CRIPTOVALUTE? NO GRAZIE!

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 25 Gennaio, 2025 @ 6:59 am

Sembra che le crisi finanziarie degli ultimi secoli non ci abbiano insegnato nulla.

1637, Anversa. La crisi dei tulipani. Corsa all’acquisto dei bulbi dei quali era iniziata l’importazione. Per un carico di bulbi prezzi al rialzo fino a 3000 fiorini (prezzo di 24 tons di grano). Due giorni dopo all’asta di Harlem non si presenta nessun compratore e la crisi scoppia mandando in rovina migliaia di investitori.

1870, Vienna. Tutti a indebitarsi per acquistare azioni delle società ferroviarie. Convenzionalmente si data l’8 maggio 1873 quale primo venerdì nero della borsa. Il crak è del 18 maggio 1873: l’economia crolla, emigrazione come unica via di salvezza.  Negli anni dal 1850 al 1874 Vienna rilasciò 4061 Passaporti per gli USA. Nel solo 1875 ne rilasciò 4.974 di cui il 97,2% ai soli Trentini.

1929, New York. Crescita abnorme della borsa dal 1922: indice azionario salito dal 63,0 al 381,17. Tutti ad acquistare azioni. Poi il 24 ottobre 1929, 13 milioni di azioni furono vendute senza limite di prezzo, ribasso del 12,5% in poche ore. Panico. Indice Dow Jones in calo del 40%, inizia la grande depressione.

1987, Asia. Miracolo economico condizionato all’ancoraggio delle valute al dollaro il cui rialzo riduce di molto le esportazioni.  1987, svalutazione del bath Tailandese, fuga di capitali all’estero. Le borse dell’area a -50%. Il 19 ottobre 1987 il Dow Jones crolla del 22,6% in una sola ora. Le borse seguono a ruota; Sydney -42%, Hong Kong -45%, borse Europee – 30%.

2008, New York. I mutui subprime e la Lehman.  Mutui ipotecari di fatto non assistiti da adeguata garanzia immobiliare; crediti bancari venduti a blocchi a catena da una banca all’altra fino, poi frazionati e rivenduti ai risparmiatori fino a quando nel 2008 la banca Lehman (una delle più grandi in USA) dichiara l’insolvenza. La crisi dura 4 anni.

2025, USA e non solo. Trump  sostiene le criptovalute.TORINO: una grande banca italiana acquista criptovalute. Le terrà in portafoglio, poi le rivenderà frazionatamente a tanti investitori. Probabilmente lei avrà un forte utile. I suoi acquirenti potranno rivendere le cripto con altro utile etc. fino a quando gli ultimi acquirenti (o l’ultima banca) resteranno con il cerino acceso in mano.

Riccardo Lucatti, Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia Mista ITALIA VIVA TRENTINO