DEMOCRAZIA VERA (PARLAMENTARE) E DEMOCRAZIA DIRETTA DA POCHI (OLIGARCHIA)

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Dicembre, 2020 @ 7:52 am

Detto altrimenti: repetita iuvant    (post 45169

Il termine “democrazia” nei secoli ha assunto tre significati diversi: potere sul popolo (il democrator era il dittatore); strapotere del popolino; potere del popolo. Ma oggi … di quale popolo? Perché se si trattasse del popolo della rete, quello dei clik per capirsi, saremmo regrediti al significato precedente. E invece, potere del popolo è il potere di tutti i cittadini che lo esercitano attraverso “partiti organizzati in forma democratica” (art. 47 delle Costituzione) e attraverso i meccanismi e le procedure del parlamentarismo.

I cittadini sono gli “azionisti” dello Stato, i padroni dello Stato che governano attraverso una catena di mandati: cittadini, partiti, parlamentari, governo.

Oggi assistiamo ad un duplice attacco alla catena della democrazia. Il primo, quello portato da chi – violando il citato articolo della Costituzione – vuole eliminare i partiti per organizzare i cittadini in movimenti, per cui la catena della democrazia diverrebbe la seguente: movimenti, parlamentari, governo.

Il secondo da chi vorrebbe eliminare di fatto i parlamentari attraverso la loro riduzione a semplici esecutori della volontà dei movimenti espressa attraverso il seguente meccanismo: referendum propositivo con quorum molto ristretto + minor numero di parlamentari più giovani estratti sorte e vincolati dal vincolo di mandato + obbligo del parlamento di approvare le proposte referendarie in tempi brevi e senza modifiche. In tal modo la catena della democrazia sarebbe Movimenti – Governo, cioè dalle leggi speciali e (troppo) specifiche, fatte da poche persone ad un Governo obbligato a darvi esecuzione. Con il che la democrazia si sarebbe trasformata in democrazia diretta da poche persone cioè in oligarchia.

Fino a pochi giorni fa scrivevo questo processo come “trasformazione democratica della democrazia in oligarchia”. Oggi mi correggo: se non altro, la sostituzione dei partiti con i movimenti è contro la nostra Costituzione (Art. 47) per cui tutto il processo di cui sopra non è un processo democratico.