Lettera aperta al Presidente della Giunta della PAT-Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Giugno, 2021 @ 1:07 pmDetto altrimenti: (nel nos dialet trentin) Quando la se ghe vol, la se ghe vol (che in romanesco si traduce quanno ce vo’ ce vo’) (post 4272)
Egregio Presidente,
ho 77 anni, risiedo a Trento. Le espongo il percorso ad ostacoli che io e mia moglie abbiamo dovuto superare per ottenere il Certificato di vaccinazione Covid-19.
Prima vaccinazione: Mezzolombardo, prima 22 marzo 2021; seconda vaccinazione: 31 maggio 2021. Il medico non mi rilascia alcuna ricevuta o codice e mi invita a passare alla cassa per ritirare il certificato.
Andiamo alla cassa: “La procedura non funziona, dove abitate? A Trento? Andate alla APSS”. E già qui osservo: il medico era in uno studio a 10 m di distanza e non era stato avvisato che la procedura non funzionava.
Ci rechiamo direttamente all’APSS di Viale Verona: “Dovete prenotare telefonando al n …”
Andiamo a casa: impieghiamo oltre 30 minuti di musichette per riuscire ad avere una risposta! Finalmente prenotiamo: mia moglie 8 giugno ad ore 10,35, io ad ore 10,40.
Ci rechiamo in Viale Verona alla palazzina C2 i previsti cinque minuti prima e aspettiamo per 40 minuti prima di essere ammessi ad entrare! Sole pieno, per fortuna “solo” 25 gradi, ma nessuna panchina, nessuna zona d’ombra. Insieme a noi in attesa signore in stato interessante, mamme con bimbi in braccio, persone anziane (io non mi reputo tale perché sono un ciclista ed uno sciatore praticante!). A questo punto mio chiedo: e se i gradi fossero stati 30? E se fosse piovuto o avesse fatto freddo e vento? Non basta dire “extra omnes!”: occorre assistere tutti quegli “omnes”!
Entriamo, ci fanno sedere in attesa: noto che dei quattro sportelli due sono “impresenziati”.
Finalmente è il nostro turno: “Ma … la vostra tessera sanitaria non è attivata, dovete acquistare un apposito lettore e poi… etc.. Oppure potete utilizzare la procedura Fast Trec, che vi chiede il codice che vi hanno rilasciato alla seconda iniezione (non ci hanno rilasciato nessun codice!) oppure inserire la data delle due vaccinazioni; oppure scaricare la App sul telefono …” Non siamo giovanissimi tecnologici, facciamo un po’ di fatica a capire … ci rispiegano tutto, alla fine io protesto vibratamente per tutte queste complicazioni non semplici da affrontare da parte di ogni cittadino. Arriva l’addetto alla sorveglianza e mi indica un cartello appeso al vetro: “FARE SILENZIO”. A questo punto lo sportellista dice: “Potete anche andare a farvelo rilasciare dal vostro medico di base”.
Saliamo al terzo piano, da nostro (veramente ottimo) medico di base, dr. Matteo Giuliani: siamo fortunati, è in studio, non sta visitando alcun paziente. Ciao Matteo, ciao Riccardo … in un minuto ci stampa i due certificati.
Osservo: il nostro medico di base deve occupare il suo tempo per stampare fogli di carta sottraendolo alla cura dei malati? Se è stato così semplice, non potevano rilasciare questo foglio chi ci ha vaccinato o lo sportellista tre piani sotto? Nei nuovi centri per la vaccinazione, hanno una stampante? E non mi si opponga che a causa della privacy … perché se si tratta di mette una firmetta liberatoria … dai, quante altre ne mettiamo già!
Vede, Presidente, è la mia seconda “odissea burocratica” in poco più di un mese, nel nostro profondo Nord Autonomo: la precedente l’ho vissuta per farmi rinnovare la patente di guida, anche se per ottenere questo eccezionale risultato ho dovuto coinvolgere il Direttore della Motorizzazione, dopo che mi era stato scritto che “I rinnovi sono tutti prorogati a fine anno, lei così facendo rischia di intasare lo sportello”. Ma come? Io evito di aggiungermi all’intasamento concentrato di fine anno e mi accusano di intasare gli sportelli? Ma se è proprio il contrario!
Insomma Presidente, digitalizzare il Paese va bene, ma prima cerchiamo di intervenire sui molti UCCS – Uffici Complicazione Cose Semplici.
La ringrazio, Presidente, per il Suo autorevole intervento che non mancherà di certo e La saluto.
Riccardo Lucatti