RECOVERY PLAN & MES
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Novembre, 2020 @ 12:09 pmDetto altrimenti: No, caro Giuseppi no, così non va ... (post 4083)
Insomma, uno aveva deciso di dedicarsi alla poesia, alla vela … poi esce di casa, compera i giornali, li legge e s’in … quieta! Maccome, Giuseppi, non ti basta di essere il Principe dei DPCM? DPCM che vuol dire Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma anche “Dicci Perfavore Cosa Macchini”?
Parlo del RECOVERY FUND ancora senza un RECOVERY PLAN che tu vorresti redigere alla paesana, alla “mi, ti e ‘l Toni e poco più”, ovvero alla CGP-Conte, Gualtieri, Patuanelli + 6 tecnici. E gli altri ministri? E la collegialità del governo? MATTEO RENZI ha già detto che non accetta che i ministri siano commissariati.
La Francia ha presentato il suo piano un mese fa: 100 mldi di cui 40 finanziati. E noi?
Ma non finisce qui. Già … perchè ci sono i 37 miliardi di euri del MES che il M5S vuole che “si dica una volta per tutte che noi Italiani non useremo il MES, neanche quello sanitario”. E tu, Giuseppi, prendi posizione, tira fuori gli attributi, imponiti, decidi (ovviamente per il sì). Cosa? Quelli i 5S farebbero cadere il governo? Ma quando mai! E’ un bluff, vallo a vedere, Giuseppi! Dai, che anche Davide Sassoli, Presidente del Parlamento EU, ci sollecita e ci ricorda che l’Italia è l’unico paese che ancora non si è pronunciato sulla riforma del trattato istitutivo del MES.
Questa la devo dire: sono tanto grosse che uno si dice: “Avranno ben ragionato … ci deve essere una ragione di fondo che non ci è dati capire … ma se fanno così … loro che sanno le robe …”Come se ne esce? Raga, scusate se cito il latinorum (con traduzione): un celebre avvocato, qualche anno fa … si, mi pare che si chiamasse Cicerone, si … era proprio lui: per arrivare a capire questi misteri suggeriva di porsi questa domanda: “Cui prodest? Cui bono?” Ovvero, chi ci guadagna? A chi torna utile?
AGGIORNAMENTO DEL 1.12.20
RECOVERY FUND/PLAN – Sembra che il presidente Conte interesserà il parlamento sul Recovery Plan. Mi auguro che prima – come atto di governo – attenendosi alle linee guida dell’UE, scremi la moltissime propostine dal sapore acchiappavoti che sono state paracadutate dalla politica (locale e non, ma sempre con la “p” minuscola!) sul suo tavolo, e che porti in Parlamento solo i progetti significativi FRUTTO DELL’APPLICAZIONE DELLE REGOLE UE E NON DI UNA SCELTA POLITICO-DISCREZIONALE: altrimenti non se ne esce più! Altro accorgimento: l’UE finanzia PROGETTI CERTIFICATI non un semplice elenco di idee: quindi la Task Force di cui c’è urgente bisogno è un GRUPPO DI PROGETTISTI che possa TRASFORMARE LE IDEE-PROPOSTE IN VERI PROGETTI.