KATA’ CRIPTOVALUTE, CONTRO LE CRIPTOVALUTE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Febbraio, 2025 @ 7:34 am

Un certo “Signor Rossi” giapponese, Satosh Nagamoto, nome di fantasia che forse rappresenta un gruppo di persone, inventa questi “biglietti di una nuova lotteria”: i Bitcoin. Nel 2004 in USA un pizzaiolo accetta 10 bitcoin in pagamento di due pizze. Oggi sarebbe un milione di dollari USA. Da allora sono state creati circa 10.000 tipi di criptovalute: alcuni stati le vietano, molti le tollerano.

Le cosiddette criptovalute sono “bit” cioè impulsi elettronici creati da potentissimi sistemi software e acquistati tramite computer con procedure bloccate (blockchain). Più circolano, più sono usati e più sono richiesti, più cresce il loro prezzo. Si parla di prezzo, perché “valore” non ne hanno. Per intendersi, al contrario l’aria che respiriamo ha un grande valore e non ha prezzo.

9 luglio 2024: Fabio Panetta, Governatore della nostra Banca Centrale, relatore all’Assemblea dell’ABI-Associazione Bancaria Italiana, mette in guardia contro le criptovalute.
13 gennaio 2025: l’Amministratore Delegato di Banca Intesa, Carlo Messina, annuncia che la sua banca ha deciso un acquisto sperimentale di bitcoin (aveva preavvisato Bankitalia?)
USA: Biden contrario alle criptovalute. In previsione dell’elezione di Trump (favorevole ad esse) il 20 gennaio 2025 il Bitcoin ha superato il prezzo di 109.000 dollari USA.
Appena eletto, lo stesso Trump (e signora) emettono loro criptovalute personali.

Le criptovalute, una corsa alla scommessa al rialzo, finchè dura: infatti su questo stesso giornale (23 gennaio 2025) ho elencato le “bolle” finanziarie di questi stesso tipo (rialziste) scoppiate negli ultimi secoli, le quali – pare – non abbiano insegnato nulla: 1637, Olanda (bulbi di tulipano); 1870, Austria (azioni di società ferroviarie); 1929, USA (eccesso di produzione agricola rispetto alla distribuzione); 1987, crisi asiatica (per eccessivo rialzo del dollaro USA); 2088, New York (mutui subprime Banca Lehman).

L’acquisto di criptovalute può portare forti guadagni (o perdite!) nel breve termine ad un certo numero di investitori che “facciano la mosca” cioè acquistino e rivendano rapidamente; successivamente può causare la perdita totale a moltissimi investitori in favore di pochi soggetti creatori-gestori delle criptovalute stesse.

Tuttavia vi è una serie ulteriore di gravi danni che il diffondersi di queste valute può arrecare al sistema finanziario, industriale, economico e politico mondiale. Infatti, sotto il profilo finanziario l’acquisto di criptovalute sottrae liquidità ai depositi bancari e quindi indebolisce la funzione istituzionale della banca che è quella di raccogliere diffusamente risparmio e finanziare altrettanto diffusamente famiglie ed imprese. Inoltre sottrae liquidità agli acquisti di titoli pubblici di debito e di rendita e quindi indebolisce la finanza pubblica. Ancora, la forte concentrazione e disponibilità di valute “vere” in mano agli emittenti di criptovalute – come pure la forte disponibilità delle stesse criptovalute – è in grado di orientare e finanziare la produzione industriale quanto a tipo di prodotto e luogo di fabbricazione. Ciò influenza e condiziona l’economia dei settori coinvolti ed anche degli Stati coinvolti.

In sintesi: ai governi della politica – espressione degli elettori – si sostituisce il governo della cripto-finanza espressione dei creatori delle criptovalute: mi piace definire questa involuzione come il trionfo di una nuova Spectre, l’associazione criminale che vuole impadronirsi del mondo, combattuta da James Bond.

Riccardo Lucatti – SiTrento