LO STRAVOLGIMENTO DI FATTO DELLA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE: SI SVUOTANO DI CONTENUTI GOVERNO E PARLAMENTO – LA PCM SI AUTO NOMINA GENERAL MANAGER CON I PIENI POTERI CHE VOLEVA SALVINI.

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Gennaio, 2024 @ 8:03 am

Questo attacco alle istituzioni ricorda
– il tentativo da spiaggia di SALVINI di avere i pieni poteri;
– il tentativo di Conte creare un gruppo di esperti esterni al parlamento per gestire “aumma aumma” i fondi del PNRR e di trasformare la democrazia parlamentare in democrazia diretta, cioè in una oligarchia.

SALVINI E CONTE FURONO FERMATI DA MATTEO RENZI, NON DIMENTICHIAMOLO!

Riporto in estratto da ilRiformista:

“… il 9 gennaio l’aula di Montecitorio approva il “Piano strategico Italia-Africa, cioè il Piano Mattei”. Che bella cosa …il Piano Mattei, la soluzione dei nostri mali, la risposta alle scommesse del futuro e alle miopie del passato. Bene, dunque, si parte. Il governo finalmente fa e dà risposte concrete.

“Esame del Piano Mattei”, recita il titolo della seduta. Ore 11, si comincia. Ma le belle speranze evaporano in fretta e il re resta nudo in pochi minuti, …. un clamoroso, ma anche pericoloso, bluff. La premessa del decreto è, come si diceva, alta e nobile … un fiume di parole per dire in buona sostanza che se il continente africano potesse conoscere il corretto sviluppo, anche il resto del mondo a cominciare dall’Europa e soprattutto dall’Italia, starebbe meglio. Per farla breve: Piano Mattei = aiutiamoli a casa loro.

Continuiamo la lettura visto che si tratta del testo di un decreto giunto alla votazione finale. Insomma, una legge dello Stato. L’articolo numero 1 individua gli ambiti di intervento del Piano Mattei, una mezza colonna che va dalla “cooperazione allo sviluppo alla promozione delle esportazioni e degli investimenti”, dall’ “approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali”, fino al sostegno all’imprenditoria e soprattutto quella giovanile e femminile”. Manca la pace nel mondo e l’abolizione della fame nel mondo, amore e salute per tutti ed è stata coperta tutta la gamma di anni di piani di sviluppo e cooperazione. Andiamo avanti con la lettura del decreto, alla scoperta del Piano Mattei.

L’ARTICOLO 2 PREVEDE LA NASCITA DELLA CABINA DI REGIA CHE È A PALAZZO CHIGI, PRESIEDUTA DA GIORGIA MELONI, allargata per grazia ricevuta al ministro degli Esteri, al ministro delle Imprese e del made in Italy e agli altri ministri e poi Ice, Sace, Cassa depositi e prestiti e poi “i rappresentanti delle imprese a partecipazione pubblica, dell’università, della ricerca, della società civile e del terzo settore”.

SÌ, AVETE CAPITO BENE: NEI FATTI SI STA CREANDO UN GOVERNO PARALLELO CHE SI OCCUPERÀ DI INVESTIMENTI E SVILUPPO IN AFRICA AL DI FUORI, AL SOLITO, DEL CONTROLLO PARLAMENTARE E DELLE SINGOLE STRUTTURE MINISTERIALI. COMANDA LA PREMIER, LA CABINA DI REGIA COORDINA. IL PARLAMENTO SARÀ INFORMATO E AGGIORNATO A COSE AVVENUTE UNA VOLTA ALL’ANNO (ENTRO IL 30 GIUGNO) QUANDO POTRÀ LEGGERE LA RELAZIONE ANNUALE.

Questo giochino andrà avanti “almeno quattro anni” e avrà un proprio staff con due dirigenti generali, due dirigenti e “un contingente di esperti”. Per tutto questo è autorizzata la spesa di circa tre milioni a partire dal 2024. Dunque, riassumendo: il Piano Mattei consta di nuovi incarichi, nuove poltrone, nuova spesa corrente, carta bianca sulle operazioni di cui non si ha mezza idea. C’è da stropicciarsi gli occhi e tirarsi qualche pizzicotto per capire se si sogna o siamo desti.

Il dibattito in aula è un’utile doccia fredda.

– I gruppi di maggioranza non tentano neppure mezzo intervento.
– Il viceministro Cirielli siede sul banco del governo aggrappandosi al silenzio per coprire il nulla di ciò che l’aula sta approvando.

Diamo qui conto di qualche intervento delle opposizioni, in pratica le uniche voci che si sono alzate nella lunga giornata d’aula, e che hanno agito per una volta all’unisono, come un corpo solo.

– Benedetto della Vedova (+Europa): “Stiamo votando una cabina di regia vuota della cui azione non conosciamo i contenuti, i target, i fondi per realizzarli. Né ora né mai”.

– Federico Fornaro (Pd): “Non trovo altre parole per definire questa roba: un inutile forse dannoso specchietto per le allodole, il solito strumento di propaganda”.

– Faraone (Italia viva): “Questo decreto svuota le deleghe e i compiti del ministero degli Esteri, dell’istituzione della Farnesina e della sua tradizione diplomatica, apre a percorsi sconosciuti ai più e clientelari”.

– Fratoianni (SI): “Scopriamo che la Commissione esteri terrà audizioni sul Piano Mattei ma dopo la votazione del decreto. Abbiamo superato il ridicolo”.

– L’ex ministro Enzo Amendola (Pd): “L’unica cosa che sappiamo è che Coldiretti, senza alcuna gara pubblica, farà i corsi ai contadini africani. Voi non avete idea di cosa sia l’Africa, della complessità di quel continente dove tutto cambia molto in fretta”.

– Così come, secondo Bruno Tabacci, ex sottosegretario del governo Draghi, punta il dito contro l‘aula: “Non solo non sapete cosa sia l’Africa, neppure avete idea delle politiche di quel grande italiano che si chiamava Enrico Mattei”.

– Lia Quartapelle (Pd): “Quale il ruolo delle popolazioni africane?”. Il problema (cit. Provenzano) è che “anche una scatola vuota come questa può fare del male”. Ecco il Piano Mattei, “già in fase avanzata” come ha spiegato la premier pochi giorni fa in conferenza stampa”.

(Claudia Fusani -ilRiformista).

Di mio aggiungo:

  1. non è possibile il ricorso alla Corte Costituzionale per violazione dell’ordine istituzionale sancito dalla nostra Costituzione?
  2. la dimensione limitata dell’eventuale concreto intervento italiano è assolutamemte “fuori scala” rispetto alla dimensione enorme del fenomeno che di vuole gestire. Occorre una UE POLITICA ed un suo intervento.

P.S.: In parallelo all’imitazione dei tentativi di Salvini/Conte rispettivamente di avere i pieni poteri/gestire il denaro pubblico in privato (TENTATIVI BLOCCATI DA MATTEO RENZI, NON DIMENTICHIAMOLO!)…. in parallelo a ciò FdI sta cercando di copiare un altro stratgemma, e cioè: dopo avere vinto grazie alla coalizione di appartenenza, cerca di agire a prescindere dalla colizione. Lo dimotrano le tensioni-quasi-rotture interne in Trentino Alto Adige, Sargegna e Sicilia. Sono espressioni di una politica-passatista già viste anche in altri ambiti politici, che la dicono lunga: se manca il rispetto delle regole interne alla coalizione di appartenenza, quale rispetto potrà mai esserci da parte di costoro per le regole che riguardano i rapporti con i soggetti di altre forze politiche e, quel che è peggio, per la democrazia parlamentare?