VACANZE E ALLUVIONI ROMANE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Novembre, 2012 @ 8:40 amDetto altrimenti: “vacanza†dal latino “vacatio†cioè “mancanzaâ€, “assenzaâ€.
Sono in pensione. Qualche anno fa no. Andavo frequentemente a Roma. Spesso preferivo il treno. Viaggiavo in vagone letto, arrivavo fresco come una rosa. Risparmiavo tempo utile per il lavoro. Solo che arrivavo a Roma alle sette di mattina. E cosa fa una persona dalle sette alle nove, nove e mezza? Già , perché questi sono gli orari romani. Ma dai, che ogni medaglia ha il suo diritto (quello di prima era il rovescio): infatti a Roma trovi tanquillamente da cenare anche mezzanotte. E allora, che vado sfruculiando?
Anni fa. Nevicò a Roma. Di notte. Cinque centimetri. Città bloccata. Il sindaco (non era Alemanno) intervistato, dichiarò: “C’è la neve. La città è bloccata, ma io ‘sta mattina alle nove e mezza ero già informatoâ€. Bè, allora stiamo tranquilli …
“Alemanno, Alemanno, rendimi il mio negozio!†Gridano i negozianti delle rive del Tevere, i cui negozi sono stati distrutti dalla piena di ieri. E Alemanno replica: “Sarebbe bastato che voi aveste letto i giornali, per essere informati della gravità della situazioneâ€. Maccome Ale? Ecchecavolo, si fa così? Dai che se stavi zitto era meglio! New York e Genova, due esempi recentissimi, non ti hanno insegnato nulla! Via … non puoi dire che gli allarmi meteo uno se li deve leggere sul giornale! lo sanno anche i bambini che ormai la carta stampata, le notizie le dà in ritardo, per usare una bellissima sgrammaticatura manzoniana (credo che sia un anacoluto)!
Ma concediamoci una pausa. Entro in un bar. Molto affollato. Dietro il banco due baristi. Uno anziano ed uno giovane. L’anziano si muove lentamente, con mosse studiate, indifferente alla pressione della calca. Il giovane si affanna, corre, scatta, cerca di servire tutti nel più breve tempo possibile. L’anziano lo vede, lo guarda, lo studia un po’, je dice: “Ahò, nun t’applicà tanto!â€
Esco. Via Veneto. Cerco un taxi. Ve ne è un gruppo, si, un gruppo, non una fila. Li guardo. Domando: “Per Fiumicino?â€. Uno di loro, rivolgendosi ai colleghi: “A chi tocca?â€. Si guardano incerti. Poi uno dice: “Famo la conta†(tiriamo a sorte). Mi capita una Fiat 128 “smandrappataâ€. Dopo 100 metri un gran fracasso. Il tassista si ferma: “Nun se preoccupi Dotto’, è la marmitta ma io c’iò il filo de feroâ€.
Proseguiamo. Dopo poco fermi. Ingorgo. Io a bella posta lo provoco: “Ma non c’è uno che regola il traffico, che dia ordini … ma insomma chi comanda qui a Roma?†Risposta: “Chi s’arza prima la matinaâ€
Proseguiamo: Il tassita guida veloce, spericolato. Un’auto davanti a noi procede lentamente: “Ahò, quello è morto e ancora nun glie lo ha detto nessuno!â€
Sfioriamo una bella ragazza. Il tassita si ferma, abbassa il finestrino: “A bella! …, non sotto la machinaâ€.
A
lle Strasse fuhren nach Rom, passen Sie aber auf wer Sie dortin fert … “Tutte le strade portano a Roma (e attraverso Roma, n.d.r.), ma state attenti a chi vi ci porta!”