ETICA E FINANZA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 2 Dicembre, 2020 @ 5:47 amDetto altrimenti: una mia lettera al settimanale “Vita Trentina” (post 4085)
Gentile Direttore Andreatta,
io sono un laico credente, cioè accetto e rispetto le diversità e credo in Dio, ovvero sono alla continua ricerca della Sua Dimensione, pur conscio che essa non è totalmente raggiungibile (almeno) dalla (mia) ragione. Ho letto con piacere l’iniziativa del professore Stefano Zamagni sulla finanza ed economia etica: sul tema già nell’aprile scorso avevo dedicato ampio spazio in un mio libro sulla ricostruzione della finanza nel dopo Covid19, lavoro del quale sta per uscire la seconda edizione. Al riguardo mi permetto ora di sottoporLe qualche mia breve sottolineatura personale da “vecchio” uomo capo-azienda qual sono.
L’etica è qualcosa difficile da definirsi: a me piace rifarmi ad una delle leggi del Codice Hammurabi che recitava “non fare agli altri ciò che … fai agli altri ciò che …”, insegnamento ripreso un paio di millenni dopo da un’ Altra Persona. Tuttavia l’etica che non “è” religione. Infatti la (nostra) Religione “ha” un’etica, ma “è” Creazione e Resurrezione: the rest are details, direbbe Einstein, come disse subito dopo avere affermato che “avrebbe voluto conoscere il pensiero di Dio”.
Ma veniamo al dunque. Credo che l’etica nell’economia e nella finanza debba essere applicata in due ambienti molto diversi: il primo ambito, quello dell’ economia e della finanza internazionale, l’ambiente abitato dalle multinazionali e dai “Signori” della Finanza “pura”, quelli della catastrofe dei mutui subprime e della Lehman del 2008; il secondo, quello della finanza ed economia di azienda. Per quanto concerne il primo ambito, basta seguire le indicazioni della Persona che a mio avviso oggi è il miglior Capo Politico ed il migliore Economista-Finanziere che mai abbiamo avuto, tale Papa Francesco, in quanto propugnatore di princìpi che stanno alla base di qualsiasi sistema di relazioni umane in ogni ambito del vivere civile: cioè in ogni caso, del nostro Mondo.
Quanto al secondo ambito voglio scendere terra terra per affermare che, se non si vogliono seguire principi etici, almeno ci si dovrebbe comportare in un certo modo se non altro per un puro utilitarismo, nel senso che i primi e migliori fattore della produzione non sono il lavoro e il capitale, bensì la motivazione e la crescita delle persone che lavorano in azienda. In altre parole, “conviene” comunque rifarsi al princìpio del rispetto dell’Altro (e qui mi piace citare il filosofo del Volto, Emmanuel Lèvinas: “Il Volto dell’Altro ti guarda e si aspetta una risposta da te”) se si vuole un buon risultato. Ho scritto “risultato” e non “risultato economico” a bella posta: infatti il risultato di un’azienda è molto complesso, in quanto è allo stesso tempo economico, sociale, umano. D’altra parte l’etica che sto propugnando, ovvero l’ etica dei princìpi, da sola non va bene: infatti la sua esasperazione conduce all’integralismo, che in ambito economico finanziario ha condotto al comunismo il cui fallimento è storicamente dimostrato. Per converso anche all’opposto, l’ etica del risultato (economico, costi quel che costi!) non va bene, perché ci sta conducendo al cinismo, il cui fallimento a livello mondiale è anch’esso sotto gli occhi di chi abbia l’onestà di “vederlo” e non solo di “guardarlo”: mi riferisco allo scandalo dell’inaccettabile sbilancio nella distribuzione delle ricchezze del Mondo (di noi umani) e delle risorse della Terra (del nostro pianeta).
In medio stat virtus, dicevano i nostri padri antichi! Ovvero sta nel compromesso fra le due etiche, tenendo ben presente che il compromesso non è necessariamente un fatto negativo: infatti, come ottimamente ha sottolineato Paolo Mieli nel suo bel libro “I conti con la Storia – Per capire il nostro tempo” Rizzoli ed. 2013, accanto a compromessi sordidi, che vanno evitati, ve ne sono tanti onorevoli, quelli che “hanno fatto la Storia”. Ma questa sarebbe un’altra storia, appunto. Per approfondimento sull’economia e finanza aziendale etica, mi permetto di suggerire tutta la vita di tale Adriano Olivetti e recentemente il bel lavoro di Pier Luigi Celli “Il potere, la carriera e la vita – Memorie di un mestiere vissuto controvento!” Chiarelettere Ed. 2019.
La ringrazio per avermi letto.