LA FINANZA SPIEGATA

pubblicato da: Riccardo Lucatti - 30 Agosto, 2020 @ 6:41 am

Detto altrimenti: con un linguaggio fuori dal tecnocratese (ovvero: dittatoriale occulto)  (post 4001)

La finanza, i soldi: materia spesso trattata troppo tecnicamente per cui ingiustamente sottratta alla comprensione di chi dovrebbe giudicare le scelte di chi la gestisce. Ed invece proviamo a trattarla in modo comprensibile anche dai non addetti ai lavori, partendo da un fatto di questi giorni.

I dati (di massima): PIL-Prodotto Interno Lordo, circa 1500 miliardi l’anno; debito pubblico, circa 2500 miliardi; ricchezza finanziaria privata, circa 4500 miliardi. La necessità: fare spostare volontariamente la finanza privata a ridurre il debito e ad aumentare gli investimenti e quindi il PIL. Questa è la finanza di cui l’Italia ha bisogno.

Il fatto del giorno (25 agosto 2020): la Banca Intesa Sanpaolo ha lanciato una propria emissione di titoli “irredimibili” cioè di rendita e non di debito per 750 milioni offrendo un rendimento del 5,5% lordo (emissione privata, quindi tassata al 26%), ricevendo richieste di acquisto per 6,5 miliardi! In altre parole: a chi le “regala” (sic!) 750 milioni la banca offre una rendita perpetua al 5.5%. La banca di riserva il diritto di riacquistare in parte o tutti i suoi titoli dal 2028.

Si vedano tanti, ma tanti miei post da marzo in avanti …

Lo stesso tipo di emissioni di titoli “irredimibili” era stato proposto che venissero lanciate dagli enti pubblici nel libro da me scritto alcuni mesi fa insieme all’amico Gianluigi De Marchi, e che tali emissioni venissero offerte in sostituzione volontaria alle singole scadenze dei rimborsi delle tranche di debito redimibile. Un esempio: Tizio ha sottoscritto 50.000 euro di titoli di debito redimibile al rendimento del 2,4%. Alla scadenza, lo Stato gli propone di scegliere volontariamente di rifiutarne il rimborso e di accettare la loro sostituzione con una uguale somma di titoli di rendita al 5,5%. Tizio accetta e gode di un rendimento netto doppio del lordo precedente! Lo dimostra il successo dell’emissione Sanpaolo! Lo Stato riduce il suo debito ed aumenta la propria liquidità. Quando Tizio vuole rientrare in possesso del suo capitale (cioè quando vuole disinvestire il proprio investimento) vende i suoi titoli di rendita a Caio che invece vuole investire a questi alti rendimenti, ma in quel momento non trova emissioni simili da parte dello Stato.

E nella finanza locale, cosa succede? Qualcosa di analogo, anche se non ancora uguale. Mi spiego. Per indirizzare la finanza privata verso il settore pubblico, già adesso l’art. 35 della L. 23.12.94 n. 724 prevede che Comuni, Province e Regioni possano emettere titoli di debito (da rimborsare a scadenza: ecco la grande differenza rispetto ai titoli irredimibili di rendita!) denominati BOC, BOP, BOR – Buoni Ordinari Comunali, Provinciali, Regionali che garantiscono al privato investitore una rendita lorda superiore di un punto rispetto al rendimento dei titoli di debito di Stato. Questi titoli (di debito) devono avere una durata superiore a cinque anni; il ricavato deve essere utilizzato dall’ente pubblico per effettuare investimenti; godono di una tassazione privilegiata al 12,5%; sono convertibili nelle azioni delle SpA di scopo create dall’Ente pubblico per la realizzazione dei relativi investimenti. In caso di conversione in azioni, si riduce il debito pubblico dell’Ente: l’azionista di una SpA non è più creditore dell’Ente pubblico e tanto meno della SpA.

Orbene, se unissimo in capo allo Stato l’effetto “raccolta” del Sanpaolo all’effetto “destinazione” dei BOC, ne deriverebbe che lo Stato potrebbe emettere titoli di rendita-non-di-debito a tassazione agevolata essendo obbligato ed utilizzare le somme raccolte per effettuare investimenti; riducendo al contempo l’ammontare del proprio debito; coinvolgendo la finanza privata in investimenti pubblici.

E se i BOC possono essere convertiti in azioni delle SpA di scopo, i Bond Statali irredimibili potrebbero essere convertibili in azioni o quote della SpA/Fondo immobiliare pubblico per vendere gradualmente negli anni gli immobili pubblici attualmente non a reddito ( il cui valore ammonta a 250 miliardi).

Per comprendere appieno il significato dell’operazione Intesa Sanpaolo occorrerebbe conoscere la dimensione dei tagli sottoscrivibili (per capire se si è trattato di un’operazione destinata ad un pubblico diffuso o solo ad una certa elite finanziaria) e la nazionalità dei sottoscritttori (italiana o estera).

Un’avvertenza: una parte della politica, subito prima e subito dopo l’uscita del nostro libro, ha proposto l’emissione di titoli “patriottici” a lunga scadenza (quindi di debito!), esentasse e riservati agli italiani. Con il che si genererebbero i seguenti danni: si escluderebbero gli investiti esteri; si farebbe un regalo fiscale ai ricchi; si prosciugherebbero i depositi bancari italiani; non si ridurrebbe il debito pubblico.

E già che si sta scrivendo di “finanza per tutti”, cambio ambito e faccio un brevissimo accenno ai Recovery Fund, denari destinati agli Stati per la ripresa post Covid19.  L’UE raccoglie dei fondi e la maggiore attenzione pare sia indirizzata a capire quali stati si facciano carico di garantire questa raccolta fondi, mentre minore attenzione è prestata a chi all’interno di ogni stato decide come impiegarli.

Un esempio: se un Comune volesse ottenerli per finanziare una sua funivia di collegamento del centro cittadino con i propri quartieri alti, chi deciderebbee una simile destinazione di fondi? Lo Stato? La Regione? La Provincia? Il Comune? Ecco, io non lo so e per questo mi pongo la domanda.

Firmato: Riccardo Lucatti, candidato alla prossime comunali nella lista Piutrentoviva a sostegno del candidato Sindaco FRANCO IANESELLI.

FRANCO IANESELLI, LO VOGLIAMO PROSSIMO SINDACO DI TRENTO E COMMISSARIO STRAORDINARIO PER LA FUNIVIA DEL BONDONE!

#piutrentoviva #siamotrento