IL PIL QUESTO SCONOSCIUTO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 7 Novembre, 2022 @ 2:26 pm(Estratto dall’ articolo a firma Gianluigi De Marchi, pubblicato su “il Torinese” del 17.10.2022
INIZIA
“Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un Paese in un dato periodo di tempo. I beni e i servizi che entrano nel PIL sono valutati al valore di mercato, cioè ai prezzi a cui sono venduti. I prodotti considerati sono quelli finali, cioè quelli venduti e consumati. Se una lamiera d’acciaio è utilizzata per fabbricare un’auto, non viene conteggiato il suo valore ma quello dell’auto. E valgono solo i beni prodotti, non quelli venduti (ad esempio valgono le auto nuove di fabbrica, non quelle usate).
Il compito di come calcolare, di cosa calcolare e di dove reperire i dati è stato affidato all’ l’ISTAT. Per la produzione industriale o agricola, in teoria nessun problema: si prende il fatturato di tutte le aziende, si sottraggono i costi di approvvigionamento delle materie prime ed il valore è pronto. Ma per quanto la metodologia sia “rigorosa” (ed infatti è sottoposta a precise procedure, omogeneizzate a livello europeo, per facilitare i confronti), è pur sempre frutto in gran parte di stime o di calcoli “ad occhio”.
Infatti, come si fa a determinare con esattezza il valore della produzione di centinaia di migliaia di unità produttive e come si fa ad essere certi della “depurazione” dei vari passaggi da un’azienda a un’altra? Pur con tutta la raffinatezza statistica e la potenza dei sistemi informatici, è impossibile considerare quanto viene prodotto in un mese in Italia.
Ancora: siccome dal 2014 nel calcolo del PIL sono state inserite anche stime del fatturato prodotto da attività illegali (traffico di droga, sfruttamento della prostituzione, contrabbando di sigarette ed alcolici sulla base di una decisione delle autorità internazionali che regolano le statistiche), il dato diventa ancor più impalpabile e difficilmente quantificabile. Quanto produce veramente la cosiddetta “economia sommersa” che, per sua natura, non emette fatture e non contabilizza nulla? Al momento del suo inserimento ufficiale nel PIL, il sommerso è stato stimato pari ad un valore di 187 miliardi (11% circa del valore “ufficiale”), mentre droga, prostituzione e contrabbando varrebbero circa 15,5 miliardi di euro.
Inoltre, una parte consistente del PIL è dato dalla Pubblica amministrazione per la quale, in via semplificata, si considera “reddito prodotto” la somma degli stipendi pagati. Quindi se, per assurdo (ma non tanto, data la massa enorme di dipendenti pubblici…), tutti gli italiani fossero assunti dallo Stato per timbrare pratiche, passare carte, rilasciare carte d’identità, ecc. il PIL crescerebbe ad ogni rinnovo contrattuale; ma, ovviamente, senza produrre nulla!
E che il PIL sia un’entità “manovrabile” lo ha dimostrato clamorosamente un fatto avvenuto una trentina d’anni fa. Era allora presidente del consiglio Bettino Craxi, che un giorno pensò bene di sollecitare una revisione dei meccanismi di calcolo del prodotto interno lordo. Risultato della “pressione”: l’Istat effettuò una rivalutazione del 17% che valse al nostro Paese la possibilità di «sorpassare» l’economia inglese”.
FINISCE
Da qui in avanti è “farina del mio sacco”. In molti miei post precedenti ho insistito a che l PIL fosse rapportato non solo al Debito Pubblico, ma anche alla disponibilità finanziaria privata. Ora aggiungo che occorre una revisione ed un controllo del sistema di calcolo del PIL.