PIERGIORGIO CATTANI – 1
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 8 Novembre, 2020 @ 7:36 pmDetto altrimenti: un mio amico “a sua insaputa” (post 4057)
Telefono a Don Marcello Farina per un saluto ed entrambi siamo costernati per la morte di Piergiorgio, suo carissimo amico, persona che io conoscevo solo dal suo pensiero. Oggi la notizia della sua morte, oggi sul quotidiano Trentino, il suo ultimo contributo: “Il concetto di legge naturale”.
Io sono un ladro, ladro del pensiero altrui, del Pensiero che mi arricchisce come quello di Don Lorenzo Milani quando scrive ad una professoressa che “le parole sono pietre” nel doppio senso che occorre lasciare loro “il” significato proprio ed inoltre che, essendo pietre, se scagliate con disattenzione, possono fare del male. E le parole “legge naturale” sono pietre. Nel senso, spiega Piergiorgio, che devono essere usate “per definire le leggi biologiche e fisiche che culturale non hanno nulla a che vedere con un processo di riflessione civile e culturale capace di sancire, almeno sulla carta, l’uguaglianza degli esseri umani. In questo senso la natura non ha un fine”. Quindi non esistono comportamenti umani “secondo natura” ed altri “contro natura”: l’ambiente non ci fornisce alcuna indicazione etica su ciò che è più giusto fare”. E una religione che basi le sue regole su una legge naturale intesa come disegno divino per l’uomo, e quindi come legge morale da seguire, sbaglia.
Piergiorgio si rifà alla posizione di Papa Francesco circa il riconoscimento civile delle unioni omosessuali, di chi non è “intrinsecamente” contro natura e quindi non è immorale. E qui io – ladro – rubo il pensiero a Don Marcello Farina: la religione non “è” la morale, bensì “ha” una morale: la nostra religione è Creazione e Resurrezione. Il resto – qui è farina del mio sacco – sono dettagli. Ora, posto che la religione ha una morale, questa non è la legge naturale che invece regola non i comportamenti umani bensì – casualmente e senza alcun fine etico – l’ambiente naturale.
Piergiorgio conclude citando la Bibbia che non aveva alcuna legge naturale e che condannava l’omosessualità non in quanto “contro natura” bensì in quanto “rinviava a riti politeistici fenici, simili a quelli di Dioniso e Cibele, esecrati come idolatri” ed esalta l’amore omosessuale al pari dell’amore eterosessuale in quanto entrambi “mirati alla costruzione di qualcosa di buono e di duraturo, desideri questi perfettamente in linea con la visione biblica e cristiana. Lasciamo il concetto di “natura” alle questioni ambientali … e non utilizziamolo per guidare le nostre scelte morali”.
Spero di non avere travisato il pensiero di Piergiorgio e di Marcello: ho voluto correre questo rischio solo perché ho inteso cercare di rendere un estremo saluto a Piergiorgio, a questo per me “amico a sua insaputa” che non ha potuto vedere pubblicata la sua ultima riflessione.
Ciao, Piergiorgio, mio caro amico “a tua insaputa”: buon viaggio! Tu sei partito ma molto di te resta in noi.