LE “DIMENSIONI” DEL TERRITORIO TRENTINO ALTO ADIGE

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 19 Dicembre, 2024 @ 9:37 am

Orizzontali, quelle dei laghi e delle piste ciclabili di fondo valle.
Verticali, quelle dei moltissimi dislivelli montani.
Elettorali, quelle delle due Provincie Autonome e dei loro Comuni.

Qui da noi in Trentino Alto Adige ci manca la dimensione politica elettorale regionale, la quale di fatto è una dimensione politica e storica bi provinciale. Ciò produce due effetti:
– sotto il profilo interno, riducendo ciascun ambito, esalta una sorta di contrapposizione interna più diretta fra le elezioni provinciali e quelle delle rispettive città capoluogo;
– sotto il profilo esterno, ciascuna Provincia tende ad affrontare i problemi regionali in modo “diluito”, ovvero condividendone la responsabilità con la Provincia “sorella”, oppure, ad opera di ciascuna delle due province, non sempre impostando un problema con valenza “direttamente” regional-biprovinciale.

Al che sorge una domanda: come potrebbe essere meglio attivata una dimensione funzionale regional-biprovinciale? Io credo di poter intravedere due strade.

La prima via passa attraverso un dialogo diretto fra le due Città Capoluogo su specifici progetti che, innescati da una delle due città, previo accordo con l’altra, possano innescare un progetto progressivamente provinciale, regional-biprovinciale, interregionale.
Questo è il caso della nuova Cabinovia di Trento – Monte Bondone che con la vendita dei dislivelli anche in primavera e in autunno destagionalizzerà il turismo e attrarrà moltitudini di cicloturisti e ciclo escursionisti, dando l’avvio alla creazione del Trentino Bike Safari. Ciò, sull’esempio di quanto ormai da anni avviene con successo in Austria con il Tirol Bike Safari che ha messo in rete ben 700 km di ciclodiscese!
Infatti, collegando il Trentino Bike Safari al territorio bolzanino (Sud Tirol Bike Safari) ed alla citata esistente offerta austriaca si creerà una meta cicloturistica euroregionale di fama mondiale!

La seconda via – non alternativa ma potenzialmente concomitante alla prima – passa attraverso la revisione quanto meno operativa dei compiti fra la Provincia e la Città capoluogo sulla base di un principio: in relazione a specifici problemi, con il ricongiungimento in capo allo stesso soggetto del potere decisionale e finanziario e della responsabilità dei risultati.
Un caso esemplare è la gestione dell’immigrazione, dell’accoglimento degli immigrati e della loro preparazione quale forza lavoro necessaria a soppiantare gli effetti della nostra crescente denatalità.
Esattamente all’opposto di come si opera oggi, in quanto la Provincia ha assunto due decisioni “di potere”:
– ha rimandato a Roma i fondi ricevuti per retribuire insegnanti locali che insegnassero agli immigrati la nostra lingua e la nostra educazione civica;
– ha concentrato sulla Città Capoluogo tutti gli immigrati, prima collocati in modo decentrato nelle diverse valli.

Dopo di che, si tende a scaricare in capo alla Città Capoluogo ed al suo Sindaco la responsabilità dei problemi che derivano da queste due decisioni, primo fra a tutti quello della sicurezza della città, per di più “dimenticando” il ruolo istituzionale che compete al Ministero degli Interni e alle Forze dell’Ordine nazionali.

Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di Lavoro Finanza ed Economia mista di ITALIAVIVA TRENTINO partito della lista SI TRENTO, e membro della Commissione “Contenuti” di una delle Coalizioni che sostengono la rielezione del Sindaco FRANCO IANESELLI.