FINANZA BANCARIA, PUBBLICA, PRIVATA CON E SENZA DRAGHI

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Luglio, 2022 @ 1:07 pm

Premessa: abbiamo l’inflazione all’8-9%; l’incremento degli stipendi all’1%; la redditività dei risparmi in conto corrente bancario a 0 %: c’è il rischio che il risparmio privato sia attratto verso le criptovalute (“criminalvalute”). Posto il PIL = 1, abbiamo: debito pubblico = 1,6; risparmio privato italiano = 3,2. Prima o poi i nodi verranno al pettine.

La finanza, la tecnica di muovere i soldi: crearli, risparmiarli, movimentarli, spenderli, investirli.

Ruolo delle banche: raccogliere denaro e prestarlo a famiglie e imprese.

Le banche. Seconda metà anni ’70, crisi finanziaria, creditizia e valutaria fortissima, forbice fra tassi attivi e passivo bancari di quasi 10 punti: mai l’economia era andata così male, mai le banche così bene. Titoli pubblici a rendimenti elevatissimi. Alcuni imprenditori si indebitavano in banca e investivano in titoli pubblici lucrando sulla differenza dei due tassi.

Negli ultimi anni, le banche si sono (purtroppo, n.d.r.) messe anche a fare le finanziarie, con forti utili (loro) immediati e forti perdite (altrui) nel m/l termine.

Oggi qualche banca è (stata) inoltre in difficoltà anche per l’adozione dei sistemi SW che generano un surplus di personale.

La banca può essere in concorrenza con lo Stato quanto alla raccolta del risparmio privato.

1935: per riprendersi dalla crisi finanziaria del 1929 l’Italia emise 42 miliardi di lire sottoscritti in pochi giorni: tasso 5%, liquidazione semetrale, sottoscritto a 95 lire per ogni 100 di capitale nominale.

Il 20 agosto 2020 una nostra banca ha emesso 1,5 miliardi di propri titoli irredimibili al 5% ricevendo richieste per 6,5 miliardi! . Quella banca ha classificato quei titoli come proprio debito: infatti alle banche conviene classificarli così. In tal modo, lo Stato non li emette e non fa loro una fortissima concorrenza, visto che i titoli pubblici sono tassati (12,5%) o alla metà di quelli privati (25%).

Prima o poi i nodi verranno al pettine: infatti abbiamo l’inflazione all’8-9%; l’incremento degli stipendi all’1%; la redditività dei risparmi in conto corrente bancario a 0 %: c’è il rischio che il risparmio privato sia attratto verso le criptovalute (“criminalvalute”).

FANTA FINANZA: se Draghi fosse ancora Presidente del Consiglio dei Ministri, contando sulla sua enorme credibilità potrebbe proporre la riclassificazione da “debito” (classiifcazione errata) a “non debito” (classificazione corretta) di quei titoli e potrebbe lanciare Titoli Irredimibili Rendita Italia: l’Italia sarebbe il primo paese a fare un’operazione del genere e attrarrebbe molta finanza privata estera e italiana verso il nostro settore pubblico.

Prima o poi il problema si porrà ma qualsiasi governo non-Draghi che lanciasse questa operazione, non avrebbe assolutamente uguale successo.

P.S.: Titoli Irredimibili Rendita: rendimento quasi doppio dei titoli di debito a tasso variabile; sono tassati al 12,5% (se pubblici) o al 25% (se bancari); lo Stato non è obbligato a restituire il capitale anche se si riserva l’opzione del loro riscatto; il titolo può essere venduto in borsa; la loro emissione riduce il debito pubblico (soprattutto se emessi in sostituzione volontaria di titoli di debito in scadenza) e aumenta la liquidità dello Stato.

E se mi sbaglio, mi corigerete …