RENZI, DA RECALCATI A STAINO

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 10 Febbraio, 2021 @ 4:06 pm

Detto altrimenti: Lettera odierna – al direttore de La Stampa Luca Fornovo – del mio amico Gianluigi De Marchi (mio co-genovese, naturalizzato torinese) co-autore del libro qui a fianco (prima edizione aprile 2020; seconda edizione dicembre 2020)  (post 4587).

Inizia

Ho molto apprezzato l’intervento lucido e documentato di MASSIMO RECALCATI sulla figura di Renzi e sul suo operato politico in occasione della crisi di governo, mentre non condivido per niente le osservazioni di oggi a firma di SERGIO STAINO. Il disegnatore, che da tempo ha perso la sua vis comica, espone una serie di considerazioni che confermano la correttezza del pensiero di Renzi, ma giungendo alla fine ad una condanna con motivazioni risibili basate solo sulla forma e sul “caratteraccio” del Matteo fiorentino.

Leggiamo alcune frasi di Staino: Renzi ottenne la candidatura a sindaco di Firenze “raccogliendo con intelligenza tutta quella voglia di cambiamento che fremeva nelle file degli elettori”, “la voglia di innovazione, la voglia di cuore e di sentimento che albergava in tutta la nostra gente portò a Renzi la segreteria del partito”; Renzi ha “la grande capacità di partire da considerazioni quasi sempre giuste e sentite nell’animo dei nostri militanti” e per finire l’apoteosi: “E’ chiaro che tutte le feroci critiche che ha fatto a Conte ed a quella strana accozzaglia dei 5 stelle sono più che giuste”.

Premesse straordinariamente corrette, giudizi più che lusinghieri sulla sostanza delle idee di Renzi, elogio della sua straordinaria capacità di capire gli orientamenti della base buttati al vento dal giudizio finale di condanna col drastico “Lui non ci serve”. Così il PD si autocondanna alle sconfitte peggiori, aggrappandosi a burocrati e professionisti della politica che ripetono stanchi slogan: è questo il disegno di Staino?

Gianluigi De Marchi

Finisce    (chi …?)