FINANZA PUBBLICA … PER NON TORNARE ALLA LIRA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 11 Aprile, 2021 @ 7:07 amDetto altrimenti: guai a noi! (post 4241)
In molti post affermo che il Recovery Fund sarà un forte contributo al rilancio del Paese e soprattutto al miglioramento della nostra produttivita’, ma che non risolverà il problema della crescita dell’indebitamento, per cui propongo l’emissione di titoli irredimibili rendita non di debito e la vendita dei beni immobili egli enti pubblici oggi non a reddito. ciò per rimandare/scongiurare una forte imposta patrimoniale, altrimenti indispensabile …
… per evitare che la mancata diminuzione del debito pubblico di circa 5 punti l’anno possa farci “espellere” dall’Euro.
In questi giorni: 1) Confindustria ha espresso la sua preoccupazione circa la sufficienza della ripresa; 2) io ho ritrovato un mio vecchio schema sull’andamento dei cambi della lira che avevo compilato il 31 marzo 1987 per il periodo intercorrente dal 1970 (cessazione degli accordi di Bretton Woods sul regime dei cambi fissi) al 1987.
Come si vede, rispetto alla lira, la moneta più stabile fu il FRF; A loro volta, il DM e il FRCH crebbero parallelamente di circa il 400%; il USD, partendo dal cambio più elevato (625 lire per dollaro) arrivò nel 1985 a toccare le 2069 lire per dollaro. L’ECU, Unità di Conto Europea (una sorta di “moneta” convenzionale utilizzata per mutui internazionali) dal 1982 al 1987 passò da 1258 lire a 1287 lire per ECU.
Negli anni ’70 a fronte di questa situazione, furono adottate in Italia le seguenti misure:
– Svalutazione della lira del12 %
– Feroce stretta creditizia …
– … per cercare superare la quale ci inventammo le “accettazioni bancarie” e le operazioni in pool revolving
– Costo effettivo annuo del denaro anche oltre il 35%
– Feroce stretta valutaria
– Obbligo di cessione all’UIC-Ufficio Italiano cambi la divisa estera ricevuta a fronte di esportazioni, al minor cambio fra la data di ricevimento e quella di cessione
– Obbligo di pagare le importazioni con conti a debito in divisa estera
– Obbligo per gli importatori di versare a Bankitalia in un conto in lire infruttifero bloccato per sei mesi la metà dei pagamenti fatti all’estero.
Io ho vissuto tutto ciò come Capo della Finanza Italia della STET, Torino/Roma, la finanziaria dell’IRI per l’elettronica e le telecomunicazioni: all’epoca la più grande SpA finanziaria del Paese.