BUON NATALE, SIORA VERONICA!
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 22 Dicembre, 2020 @ 4:44 pm
Detto altrimenti: no raga, scialla, calma, non si tratta dell’ex moglie di quel tale Silvio, no … semplicemente di un “bragozzo”, un’antica barca da carico gardesana trasformata qualche anno fa in una barca per portare i turisti a zonzo sul Lago di Garda. (post 4111)
Ai suoi tempi la Siora Veronica non aveva motore e anche l’armo velico era diverso, a cominciare dal due alberi che non erano così inclinati. Chi li ha voluti così ha inteso replicare l’armo di una goletta, barca nata alle Bermude e che ebbe la sua massima notorietà al tempo della guerra degli Stati americani contro la loro madre patria Inghilterra. La caratteristica della goletta era di avere una chiglia sempre più profonda man mano che si sviluppava verso poppa (cosa che manca nella Siora Veronica), il che, insieme alle due grandi rande (vele da taglio) ed all’inclinazione degli alberi, le conferiva una grande dote boliniera, ovvero le golette stringevano molto il vento e lo risalivano a gran velocità, ragion per la quale attaccavano le grandi e lente navi inglesi da sottovento, cannoneggiandole per poi fuggire impunemente, imprendibili, di bolina.
Di queste storiche golette esiste ancora il secondo rifacimento della splendida Pride of Baltimore, che però è dotata di un ben celato e silenzioso motore diesel e che è dotata di due “gabbiole” cioè di due vele quadre che le sono di aiuto nelle andature “larghe”: infatti è una “goletta a gabbiole”, splendido legno che io qualche anno fa ho avuto la fortuna di vedere arrivare e ormeggiare a vela nella darsena del porto di Genova.
Da “Breve storia della navigazione a vela”, un mio scritto di qualche anno fa:
I futuri Stati Uniti d’America sono in guerra contro la ex madre patria Inghilterra (1812-1815), la quale è dotata di una flotta assai potente. E gli Yankyes si inventano le golette, copiate da barche bermudiane. Ne costruiscono ben 150. Si tratta di navi lunghe oltre 35 metri di cui circa 10-15 di bompresso. Due alberi molto inclinati, alcuni fiocchi a prua e due rande enormi. La chiglia continua, da prua a poppa, sempre più profonda, ed alta (cioè bassa) anche oltre l’altezza dell’opera morta (parte dello scafo fuor d’acqua). Pochi uomini di equipaggio (12), manovre di vele assai pericolose a causa della grande superficie velica di ciascuna randa, molto boliniere, dotate di pochi cannoni: 8 pezzi da 24 libbre (quattro per bordo), due pezzi da caccia da 6 libbre a prua (persino le navi mercantili erano armate meglio!). I cannoni da caccia avevano una portata di 250 metri a tiro radente e di 1.750 metri a tiro parabolico. Le golette giungevano da sottovento, di bolina, colpivano e fuggivano verso il sopravvento, sempre di bolina. Velocità massima: 2,5 volte la radice quadrata della lunghezza al galleggiamento, cioè circa 15 nodi, cioè 27 Kmh! Tuttavia, con onda, entravano in “surfata” o addirittura in planata e superavano i 20 nodi (36 kmh!), laddove la velocità delle altre navi si attestava intorno ai 5 nodi! Non male, soprattutto se pensate che si tratta di progetti del 1812 e che sviluppano queste velocità “controvento”. In allora imprendibili! Oggi, quasi imprendibili.