MOBILITA’ TRENTINA COME ERAVAMO
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 9 Dicembre, 2020 @ 9:43 amDetto altrimenti: riordinando casa … (post 4092)
… salta fuori un vecchio libro del 1958, “Il Trentino, aspetti di ambiente e di vita” a cura dell’Assessore alla Pubblica Istruzione e Artigianato Guglielmo Banal, essendo Presidente della Giunta Provinciale Riccardo Rosa. Nella presentazione Banal ci conferma che si tratta di una pubblicazione per le scuole, avviata dal compianto Comm. Giuseppe dal Rì, Provveditore agli Studi di Trento. Apro una pagina a caso (pag. 75) e incappo in un pezzo dedicato alla mobilità della Provincia, che riporto:
“Il Trentino non ha una rete ferroviaria particolarmente sviluppata: oltre i 77 km della Verona-Brennero e i 67 della Trento-Venezia, abbiamo la tranvia Ora-Predazzo (km. 51 di cui 25 nella nostra provincia) e quella in rifacimento Trento-Malè (inaugurata nel 1909, n.d.r.), il cui vecchio tracciato era di 71 km. …. La rete stradale: 423 km di Strade Statali, 533 km di Strade Provinciali, 1760 Km di Strade Comunali … resta il grande problema della Statale del Brennero, è allo studio un’Autostrada …”
Nulla si dice della Ferrovia Rovereto-Riva di km 28,5 che fu attiva dal 1891 al 1915 e dal 1919 al 1936 e del cui ripristino oggi finalmente si parla. Peccato! Ho iniziato da questa pagina aperta a caso perché oggi la mobilità è un tema all’ordfine del giorno. Ma procediamo con ordine. I capitoli del libro sono:
- Note di geografia, pagg. 9-77
- Appunti di storia trentina, pagg. 83-303
- Arte, pagg. 309-415
- Agricoltura, pagg. 423 -462
- Il bosco, pagg. 471-512
- Industria, Artigianato e Commercio, pagg. 521-533
- Il turismo, pagg. 541-582.
Molto significativo, a giudicare dal numero di pagine dedicato, è il peso specifico attribuito ad ogni argomento. In particolare nell’’ultimo capitoletto, quello dedicato al turismo, ben otto righe (!) sono dedicate alla bellezza del viaggiare in bicicletta e a pagina 565 è riportato l’elenco dei 21 impianti funiviari di risalita presenti in provincia. Come siamo cambiati, e come ancora possiamo e dobbiamo cambiare per sfruttare la risorsa sistemi ciclabili di valle e di montagna e il “dislivello” come prodotti turistici!