I BOND LOCALI UN’ILLUSIONE? DIPENDE …

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 29 Novembre, 2020 @ 4:20 pm

A seguito dell’intervento di Albino Leonardi su l’Adige 29.11.20 pagg. 1 e 39 (post 4080)

Concordo con Leonardi: non si deve aumentare il debito pubblico. Detto ciò, nell’aprile scorso usciva il libro da me scritto insieme a Gianluigi De Marchi “Ricostruire la Finanza” del quale ai primi di dicembre uscirà la seconda edizione. In quella sede, dopo avere brevemente analizzato le crisi economiche finanziarie degli ultimi secoli (con ampia rilevanza anche alla crisi 2008 dei mutui subprime della Lehman citata da Leonardi)  abbiamo messo in evidenza l’opportunità che gli enti pubblici tornino ad emettere Titoli di Rendita Irredimibili, cioè non di debito, meglio se finalizzati ad investimenti. Il discorso ha preso le mosse da emissioni dello Stato, ma si è allargato anche al livello UE e a quello degli Enti locali. Per comprendere la nostra proposta occorre tenere presente alcuni punti:

  • Il TIR, Titolo Irredimibile Rendita, non ha scadenza di rimborso quindi non è un debito e la sua emissione non aumenta il livello del debito pubblico. Allo stesso tempo aumenta la  liquidità dell’ente emittente.
  • E’ sottoscrivibile volontariamente. Se emesso in sostituzionedi scadenze di titoli redimibili, il TIR diminuisce il livello del debito pubblico.
  • I TIR assicurano all’investitore un rendimento maggiore dei titoli redimibili.
  • L’investitore può recuperare il capitate investito vendendo i titoli sul mercato.
  • Il valore del titolo può essere mantenuto aggiornato se il suo rendimento è legato in parte ad un tasso fisso e in parte a tasso variabile (ad es., Euribor + 1%)
  • Una emissione di TIR “privati” (a tassazione piena, quindi): 25 agosto 2020, Banca Intesa S. Paolo ha emesso due tranche di propri irredimibili 5% di 750 milioni cadauna, ricevendo solo per la prima tranche richieste per 6,5 miliardi.
  • Se TIR “internazionali” fossero emessi solo da alcuni paesi UE, essi raccoglierebbero i risparmi privati anche da paesi non emittenti.
  • Quanto ai titoli ”nazionali quasi TIR”,  guai se essi fossero  come aveva ipotizzato una certa parte politica e cioè “patriottici, ovvero “a lunghissima scadenza; esentasse; riservati agli Italiani” . Infatti, così facendo: 1) sarebbero sempre un debito; 2) sarebbero un regalo ai ricchi; 3) ammesso che l’UE de lo permettesse, riservarli agli Italiani avrebbe due conseguenze fortemente negative: a) escluderebbe l’apporto della finanza estera; b) drenerebbe pericolosamente i depositi bancari delle nostre banche.
  • Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali: previsti dall’ art. 35 della L.724 del 23.12, 1994. Devono avere scadenza superiore ai 5 anni (e quindi potrebbero anche essere emessi in forma irredimibile); devono esseri destinati all’esecuzione di OO.PP locali; hanno un rendimento superiore di un punto rispetto ai titoli statali; hanno una tassazione ridotta; sono convertibili in azioni delle SpA comunali di scopo, quindi hanno già in se stessi potenzialmente la caratteristica della irredimibilità (le azioni di una SpA non hanno scadenza).
  • Parlare di bond locali significa” parlare di emissioni destinate a realizzare investimenti locali” non di titoli “sottoscrivibili solo da residenti”.
  • E’ vero, che la finanza (soprattutto privata) è oggi ricchissima (solo quella italiana pari a circa 4500 miliardi di cui 1700 nei conti correnti bancari): il problema è come convogliarla “volontariamente” verso investimenti pubblici e non con l’ennesima patrimoniale di turno.
  • E’ vero che esistono i mutui BEI, ma sono un debito;
  • E’ vero che esiste il Recovery Fund ma: saremo capaci di utilizzarlo? Comunque per il 60 % è un debito. E poi: sarà erogato su un programma preciso (esiste?) e sulla base dei  SAL, Stati Avanzamento Lavori. E … nel frattempo?
  • E’ vero che esistono i 37 miliardi del MES ma … accetteremo quello che a conti fatti è un vero e proprio regalo?

Concludo: bene i BOP – Buoni Ordinari Provinciali per finanziare le grandi opere locali, purché (ovviamente) sottoscrivibili da chiunque; senza scadenza di rimborso, cioè in forma irredimibile; con un rendimento superiore ai BOP redimibili; con il rendimento – se proprio vogliamo – garantito da un pool di banche locali che in tal modo incassano una bella provvigione. E l’investitore sarà doppiamente tranquillo.

Riccardo Lucatti, già a capo di primarie SpA finanziarie e operative. Coordinatore del Tavolo Finanza ed Economia Mista promosso da Italia Viva Trentino.