CONTRO LA DEMOCRAZIA DIRETTA
pubblicato da: Riccardo Lucatti - 26 Ottobre, 2020 @ 5:46 pmDetto altrimenti: libro di Francesco Pallante, Giulio Einaudi Ed. , marzo 2020. L’autore , classe 1972, è prof. associato di Diritto Costituzionale a UniTo ed ha pubblicato libri con Gustavo Zagrebelsky. (Post 4042)
Cito a memoria da un libro da non perdere:
I decantati 100.000 iscritti alla piattaforma e una votazione ogni venti giorni sono numeri irrilevanti ripetto ai milioni di iscritti del Movimento ed alla complessità dei problemi. Idem i 56.127 e i 79.634 click rispettivamente per la votazione del capo politico e l’alleanza con il PD.
La diminuzione del numero dei parlamentari per “aumentare la democrazia diretta” in realtà aumenta il numero di cittadini rappresentati da ogni parlamentare e quindi accentua il carattere oligarchico del sistema.
L’abbassamento del livello dei quorum referendari consegna il potere ad una minoranza organizzata e accentua il carattere oligarchico del sistema.
Etc.
POST SCRIPTUM
Su un punto (formale) non concordo con l’Autore: a mio avviso infatti LA DEMOCRAZIA DIRETTA NON E’ LA TIRANNIA DELLA MAGGIORANZA, MA LA TIRANNIA DI UNA PRETESA MAGGIORANZA PILOTATA E “DIRETTA” DA POCHI OLIGARCHI. In molti miei recenti scritti ho evidenziato un’equazione micidiale: diminuzione del numero e dell’età dei parlamentari, peggio se estratti a sorte perchè “uno varrebbe uno” + referendum propositivo senza quorum + vincolo di mandato = oligarchia.
Circa la pretesa volontà unanime o largamente maggioritaria del popolo-folla, si legga Umberto Eco, “Il fascismo eterno”, là dove Eco parla del “populismo qualitativo” ovvero della pretesa del capo di turno di far passare la propria volontà come quella unanime di una massa qualitativamente indifferenziata e quindi omogenea di cittadini, osannante.
Sullo stesso argomento, Josif Brodskij, Prefazione a “Il canto del pendolo” (Adelphi Ed.) là dove avverte i giovani di diffidare delle unanimità e delle folle osannanti, se non altro perchè “dentro i grandi numeri più facilmente può nascondersi il male”.
Da leggere poi Gustavo Zagrebelsky , “La maschera democratica dell’ oligarchia”