POLITICA E FINANZA NON FACIUNT SALTUS
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2024 @ 8:24 amE ci risiamo con il latinorum, dirà qualcuno! Evvabbè, dopo che me lo hanno fatto studiare per tanti anni dalle scuole medie al liceo classico …. dai che ci sta! Comunque ora mi spiego. Tempo fa il signor Leibniz ebbe a dire che “natura non facit saltus”, cioè che esiste una continuità nell’evoluzione della natura: questa sua espressione viene ormai usata anche a prescindere dalla sua portata originaria bensì anche solo come strumento della dialettica, come in questo caso.
Mi spiego meglio. Le tornate elettorali avvengono in tempi e a “livelli” diversi: livello originario (elezioni comunali) e livelli ulteriori (provinciale, regionale, statale, europeo), tuttavia l’elettore è sempre uguale a se stesso, nel senso che è sempre quella stessa persona che entra nelle diverse cabine: quindi anche quando andiamo a votare alle “comunali” dobbiamo dare la preferenza a chi abbia già in quella circostanza questa nostra consapevolezza sulla continuità del pensiero e dell’azione della politica.
Lo stesso vale per la finanza. Per riparare un marciapiede rotto occorre disporre della finanza necessaria a pagare l’impresa e ogni Comune di rifornisce di risorse finanziarie attraverso quanto generato dalle sue SpA, dalle proprie imposte e dalle sanzioni comminate e dai contributi a cascata della provincia, della regione, dello stato, dell’UE.
E come la politica e la finanza non devono fare saltus, altrettanto dovrebbe avvenire per la “carriera” dell’homus politicus, nel senso che ogni persona impegnata attivamente nella politica dovrebbe formarsi attraverso un percorso graduale, così come in azienda prima di diventare Direttore Generale è molto meglio avere percorso e quindi conoscere tutti i settori e i livelli del percorso produttivo e organizzativo.
Purtroppo invece esistono politici e amministratori pubblici che hanno fatto i salti, ovvero che sono stati eletti o posti in posizione di governo grazie a un elevato numero di like! Ma si può? E invece dobbiamo evitare che la tecnica della commedia dell’arte nella quale si recitava in assenza di un copione, si passi alla “politica dell’arte” cioè ad una tragedia: la politica senza un copione preciso, nella quale politici improvvisati … improvvisano (appunto!).
(E LEGGETE ANCHE IL POST CHE PRECEDE QUESTO, DAI …)