POLITICA A VELA 2

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Gennaio, 2021 @ 3:52 pm

Detto altrimenti: il timoniere    (post 4572)

I soggetti del veliero: proprietario, armatore, comandante, timoniere. Talvolta il proprietario è anche armatore; talvolta il comandante è anche timoniere. Nel caso mio, durante i 25 anni di regate con il mio FUN Whisper ITA 526 nelle acque dell’Altogarda Trentino, nel 99% dei casi ho ricoperto i quattro ruoli contemporaneamente.

Nel caso del veliero Italia i cittadini sono i proprietari; i cittadini che vanno a votare, gli armatori; il comandante potrebbe essere il PCM ma … sa coinvolgere, motivare, utilizzare al meglio e coordinare tutto il suo equipaggio oppure tende ad escludere i marinai più esperti per paura del confronto?

Il timoniere (e qui esco dalla narrazione figurata) deve sì obbedire agli ordini del comandante, ma di suo deve avere la fingerspitzengefhul, cioè deve “sentire” la barca, il vento, il timone, l’onda con la stessa tempestività, sensibilità e precisione che si ha quando si accarezza una superfice di un materiale con la punta delle dita per capirne la natura.

L’attuale navigazione politica mi ricorda quella di un veliero lanciato a fil di ruota (vento forte in poppa piena), ovvero nella navigazione di gran lunga più difficile e pericolosa in assoluto, che deve seguire una rotta strettissima fra Scilla e Cariddi. Stabilito ciò, tutto è nelle mani del timoniere: tutti gli altri – comandante compreso – sono nelle sue mani strette sul timone. Guai se lo si distrae, guai se si pretende di dargli suggerimenti o peggio ordini. Ora, prima di mettersi in mare, occorre valutare se il timoniere – o il comandante, se si mette al timone – ha quelle capacità. Dopo sarebbe troppo tardi.