INCONTRI – 18) ASILI NIDO FRANCESI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 16 Ottobre, 2012 @ 6:11 am

Detto altrimenti: guardiamoci intorno …

Maxim, Elena, David (F) e la "mia"  Sara (I)

Oggi si cambia “filone”. Ho ricevuto la visita di una mia carissima nipote, Cristina e di suo marito Manuel, con i loro tre splendidi bimbi. Lei è italiana. Lui francese, i bimbi … “entrambi”. Da  neo nonno di Sara, ho voluto chiedere a Cristina come sia la situazione degli asili nido sulla Costa Azzurra, dove loro due abitano e lavorano. Ed ecco la sua risposta:

Il nostro asilo è un piccolo asilo comunale. Apre alle 7,30 e chiude alle 18,30. Nel corso dell’anno chiude due settimane a Natale, una settimana in primavera e quattro settimane a metà estate. I bimbi “piccoli” che non camminano ancora stanno al primo piano e scendono in giardino solo la mattina. I “grandi” stanno in giardino quasi tutto il tempo.
Nei nidi di maggiori dimensioni i bimbi sono divisi in tre classi, grandi medi e piccoli e fanno anche delle attività, quali uscire in spiaggia oppure vanno in un negozio ad assaggiare – ad esempio – tutti i tipi di miele, oppure vanno allo zoo. Nel nostro non fanno nulla, a parte una parata mascherata a carnevale con i più grandi. In questa occasione le maestre chiedono a noi genitori di essere presenti a dare una mano, in quanto da sole non ce la farebbero a controllarli tutti. La legge francese stabilisce che vi sia un adulto per ogni cinque bimbi che non camminano o per otto che camminano. Poi c’è la festa di Natale. Viene presa in affitto una sala del comune e si organizza uno spettacolo con la distribuzione dei regali. In estate, altra festa con uno spettacolino per i più grandi. Un tempo c’era una mia vicina maestra di danza che andava a fare dei corsi di motricità o qualcosa del genere.
Costi: adesso che al nidone ho solo una  (Elena) e che mia suocera  la tiene al venerdi paghiamo circa 7-8% del nostro reddito mensile. Il costo dell’asilo è calcolato sui redditi, con formula degressiva in funzione del numero dei figli a carico. Quando ne avevamo due eravamo arrivati a pagare 20% del nostro reddito mensile, che se ci pensi  è un po’ pesante: c’è gente che fa il secondo figlio tre anni dal primo perché dice che due insieme al nido non puo’ permetterseli. Poi una parte del costo si puo’ dedurre dalle imposte, per un massimo di €1.150 per bambino all’anno. Per noi la deduzione vale circa circa 1/4 della spesa effettiva.
I posti al nido non è che abbondino, ma da quello che ho sentito dalle mie amiche italiane mi sembra che in Italia stiate peggio.
Qui da noi però ci sono le “nounous”, che è una parola “da bambino” entrata nell’uso comune anche per i grandi al posto di “nourrice”, che anticamente sarebbe la nutrice e più recentemente la babysitter. Se scegli una nounou agréée, lo stato ti paga i contributi, la “caisse d’allocations familiales” ti paga una parte degli stipendi (parte variabile secondo i tuoi redditi) e tu paghi quello che resta, che è un po’ più caro del nido ma presenta il vantaggio che la maggior parte delle nounous te li tengono anche se sono malati mentre all’asilo no. Però se è la nounou che si ammala o se è incinta devi arrangiarti e trovarti qualcuno nel giro di pochi giorni. Anche i posti dalle nounous non abbondano, bisogna organizzarsi per tempo e prenotarne una fin dai primi mesi di gravidanza. Le nounous possono avere un agrément per un massimo di quattro bambini, di cui almeno uno di più di tre anni (la materna al mercoledi è chiusa ed alcuni genitori mettono i figli dalla nounou, oppure se i bambini che vanno alla materna sono malati e la loro ex-nounou ha l’agrément per quattro bimbi, i malatini possono andare da lei finché non guariscono). Le nounous tengono i bambini a casa propria, e possono ricevere delle visite non preannunciate da parte di una specie di ispettori.
Poi ci sono le nounous non agréées, più o meno “clandestine”, che paghi meno ma non ti deduci nulla, che se non sono agréées un motivo ci sarà.
Esistono anche les crèches familiales, sono dei nidi più piccoli, che richiedono meno investimenti, credo che tengano da otto a dieci bimbi. Infine i genitori che hanno fortuna hanno una “crèche d’entreprise” nella loro azienda, che costa meno perché una parte te la finanzia l’azienda e suppongo che il posto per i figli un dipendente ce l’abbia di diritto”.

Grazie, Cristina, e complimenti per la tua bella famiglia!

P.S.: molto aprrezzabile l’orario, abbastanza prolungato e la retta rapportata al reddito (n.d.r.)