HANS KELSEN E FRANCESCO PALLANTE
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 1 Novembre, 2020 @ 8:49 amDetto altrimenti: ed io fui terzo fra cotanto senno …. (post 4048)
Dante Alighieri, 700 anni dalla morte. Inferno IV, Limbo, Dante scrive “ed io fui sesto tra cotanto senno” riferendosi alla presenza di Virgilio, Omero, Orazio, Ovidio, Lucano. Io cito quel verso solo per rendere omaggio al Poeta, e lo scopiazzo ponendomi “terzo” fra cotanto senno, ad un livello molto, molto inferiore rispetto a quello dei due Autori di cui al titolo, Hans Kelsen e Francesco Pallante. E andata così: Kelsen, un suo testo al mio esame di Filosofia Politica all’UNIGE (mi sono laureato in giurisprudenza nel 1968), prof. Luigi Bagolini. Pallante, un suo libro scoperto per caso sul banco della mia libreria preferita: “Contro la democrazia diretta”, leggendo (rectius: divorando) il quale, alla pag. 89, vedo citato un pensiero del “mio” Kelsen:
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“E’ chiaro che l’individuo isolato non ha, politicamente alcuna esistenza reale, non potendo esercitare un reale influsso sulla formazione della volontà dello Stato. La democrazia può quindi esistere soltanto se gli individui si raggruppano secondo le loro affinità politiche, allo scopo di indirizzare la volontà generale verso i loro fini politici, cosicchè, fra l’individuo e lo Stato, si inseriscono quelle formazioni collettive che, come partiti politici, riassumono le uguali volontà dei singoli individui … non si può mettere in dubbio che il discredito dei partiti sia un attacco ideologicamente mascherato contro l’attuazione della democrazia”.
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Traduco attualizzando: esiste oggi un movimento nato contro i partiti, un movimento “mandiamoli tutti a casa” la cui mission dichiarata sia mandarli a casa e lo scopo non dichiarato sostituire una oligarchia alla democrazia?