TRENTINO: IMMIGRATI, FORZA LAVORO, DESTAGIONALIZZAZIONE DEL TURISMO.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 28 Gennaio, 2025 @ 6:33 pm

La Provincia Autonoma di Trento non utilizza le risorse destinate a retribuire insegnanti che insegnino agli immigrati la nostra lingua, il che ostacola la loro integrazione. Inoltre, dalle decine di paesi nei quali si stavano inserendo, li ha concentrati tutti sulla città capoluogo. A seguito di ciò, gli aspetti da gestire si sono complicati e sono diventati problemi complessi della cui soluzione una parte dell’opinione pubblica attribuisce erroneamente la responsabilità al Comune.

Infatti, tale concentrazione; la difficoltà di reperire per tutti nella città capoluogo non si dice un alloggio, ma anche solo un tetto; i lunghi tempi (minimo sei mesi!) per ottenere un documento che consenta loro di poter lavorare, hanno creato tensioni che purtroppo incidono sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Ora, mantenere la sicurezza dei cittadini è compito degli organi centrali dello Stato; tuttavia l’incertezza creatasi a seguito dei citati interventi della Provincia potrebbero avere indotto tali organi a “rispettare troppo” la nostra Autonomia.

Il Comune capoluogo nel frattempo sta comunque attivando ogni mezzo a sua disposizione per cercare di risolvere alcuni aspetti del problema e i primi passi sono la corretta informazione dei cittadini e l’attivazione della collaborazione di tutte le associazioni di volontariato operanti in città. Inoltre – unendo in capo agli stessi soggetti il potere decisionale e la responsabilità dei risultati – il Comune potrebbe proporre alla Provincia e agli organi dello Stato la costituzione di  un Tavolo di Lavoro permanente per la gestione organica, unitaria e coordinata delle iniziative e dei mezzi finanziari necessari all’accoglimento, integrazione e formazione degli immigrati, quali lavoratori che potranno presto costituire la forza lavoro incrementale oggi mancante alle imprese che operano nella provincia.

Tale carenza per il Trentino può essere correttamente valutata pari a circa l’1% dell’incremento del fabbisogno nazionale di mano d’opera calcolato da Confindustria – per la sola industria produttiva – in circa 120.000 unità all’anno.

Per il Trentino occorre ovviamente considerare che la prima industria è quella turistica, la quale richiede un particolare tipo di addetti sufficientemente specializzati e disponibili alla stagionalità. Quest’ultima caratteristica aumenta la difficoltà del problema, almeno fino a quando il turismo non sia stato destagionalizzato, cioè fino a quando il Trentino non attragga turisti anche nelle due stagioni nelle quali è possibile e quindi auspicabile un loro incremento: primavera e autunno.  Il che – fra l’altro – consentirebbe di avviare rapporti di lavoro non più solo stagionali, bensì continuativi.

ALTO ADIGE

In alcune valli della Provincia di Bolzano, gli albergatori hanno procurato l’alloggio per tutto l’anno ai loro lavoratori immigrati bi-stagionali (estate-inverno) i quali hanno fatto arrivare le proprie famiglie e si sono ottimamente integrati. L’albergatore non ha più il problema della ricerca del personale nè della sua selezione nè della sua preparazione: il vantaggio è quindi reciproco. Inoltre quegli albergatori sono già organizzati per il processo di destagionalizzazione del turismo.
Per non parlare delle esigenze cicliche dell’agricoltura …