FINANZA MISTA STATALE-COMUNALE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2024 @ 6:26 amRagionamenti dai confini dell’Italia, ovvero dal Trentino Alto Adige: Pier Luigi Celli, top manager, imprenditore e scrittore saggista, invita a valorizzare i contributi delle periferie: aziendali e non solo.
LA ININTERROTTA CATENA DELLA FINANZA MISTA PUBBLICO-PRIVATA ITALIA 2024 (cifre arrotondate)
Ricchezza finanziaria privata 5500
Debito pubblico 3000
PIL 2255
Uscite fin. per rimborso capitale debiti pubbl. 328
Uscite fin. per interessi su debiti pubbl. 97
La “catena della finanza” è ininterrotta: se la finanza pubblica statale va male, a catena va male la finanza pubblica di Regioni, Province, Comuni. Finanza pubblica e privata sono interconnesse. La finanza è sempre “mista” all’economia. E se va male la finanza pubblica, la finanza privata va all’estero, sotto varie forme (denaro, investimenti, imprese) e vanno male i servizi pubblici centrali (sanità in testa) e i servizi pubblici locali.
Ai cittadini si parla di
– “riduzione” del deficit, cioè dello sbilancio finanziario, che però ovviamente non arriva a generare nuove disponibilità finanziarie
– riduzione dell’aumento” del debito o di “graduale riconduzione del debito entro i parametri UE”.
Il cittadino “comune” di ogni Comune ovvero non esperto di finanza e tanto meno di finanza pubblica, è catturato dalle parole che “vuole sentire che siano dette”, quelle che lo rassicurano.
Occorre invece intervenire sui numeri, sul debito pubblico centrale e locale; sugli investimenti sociali e su quelli produttivi.
1) Sui numeri: ove si computasse nel calcolo del PIL il lavoro familiare (che è soprattutto femminile), il PIL crescerebbe di circa un quarto del PIL nazionale (CEI, Per il lavoro, Laterza, Roma 2013, cap. 3 – Citazione di Stefano Zamagni in “Laudata Economia”, Ed. Fond. Don Lorenzo Guetti VITREND 2020, pag. 39)
2) Sul debito pubblico centrale, indirizzando volontariamente la ricca finanza privata italiana ED ESTERA verso il nostro settore pubblico con l’emissione di Titoli Irredimibili Rendita (vedi all. 1).
3) Sul debito pubblico locale, prepararsi alla eventuale necessità di indebitarsi a causa della crisi della finanza centrale con l’emissione di BOC, BOP, BOR (vedi all. 2)
4) Con la nuova finanza generata da quanto sub 2) e 3), sostenere i servizi pubblici (sanità in testa) e investire in progetti produttivi di utile economico soprattutto privato e di nuova finanza soprattutto pubblica.
ALL. 1 – TITOLI PUBBLICI IRREDIMIBILI RENDITA non di debito.
Il Tesoro non ha l’obbligo restituire il capitale investito, ma lo remunera con un tasso più elevato di quello dei titoli pubblici di debito in essere: si tratta di uno “swap” finanziario: lo Stato si riceve un capitale e cede una rendita. – – L’espressa esclusione del diritto unilaterale di riscatto da parte del Tesoro emittente fa sì che questi titoli possano essere classificati Titoli Rendita e non di debito.
– Il maggior flusso dei pagamenti dovuto al maggiore rendimento è assai più che compensato dalla mancata restituzione dei capitali.
– Il tasso di rendimento in parte fisso e in parte variabile che mantiene il loro valore di mercato al nominale.
– Ove l’investitore volesse rientrare del suo capitale, si presenta alla Borsa Valori come venditore. In quella sede può trovare, come compratore, oltre ad altri investitori, lo stesso Tesoro, ove quest’ultimo volesse ridurre il volume dei propri titoli in circolazione.
– Se emessi in sostituzione (sempre volontaria) di tranche di titoli di debito pubblico in scadenza, riducono il livello del debito pubblico senza ridurne la disponibilità finanziaria.
– Ogni altra nuova emissione aumenta la disponibilità finanziaria del Tesoro senza aumentare il livello del debito pubblico.
L’emissione di questi titoli deve essere accompagnata da un concreto piano di investimenti in servizi pubblici e soprattutto di investimenti strategici e/o produttivi, quale potrebbero essere, a solo titolo di esemplificativo,
– il finanziamento di Regioni, Province, Comuni
– l’aumento delle pensioni minime
– l’accoglimento e la formazione dei giovani immigrati
– un rilancio del settore agricolo
– una riorganizzazione e riproposizione dell’industria turistica
– il finanziamento della Sanità pubblica;
– l’avviamento del Piano Italia Sicura di Renzi-Piano
– la sistemazione della rete idrica in Sicilia
– la gestione della eventuale riconversione industriale (ad esempio, automobilistica)
– etc.
In luogo dei Titoli Irredimibili, il governo Meloni ha rifiutato i 37 miliardi del debito MES Sanitario che sarebbero costati solo l’1% l’anno ed emette i titoli di debito “Valore” (riservati agli Italiani!?) che costano il 4% l’anno.
ALL. 2 – BOC, BOP, BOR
Titoli di debito “locali”: Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali, previsti dall’art. 35 della legge finanziaria 23 dicembre 1994 n. 724.
Sono emittibili da Enti pubblici con certe caratteristiche di bilancio, a fronte di specifici progetti esecutivi.
Sono remunerati un punto oltre il livello dei titoli di debito del Tesoro. Hanno durata non inferiore a 5 anni.
Sono convertibili in azioni della SpA di scopo creata per la realizzazione dell’investimento.
Non è scritto che possano essere sottoscritti solo dai residenti nella zona nella quale di effettua l’investimento! Quindi in Trentino, potrebbero essere offerti ai moltissimi turisti, reclamizzati dalla rete alberghiera e vendibili dalla rete delle banche presenti nel territorio. Penso soprattutto alla clientela estera molto facoltosa delle stazioni sciistiche “alla moda” tipo Madonna di Campiglio.
E penso alla possibilità del cofinanziamento privato di una SpA comunale multiservice per la realizzazione della nuova cabinovia Trento-Monte Bondone, molto attrattiva sotto il profilo del risultato economici ove inserita in un piano di destagionalizzazione del turismo con la creazione del TRENTINO ALTO ADIGE BIKE SAFARI (progetto che può ben partire dall’ iniziativa dei due Comuni Capoluogo!) , da collegarsi all’esistente TIROL BIKE SAFARI austriaco che da anni ha messo in rete oltre 700 km di ciclo discese: una nuova Euroregione dal turismo destagionalizzato!
CONCLUSIONI
1) Soprattutto in un periodo di Finanza Statale difficile, non conviene ragionare della finanza dell’Ente Originario (il Comune) senza collegarsi alla finanza degli Enti Successivi (Provincia, Regione, Stato, UE).
2) Il concetto di “rete dei turisti potenziali acquirenti di titoli pubblici locali di debito”, può essere esteso alla “rete di tutti i milioni di turisti del Museo a cielo aperto Italia”, per offrire loro i Titoli Irredimibili Rendita del Tesoro.
3) Non è detto che si debbano realizzare tutte le idee-proposte di cui sopra, ma è utile approfondirle tutte e – se del caso – realizzarle almeno in parte oppure non dare loro attuazione alcuna, ma solo a ragion veduta.
F.to Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ITALIA VIVA TRENTINO, partito aderente alla lista SI TRENTO componente di una coalizione per la rielezione del Sindaco FRANCO IANESELLI.