LE MIE QUATTRO PATRIE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 24 Novembre, 2020 @ 10:12 pmDetto altrimenti: Liguria, Toscana, Piemonte, Trentino (post 4071)
Io, la mia patria or è dove si vive …. Così il Pascoli nella sua “Romagna”. E’ vero, ed io in Trentino da 35 anni, sento questa Terra come “anche” mia. Tuttavia devo ammettere che sono un privilegiato, perché io di patrie ne ho ben quattro: la Liguria, la Toscana, il Piemonte, il Trentino. Sentimenti forti mi legano alle mie patrie. Non ci credete? Ed allora, scorrete col mouse, scorrete in giù, che troverete quattro mie poesiole!
Genova, dove sono nato, cresciuto, studiato, laureato, sposato; il profumo della salsedine a Boccadasse, antico borgo marinaro in Genova, reso famoso perché vi abita la fidanzata del commissario Montalbano.
La Toscana, dove andavo a passare le estati presso i nonni fino all’età di 12 anni: la luce accecante dell’agosto a S. Angelo in Colle, al confine fra i colli senesi e la Maremma.
Il Piemonte, dove è nata mia moglie; dove ho fatto il Sergente AUC alla Brigata Alpina Taurinense; dove ho svolto il lavoro più al top della mia vita; dove abbiamo cresciuto i primi anni dei nostri due figli, fra Torino e la casetta a Cesana Torinese, sulla Via Lattea che finalmente me la cavo la voglia di sciare!
Il Trentino, che mi ha adottato da grande (con un’appendice in Sud Tirolo visto che mia mamma ha conosciuto mio babbo a Bolzano e che io fatto il Sottotenente di complemento a Bressanone alla Brigata Alpina Tridentina). Il Trentino, dicevo: le cime del Brenta che durante le vacanze estive io, genovese alpinista ventenne del CAI Sez. Ligure, scalavo e dalle quali lo sguardo si librava alto, senza immaginare che sarei poi stato adottato da quella Terra laggiù, chissà che caldo ci fa in estate che quando dal Brenta scendo anche solo a Vallesinella e a Campiglio già mi pare che faccia troppo caldo, figuriamoci laggiù, in città … ma no, io resto in quota! Che poi quando Maria Teresa ha insegnato alla “media” di Povo, mica pensava che quelle cime del Brenta che vedeva dalla finestra della sua classe erano state le “mie”!
Non credete a questi sentimenti? Ed allora ecco una mia poesiola per ogni patria:
Liguria, Genova, Boccadasse: una poesia ai suoi gatti: “GATTO DI MARE”
Non insegui il Tempo / e grato / il Tempo / non ti rincorre. / Immobile sulla tela di un gozzo / assapori l’amico profumo di pesce / il caldo insperato del sole invernale / e mi osservi / col nobile sguardo / del marinaio antico / al quale ogni giorno tu presti la barca. / Voglio indossare / pantaloni di tela / colore del mare profondo / sfumati di bianco salino / sedere in silenzio al tuo fianco / su questo gradino / dal bordo ormai liso e rotondo / per non disturbare / segreti / ricordi / speranze / e tesori / dei gatti del posto / … / e dei pescatori.
Toscana: “CAMPAGNA TOSCANA”
La luce accecante / sprigiona profumo di terra / da zolle rimosse ne’ campi. / Le pietre a contorno / son ricche / di more spinose e di fichi: / in siepi sinuose / costeggiano il bianco tratturo / che porta ad antico podere. / Ascolti cicale. / Sull’aia / un popolo gaio rincorre il mangime. / All’ombra d’un fitto pagliaio sonnecchiano cani. / C’è acqua nel pozzo / e lunga catena stridente vi cala una brocca di rame. / Profumano i pani appena sfornati / e ‘l fuoco rallegra la propria fascina./ Un fiasco di vino sul desco richiuso con foglie seccate. / Nell’aria le mosche. / La stalla è vicina: / giumente imponenti frantuman pannocchie, / corone regali / sovrastano candidi corpi giganti / e gran carri stanchi / riposan le ruote dal duro lavoro. / Filari frequenti ed ulivi perforan la coltre del grano. / Colori: / la terra di Siena / il giallo del sole / il verde d’olivo. / Prezioso convivio, / colture scomparse, / memorie scolpite per sempre da tratti d’amore.
Il Piemonte. Una sua valle poco conosciuta, in provincia di Cuneo, nella quale da Genova andavamo stipati nelle nostre piccole auto giovanili, a scalare, una poesiola forse un po’ troppo carducciana tipo “salta il camossio e tuona la valanga, ne?” : “VAL MAIRA”
Ripide / chiuse / selvagge le valli / aspre al percorso / della mente / e del passo /attendono fredde / gli scalatori. / Erba fra rocce / sferzata da un vento / che impregna / radente / lo spazio prezioso / del chiodo / taglia le mani. / Muschi discreti / coloran l’appiglio in granito / del loro frusciare alla corda / collana di vita / a cinger di se’ la montagna / ed il tuo corpo. / Si ergono ardite sul muro / la Torre e la Rocca Castello / a far sentinella al confine / fra ieri e futuro / affinchè il ricordo non muoia. / E’ Terra Savoia!
Il Trentino. Da buon genovese risparmiatore, non avrei potuto non celebrare una Terra Collega, la parsimoniosa Val di Non – “ANAUNIA” (anche perché il mio babbo è stato Maresciallo Maggiore CC a Cles, la capitale della Valle)
T’adorna corona di monti / tu stessa diadema regale / a smeraldi lacustri / di verde. / Ti apri allo sguardo / che insegue i gonfi altipiani / ondeggianti / qual giovane petto al respiro / plasmati da un vento / che scala le cime / e si perde. La mente che t’ama / curiosa / più attenta ti scruta / e profonda / ov’acque percorron segrete / le nobili rughe / che segnan l’altero tuo viso / d’ antico lignaggio / e indagan / leggendo il passato / il tuo storico viaggio. / Risuonan le selve / di ferri e armature / latine / che scuotono i passi / per le aspre montane / tratture. / Tu, ramnus, romano, / tu, uomo del fiume / pagano / ora un altro è il dio che tu onori, / ma l’acqua è la stessa che bevi / del cervo / sacrifica preda / di principi vescovi / e di senatori. / E senti vibrare le note / di orda cruenta / le grida di donna / che arman lo sposo / a difender le messi / il figlio che piange / furor di Tirolo / equestre rimbombo / sul suolo / operoso / che viene a predare / ma inerme / di fronte ai castelli / s’infrange. / Munifica Rocca di luce / saluto lo Spazio / che scende / dal Tempio maestoso del Brenta / e dopo che t’ha generato / dall’alto di crine boscoso / cascata di pietra / a sponda atesina conduce.