UN POSSIBILE FOCOLAIO: LA TRANSINISTRIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 3 Aprile, 2022 @ 6:15 am

Lo si apprende quanto meno da un libro: “EDUCAZIONE SIBERIANA”, riguardante la Transinistria, stretta lingua di terra moldava al confine con l’Ucraina.
Nicolai Lilin, autore e protagonista di questo libro pubblicato da Einaudi nel 2009, ha vissuto per molti anni a Tighina e racconta la sua infanzia, adolescenza e maturità nella presunta comunità criminale di origine siberiana (chiamati Urka) stanziata in Transinistria dopo la deportazione ad opera del regime di Stalin.
La Transinistria è una regione dell’ex Repubblica Socialista Sovietica Moldava, oggi Moldavia, autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma non riconosciuta da nessuno Stato.
La comunità di cui fa parte è regolata da leggi interne non scritte ma rigidamente osservate, pena l’espulsione dalla comunità stessa. Esistono i divieti assoluti di stupro e strozzinaggio; lo spaccio di stupefacenti, i furti e le rapine sono consentiti se compiuti nei confronti dello stato e dei ricchi; l’omicidio è autorizzato se “legittimato” da una giusta causa. L’omosessualità attiva e passiva in carcere è proibita.
Lilin descrive inoltre la complessa simbologia dei tatuaggi siberiani.
I membri della comunità siberiana si autodefiniscono “criminali onesti” e sono molto temuti in tutta la Russia, rivaleggiando con gli appartenenti a “Seme nero”, organizzazione criminale potente e capillare ma considerata moralmente inferiore dagli Urka perché hanno ormai infranto qualsiasi regola e tabù e si sono livellati con le mafie del resto del mondo. Lilin descrive ancora che in aggiunta a queste due egemoni operano i loro traffici altre mafie etniche, come quella ucraina, quella ebraica e quella georgiana.