TRIPOLI: “bel suol d’amore”, l’altro ieri. Tripoli: ieri. Tripoli: cosa è successo, oggi?

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Novembre, 2012 @ 4:38 pm

Detto altrimenti:  nessun rimpianto del dittatore, ci mancherebbe altro! Solo ricordi e il casuale ritrovamento di un manoscritto francese molto riservato … lo so, lo so … la materia non è più così attuale, ma ricordare la storia recente dell’altro ieri e la cronaca di ieri non fa mai male …

Tripoli bel suol d’amore, l’altro ieri
(solo un breve cenno di cronaca d’ epoca)

1911: aviazione italiana, aereo Bleriot, primo bombardamento aereo della storia

A noi Italiani va l’onore (si fa per dire!) di essere stati i primi ad impiegare velivoli a fini bellici. Quando? Nell’autunno del 1911, allorquando invademmo la Libia che era provincia dell’impero Ottomano. Bombardavamo dal cielo i Libici e i Turchi che però non possedevano caserme e strutture militari e si sparpagliavano, rendendo vana la nostra offensiva. I nostri aerei suscitarono forte interesse negli osservatori occidentali, i quali tuttavia osservavano che “le bombe sganciate finiscono per affondare innocue nella sabbia. Le uniche vittime sono le donne e i bambini che sono restati nelle loro capanne nei villaggi”. Seguono le campagne mussoliniane del 1923-1924 e del 1927, durante le quali siamo “migliorati” (!):: infatti abbiamo bombardato i Libici con bombe al fosgene e all’iprite (D.R. Headrick, “Il predominio dell’occidente”, Il Mulino Ed.). No comment (n.d.r.).

Tripoli ieri, quando c’era “lui “

Appena arrivi all’aeroporto, tutte le scritte solo in arabo, compresa “Uscita”, e poi “non nominatelo mai, semmai dite “lui” … Per strada, ogni poche decine di metri, un “suo” ritratto, con le scritte in arabo sulla ricorrenza quarantennale del “suo” governo, alcune; sul “suo” recente accordo con l’Italia, altre. Le strade … larghe, quattro corsie per ogni senso di marcia, percorse da grossi SUV e da moltissimi taxi, un po’ scalcinati, colorati con i colori della Juventus, a tariffe bassissime e negoziabili. Si, infatti non vi è il TPL (Trasporto Pubblico Locale). Le strade più grandi e più centrali, in Tripoli, servono per gli “strusci” domenicali dei SUV, guarda com’è grosso il mio, io ce l’ho più grosso del tuo, e così via.  Non parliamo poi se c’è una partita di calcio! Panem et circenses al massimo grado!  I primi lavoratori che incontri, e poi anche tutti gli altri, non sono libici. Sono Afrikaner, Tunisini, Egiziani, etc.. Il Libico sta alla cassa. Viali, dicevamo, palme, colori incredibili: il bianco del cielo, l’azzurro delle costruzioni, il rosso delle nuvole… no, scusate, il contrario … e poi il rosso è dei fiori … le nuvole sono bianche …comunque avevate capito lo stesso, il fatto è che l’atmosfera che la brezza marina ti spalma addosso come fosse una crema solare, quasi ti ubriaca.  Le costruzioni: alcune modernissime, altre che ti pare di avere già visto, a Roma, a Venezia … ma si, è arte italiana, non c’è dubbio.  Le case “antiche” cioè quelle che sono sopravvissute ai grattacieli, sono, ognuna, circondate da un muro di cinta. All’interno oltre alla casa padronale, la casetta del custode-giardiniere-cuoco-autista-tuttofare. Quando va bene per lui ci sono circa €400 al mese di stipendio.  In una casa che si rispetti ci sono almeno otto condizionatori ed ogni elettrodomestico immaginabile. E tutto può essere messo in funzione contemporaneamente: il contatore (ma ve ne è poi uno?) non si ribella, non scatta, non interrompe il flusso della corrente, la quale comunque costa pochissimo. Evviva! Tuttavia dovrò ricordarmi di stare attento al mio rientro in Italia, e perdere subito questa cattiva abitudine.  Si mangia bene e di tutto: cus cus, pesce fresco, frutta meravigliosa. Al ristorante il cameriere si avvicina con sussiego e con un tovagliolo a cavalcioni dell’avambraccio, ti serve da bere, aspetta che tu degusti la bevanda e solo dopo il tuo cenno di approvazione (si, l’acqua è buona”) si allontana soddisfatto. Infatti acqua come Brunello di Montalcino e Champagne d’annata: ecco dove hanno imparato i Francesi a venderci la loro Perrier a prezzi superiori al nostro Barolo! Ma non solo acqua: ti servono anche una bevanda a metà fra succo di frutta e frappè, squisita, da sola vale un pasto.  Fuori dal ristorante, fontane: acqua, tanta, ovunque, senza alcun problema, per ogni uso. A Tripoli. A Bengasi dicono che non sia “altrettanto”, perché la città non è “altrettanto” “sua” amica. E ben lo si vede adesso …  Poi ci sono anche le fumerie, non di oppio, dicono, ma di tabacco, il quale però “non fa male” perché fatto pre bruciare su certi carboni e poi filtrato attraverso l’acqua, appunto, che ne assorbirebbe ogni effetto nocivo.  Le donne sono velate. in casa no. In casa poi vi sono due salotti, uno per gli uomìni ed uno per le donne. Le donne europee non portano il velo e per questo fatto non vengono perseguite. Sono europee, sapete, … lasciamo che facciano ….  Molti parlano italiano, i vecchi perché hanno vissuto, i giovani per via delle nostre televisioni.  Ho scoperto anche un Bar che ha mantenuto il nome italiano … “Bar …..-“ ora non mi ricordo, ma vi assicuro che è così.  La maggior parte delle imprese straniere che opera(va)no il Libia son o italiane. Ah, ces Italiens! (è francese, non si era capito?)  Turismo poco. Il visto costa(va) circa €400,00 chissà perchè? Infatti vi sono splendidi resti romani, intere cittadine, copie perfette di Pompei, quasi sulla spiaggia, una meraviglia … abbandonate a se stesse … tanto i visitatori sono così rari che non inquinano e non distruggono nulla. Vabbè … pazienza … anche noi in Italia siamo abituati ad un certo disinteresse per l’arte e la cultura, “che tanto non si mangia” diceva quel tale. Democrazia, libertà, diritti civili? “Non siamo attrezzati, ripassi fra qualche anno”.

Tripoli: cosa è successo, oggi?

Stazione del metrò “Chatelet”: il sacchetto della spazzatura responsabile della scoperta

Trascrivo da un appunto manoscritto dei Servizi Segreti Francesi, caduto fuori da un sacchetto dei rifiuti del metrò durante il mio recente viaggio a Parigi (vedi post del 28 ottobre 2012)

 

 

 

 

 

Inizia:

“Gli altri Servizi Occidentali non avevano avuto alcun sentore della rivolta libica. Noi si. Abbiamo preso esempio dalla guerra in Jugoslavia, quando i paesi occidentali creditori, preoccupati del fatto che la Serbia disponesse del più forte esercito europeo di guerriglieri, imposero a Milosevich di rientrare improvvisamente su tutte le linee di credito che gli erano state concesse. Milosevich suddivise l’onere del rimborso fra i vari stati della confederazione salvo scoprire che Slovenia, Croazia e parte della Bosnia non ne volevano sapere di rimborsare il debito che lui aveva contratto per armare il suo esercito serbo e per remunerare la sua burocrazia. E guerra fu, e non solo o principalmente per motivi etnico-religiosi. Dopo di che, quando si ritenne che l’obiettivo dell’autoridimensionamento dell’esercito serbo era stato raggiunto, noi mandammo aiuti alla Croazia dalla nostra legione straniera e in una settimana respingemmo i Serbi a casa loro.

Mirage

Ora poichè era opportuno scalzare l’Italia dal ruolo di partner leader della Libia, cos’altro di meglio che approfittare della rivolta, intervenire assai tempestivamente con i Mirage, mettere in crisi i protagonisti del baciamano, sconfiggere rapidamente il tiranno e poi passare alla cassa della Nuova Libia a riscuotere il premio?”

Finisce

Però, a pensar male … Ma qui il manoscritto si interrompe, la pagina risulta mangiucchiata dai topi, ha i bordi bruciacchiati come da una sigaretta: che dopo il pasto i topi si siano accesi una canna?


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