O FONS FERSINEAE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Maggio, 2020 @ 5:53 am

Detto altrimenti: parafrasando Orazio       (post 3906)

Orazio, Carmen III, 13 – L’inno del poeta alla fonte Bandusia nel podere in Sabina avuto in dono dal suo mecenate Mecenate, nel 33 a.C.. nelle vicinanze dell’attuale paese Vicovaro, ove scorre il fiume Licenza, affluente dell’Aniene, alle pendici del Monte Lucretile.

Questi versi mi sono venuti in mente ieri, mentre passeggiavo lungo il Viale Trieste, a Trento, davanti a casa mia, lungo il quale scorre il Fersina, in dialetto la Fersena.  Un fiume che durante la clausura da Covid19 ho imparato a conoscere e soprattutto ad amare. Primi di marzo, la neve ferma sui monti, limitato il fluire dell’acqua, i rami spogli protesi sul suo corso.

Poi lentamente le gemme sui rami, la fioritura, le fronde. La neve cambia vestito e diventa un liquido manto d’azzurro smeraldo; più ricche le cascatelle; più bianche le piccole onde. Per vederti mi basta ascoltare il canto del franger dell’acqua: dalla sua tonalità, dal suo fragore mutante riconosco la portata del momento, dell’ora, del giorno. Non se n’abbia a male Orazio né i suoi colti estimatori del furto dei suoi versi che ho contaminato – adattandoli – per esprimere uguali sentimenti.

O fons Bandusiae, splendidior vitro,
dulci digne mero, non sine floribus,
cras donaberis panem …

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O fonte Fersinea, più trasparente del cristallo
ricca di acqua dolce come il miele

che scorre in mezzo ai fiori
domani ti offrirò del  pane
del quale ciberai pesci d’opale.

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Te l’ora insopportabil di canicola infuocata
non riesce a toccar, amabile frescura
a noi ormai sì stanchi di clausura
offri che i passi moviam lenti

su sponde tue vaganti.
Ormai sei tu dell’acque la più amata,
incoronata da chiome dondolanti
sovra tue rocce, donde canora
discendi linfa tua a la pianura.

Gratias tibi ago, o Fersina!

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SIAMO TUTTI OPERATORI DELLA FINANZA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Maggio, 2020 @ 6:00 am

Detto altrimenti: anche se non lo sappiamo     (post 3905)

(Mi perdonino gli addetti ai lavori per la terminologia e gli esempi un po’  “alla buona” …)

Una famiglia, ogni mese, entrate-uscite … arriviamo alla fine mese? Quanto è avanzato questo mese? Mese per mese ogni famiglia ha un “bisogno di finanza”, ovvero ha il proprio fabbisogno finanziario. Ogni mese cerca di farvi fronte, cioè ricerca la copertura finanziaria. Se le cose vanno particolarmente bene, a fine mese Tizio ha un avanzo di finanza, un’eccedenza che va ad aumentare il suo patrimonio (il conto in banca): a questo punto possiamo dire che ha avuto un “utile di gestione”. Invece a Caio le cose vanno male, già durante il mese era rimasto “senza soldi” e per far fronte alle esigenze ha dovuto vendere per 100 un box che aveva acquistato a 150. A fine mese, a seguito di quella vendita, ha un avanzo di finanza di 20 ma lui non è “in utile”, bensì per avendo un discreto avanzo di finanza, deve registrare una perdita economica di 50-20, la differenza di prezzo fra l’acquisto e la vendita del suo box al netto dell’avanzo in conto corrente. Più o meno è così, tanto per cercare di iniziare a capirci.

Finanza pubblica: lo Stato incassa e spende. Alla fine, qui in Italia, ogni anno c’è un disavanzo (deficit) , ovvero per coprire il fabbisogno finanziario abbiano dovuto aumentare il nostro debito in banca ovvero le emissioni di titoli di debito pubblico, la cui somma totale è appunto il nostro debito pubblico. E’ un po’ come se una famiglia ogni mese spendesse più di ciò che introita e per far fronte alle proprie uscite, ogni mese, aumentasse il proprio scoperto in banca.

Ho parlato dell’introito (reddito) della famiglia e non del suo utile. Infatti, nonostante che nelle due imposte IRPEG=IRPEF
quella “R” indichi “Reddito” , una Spa non è tassata sul reddito ma su quanto avanza fra incassi ed uscite, cioè sull’utile; una famiglia è tassata sugli incassi (reddito), non su ciò che eventualmente le avanza a fine mese (utile). Ma questa è un’altra storia.

Famiglia di Caio: ogni anno incassa 100 ed ha un debito in banca di 160. Lo Stato ogni anno produce 100 ed ha un debito (in titoli di debito pubblico emessi) pari a 160. Questo è ciò che significa quando diciamo che il nostro debito pubblico è pari al 160% del PIL-Prodotto Interno Lordo laddove il limite accettabile sarebbe il 60%.

Pandemia: diminuiscono produzione, consumi, utili, imposte. Aumentano i bisogni. Vi si fa fronte con l’aumento del debito pubblico che dal 120% del PIL è salito al 160%. Famiglia di Caio: uno dei due genitori è rimasto senza lavoro, un figlio si è ammalato e richiede cure costose; l’altro va all’Università e ha bisogno di pagare iscrizione ed acquistare libri. Caio aumenta il suo scoperto bancario, non riesce a pagare gli interessi che vengono “capitalizzati” (cioè vanno ad aumentare il debito) etc..

“Il politico pensa alle prossine elezioni; lo statista alle prossime generazioni”

Lo Stato, oggi. Tutti siamo impegnati nel chiedere e nell’ottenere aiuti, esenzioni fiscali, etc. Lo Stato è impegnato a soddisfare le nostre necessità e richieste e per fare ciò aumenta il proprio debito. Questa a mio avviso è la Fase 1. La Fase 2 non è quella dell’apertura dei parrucchieri bensì quella che vivremo dal momento in cui si comincerà (finalmente!) a gestire il grande indebitamento pubblico. Cosa e come potrà fare lo Stato? Già si parla/si teme una forte tassa patrimoniale, più improbabile sui depositi bancari, più probabile sugli immobili, cioè su quell’appartamento che la maggior parte degli Italiani ha acquistato a forza di sacrifici e rate di mutuo e che ora vedrebbe, proprio nel momento in cui magari ha perso il lavoro.  A mio parere si rischia la rivoluzione di piazza.

Ma allora, che fare? Be’ ragazzi, io direi di usare il buonsenso: 1) rivedere l’odine delle priorità e – ad esempio – smettere di acquistare i costosissimi cacciabombardieri F35; 2) rivedere l’ordine di grandezza (spropositato!) delle top retribuzioni-pensioni pubbliche;
riscalettare la progressività della tassazione fiscale; mettere in vendita il patrimonio pubblico immobiliare attualmente “non a reddito”; imporre all’UE la cancellazione dei paradisi fiscali; emettere titoli pubblici “Rendita” irredimibili (cfr. numerosi post precedenti) a livello almeno di 1) una parte di stati UE; 2) dello Stato; 3) degli Enti Pubblici Territoriali. Questo tanto per cominciare.

Potete ora ben capire perché io mi preoccupi quando sento che la gente si disinteressa della “finanza”? Perché di fronte a questo problema, come di fronte al problema della “disparità di genere” dobbiamo essere in molti, dobbiamo fare massa critica, perché questi sono “i” problemi, quelli con i quali dovremo confrontarci tutti, più o meno consapevolmente. Chiarito che io non ho la pretesa di essere titolare della Verità ma che sono solo uno alla sua ricerca, chi volesse discutere di questi temi mi può telefonare 335 548 7516 o scrivermi riccardo.lucatti@hotmail.it. (La parità di genere non è un problema, è la soluzione di un problema, quello della disparità di genere!)

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Firmato: Riccardo Lucatti blogger, Coodinatore Gruppo Finanza ed Economia Mista di Trento Viva

Buona finanza e buona parità di genere a tutte e a tutti!

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P.S.: ma di quali cifre stiamo parlano? Debito pubblico, io ero rimasto a 2600 mildi; depositi bancari, io ero rimasto a 1500 mildi; patrimonio immobiliare dello Stato: circa 550.000 unità per 222 milioni di metri quadrati per circa 250 mildi di euro, pari a circa il 12% del debito pubblico. Potrebbe essere venduto a scaglioni annuali di 15-20 mildi, magari attraverso un Fondo Comune Immobiliare. Questo e molto altro nel mio libro.

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SABATO PROSSIMO PARLIAMO DI SOLDI …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 20 Maggio, 2020 @ 1:16 pm

Detto altrimenti: … ovvero di finanza pubblica e privata!      (post 3904)

Insieme al mio amico Gianluigi De Marchi ho appena scritto e pubblicato un libro sulla finanza del dopo virus, ovvero su come gestire l’enorme debito pubblico che ci ritroveremo nel dopo virus. L’Italia ha un debito pari al 160% del PIL laddove Maastricht prevede il 60%. I cittadini chiedono che non vengano cancellati i servizi, i Comuni non hanno soldi da investire, idem le Province, le Regioni, lo Stato. L’unica che sembra possa fare qualcosa (ecco: qualcosa, non tutto) pare sia l’UE. Eppure l’asta dei nostri BTB è andata benissimo e i suoi rendimenti dello 1,4%+0,80 sono apparsi ottimi. Da ciò si conferma che esiste molto risparmio pubblico disposto a sottoscrivere titoli di debito pubblico, italiani in testa. Tuttavia ciò comporta che si continui ad aumentare il livello del nostro debito pubblico. Ed allora ecco la proposta di fondo contenuta nel libro: adottiamo le emissioni di titoli “Rendita” irredimibili, rispetto ai quali l’Ente pubblico non è tenuto a rimborsare il capitale; si riserva un’opzione di acquisto; corrisponde un rendimento superiore al rendimento dei titoli redimibili di un paio di punti; l’investitore può recuperare l’investimento  vendendo i propri  titoli in borsa. Praticamente l’investitore-creditore riceve una rendita maggiore e consente alla controparte debitrice di sostituire a se stessa la Borsa Valori

Questi titoli NON sono un debito, ed ecco che i Comuni, le Province, le Regioni, lo Stato raccoglierebbero risorse finanziarie non solo senza aumentare il proprio debito, ma addirittura diminuendone il livello. La finanza così raccolta potrebbe essere utilizzata solo per investimenti, ma così facendo ipso facto libererebbe altra finanza per la gestione corrente.  Quando poi sento paventare la minaccia di una tassa patrimoniale, dico: bene! Che lo Stato l’applichi a se stesso e metta in vendita l’enorme patrimonio immobiliare di cui dispone e che attualmente “non è a reddito”.

E se i paesi “cattivi” (Austria, Danimarca, Svezia, Olanda) non faranno passare gli EuroBond di tutti, ebbene noi degli altri paesi (“buoni”) lanciamo i nostri Euro Bond irredimibili al 4%: vedremo come correranno ad acquistarli innanzi tutto i magnati della loro stessa finanza!

Questo ed altro nel mio libro e nella discussione cui potrete assistere sabato prossimo su Facebook.

Buona finanza a tutte e a tutti!

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MUSICA A CORPO LIBERO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Maggio, 2020 @ 3:16 pm

Detto altrimenti: per restare in forma con il corpo e con lo spirito       (post 3903)

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Coprifuoco Covid19? E noi facciamo ginnastica in casa. Io sono addetto alla preparazione della palestra: sposto le sei sedie nel corridoio, ripiego i bordi del tappeto sulla gamba centrale del tavolo della sala (non ancora sistemato, nella foto), predispongo una coperta per la parte di esercizi da terra, preparo i pesi (bottigliette da mezzo litro di acqua minerale), gli elastici e preparo il cronometro sul mio cellulare. Verso le 08,00 si inizia. Devo dire che io ho la fortuna di avere un’ottima personal trainer, mia moglie Maria Teresa, fedele frequentatrice da anni di una palestra “vera” (Palestra Girasole dell’ottima Cristina Gardumi), che mi ha condotto a fare una serie di esercizi scientificamente progressivi (che se poi ne dimentica uno ed io glielo ricordo mi prendo del “secchione”!). Questa mattina, dopo mesi, ci siamo detti: “Ma … abbiamo un impianto stereo con i fiocchi, ottimi CD … dai, mettiamo su un po’ di musica!”.

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La Musica, a nostro comune avviso, è l’arte più completa sia per chi la scrive e la esegue, sia per chi l’ascolta. Seguita a ruota dalla scultura, che però non puoi portarti a casa o nel  cellulare. La Musica, composta ed eseguita dal più complesso e potente cervello che sia mai esistito: quello umano! Molto più potente di qualsiasi cervellone elettronico.

Abbiamo riascoltato un CD donatoci da Stefania Neonato e inciso da lei (piano) e Fabio De Rosa (flauto) della durata di un’ora e dieci, esattamente quanto la nostra “ora” di ginnastica. I brani? Eccoli:

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Franz Schubert (1797-1828), Variazioni per piano e flauto traverso, Op. 160;
Johann Nepomuk Hummel (1778-1837), Grande sonata per piano con accompagnamento di  violino o flauto traverso, Op. 64;
Carl Maria Von Weber (1786-1826), Sonata progressiva per piano con accompagnamento di  violino o flauto traverso Op. 2 e Op. 3.
Ludwig Van Beethoven (1770-1827), Sonata per piano con accompagnamento di  violino o violoncello o flauto, Op. 41;
Bonus Track, variazioni su Schubert per piano e flauto, Op. 160.

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Talis filia …

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Stefania. Musica classica, se posso dire in questo CD “leggera”, digeribilissima, accattivante, rilassante, arricchente, della quale non ti stancheresti mai, Musica che quando finisce corri a farla ricominciare e la seconda volta che l’ascolti è meglio della prima e così via. E poi Stefania, primo strumento del duo se così si può dire ( nel senso che si è trattato di sonate composte per piano con accompagnamento di flauto), è stata musicalmente capace di lasciare ampio spazio al flauto che l’accompagnava: generosa, oltre che brava!

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… talis mater!

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Ma poi c’è di più e cioè che Stefania – pianista e fortepianista di fama internazionale (è insegnante alla Musikhochschule di Stoccarda) – è una nostra carissima amica figlia di altrettanto carissima amica Mirna, la mia “madrina” blogger, “gemella” di mia moglie per come sono unite dalla stessa sensibilità: cosa volere di più? E allora, grazie Stefania per questo ulteriore meraviglioso dono musicale che ci hai fatto e grazie Mirna, anche per avere fatto … Stefania!

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SI PREGA DI ENTRARE DUE PERSONE ALLA VOLTA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 18 Maggio, 2020 @ 4:33 pm

Detto altrimenti: e dai … lasciatemi scherzare u po’ … (post 3902)

Non disturbare, tenere la destra, restare indietro, salire dalla porta posteriore … tutti modi all’infinito per esprimere un comando, una forma imperativa. Correttamente,  anche se non proprio linguisticamente bellissimo. Tuttavia, quel “Si prega di ” a stemperare quell’imperativo – che se chiesto in quel modo cortese è un po’ meno imperativo – mi ha fatto sorridere, nel senso che mi è piaciuto leggere quel messaggio “alla meridionale” e cioè interpretare quel verbo come se fosse transitivo: “entrare due persone” come se fosse un invito: “Voi siete lì fuori, per favore, introducete due persone alla volta nel negozio …

Però è vero: in Italia e in italiano vi sono comportamenti solo un poco vietati; altri vietati; altri infine “severamente” vietati.

Altri casi bellissimi, tipici dei nostri splendidi, ricchi dialetti: “Entrami il bambino che piove”; “esci i soldi e paga”; “scendimi il bambino che lo passeggio”; “ti ho imparato di non dire queste cose”; “chi ha rimasto aperta la finestra? No, non sto ridicolizzando queste forme dialettali, le sto tratteggiando come pennellate di colore, di vita vera, vissuta da gente “non studiata” (eccone un’altra) ma non per questo meno nobile e genuina (la gente) e meno nobili e genuine le espressioni del sentimento comune.

Ed ora tocca a quell’  “alla volta”. Sempre scherzando si potrebbe pensare che può entrare anche un gran numero di persone, purchè accoppiate, due alla volta. No? Dite che sto esagerando? Evvabbè … avete ragione voi, la smetto. Comunque due risate ce le siamo fatte insieme, vero? E questo era il mio scopo. Alla prossima!

P.S.: sempre meno grave di quei “xchè” e faccine varie a sostituire la lingua del bel paese dove il sì suona. Ecco, quel “dove” oggi spesso orrendamente usato un chiave temporale: “il mese scorso, dove io facevo …”

Scrive Alessandro Zorat: “Sul blog ci diverti con: “Ed ora tocca a quell’  “alla volta”. Sempre scherzando si potrebbe pensare che può entrare anche un gran numero di persone, purchè accoppiate, due alla volta. Ed io che pensavo si intendesse che si puo’ accedere alla volta =  “Struttura muraria a superficie curva usata come copertura di edifici, sale, logge e sim.” soltanto a due a due.  Poi pensando a te – incallito velista – mi e’ anche venuto il dubbio che si trattasse di dare la volta ad una cima su qualche ormeggio. Ma c’era quel verbo “entrare” che mi ha convinto che ero sulla strada sbagliata. Per inciso: pare che un cartello simile l’abbia apposto il signor Noe’ quando cercava di caricare ordinatamente la sua arca”.

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Protetto: FOTOSTORIA ACCADEMIA DELLE MUSE – 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 17 Maggio, 2020 @ 1:56 pm

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Protetto: FOTOSTORIA ACCADEMIA DELLE MUSE – 1

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2020 @ 4:50 pm

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PARITA’ DI GENERE? QUANDO MAI?!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2020 @ 12:50 pm

Detto altrimenti: un giorno un’amica mi disse … (post 3899)

Un’amica aveva vinto un congresso ed era diventata segretaria del nostro partito, uno del Centro Sinistra Autonomista del Trentino. Nello stesso periodo aveva promosso la creazione di un’Associazione, Restart Trentino, alla cui presidenza mi sta volendo per il secondo triennio consecutivo. Un giorno mi disse: “Occupiamoci anche noi della parità di genere che ne dici?” Più che d’accordo, risposi. Ed organizzammo alcuni eventi per contribuire al superamento di un pregiudizio, quello del genere maschile contro il genere femminile.

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Restart si è occupata di pre-politica cioè di temi non “politici” ma ora questi temi sono diventati Politici (la “P” maiuscola non è utilizzata a caso!) nel senso che devono essere materia “viva” della Politica (la “P” maiuscola …) ovvero di un quid che interessa tutta la Polis cioè l’intero “mondo” dei cittadini, ove per “mondo” si intende l’ “insieme delle relazioni umane”.

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Disparità di genere. Il pregiudizio è un atteggiamento determinato da ignoranza, interesse o paura.  Normalmente è diretto da un gruppo numericamente superiore contro un gruppo numericamente inferiore. Quello contro le Donne opera al contrario: ad essere discriminato è un gruppo maggioritario da un gruppo minoritario.  Norberto Bobbio, in un libro che mi piace definire “uno dei miei vangeli laici” (“Elogio della mitezza ed altri scritti morali”) afferma che il superamento di questo pregiudizio sarà la più grande e forse anche l’unica rivoluzione dei nostri tempi.

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Da qualche tempo la mia amica Donatella Conzatti è anche Senatrice della Repubblica. Il 13 maggio scorso in Senato Donatella è stata la prima firmataria e presentatrice di una mozione a favore della parità di genere.  I signori maschi si sono ben guardati dal far mancare il proprio voto (e ci sarebbe mancata anche questa! La mozione è stata approvata a larghissima maggioranza) ma nessun maschietto è intervenuto, qualcuno è anche uscito dall’aula. Perché? Si ritiene di non intervenire su una proposta mirata semplicemente ad attuare un capitolo importante della nostra Costituzione?  Perché, ci domandiamo in tanti. Qualcuno dice: per autodifesa delle proprie posizioni “maschili”. Può essere, motivo che spiega il fatto ma non lo giustifica sul piano del diritto, della morale, della costituzione, del dovere di lavorare anche su questi temi, visto che quei parlamentari sono pagati per lavorare su tutti i temi, anche su questo. La Donna del dopo Covid19: signori maschilisti-di-fatto, vi siete chiesti da chi siamo nati? Chi ha individuato il virus? Chi ha individuato il paziente “uno”? Chi si è sacrificata come medico e come infermiera anche più degli uomini? Chi a casa sta ancora facendo tre lavori; quello esterno; quello di casa; l’insegnante di sostegno? E non aggiungo altro, cioè che fa o deve afre la dolce moglie allegra e disponibile a raccogliere le “nostre” lamentele di com’è difficile il “nostro” lavoro!

Prima della promozione …

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Da “vecchio “ alpino, Sottotenente di Complemento della Brigata Alpina Tridentina (anno 1969) da poco promosso Tenente, chiudo con una frase “nostra”, adattata: “Giù il cappello quando passa una Donna!”

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LE NUOVE IDEE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2020 @ 6:43 am

Detto altrimenti: che fatica farle progredire!       (post 3898)

Farle progredire, ho scritto, non farle accettare: infatti non è detto che le nuove idee debbano essere necessariamente anche “buone” idee. Ma allora, dov’è il problema? Be’ raga, il problema consiste nella mancanza di entusiasmo di chi “nuove idee” è abituato a … non averne! E quindi è afflitto dalla mancanza di entusiasmo non certo nell’accettare quelle altrui, ma anche solo nell’esaminarle, nello sforzarsi di conoscerle a fondo per arrivare ad una decisione consapevole: accettarle, sostenerle e farle anche proprie (ma non solo proprie, mi raccomando!) oppure bocciarle.

1 – Il percorso delle nuove idee è “ad ostacoli”.  Io stesso – che per natura sono più un “creativo” che un “gestore dell’esistente” – ne ho sperimentato alcuni. Ve li racconto. Torino, ero a capo della Finanza Italia della STET-Società Finanziaria Telefonica per Azioni, la più grande finanziaria del paese. Ideai e realizzai il sistema di controllo di rischio di cambio dell’intero gruppo (lo trovate qui http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=74522). Stavo scrivendo la relazione informativa per il nostro Presidente Amministratore Delegato Dr. Carlo Cerutti. “E’ stato realizzato il sistema di gestione del rischio di cambio …” Un mio collega anziano mi convinse a cambiare in “Al fine di continuare a migliorare sempre più il sistema di gestione del rischio di cambio …”. Novità si, va bene, ma non esageriamo!

2 – Sempre alla STET, un caso opposto, ad onore della memoria e al merito del mio veramente amato capo diretto, il Dr. Ruggero Cengo Romano il quale, inizialmente, non aveva condiviso la novità che stavo proponendo, la cosiddetta Operazione Omnibus, ma me la lasciò realizzare dicendomi “Ma lo sa dottore che lei …”  accompagnando quelle parole con il gesto delle nocche della mano a colpire la scrivania, come dire “che testa dura hai!”. Trovate l’accaduto in http://www.trentoblog.it/riccardolucatti/?p=74391. Salvo poi ad operazione realizzata, complimentarsi con me.

3 – Più di recente mi è capitato due volte: avendo risolto una situazione di un complesso economico turistico locale che rischiava il fallimento, ideai una soluzione, la realizzai ed alla fine mi sentii dire che il mio successo era la testimonianza dei precedenti insuccessi altrui. Tuttavia anche in questo caso riuscii a realizzare la mia idea. In altra occasione proposi una soluzione sulla mobilità provinciale ad un Assessore. La prima ed unica domanda che mi fece era e ne avevo già parlato ad altri, per vedere se avrebbe potuto vendersi come sua la mia idea.

4 – In questi ultimi mesi sto insistendo
non dico per far accettare tout court ma per fare esaminare con il giusto entusiasmo ed attenzione l’idea dei titoli “Rendita”. Qualcuno li ha subito compresi; altri pare quasi che temano di doversi confrontare con qualcosa per loro incomprensibile e quindi alzano un muro di disattenzione; altri infine li condannano con argomenti così inconsistenti che mi vergogno persino a riferirne. Ed io … io faccio come avevo fatto quando volli portare avanti l’idea di cui al n. 2: vado avanti, continuo a spiegare l’idea ed il progetto che ne può derivare, fino a quando qualcuno non mi avrà eventualmente convimto a desistere con argomentazioni serie: quelle sì che le accetterei! Ma in assenza di tali argomentazioni, Ich werde weiter marchire, io continuerò ad andare avanti con la mia proposta.


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Dice … “Ma se poi hanno ragione i detrattori?” Rispondo: “Almeno io ci ho provato a scalare la montagna. Loro non sono nemmeno usciti dal rifugio”. Qui a fianco: “qualche” anno fa – diciamo 50! – sulla vetta del Cimon de la Pala (spigolo Nord-Ovest). Quella giacca … quel martello … li conservo ancora!

Buone Nuove Idee a tutte e a tutti!

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EZIO BOSSO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Maggio, 2020 @ 5:33 am

Detto altrimenti: una grande mancanza, un vuoto … (post 3897)

E’ mancato ieri. In pochi giorni Luis Sepulveda ed Ezio Bosso. Due giganti, ognuno nel suo campo. Ezio Bosso. Ieri sera mi sono accorto della differenza: non ho spento ad una cert’ora  la TV per andare a dormire: sono stato catturato dalla sua Lezione di Vita e di Musica. La Quinta di Beethoven spiegata, diretta ed eseguita come mai l’avevo ascoltata, l’overtour della Traviata ed altro. Il suo rapporto con la Musica, con gli Autori, con il Pubblico, con gli Orchestrali, con la Vita. Della Musica ha detto: “Parla alla pancia, poi al cuore, da ultimo al cervello”. Verissimo. Della Vita non ha detto nulla: ci ha solo mostrato come la si può vivere fino all’ultimo nonostante le gravissime malattie che possono colpirti.

Il Maestro del sorriso

Degli Orchestrali ha mostrato di essere il vero capo in senso moderno, ovvero di una Persona che li rispetta, li esalta, li motiva, li coinvolge, li responsabilizza, che da ognuno sa trarre il meglio di sé, che di ognuno è conoscitore ed amico sincero, di tutti, di ognuno, uno per uno, indistintamente, dalla prima viola all’ “ultimo” (si fa per dire) controfagotto. Ama ed è amato. Autorevolezza ben più che autorità la sua. E umanità. Molta umanità. Una grande lezione di Vita per tutti, musicisti, musicologi, musicofili, per ognuno di noi, orchestrali del Concerto della Vita. Grazie Ezio, arrivederci!

“La Musica è come la Vita: si può fare solo insieme”

P.S.: Scegliere dal web la foto da inserire qui nel mio post, un vero problema fra le centinaia pubblicate, da fonti diversissime, da località le più disparate: solo da questo fatto si comprende quanti lo hanno apprezzato, a quanti manca sin dal primo giorno, quanti continuano ad amarlo.

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