DEBITO E FINANZA PUBBLICO-PRIVATA E SSN.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 21 Novembre, 2024 @ 6:29 am

Dopo le elargizioni demagogiche dei molti “condoni di fatto”, è il turno delle notizie diffuse dal governo circa il preteso buon andamento del Sistema Italia, le quali però contrastano nettamente con i numeri forniti da Confindustria, ISTAT, INPS, Sindacati, Bankitalia, Caritas.

A prescindere da ciò, è comunque chiaro che occorre invertire la crescita del debito pubblico, pena la prospettiva della nostra uscita dall’Euro. Pertanto occorre innanzi tutto ridurre la spesa, di cui una delle principali voci riguarda il SSN-Servizio Sanitario Nazionale e all’attuale governo non conviene certo dichiarare espressamente di volerlo abolire.  Ed ecco che, al fine di potere rispettare i limiti UE, il governo sta riducendo gradualmente tale spesa come pure quella per altri servizi pubblici.

Tuttavia, quando queste riduzioni non saranno più sufficienti, ci troveremo di fronte ad un bivio: l’azzeramento di fatto del finanziamento del SSN e di altri servizi pubblici oppure rischiare di essere messi fuori dall’Euro, il che comporterebbe una forte svalutazione della lira: il popolo sarà “costretto a scegliere” il minore dei due mali e subirà innanzi tutto l’azzeramento del SSN. A questo punto il governo ricorrerà al populismo, dicendo di “avere solo dato esecuzione all’unica, compatta volontà del popolo”.

Affermo questo perché incredibilmente – e non spiegabile diversamente! –  manca una programmazione completa e strategica del SSN, così come manca il ricorso a nuovi tipi di strumenti della finanza pubblica.

A quest’ultimo riguardo mi riferisco alla possibilità che lo Stato emetta titoli pubblici Irredimibili Rendita con la clausola della rinuncia al diritto di riscatto unilaterale, il che li farebbe riclassificare come titoli non di debito. Titoli molto attrattivi per la ricca finanza privata italiana ed estera a causa del loro maggiore rendimento.

Con la loro emissione si ridurrebbe il debito pubblico ed allo stesso tempo si aumenterebbe la liquidità del Tesoro. Inoltre correttamente si sposterebbe il problema dal solo aspetto statico-patrimoniale (livello del debito pubblico) all’aspetto dinamico-finanziario-programmatico-reddituale, attraverso nuovi investimenti in settori produttivi quali industria, turismo, agricoltura in parallelo a investimenti nella sanità pubblica, sui giovani, nel sociale, nel lavoro, nella cultura. Tutto ciò sarebbe possibile grazie alla maggiore disponibilità finanziaria pubblica generata dall’utilizzo della ricca finanza privata italiana ed estera apportata al Tesoro dagli acquirenti accorsi a sottoscrivere tali nostri titoli.

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Riccardo Lucatti, Responsabile del Tavolo di lavoro “Finanza ed Economia mista” di ITALIA VIVA TRENTINO.

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