ITALIA VIVA: LA SENATRICE TRENTINA DONATELLA CONZATTI SULL’OMOFOBIA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 6 Novembre, 2021 @ 11:47 am
Care amiche e Cari amici,
voglio dedicare la riflessione di oggi a quella che ritengo una occasione persa per il nostro Paese: l’affossamento di una legge contro i reati d’odio per motivi legati all’omofobia.
Una sconfitta della politica e dei suoi strumenti essenziali quali la capacità di mediazione e di realismo, che si riflette inevitabilmente e drammaticamente sui diritti e sulla qualità della vita di tantissime persone che continueranno a esser perseguitate per la sola ragione di voler essere semplicemente se stessi.
Una sconfitta perché la mediazione e l’approvazione, non del ddl Zan ma di una buona legge, era ad un passo.
Lo stesso Alessandro Zan diceva «chi vuole tutto è perché non vuole niente» quando nella scorsa legislatura è stata approvata con una mediazione la Legge sulle Unioni civili. Una Legge su cui il Governo Renzi aveva posto la fiducia e che aveva ottenuto il voto contrario dei grillini: https://youtu.be/C0m4rFdXbRU.
 
I fatti

Forti di quella esperienza, le aperture di Enrico Letta alla mediazione sono state accolte da molti con favore.     Nonostante la richiesta di Letta, i Senatori PD hanno tenuto una linea del muro contro muro. In molti abbiamo cercato di persuadere che una buona mediazione su una legge giusta fosse meglio che nessuna legge. Ho provato sino all’ultimo a dire che chi poteva fare di più doveva fare di più: https://youtu.be/AfRrNEypjGc
Il risultato del muro contro muro è stato quello di esporre la legge alla “tagliola” che ne ha determinato l’affossamento.
L’affossamento del ddl Zan è infatti avvenuto a seguito della richiesta di Lega e Fratelli d’Italia di votare la “tagliola”, quella procedura parlamentare prevista dall’art. 96 del Regolamento del Senato, attraverso la quale è possibile richiedere di non passare all’esame di articoli ed emendamenti di un disegno di legge. La proposta ha ottenuto 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti.
Il risultato è che per i prossimi sei mesi non potrà essere ripresentato un nuovo testo di legge sull’argomento.
Una notizia di speranza è che Ivan Scalfarotto di Italia Viva ha già messo a disposizione il suo ddl per essere ripresentato al Senato ma ciò che deve cambiare è la capacità di fare politica.
 
La posizione di Italia Viva

L’Italia, nella classifica della Rainbow Europe map, è ferma al 23° posto su 27 Paesi rispetto all’adeguatezza del sistema legislativo alle politiche adottate per evitare tali fenomeni d’odio. Anche Eurobarometro conferma che tra i Paesi avanzati siamo agli ultimi posti.
Per questo Italia Viva ha votato «sì» alla Camera, ha votato «sì» in Commissione giustizia del Senato e ha votato «sì» in Senato per difendere questi principi da assurde pregiudiziali di costituzionalità. Abbiamo costruito poche precise ipotesi emendative per superare i nodi controversi, poter mediare e votare la legge contro l’omofobia.
Abbiamo votato contro alla tagliola.
 
Alcune riflessioni

Quel boato da stadio mi ha colpita come colpiscono le degenerazioni.
Col senno del poi si può dire che in Senato ha fallito la politica. Quella politica che piace a me, fatta di dialogo, di aperture e che arrivi alla concretezza dell’approvazione delle leggi.
Dichiarando la volontà di mediare senza poi aprire il confronto, è stato reso un pessimo servizio a tutte le vittime dei crimini d’odio.
Ma si è persa anche un’altra occasione importante. Approvare insieme una legge avrebbe emanato un messaggio forte: il riconoscere l’altro da sé e il rispetto per ciascuno per come è. Una battuta d’arresto dettata dalla peggior politica, quella che festeggia in Aula l’assenza di una legge contro l’omofobia. Ma una delusione anche da parte di quella politica che si accontenta di avere le piazze piene ma in aula fa il vuoto di voti.
I nostri ragazzi più giovani, i nostri figli adolescenti ci chiedono di non deluderli, di poter seguire una politica guardabile e ascoltabile, che permetta loro di avere un sogno.