FONS FERSINEAE (parafrasando Orazio)
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 15 Gennaio, 2023 @ 4:39 pmPOST 5014 –
Orazio, Carmen III, 13 – L’inno del poeta alla fonte Bandusia nel podere in Sabina avuto in dono dal suo mecenate Mecenate, nel 33 a.C.. nelle vicinanze dell’attuale paese Vicovaro, ove scorre il fiume Licenza, affluente dell’Aniene, alle pendici del Monte Lucretile.
- Questi versi mi sono venuti in mente due gennai fa, mentre mi aprivo la strada fra le neve nel bel Viale Trieste, a Trento, davanti a casa mia, lungo il quale scorre il FERSINA, in dialetto la Fersena. Un fiume che ho imparato a conoscere e soprattutto ad amare.
- Gennaio: la neve è ferma, limitato il fluire dell’acqua, i rami spogli protesi sul suo corso che poi, lentamente si arricchiranno di gemme, della fioritura, delle fronde. La neve cambierà vestito e diventerà un liquido manto d’opale: più ricche le cascatelle, più bianche le piccole onde.
- Fersina: Per vederti mi basta ascoltare il canto del franger dell’acqua: dalla sua tonalità, dal suo fragore mutante riconosco la portata del momento, dell’ora, del giorno. Non se n’abbia a male Orazio né i suoi colti estimatori del furto dei suoi versi che ho contaminato – adattandoli – per esprimere uguali sentimenti.
O fons Bandusiae, splendidior vitro,
dulci digne mero, non sine floribus,
cras donaberis panem …
O fonte Fersinea, più trasparente del cristallo
degna di dolce vino puro, non senza fiori,
domani recherai in dono pane secco,
del quale l’acque ciberan pesci d’opale.
Te l’ora insopportabile della Canicola infuocata
non riuscirà a toccare, tu amabile frescura
a noi stanchi per la clausura
offrirai qual popolo vagante.
Ormai sei tu uno dei fiumi famosi,
incoronato da chiome dondolanti
sovra tue rocce, donde mormoranti
balzano l’acque.
GRAZIE, FERSENA!