DA SEI MESI ITALIA VIVA …
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 23 Dicembre, 2020 @ 6:27 amDetto altrimenti: da sei mesi (luglio 2020) Renzi sta chiedendo a Conte di coinvolgere i Ministri e il Parlamento nell’utilizzo dei fondi del Recovery Fund. Ieri 22 dicembre 2020 per la prima volta i Ministri ItaliaViva hanno potuto conoscere alcuni progetti inseriti nel piano di utilizzo. Ad essi è stato fissato il termine del 28 dicembre 2020 (!!) per esporre osservazioni, critiche e contributi. (post 4112)
Ieri, dopo il video saluto per gli auguri di Natale, la nostra Senatrice Donatella Conzatti ci scrive:
Credetemi, io li capisco i filosofi del “tirare a campare”. Se ne stanno seduti comodi nella loro comfort zone a riparo da faticose riflessioni, da un impegno che richiede sacrificio. Da bravi passeggeri distratti non disturbano mai il conducente. Seguono i sondaggi come una una barca a vela segue il vento. Galleggiano, ma solo perché non sanno nuotare.
(Da velista regatante mi permetto di inserirmi: loro, passeggeri in barca a vela non in regata, la cui rotta è assolutamente a zig zag, tanto non ha una meta prefissata. Al contrario noi siamo l’equipaggio di una barca a vela in regata e regoliamo con impegno e con fatica le manovre per individuare la rotta migliore, quella che porterà la barca Italia vincente al traguardo).
Io li capisco, ma spero che ci perdonerete ma noi di Italia Viva… non siamo fatti così. Il ritornello che abbiamo sentito ripetere negli ultimi giorni è stato “Italia Viva vuole la crisi di governo”. Falso! Italia Viva non vuole la crisi dell’Italia, semmai. Proprio per questa ragione, con la chiarezza che è figlia della lealtà, abbiamo espresso le nostre preoccupazioni al Presidente del Consiglio e agli alleati della maggioranza.
Avevamo il diritto di chiedere che fosse la politica e non l’ennesima task force di tecnici “amici” ad assumersi le proprie responsabilità e a decidere come spendere le risorse del Recovery Fund? A giudicare dal fatto che siamo stati ascoltati direi proprio di sì.
Ed ancora, abbiamo il diritto di affermare che durante una pandemia drammatica, con gli ospedali spesso vecchi e inadeguati sotto pressione, con una campagna vaccinale alle porte e con migliaia di medici specializzandi fermi ai box, rinunciare per cecità ideologica ai 37 mld del MES per la Sanità è più di un’ingiustizia, è un crimine?
Abbiamo il diritto di discutere in merito a quali progetti intendiamo mettere in campo da qui ai prossimi dieci anni per ricucire il divario tra nord e sud, per realizzare infrastrutture degne di un Paese moderno, per investire su una scuola e un’università di qualità, per difendere il Made in Italy e rilanciare il turismo, per avviare la transizione ecologica, per preparare l’Italia ad un futuro sempre più tecnologico e digitale? Beh, io credo che non abbiamo solo il diritto, abbiamo il dovere di farlo!
Altro che capricci, sono questioni nevralgiche dalle quali dipende il futuro nostro e dei nostri figli. Di questo e solo di questo abbiamo discusso con il Presidente Conte. Senza nessun pregiudizio, ma con la ferrea consapevolezza che il destino dell’Italia conta molto di più di qualche poltrona. Ed è stato un incontro costruttivo. Un concetto deve essere chiaro a tutti: il momento che stiamo attraversando è un tornante della storia, ciò che facciamo adesso avrà ripercussioni per i prossimi decenni. Qualcuno ha detto che siamo dei rompiballe? Non lo so. So che non siamo mai stati interessati a tirare a campare e che sicuramente non siamo degli “indifferenti”.
Perché a me una cosa hanno insegnato: che è proprio l’indifferenza il peso morto della storia, non certo il coraggio di lottare per le proprie idee.
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