LEONARDO SCIASCIA, Il giorno della civetta

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Ottobre, 2022 @ 6:40 am

Questo è il brano in cui il padrino mafioso Mariano esprime il suo rispetto per il protagonista del romanzo, il capitano dei Carabinieri Bellodi:

«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»

Pensate un po’ a certi personaggi politici odierni: molti sarebbero classificati da quel tale del romanzo di Scascia come “ominicchi” (v. sopra).