento

che impregna

radente

lo spazio prezioso

del chiodo –

taglian le mani.

Muschi discreti

coloran l’appiglio in granito

del loro frusciare alla corda

collana di vita

a cinger di se’ la montagna

ed il tuo corpo.

Si ergono ardite sul muro

la Torre e la Rocca Castello

a far sentinella al confine

fra ieri e futuro

affinchè il ricordo non muoia:

è Terra Savoia!

 

DOLOMITI LA PRIMA VOLTA 

Si sale pian piano

con una Seicento che sbuffa

fra nuvole bianche

sedute nei prati

rossi di umori

e di foglie.

E sotto il maglione d’autunno

compare

dapprima ogni tanto

e quindi ogni poco

il bianco sparato di neve.

5

Dietro, la Prima Donna (Cima Tosa) e davanti il Crozzon di Brenta (spigolo di 1000 m. di dislivello, IV° grado vecchia scala)

D’un tratto

si apre

nel sole

una torre dorata

adagiata su coltri

di freddo vapore d’argento.

Il ricordo di Lei

profuma nei sogni nascosti

di un solitario turista

un po’ fuori stagione

che ha spalancato per caso

la porta di un camerino

e s’innamora alla vista

della Prima Donna

intenta a rifarsi il trucco

per lo spettacolo d’Inverno.

 

IMG-20181114-WA0000.

PAGANELLA 

T’illumini d’immenso?

Anch’io!

 

 

 

CONFINE DI MARE 

Ancorato

ai fianchi di monti

lambiti dall’onda

rude le mani

un popolo scava

nuovi spazi

di vita

nella terra

e sul mare.

Mura e navi a difesa

e menti al confronto

di mille culture

e lingue diverse

che in te

hanno trovato rifugio.

sdrFrontiera che unisci

sirena che ammalia

ricerca del Nuovo

piccola lingua di terra

Casa (di) mogli

sospesa su abissi infiniti

di cielo e di mare

che infuria

gli scogli:

Terra Liguria.

 

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MAREMMA 

Rotolano

Ricordi infantili illuminati

ancora per poco

dal profumo del sole.

Stanca

2riposa la Terra Maremma

di cavalli

cinghiali

e candidi buoi:

attende

di esser dipinta dal buio.

 

PRIJEDOR ( Repubblica Serba di Bosnia, 1998 )

Prijedor di pietra

scalzata

bruciata

stupita

perché

ti domandi

downloade lanci il tuo urlo

di rabbia

al cielo di tutti

ma solo per te

da troppo

lontano.

Perché?

Mi domando

e ti prendo per mano

e ascolto la voce

di spazi

ricolmi di muto dolore.

E mentre sorridi

al piccolo gesto d’amore

io smetto

di essere straniero

a me stesso

e mi sento più vivo

grato del dono

che offri

al tuo pigro

distratto

amico tardivo.

 

FINE, PER OGGI

 

 

 

 

 

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LE PAROLE E IL LORO TONO NELLA POLITICA ODIERNA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Novembre, 2018 @ 7:47 am

Detto altrimenti: le parole, to handle with care, da maneggiare con cura   (post 3405)

“Solo le parole contano, il resto sono chiacchere”: Eugène Ionesco, Slatina 1909 . Parigi, 1994,  drammaturgo e saggista rumeno.

“Le parole sono pietre”: Don Lorenzo Milani, Firenze 1923-1967, presbitero, docente, scrittore, educatore cattolico.

Marcello Farina, filosofo, storico, scrittore, sacerdote vivente. Recentemente su l’Adige è stato pubblicato un suo  interessante (come sempre, del resto) intervento sulle “parole” catalogate per categorie di significati “esterni ed interni”. (D’altra parte non si dice forse che quella frase, “dietro le righe” significa ben altra cosa? E le righe cos’altro sono se non parole scritte? N.d.r.).

download (2)Il tono. Se riascoltiamo i resoconti radiofonici, i commenti sportivi, i discorsi politici dell’ultimo dopoguerra, sorridiamo quasi per la quantità di retorica vetero fascista che ancora permeava quello stile espressivo: “Ma non era finito il fascismo” ci chiediamo?. Umberto Eco, 20 anni fa, scrisse un libricino di 50 paginette (cm. 20 x 15!) “Il fascismo eterno” riedito nel gennaio 2018 dalla editrice La nave di Teseo.

Le Argonautiche. Per chi non lo sapesse (non tutti sono tenuti a saperlo!) è un poema epico scritto da Apollonio Rodio, poeta egiziano del III° secolo a. C., nel quale si narra del mito del Vello d’Oro, alla cui ricerca partì una nave sotto la guida di Teseo: quindi, una casa editrice quindi che, come quella nave, vuole condurre i lettori alla scoperta di un tesoro: l’interesse per la verità (questa conclusione è mia, n.d.r.).

Eco elenca le componenti immancabili e caratteristiche del fascismo fra le quali pone anche “le parole” nel senso che il fascismo parla una neolingua. Egli ci avverte ironicamente e provocatoriamente (pagg. 49 e sgg. Op. cit.):  “Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “ … voglio che le camice nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!”. Ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo può ancora tornare sottto le spoglie più innocenti”. E uno dei suoi paludamenti è una neolingua fatta di parole semplici, su un lessico povero, su una sintassi elementare “al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complessivo e critico”. Alcuni esempi: “Qui si lavora, non si fa politica; boia chi molla; io tiro dritto; prima gli Italiani; me ne frego”.

download.

Me ne frego? Al che Don Milani su una parete della sua aula a Balbiano aveva fatto appendere il cartello: “I care”, io mi prendo cura di …”.

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Cosa? Volete conoscere l’elenco completo degli ingredienti della ricetta Torta Fascista (già, perchè anche oggi qualcuno ci vuole intortare!) secondo Eco? Eccoli:

  1. Le contraddizioni interne (ateismo ma uomo della Provvidenza; nuovo ordine rivoluzionario ma finanziato dai proprietari terrieri conservatori; monarchico ma rivoluzionario;  controllo assoluto ma il libero mercato; etc.).
  2. Il culto della tradizione, nel senso che non ci può essere avanzamento nel sapere.
  3. Rifiuto del modernismo, ovvero rifiuto dell’età della ragione illuministica, vista come l’inizio di una depravazione moderna.
  4. L’azione per l’azione.
  5. Il disaccordo è tradimento.
  6. Paura della differenza.
  7. L’appello alle classi medie frustrate.
  8. L’ossessione del complotto.
  9. I nemici sono troppo forti (e vanno odiati) e allo stesso tempo troppo deboli (e vanno combattiti e sconfitti)
  10. La vita è una guerra perenne. Il pacifismo è collusione col nemico.
  11. L’elitismo: disprezzo per i deboli (elitismo, non etilismo anche se poi, forse, qualche bicchiere di vino in più se lo saranno anche bevuto! N.d.r.).
  12. Ciascuno è educato per diventare eroe.
  13. Il machismo sessuale.
  14. Il populismo qualitativo: non conta più la maggioranza numerica, il popolo è una entità qualitativa unica che pensa e parla solo tramite il capo. Pag. 46 op. cit.:” Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini può venire presentata e accettata come “la voce del popolo”. A ragione di ciò, il fascismo eterno deve opporsi ai “putridi governi parlamentari”.
  15. La neolingua, di cui ho detto sopra, elencata per ultima forse perché si vuole che questa caratteristica ci rimanga più impressa.
images

DDT – DichlorDiphenylTrichloretahn, mortale!

Qualche riflessione sul populismo qualitativo. Quest’aspetto mi sta molto a cuore, poichè si sta profilando la somministrazione di un veleno per la nostra Democrazia: una iniezione di un mix micidiale di DDT-Democrazia Diretta per Tutti, mix di quattro sostanze velenose mescolate in parti uguali: 1) Referendum propositivo senza quorum; 2) Obbligo di calendarizzazione per il Parlamento; 3) Vincolo di mandato per i parlamentari; 4) Prevalenza del testo referendario sulla legge eventualmente diversa.

Funzionerà così: due o tre persone scrivono il testo della legge che desiderano sia promulgata. Attraverso il controllo di una rete raccolgono facilmente  500.000 firme e la sottopongono al voto popolare. I risultati della votazione sono favorevoli ai proponenti perchè molti fra i non proponenti non vanno a votare (loro invece sì!) e non serve più che sia raggiunto un certo quorum minimo di votanti. La proposta passa al Parlamento che la deve esaminare e votare entro un tempo breve e prestabilito. I parlamentari la devono approvare, in quanto obbligati dal vincolo di mandato e se per caso la modificano, prevale il testo referendario.

Ed ecco che la Democrazia si è   suicidata e si è democraticamente trasformata in oligarchia, nel governo di pochi. Dice … ma sarebbe necessario il governo dei migliori, non dei pochi! Al che “loro” ti replicheranno: “Ma i migliori da sempre sono pochi; noi siamo pochi; quindi noi siamo i migliori!”

Una nuova inversione termica: quella della logica del ragionamento. Se per caso i mercati puniranno la loro politica, loro invertiranno causa ed effetto e ci diranno che sono i mercati che hanno danneggiato i risultati della loro politica e non che è stata la loro politica ad influire sui mercati. Più o meno come quel manager che ai propri azionisti diceva: “Ma di cosa mi imputate? Se non ci fossero stati i costi, non ci sarebbero statele  perdite e saremmo in forte utile!”

images.

Dice: “Caro blogger, sino a qui ci hai parlato delle parole, ma del loro tono, cosa ci dici oltre quel poco di cui all’inizio del post?” Del tono? E’ semplice: deciso, fiero, supponente, arrogante, sdegnoso, presuntuoso, ultimativo, perentorio. Può bastare?

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